Studio morfologico e fotometrico del gruppo compatto HCG51

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Tano Cavattoni L’Universo Età 13,7 miliardi di anni 1.
Advertisements

Grandezze ed equazioni fondamentali
Unità Didattica 7 L’Universo delle Galassie
Elaborazione numerica del suono
Pierangelo Degano, Emanuel Castellarin, Laura Passaponti
Ingrandimento: rapporto immagine / oggetto
La materia oscura In cosmologia il termine materia oscura indica quella componente di materia che dovrebbe essere presente in quanto manifesta i suoi.
Essendo le materie scientifiche e tecniche la linfa
Misure: calibrazione dei termometri
Presentazione a cura di :
Strumentazione per bioimmagini
1 Le Regioni H II nel contesto galattico e la Funzione di Massa Iniziale, IMF A cura di Dario Carbone.
STRUMENTAZIONE ASTRONOMICA
LA POLARIZZAZIONE.
Fotometria astronomica
LE CONICHE                                       .
  = pitch angle  = pitch angle.
INTRODUZIONE ALLO STUDIO DELLA CHIMICA
Elaborazione (digitale) delle immagini
Trasformazioni di intensità Filtraggio spaziale
alcune regole ed esempi
Il cielo come laboratorio Lezione 5
Soluzioni agli esercizi della verifica 1
La Funzione Sinusoidale
Esercizi ISM.
Corso di Fondamenti di Astronomia e Astrofisica
Dallosservazione al risultato scientifico Amata Mercurio – parte 2 INAF - OAC.
Fotometria superficiale delle galassie
Curiel, 1/11/2004 Alessandro Pizzella – Dipartimento di Astronomia – Università di Padova.
Fototometria ugriz dell’ammasso globulare M15
Studio delle galassie M 82 e ARP63
7/10 FEBBRAIO 2007 II STAGE POLO DI PADOVA.
Riduzione di spettri ottici a fenditura lunga Asiago, 6 Aprile 2002.
IL CIELO COME LABORATORIO – 2006/2007
Larghezza equivalente vs T
Unità Didattica 7 L’Universo delle Galassie
IL CIELO COME LABORATORIO 2008/2009
SCUOLA NAVALE MILITARE “F. MOROSINI”, VENEZIA
Misura della densità di
La Scala delle distanze
La Scala delle distanze II Ovvero: come arrivare lontano.
Dipartimento di Astronomia
Sono gruppi di centinaia di migliaia di stelle strettamente vincolate tra loro dalla forza di gravità in un volume di spazio sferico. La concentrazione.
Galassie e Nuclei Galattici Attivi Belluno, 28 Novembre 2002 Dipartimento di Astronomia Università di Padova Stefano Ciroi.
IL CIELO COME LABORATORIO – EDIZIONE 2006/2007 Stima dellestinzione galattica in stelle con righe demissione Sara Gris, Mattia Dazzi, Matteo Gallo Liceo.
Classificazione morfologica delle Galassie
Morphology with GIM2D of the galaxies around the X-ray source: 2MASX J Alessandro Baccarin, Laura Gavagna, Carlo Alberto Soncin Liceo G.
Proprietà fisiche delle galassie e loro evoluzione
Classificazione spettrale e calcolo delle distanze di stelle con riga Hα in emissione Polo di Verona Lonardi Fabio (1) Piccoli Michele (1) Manzati Leonardo.
La galassia studiata si chiama NGC2518 e le sue coordinate sono A.R.(2000.0)=08h 07m 20.2s; DEC.(2000.0)=+51°0756. Si tratta di una galassia ellittica.
C. Spedicato, A. Bavari, F. Cannarsa, G. Borgese Scuola Navale Militare F. Morosini, Venezia Analisi Morfologica della Galassia NGC 4686.
Fotometria ugriz dell’ammasso aperto NGC2420
La nebulosa planetaria NGC2371
Studio morfologico e fotometrico di HCG 51
L’ammasso aperto M67.
L’ EFFETTO DEL MERGER TRA GALASSIE
Programma di Informatica Classi Prime
Instabilita’ gravitazionale ed onde di densità nei dischi astrofisici
L.Mattiello(1), L.Rigovacca(1), M.Scalchi(1), V. Tanku(2)
Spettroscopia Liceo Scientifico “G. Pertile” di Asiago classe 4ªAL
Interferometria ottica-infrarossa in Astrofisica Esame Scuola VLTI, Porto, 28 Maggio – 8 Giugno 2007 Dottorando: Mario Giuseppe Guarcello.
IL CIELO COME LABORATORIO Analisi morfologica delle galassie ellittiche Silvia Guerra (1), Matteo Mannino (2), Enrico Paccagnella (3)‏ (1) ITIS.
istruzioni per l'uso1 Istruzioni per l’uso Prof. Roberto Nesci Unversita’ La Sapienza, Roma.
ULTIMI RISULTATI DALLE OSSERVAZIONI VIMS SU TITANO. A.Adriani 1,M.L.Moriconi 3,G.Filacchione 2,F.Tosi 2,A.Coradini 1,2 1 IFSI-INAF, Roma, Italia, 2 IASF-INAF,
I corpi celesti La luce del Sole è in realtà composta di una mescolanza di luce di svariati colori, che sono anche i colori dell'arcobaleno. L’insieme.
Affinché un oggetto di massa m orbiti attorno alla terra senza cadervi, è necessario che abbia una velocità tale che l’effetto del principio di inerzia.
Diagramma H-R. I Diagrammi HR La scoperta più importante in campo astronomico risale al 1913, quando il danese Enjar Hertzsprung e l’americano Henry Norris.
Unità Didattica 4 Le Magnitudini, i Colori e gli Spettri delle Stelle
Transcript della presentazione:

