Titoli.

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... perchè vi voglio bene!.
Transcript della presentazione:

Titoli

Crescente importanza dei titoli, anche in conseguenza della tendenziale assenza nell’incipit degli elementi informativi essenziali. L’insieme dei titoli può essere considerato come un giornale in pillole, un giornale parallelo

Titolo e articolo Il titolo è sempre riferito all’articolo, con cui intrattiene una triplice relazione Sintattica (posizione del titolo rispetto all’articolo) Semantica (cosa dice il titolo dell’articolo) Pragmatica (funzione del titolo per il lettore)

Il titolo è la chiave dell’interpretazione, il codice dell’articolo (Eco 1971) Unica immagine-concetto carica di contenuti patetici, estetici, politici (Dorfles, 1981) Prevalente funzione illocutoria e perlocutoria quale conseguenza della settimanalizzazione (Proietti 1992)

Polarizzazione fondamentale Titoli oggettivanti vs titoli soggettivanti Cronachistico-indicativi (notizia) vs drammatico-brillanti (feature) (Murialdi 1975) Informativi vs emotivi (Eco 1971) Enunciativi vs paradigmatici (Papuzzi 1992) Tipologia proposta da Lorusso e Violi (2004) Narrativi (esplicativi, di sintesi informativa) Iconici (es. discorso diretto: effetto di realtà, presa diretta) Patemici Interpretativo-conoscitivi

Ondelli («La messa in scena» delle notizie delle notizie nei titoli dei quotidiani. Una prospettiva linguistica, “Problemi dell’informazione”, XXI, 2, giugno, 1996) individua una varietà nei titoli basata sulla centralità di elementi diversi: Scena Il personaggio (Camilleri / la macchina per scrivere, Repubblica 19.4.09) Il dialogo (Berlusconi: troppe inchieste sui giornali / Napolitano: c’è stato sprezzo delle regole, Repubblica 19.4.09) Il parlato (Un bicchierino con Hemingway, Repubblica 19.4.09) -> rinvio ai titoli paradigmatici

Bibliografia essenziale sui titoli Tobagi e Zampolli, Le parole dei titoli, in W. Tobagi e Remeney, Il giornale e il non lettore: atti del convegno 15-17 giugno 1979, Sansoni, 1981 Proietti, “La vetrina del giornale”: funzioni comunicative e caratteri stilistico-grammaticali della titolistica dei quotidiani tra lingua e codice iconico, in Medici e Proietti (a cura di), Il linguaggio del giornalismo, Mursia 1992 Held, G., “Il titolo come strumento giornalistico: strutture, funzioni e modalità di un tipo di testo, esemplificate sulle forme del riuso linguistico in chiave comparativa”, «Etudes Romanes», 1999, 42: 173-189. De Benedetti, L’informazione liofilizzata. Uno studio sui titoli di giornale (1992-2003), Cesati, 2004; Genette, Soglie, Einaudi 1989 (ed. or. 1987)

Esempi di titoli enunciativi La terra trema anche in Piemonte Fini:”E’ giusto accertare le colpe” Sisma di 3,9 gradi nel Cuneese: panico ma niente danni. Il presidente della Camera d’accordo con Napolitano. Tremonti: niente nuove tasse La nave dei disperati attraccherà in Sicilia Il mercantile che giovedì ha tratto in salvo 140 migranti si dirige verso Porto Empedocle. Scontro aperto tra Italia e Malta. E Maroni prepara un dossier da presentare a Bruxells La Stampa online 19.4.09 In Sicilia la nave dello scontro Con Malta è ancora scontro Razzismo, L’Italia non parteciperà alla conferenza delle Nazioni Unite Corriere della sera online 19.4.09

«La Stampa», 16.10.2012 Detrazioni, il governo non cede Neve sulle Alpi. Niente emergenza a Roma «Il Fatto», 16.10.2012 Napolitano avverte i pm di Palermo «Repubblica», 2.10.2012 Subito il decreto taglia-Province Ikea cancella le donne dal catalogo per gli arabi «Corriere della Sera», 2.10.2012 Svolta nell’inchiesta sul Lazio

Titoli paradigmatici Carattere specifico: mimesi del parlato Condensazione in una metafora o in uno slogan (Dardano: “tra slogan e titolatura esistono aspetti comuni per quanto riguarda la dimensione semantica e la struttura sintattica”) Ironia Gioco di parole Citazione (intertestualità) Il titolo paradigmatico evidenzia una delle funzioni del titolo: Interpretare e commentare la notizia.

«Il giornale», 9 ottobre 2013 Nobel per la fisica assegnato ai teorici della particella di Dio. E il Bosone parla pure italiano «Libero» Strano asse Verdini-Renzi Doppietta per impallinare le colombe Pdl e Letta

Lessico Scelte determinate dalla ricerca di economia espressiva Icasticità incisiva Neologismi, tecnicismi, locuzioni poco comuni contribuiscono alla sinteticità e favoriscono l’attenzione 1992 (Proietti): leghisti, extracomunitario, narcotrafficante Mode linguistiche Fusione fredda (1989) Tracimare (1987); più tardi: esondare Occasionalismi Eurocrate (1965, 1991) Telefinanziere (1989, 1991)

Sintassi Da un lato rivela la natura del titolo come chiave interpretativa, codice di lettura Dall’altro manifesta la sua autonomia compositiva Titoli asciugati (Beccaria 1988: 183) Bipartizione in due elementi distinti: parola+frase nominale, separati da due punti o da una virgola 1970 Bonn: Salvate l’ambasciatore 1976 Venezia: Terremoto 1980 Mestre, le Br uccidono ancora 1991 Croazia, tregua dopo la tempesta Il primo elemento è qui un locativo

Il primo elemento può essere però anche un argomento: La Mafia, prima azienda Italia Influenza della pubblicità: Rex: fatti non parole (Dardano) Oppure si può isolare l’autore: Craxi: la grazia a Curcio onora lo Stato Carla, top model indignata Tendenza sintattica alla brevità e alla evidenza attraverso l’omissione (ellissi) di alcuni elementi dell’enunciato Efficacia visiva e di leggibilità: consente al lettore di cogliere con immediatezza gli elementi essenziali della notizia.

Infinito gnomico (Beccaria 1988) o infinito gerundio Sentirsi innamorati a Milano (citazione di una canzone) Vivere a Beirut con l’incubo dell’auto-bomba Volare in deltaplano con un’aquila vicino Morire di cantiere L’infinito si carica spesso di valori perlocutori, tanto più insidiosi quanto più è dissimulata la distinzione tra il livello della notizia e il livello del commento Nucleare, disinnescare Montalto? Demolire l’emergenza L’uso dell’infinito e le costruzioni nominali segnalano un indebolimento della distinzione tra evento e commento

Stile nominale Il linguaggio giornalistico fa ampio uso di frasi nominali, cioè senza verbo in posizione di predicato, che consentono brevità, incisività, pregnanza semantico-informativa (criterio retorico della brevitas). Questo stile si afferma sin dall’Ottocento, perché consente la creazione di titoli seccamente indicativi La morte del papa (1878:Pio IX) L’insurrezione a Milano (1898: Bava Beccaris) Questa tendenza si stabilizza nel periodo giolittiano in cui la scrittura giornalistica rafforza la sua autonomia (Dardano 1986). Durante il fascismo prevalgono invece titoli magniloquenti, aulici, trionfalistici, sensazionalistici, propagandistici

Oggi: Sciopero degli universitari contro il ministro Gelmini Colpite le postazioni italiane a Bassora Lo stile nominale è un tratto caratteristico della lingua contemporanea, che attribuisce un ruolo crescente a sostantivi e verbi al participio passato; Molto presente nei titoli dei giornali: Rapiti in India due turisti italiani (LS 18.3.2012)

Titolo nominale con avverbi usati come attualizzatori Ecco Gorbaciov O con elementi interiettivi come basta, stop, addio: Adesso basta Addio ai superpoteri / è l’ora dei superprefetti Giù le mani da… Voglia di….

Stile nominale e deverbali Rientrano nello stile nominale i deverbali, sostantivi astratti al posto di frasi verbali (frequente negli articoli di economia): intervento, rialzo, debutto, varo, costruzione, copertura, sanzione, finanziamento ecc.

Titolo narrativo Introdotto da quando: Altri avverbi di tempo: Quando il dollaro divorziò dall’euro Quando a Berlino si fermò la storia Altri avverbi di tempo: Presto Spa Eni Enel Tra i titoli narrativi si configura il titolo introdotto da e E l’uomo vola a suggerire una continuità ideale con un discorso precedente sottinteso e dato per presupposto (Serianni, 1989). Proietti (1992) osserva che si tratta di un modulo di ascendenza biblico evangelica (E Gesù disse ai suoi discepoli), frequente nella lirica otto-novecentesca (Foscolo, Pascoli) e presente in numerosi titoli di opere letterarie (E le stelle stanno a guardare), canzoni (E la barca va).