Studio morfologico e fotometrico del gruppo compatto HCG51 Andrea Cicchini, Martina di Pumpo, Elena Porto, Marco Rocchetto, Eugenio Warglien Liceo Scientifico “G.B. Benedetti”, Venezia Anno scolastico 2007/08 1

Morfologia delle galassie Le galassie, secondo parametri morfologici, si dividono in: ellittiche (E) spirali (S) irregolari (Ir) Ir Ir

L’oggetto del nostro studio Ci sono state fornite le immagini del gruppo compatto HCG 51 nelle bande fotometriche U, G, R, I, e Z prelevate dallo “Sloan Digital Sky Survey”. HCG 51 è un gruppo compatto di sette galassie (due in forte vicinanza e interazione gravitazionale). HCG 51 – © 2007 SSDS 3

Il nostro obiettivo Lo scopo del nostro studio: creare un modello di ciascuna galassia dalle immagini fornite. studiare le caratteristiche morfologiche delle galassie dai modelli (magnitudine, angolo di posizione, raggio e rapporto tra gli assi del bulge e del disco se presente)

Metodi utilizzati per lo studio Per studiare HCG 51 abbiamo utilizzato principalmente due programmi: IRAF: usato come visualizer di immagini Galfit: usato per creare i modelli delle galassie dalle immagini messe a nostra disposizione

IRAF Visualizzazione di una galassia (1, 1a), del suo modello (2, 2a) e del residuo (3,3a) in due diverse lunghezze d’onda 1 2 1a 2a 3 3a 6

Galfit È un software sviluppato da Chieng Peng, NRC Herzberg Institute of Astrophysics (Canada) Studia forma e proprietà delle galassie applicando all’immagine originale delle leggi che descrivono la distribuzione di luminosità. Dati ottenibili Immagini: modello della galassia e sottrazione del modello dall’immagine originale Dati: magnitudine, presenza o meno del disco, rapporto assiale, angolo di inclinazione Immagine originale Modello della galassia Sottrazione del modello dall’immagine originale

La creazione dei modelli Profili di luminosità utilizzati per creare i modelli: Per il bulge: legge di Sersic Per il disco: legge di Freeman. Queste leggi sono chiamate “leggi di scala delle galassie” e sono ricavate dall’osservazione sistematica e dall’esame dei dati fotometrici.

Componente bulge: Componente disco: Legge di Sersic: Legge di Freeman: R: rappresenta la distanza dal centro, è la variabile. Re: raggio efficace n: indice di Sersic. Componente disco: Legge di Freeman: R: distanza dal centro, è la variabile h: lunghezza di scala del disco

I profili di brillanza Legge di De Vauculeurs, utilizzata per le ellittiche Legge De Vauculeurs (per il bulge, in blu) + Legge Freeman (per il disco, in rosso)

Gestire Galfit Creazione di un file di input contenente i valori stimati che fanno parte della funzione utilizzata Se i valori sono sufficientemente corretti Galfit elabora molto rapidamente il profilo di luminosità della galassia Se questi valori stimati si discostano troppo da quelli reali Galfit non riesce ad elaborare alcun modello e il programma crasha! SI può dire crasha? Output di galfit quando crasha

Gestire Galfit Presenza di stelle di campo: deve essere assegnato il profilo PSF dell’immagine PSF (Point Spread Function): la funzione che descrive come i fotoni provenienti dalle stelle di campo sono distribuiti nell’immagine In questo modo riusciamo a rimuovere dall’immagine originale il degrado della qualità dei dettagli dovuti alla turbolenza dell’atmosfera

Gestire Galfit Ogni passaggio è stato ripetuto per ogni filtro e per ogni galassia. Quando un valore si discostava eccessivamente dalla media dei valori precedentemente trovati si ripeteva il procedimento variando la stima dei parametri. Abbiamo così ottenuto un file di output contenente i dati morfologici relativi alle varie galassie.