Proietti 1992: 147 E ora il mondo vira verso Lubiana E ora arriva la bocciatura annunciata Napoli ancora Maradona-dipendente Sono anche tutti esempi di metafore

Mimesi del parlato Formule esortative ed esclamative Pronti via, esodo in corso E adesso? Stiamo freschi Signori, l’ingorgo è servito Roma, oh cara! Turisti addio

T: Tiziano, che bel tramonto! O: Venezia T: Tiziano, che bel tramonto! St: In mostra alle Gallerie dell’Accademia i quadri della maturità dell’artista dipinti con una tecnica quasi impressionistica Tiziano, che bel tramonto! Chi parla? Enunciatore ed enunciatario

Titoli dialogici Dialogici «Libero», 9 ottobre 2013 I 5 stelle all’attacco di Re Giorgio “Vuole salvare Berlusconi” Lui: “Ve ne fregate dell’Italia» «La Repubblica», 9 ottobre 2013 Amnistia, scontro 5 Stelle-Napolitano Il Colle:«Se ne fregano del Paese” La replica del Movimento: “Indegno, si dimetta” Berlusconi non spera più: ‘Poteva parlare prima’ «CdS», 9 ottobre 2013 Francesca va alla guerra: «Iena? Ho solo fatto un po’ di pulizia» Orientamento polemico; impressione di immediatezza enunciativa, simulacro del presente Il DD nel titolo è spesso una sintesi, anche troppo sommaria, sensazionalistica, disincantata o ironica Frequente l’omissione delle virgolette e di altri indicatori grafici del DD (attenuazione della distinzione tra notizia e commento)

RE, 14.10.2013 Quagliariello: "Via libera all'amnistia? 
Allora si applichi anche a Berlusconi"  E con Cicchitto dice: "Alfano leader Pdl o due partiti"
Ma sull'indulto Pd e governo divisi da Renzi   video 
Sondaggio Serve un atto di clemenza? Votate

Stampa, 14.10.2013 Quagliariello: amnistia anche per Berlusconi
“Il Pdl? Meglio due partiti che litigi perenni”
“Alla Leopolda voleva la clemenza”, Renzi diventa un caso

CdS, 14.10.2013 Governo, Quagliariello rilancia:
"Amnistia anche per Berlusconi"|video Il ministro Pdl: «Legge va applicata a tutti»
 Opinione diversa dalla Cancellieri per cui "non riguarderà il Cavaliere"
 Carceri, scoppia il caso Renzi . Il sindaco: «No al Colle non è lesa maestà»

Libero 14.0.2013 Nuove tasse sulla casa,  
una mini-patrimoniale per sostituire l'Imu Bonus in busta paga: se va bene saranno spiccioli 

Il Giornale 14.10.2013 Amnistia, Quagliariello:
"Valga anche per Berlusconi”

L’unità, 14.10.2013 Quagliariello: «Amnistia anche per Berlusconi» Se amnistia e indulto saranno legge dovranno essere «applicate a tutti i cittadini», Silvio Berlusconi compreso. Così il ministro per le Riforme replica al ministro Cancellieri: «Le sue parole? Interpretate male, la misura riguarda tutti». E sul caos Pdl dice: «Alfano leader come Silvio, altrimenti meglio due partiti»

Il Manifesto 14.10.2013 La via maestra e le sue curve Sabato il corteo a Roma per la Costituzione. Il travaglio dell'Anpi e il nodo amnistia. Intervista a Carla Nespolo, vicepresidente dell'associazione: «Io ci sarò con i partigiani nel cuore»

Il fatto quotidiano, 14.10.2013 Anche le coop rosse giocano in Borsa
Ma con i soldi dei soci, da Unipol a Mps Attraverso i "prestiti", le cooperative raccolgono fondi come fossero banche, ma fuori dalla vigilanza
I capitali finiscono spesso in operazioni rischiose che lasciano nei bilanci buchi da milioni di euro
REPLICA: "NON SIAMO ISTITUTO CLANDESTINO, CONTROLLI CI SONO E I MEMBRI CONTANO"

Il Foglio 14.10.2013 LA GIORNATA Giustizia, Quagliariello: "L'amnistia deve valere anche per Berlusconi” Tutti gli esempi relativi al 14.10.2013 sono tratti dalla versione online delle testate citate

Ironia Figura complessa: per funzionare deve essere riconoscibile ma se è troppo scoperta perde di efficacia. Il discorso ironico si gioca tra riconoscibilità e leggerezza (citazione mascherata di un discorso altrui, eco). Per questo secondo Mizzau (L’ironia, 1984) l’ironia si basa sul dialogismo, la polifonia, l’interdiscorsività. In apparenza riduce, ma in realtà è una forma di enfasi. Presuppone un riferimento dell’uditorio a valutazioni condivise ad assunti di base sul mondo e ad aspettative sulla situazione comunicativa attualizzata. Chi fa ironia ha in mente una norma, di qui il senso di superiorità o di moralismo associati ad alcune forme di ironia alla quale la realtà dovrebbe conformarsi. Il titolo ironico è valutativo, scarsamente informativo Enfatizza il contratto forte con i lettori

Superlativi (iperboli) Giochi di parole Alle urne con il battiquorum Veltrusconi Superlativi (iperboli) Governissimo Funzione di richiamo attraverso l’uso ammiccante di materiali lessicali rari, esotici, curiosi; Effetti di brillantezza disinvolta, casual, talora un po’ snobbistica

Paronomasia Accostamento di due parole che hanno forma simile e significato diverso. Effetto di collisione semantica sfruttato nei giochi di parole. Molto usata nei messaggi pubblicitari (dove facilita la memorizzazione e produce un effetto ludico): Ava come lava Conti perché non sei solo un conto (Monte dei Paschi) I like Ike (campagna per le elezioni presidenziali in Usa 1952: Einsenhower) Paronomasia in absentia Vai in Honda Più rischiosa perché richiede una maggiore competenza nel pubblico

Esempi di giochi di parole Da “il manifesto”: Parti lateranensi (30.8.2012) Assalto alla dirigenza (19.4.2009) Terzo caso di "sequestro di dirigente" in Francia. E’ accaduto a Grenoble, nella sede della Caterpillar. Sequestrati 4 dirigenti nell'ufficio del direttore dopo che l'azienda aveva annunciato il licenziamento di 733 operai Non rompeteci la valle (17.11.2005) Il pastore tedesco (20.4.2005) (antanaclasi) Fecondo me (7.10.2010) Di botta e di governo (1°.8.2004) Voto a perdere (11.3.2004) Morattila (17.1.2004) Testimoni di Genova (25.7.2001) Fini giustifica i mezzi (2.8.2001) Furor di popolo (14.5.2001) (antanaclasi) Falce e mastella (18.12.1999) Da «Pubblico»: Obtorto Call (18.9.2012) Arenata (25.9.2012)

Altri esempi di paronomasia nel linguaggio ordinario Traduttore traditore Vista la svista? Chi non risica non rosica Moglie maglio Sposa spesa Penna pena Prender fischi per fiaschi Dalle stelle alle stalle Si munge, si mangia Nomen omen Traum ist schaum Onori oneri Annessi e connessi Beata solitudo, sola beatitudo Homo humus Fama fumus Donna danno Il troppo stroppia L’ozio è il padre dei vizi

I giochi paronimici sono veicolo di comicità, satira, umorismo paradossale o demenziale (giochi di parole e malapropismi): L’inverno è lastricato di buone intenzioni (Flaiano, FE 27) Siamo obesi di lavoro Le pietre emiliane (Totò) Saluti dalle pernici del Monte Bianco; / si sono tutti alcolizzati contro di me; / le zucchine mi piacciono trafelate; / ma questo lo discuteremo in separata sedia; / ha un completo di inferiorità.. (Flaiano, FE 87)

La paronomasia nei titoli giornalistici (ammiccamenti, doppi sensi e invenzioni). Straordinari stradivari (La repubblica, 20.8.1987) Il piacere è tutto mostro (Panorama, 17.1.1988) Versi perversi (Il Venerdì di Repubblica, 12.2.1988) Aldo gradimento (L’Unità, 19.3.2010)

Antanaclasi (diafora) Gioco linguistico tra due termini omonimi ma con significato diverso, ripetizione con mutamento di senso; anche tautologia apparente, dove di due occorrenze identiche, l’una esprime un fatto, l’altra un valore (Perelman e Tyteca, 1958) Abbiamo a cuore il vostro cuore Non chiedere al prossimo quando passa il prossimo quell’arte che fa parer uomini gli uomini (Leopardi) Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce (Pascal) Gli affari sono affari Io non sono più io

Antitesi Definizione dissociativa (Perelman e Tyteca, 1958): Contrapposizione di idee attraverso la messa in relazione di parole di significato opposto o in contrasto: We work you play (Indesit) Più lo mandi giù, più ti tira su (Lavazza) Chi c’è c’è, chi non c’è non c’è (Limoncé) Presume di rifar tutto perché nulla sa fare (Leopardi) "Pace non trovo e non ho da far guerra; e temo e spero; e ardo e sono un ghiaccio; e volo sopra ’l cielo e giaccio in terra; e nulla stringo e tutto ’l mondo abbraccio…" (F. Petrarca, Canzoniere, CXXXIV, vv.1-4)