Il file di output Esempio di File di output generato da Galfit

Rielaborazione dei dati Magnitudini Grazie al file di ouput siamo riusciti ad ottenere le magnitudini delle galassie studiate. La magnitudine ottenuta deve essere però ulteriormente corretta trasformandola secondo la formula (1) Ottenuta la magnitudine corretta del bulge e del disco abbiamo calcolato la magnitudine apparente totale formula (1): m0: è il punto zero del sistema fotometrico; è la costante che aggiunta alla magnitudine strumentale la trasforma in una magnitudine calibrata. mr: è la magnitudine ottenuta con Galfit k: costante di estinzione atmosferica, dipende dalla lunghezza d’onda. Ha un valore più elevato per lunghezze d’onda minori e più basso per lunghezze d’onda maggiori. x: è il valore della massa d’aria, ossia 1/cosz, dove z è la distanza dell’oggetto dallo zenith. Sottraendo kx dalla magnitudine otteniamo la magnitudine priva dell’estinzione atmosferica.

Rielaborazione dei dati Magnitudini In ultima fase abbiamo trasformato le magnitudini nei filtri UGRIZ ai filtri UBVRI che sono più classici, in modo da poter confrontare i nostri risultati con la letteratura o con quelli relativi ad altre galassie. Le magnitudini sono state trasformate grazie alle seguenti equazioni ricavate dall’articolo “Setting UBVRI Photometric Zero-Points Using Sloan Digital SKy Survey ugriz Magnitudes” (Astronomical Journal): Equazioni di trasformazione dal sistema di filtri UGRIZ a quello BVRIU B = g + 0.327(g – r) + 0.216 V = g – 0.587(g – r) – 0.011 R = r – 0.272(r – i) – 0.159 I = i – 3.337(r – i) – 0.370 U = u – 0.854

Le magnitudini trovate Tabella magnitudini apparenti nei filtri GRIZ Tabella magnitudini assolute medie per ogni galassia

Luminosità nei filtri B e V Dalle magnitudini B e V abbiamo infine ricavato la luminosità espressa in unità solari

Confronto con la letteratura Infine abbiamo confrontato le magnitudini in filtro B trovate con quelle del database Simbad: 1: Galassia A 2: Galassia A1 3: Galassia B 4: Galassia C 5: Galassia D 6: Galassia E 7: Galassia F

Rielaborazione dei Dati Raggio efficace, Eccentricità, Angolo di posizione (disco e bulge), Differenza di magnitudine tra bulge e disco e Tipo morfologico Grazie ai dati forniti da Galfit siamo riusciti a stabilire se le galassie studiate presentavano bulge o meno: Le galassie che presentavano un disco le abbiamo classificate come spirali Le galassie che non presentavano il disco, ma solo il bulge come ellittiche

Rielaborazione dei Dati Raggio efficace, Eccentricità, Angolo di posizione (disco e bulge), Differenza di magnitudine tra bulge e disco e Tipo morfologico Grafico che mostra la relazione ∆mI/T Per le galassie che presentavano il disco galattico (A, B, C, E) abbiamo calcolato la differenza di magnitudine tra bulge e disco per determinare il sottotipo morfologico. Abbiamo utilizzato una curva (a lato) che mette in relazione la differenza di magnitudine con con il tipo morfologico Legenda del grafico sopra riportato: T -5 -3 -2 Tipo E E-S0 S0 S0/Sa T 1 2 3 4 5 Tipo Sa Sab Sb Sbc Sc

Rielaborazione dei Dati Raggio efficace, Eccentricità, Angolo di posizione (disco e bulge), Differenza di magnitudine tra bulge e disco e Tipo morfologico Per determinare il tipo morfologico delle galassie che possiedono unicamente la componente del bulge (galassie ellittiche) abbiamo invece utilizzato la formula: T=10*(1-b/a)

Rielaborazione dei Dati Raggio efficace, Eccentricità, Angolo di posizione (disco e bulge), Differenza di magnitudine tra bulge e disco e Tipo morfologico

E per finire… Vogliamo ringraziare il Dipartimento di Astronomia dell’Università di Padova . Un sentito ringraziamento va inoltre al prof. Stefano Ciroi, per la pazienza e gli utili consigli, e al prof. Forieri, il nostro referente.