Titolo e fotografia Nel quotidiano “il manifesto” il titolo è comprensibile solo in rapporto all’immagine (5 aprile 2009: Immagine della giornata della Cgil: Capolavoro), a sinistra: “Il cuore del problema”) (rapporto simbolico vs rapporto di complementarietà) L’immagine favorisce un approccio emozionale, timico, a scapito dell’approccio razionale, mediato dal discorso (logos: presa di distanza dalla immediatezza emotiva dell’esperienza) Rinvio al rapporto implicito/esplicito: l’espressione razionale (discorsiva) comporta il passaggio dalla simultaneità del pensiero alla articolazione lineare del discorso

Metonimie Sineddoche Metafore Il Cremlino La Casa Bianca, Palazzo Madama, Palazzo Chigi, Belgrado, Berlino, ecc. Proietti registrava come metonimia nuova “Colle” che sostituisce polemicamente o ironicamente Quirinale Sineddoche L’Italia trova l’oro Basket d’argento Metafore Juve, Boniperti torna al timone

Figure nel discorso giornalistico Esempi di Loporcaro Silenzi spezzati (sinestesia) solo dall’allegria dei fuochi (metonimia) che si riflettono sul candore della neve appena caduta L’Etna continua a sprigionare le sue cartoline (metafora) dall’inferno (antonomasia) di cenere Soldati americani che qui caddero per aprire un varco alla libertà (metafora) Emergono storie di vite spezzate (metafora: vita come filo) Il futuro è una incognita (metafora matematica) da ricostruire sulle macerie (metafora edilizia) E nelle mani che torturano pensieri (metafora), mani che si cercano, mani che si intrecciano e si stringono (anafora) Le parole che non trovi, le parole che non ci sono (anafora) Per darsi e farsi coraggio (paronomasia) E poi quei quaderni, reliquie (metafora+metonimia) di sogni e pensieri La stanchezza che non la senti più (anacoluto) E i bambini di San Giuliano, storditi, vanno incontro alla vita (metafora)

Abusi del termine metafora: Il sole splende a San Giuliano e speriamo che questa sia una metafora che porti bene In quella stessa Forcella, metafora della Napoli peggiore Personificazioni: Il colpo di coda dell’inverno, deciso a non mollare Una primavera timida a mostrarsi

Metafora (Da metapherein=trasportare). Sostituzione di una parola con un’altra parola il cui significato è in una relazione di somiglianza con la prima (Jakobson: asse delle similarità). similitudo brevior? Es.: è un pozzo di scienza; brillava per disinvoltura; il serpente monetario La distinzione tra similitudine e metafora […] non si regge su presupposti formali, bensì pragmatico-cognitivi in senso stretto. La prima figura è fondata sulla percezione statica delle affinità (e delle differenze) che legano due entità; mentre la seconda si basa su un meccanismo di natura eminentemente dinamica, che produce una qualche forma di fusione, o per meglio dire compresenza, tra i due enti raffrontati. (Bertinetto, Come vi pare. Le ambiguità di come e i rapporti tra paragone e metafora, 1979:160)

Aristotele Metafora come trasferimento a un oggetto del nome che è proprio di un altro (Poetica) Il trasferimento avviene Dal genere alla specie (sineddoche: genus pro specie) Dalla specie al genere (sineddoche species pro genus) Da specie a specie: metafora a tre termini (propriamente: specie-genere-specie: il dente della montagna: la cima sta al genere aguzzo come vi sta il dente: A:B=C:B) Per analogia: metafora basata su una proporzione a quattro termini (B:A=D:C) (La vecchiaia è la sera della vita: “La vecchiaia (B) sta alla vita (A) come la sera (D) sta al giorno(C) questa formula spiega anche le catacresi: metafore che colmano vuoti della lingua (es. collo della bottiglia, gambe del tavolo). La metafora ha carattere conoscitivo e si basa sulla capacità di ben vedere le somiglianze

Tesauro (nel Seicento) riconduce la metafora alla argutezza e ne esalta la brevità, cioè la concentrazione di più sensi in una stessa espressione; la brevità produce meraviglia, “riflessione attenta che ti imprime nella mente il concetto” Vico, Principi di scienza nuova (1725) considera la metafora la forma originaria del linguaggio Fontanier (nell’Ottocento) distingue tra metafore d’invenzione e metafore d’uso (distinzione fondamentale secondo Briosi: non tutto il linguaggio è metaforico)

Concezione interattiva della metafora (Richards, 1967, e Max Black, Modelli, archetipi, metafore, 1983). Si contrappone alla concezione sostitutiva o comparativa: più che esprimere delle similarità, la metafora sembra crearle. Rapporto tra veicolo e tenore, fonte e target, interazione di idee, convergenza di immagini. La metafora è un meccanismo operante nel linguaggio di ogni giorno, che crea e manifesta nello stesso tempo il nostro modo di vedere la realtà.

Metafora come logica sensoriale Ortony (1980) La metafora è usata per esprimere qualcosa di altrimenti inesprimibile (metafore sinestetiche, “musica luminosa”) Serve a predicare in modo compatto un fascio di proprietà (Cacciari 1998) È evocatrice di immagini e perciò adatta a esprimere l’esperienza soggettiva In generale consente di descrivere il nuovo attraverso il riferimento al già familiare (strumento dell’accordo).

Metafora come strumento di innovazione del lessico (iconimo) Iconimo: Motivazione posta alla base di un termine in relazione ad un contesto sociale Gli iconimi più produttivi sono quelli legati ad aspetti centrali della società. Loporcaro: nell’italiano contemporaneo le principali sfere iconimiche sono l’automobile (ammortizzatori sociali, partire in quarta, fare retromarcia, essere su/giù di giri, rimettersi in carreggiata), lo sport e in particolare il calcio (discesa in campo, autogol, a tutto campo, dribblare), ma anche la criminalità organizzata (regolamento dei conti sulle pensioni, spacciatori di bombe killer; ecc.) vedi da ultimo rottamazione, scendere in campo. Dietro l’uso metaforico è in agguato lo spostamento del punto di vista

Teoria cognitivista della metafora Lakoff e Johnson, Metaphors we live by (1980), trad. it. Metafora e vita quotidiana, 1998 Distinzione tra la metafora come attività cognitiva e le espressioni metaforiche, occorrenze verbali di questa attività La metafora è un processo cognitivo, un modo di ragionamento all’interno dei processi inferenziali, un ponte tra linguaggio ed esperienza percettiva, tra pensiero preverbale e pensiero verbale (C. Cacciari, La metafora: un ponte tra il linguaggio e l’esperienza percettiva, “Lingua e stile”, XXXIV, 1999)

Ipotesi di Johnson e Lakoff (1980) Le metafore permettono di coprire mediante un insieme ridotto di schemi concettuali elementari (strutture concettuali profonde) il massimo numero possibile di domini di esperienza, ancorandoli a pochi privilegiati domini di base. Tra questi schemi emerge quello della spazialità, cui vanno ricondotti schemi più specifici, come Lo schema del contenitore (dentro-fuori) Lo schema del cammino (da..a..) Lo schema della verticalità (sopra-sotto) Lo schema dell’azione (agente-agito-strumento dell’azione) I domini di base sono quelli in cui troviamo qualità gestaltiche legate alla percezione (vista, tatto, ecc.), alla cinestesi (senso del movimento) e alla propriocezione (senso del proprio corpo). La sinestesia può essere considerata una metafora tra i domini base: si impiegano termini relativi a una modalità sensoriale per indicare qualità proprie di un’altra (es. dolce melodia). Il significato non si crea dal nulla, trae origine dall’esperienza corporea e non c’è un modo unico per accedere al significato.

Metafora e vita quotidiana La metafora non è uno scarto dal linguaggio normale (referenziale) a fini poetici e letterari, ma un meccanismo operante a qualsiasi livello della lingua quotidiana. Es. Il concetto di discussione è concepito come una guerra: La tua posizione è indifendibile Ha attaccato i punti deboli Ha demolito tutta la tua argomentazione Dovete usare strategie persuasive Gianni ha la meglio in tutte le dispute

Metafora e ideologia Le metafore mettono in primo piano determinati aspetti, lasciandone nell’ombra altri. Poiché la applicazione di una metafora concettuale ci porta a vedere (categorizzare, assegnare caratteristiche e proprietà) un concetto sotto una certa luce, e a lasciare in ombra altre sue caratteristiche, nell’uso di determinate metafore sono insiti aspetti ideologici.

Wodak e Reisigl, Retorica del razzismo e dell’antisemitismo, in Giannini e Scaglione, Introduzione alla sociolinguistica, Carocci, 2004: Funzione discriminatoria della metafora: personificazioni e antropomorfizzazioni (animazione di soggetti collettivi immaginati: razze, nazioni, etnie, cfr. Anderson, Comunità immaginate, 1988). Metafora metonimia e sineddoche vengono sfruttate per creare uguaglianza e omogeneità, livellare le differenze e annullare le individualità: assimilazione del singolo nel tutto (anomizzazione). Metafore percettive sfruttate per il discorso della discriminazione (colore chiaro vs scuro; armonioso vs rumoroso), metafore spaziali (interno/esterno, centro/periferia, confine, limite/ estensione, espansione), metafore naturalistiche (fenomeni naturali, meteorologia: immigrazione come disastro naturale, valanga, inondazione, corrente, sradicamenti e reimpianti, inquinamenti, fusioni, corpi estranei, ecc.)

Cfr. F. Rigotti, Il potere e le sue metafore, Feltrinelli 1992 Legenda: M= linguaggio medico; F=linguaggio forense; P=linguaggio politico

Es. Processo di costruzione dell’UE UE come cammino, viaggio Marcia di avvicinamento Via libera Lungo e tortuoso cammino Remare insieme Prendere a bordo Facciamo un passo dopo l’altro Trovare una strada UE come costruzione Accelerare la costruzione Paesi fondatori

UE come partita o gioco d’azzardo (metafora utilizzata in caso di dissidi e opinioni divergenti) È un colpo d’avvio al pallone La partita la giocheranno alla Convenzione Stiamo facendo un gioco al rialzo Il vostro documento è una scommessa Cfr. Corriere della Sera, 14 dic. 2002; La Stampa, 20 gen. 2003 sull’allargamento della UE a 25 membri

Metafore nelle politiche 2013

Berlusconi (Ballarò 5.2.2013) F: Si sente al tramonto presidente? Ero indirizzato a un tramonto operoso avevamo perso la maggioranza perché il tradimento di Fini e dei suoi Per quanto riguarda invece gli alleati nella trincea del lavoro gli alleati sono quelli che sono sul campo siamo stati superati in velocità Ma io innanzitutto non do al mio allenatore una selva di vincoli per cui lui non può fare l’allenatore E’ una squadra determinata cambio il paese non cambio l’allenatore Io sono stato classificato come miglior allenatore, eh miglior allenatore, miglior imprenditore italiano nel dopoguerra no?! su 100 persone lei pensa ci siano 100 Santi?

Monti, Leader Monti, Agorà queste riforme significano spallate il tradimento degli italiani da parte della politica questa è la sfida tradimento del patto Monti, Agorà un provincialismo di cortile questa mia salita in politica alleanze della sinistra che hanno vinto due volte con Prodi ma che poi si sono sgretolate se un bambino ha una malattia e interviene il medico, poi se il paziente migliora, il medico deve somministrare la stessa terapia o provare a somministrarne un’altra più adeguata V: il malato come sta adesso? M: il malato quando adesso emette i titoli BTP che prima erano gli indicatori della febbre ma siamo a livelli fisiologici, quindi quell’aspetto di malattia, di difficoltà finanziaria dello stato è andato via, anzi per arrivare a quello abbiamo dovuto aggravare di più la recessione G: questo Monti medico secondo me è il Monti migliore lo scudo messo in piedi da Draghi ha abbassato la febbre queste riforme significano spallate io mi aspetto che continui quella frana

Bersani, Agorà, 24.1.2013 ce li avevo (riferito alle banche) alle porte che urlavano Cominciamo col vedere se le muraglie cinesi Conduttore “Che cos’è questa polvere sotto il tappeto di cui parla lei?” “Quando non hai tempo per pulire, arriva l’ospite metti qualcosa sotto il tappeto poi si vede dopo L’abbiamo detto in tutte le lingue dal primo giorno ma c’hanno bacchettato tocca sempre andare a spanne Noi dobbiamo mettere il cacciavite gli scappa l’acqua dalle mani questo diavolo di paese io dico sempre: “Il dottore consiglia di non misurarsi la pressione tutti i giorni Sul primo punto penso che nessuno possa essere, cominciando da me, un’ancora di salvezza

16.10.2013 La stampa Manovra, sindacati sul piede di guerra 
Sanità salva, ma pochi sgravi sul lavoro La Repubblica Manovra, Uil pronta allo sciopero
La guida: i numeri e le misure Nella legge di stabilità niente tagli su sanità 
Letta: "Giù tasse a famiglie e aziende" video Video Alfano: ''Cederemo patrimonio pubblico'' CdS Editoriale Legge di Stabilità, cifre sull’acqua

Metaplasmo Questione di registro Esempi: assassinio/esecuzione divertimento/sballo

Metaplasmi nei titoli «Libero», 9 ottobre 2013 Follia Pd: multe in base al reddito Vogliono massacrare i più ricchi e far gioire gli evasori fiscali

Metafore e metaplasmi “Regolamento di conti sulle pensioni” “Museruola a Donat Cattin, il popolo Dc vorrebbe giustiziarlo” (metafore, di cattivo gusto) “Due coniugi giustiziati a Palermo” (metaplasmo, adozione del punto di vista della criminalità) “Uccisi due coniugi a Corleone, forse avevano visto cose che non dovevano vedere” (espressioni del codice mafioso: freddare, pizzo, pizzini, struscio, attentatuni) RE, 25.9.2013: “Inginocchiati” e poi gli sparano alla testa Velletri, esecuzione per un commerciante. Le indagini: faida tra pusher Loporcaro: Usare le parole della delinquenza per riportare notizie sulla delinquenza produce uno spostamento del punto di vista

Intertestualità del titolo Rapporto con i titoli delle altre testate Dialogo con gli altri testi Riuso di titoli di opere letterarie, film, canzoni ecc. : Cronaca di una morte annunciata (da García Márquez) A Sangue freddo (da Truman Capote) Relazioni pericolose (da S. Friars) Effetto notte (F. Truffaut, 1973) C’era una volta in America (S. Leone (1984) Tutti in fila per un posto al sole / Tavolino selvaggio Capi Rai, crescete e moltiplicatevi / Storie di ordinaria amministrazione (da Bukovski, Storie di ordinaria follia; poi titolo di un film di Marco Ferreri)

Effetto domino (< Effetto notte di François Truffaut) «Pubblico», 16.10.2012: Effetto domino (< Effetto notte di François Truffaut) Il piccolo principe (< Antoine de Saint- Exupéry) «Pubblico», 2.10.2012 C’era una volta nelle primarie (< C’era una volta in America, Sergio Leone) “L’Unità» Caos carceri: storie di ordinaria disperazione (<Storie di ordinaria follia, vedi sopra) Esigenze connotativo-impressive e generale impostazione non referenziale. Frequenti aggettivi, sintagmi, locuzioni Effetto… Eccellente… Annunciato Colpisce ancora Storie di ordinaria…. Relazioni pericolose La dolce vita

M’illumino d’incenso (La Stampa, 27.5.2010<Ungaretti ) Quattro cadaveri in cerca d’autore (CS, 11.5.1988 <Pirandello) Cantami, o squalo, la crisi funesta (La Stampa, 21.6.2010 <Iliade) Arsenico e vecchi vizietti (Domenicale S24ore27.11.2010 < Kesselring)

Altri esempi di citazioni (spesso mascherate tramite paronomasia) Da “il manifesto”: Quello che il calcio (16.5.2004) Vengo anch’io (11.9.2002) Bello ciao (6.6.2002) La piccola vendetta lombarda (6.4.2001) C’eravamo tanto amati (30.6.2000)

Tendenza al manierismo La perdita di referenzialità a vantaggio di funzionalità espressive e impressive, motivata da esigenze di innovazione, vivacizzazione e spettacolarizzazione rischia oggi di perdere originalità e forza innovativa, come conseguenza della ripetizione Giulio Nascimbeni proponeva un premio per le testate che avessero evitato l’uso di formule come Annunciato (< Cronaca di una morte annunciata di Garcia Marquez) Ordinario (< Storie di ordinaria follia di Ferreri: ordinaria burocrazia, ordinaria corruzione…) Eccellente (<Cadaveri eccellenti di Rosi: arresti eccellenti, vittime eccellenti…)

Strumenti di consultazione Mortara Garavelli, Manuale di retorica, Bompiani, 1988 Lausberg, Elementi di retorica, il Mulino 1969 G. Beccaria, Dizionario di linguistica e di Filologia, Metrica, Retorica, Einaudi 1996 Dogana, Le parole dell’incanto, Angeli 1990

Griglia di analisi dei titoli Piano enunciazionale: chi parla? Titoli oggettivi (enunciativi) vs titoli soggettivi (paradigmatici) Piano linguistico Lessico Sintassi Piano proposizionale: cosa dice? Piano retorico: come lo dice? Parole neutre Figure di parola e loro funzione (ornamentale, evocativa, costitutiva) Giochi di parole (paronomasia, antanaclasi, antitesi, citazioni) Metafore, metonimie, sineddochi