Prof.ssa Stefania Salerno

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Transcript della presentazione:

Prof.ssa Stefania Salerno L’imperialismo Prof.ssa Stefania Salerno

Vedevo nel sogno paesi fino ai quattro angoli dell’orizzonte sottomessi alla riga, alla squadra, al compasso; falciate le foreste, distrutte le colline, nei ceppi valli e fiumi. Per quanto è grande la terra vedevo paesi sotto una griglia di ferro tracciata da mille rotaie. E poi vedevo i popoli del sud formicaio in silenzio al lavoro. È santo il lavoro ma non va più col gesto ritmato dei tam-tam e dalle stagioni che tornano. Gente del sud nei cantieri, nei porti, nelle miniere, nelle officine, segregati la sera nei borghi miserabili. Accumulano montagne d’oro rosso, montagne d’oro nero: e muoiono di fame!   Léopold Sédar Senghor (1906-2001)

PREMESSE Contesto culturale del Positivismo - di ordine socio-economico: Seconda Rivoluzione industriale - di ordine ideologico: Darwinismo sociale: superiorità del più forte sul più debole (in relazione a diversi popoli) Darwinismo biologico: superiorità di una razza su un’altra

Per età dell’imperialismo s’intende la fase storica che va dalla guerra franco-prussiana (1870) alla prima guerra mondiale (1914). Negli Stati a capitalismo avanzato vengono introdotte politiche espansionistiche, sul piano politico ed economico. In realtà questo meccanismo non era nuovo. Basti pensare alla conquista di colonie nell’antichità e nel Cinquecento e Seicento...

Imperialismo nell’antichità (Fenici, Greci, Romani) Fasi imperialistiche Imperialismo nell’antichità (Fenici, Greci, Romani) Imperialismo nel ‘500-’600 (Spagna, Portogallo, Olanda, Inghilterra, Francia) Imperialismo di fine ‘800 (1870-1914)

A differenza del colonialismo dei secoli precedenti, l’imperialismo portò alla spartizione del mondo in possedimenti coloniali, ‘proprietà’ delle grandi potenze industriali occidentali

L’imperialismo ha determinato un incontro-scontro tra la cultura europea (cristiana e capitalista) e le altre culture che sono state da questa fagocitate: modi di vita tradizionali furono cancellati, culture distrutte, interi popoli sottomessi.

Nella colonia tedesca dell’Africa sud-occidentale (oggi Namibia), tra l’agosto e l’ottobre del 1904, fu attuato il primo genocidio del Novecento. Fu scientificamente eliminato l’80% del popolo Herero che aveva osato ribellarsi ai soprusi del governo coloniale.

CAUSE DELL’IMPERIALISMO MOTIVAZIONI ECONOMICHE Per alcuni studiosi l’imperialismo fu il frutto della seconda rivoluzione industriale e della crisi di sovrapproduzione che colpì le economie dei Paesi industrializzati Per far fronte alla riduzione dei profitti gli Stati europei furono costretti a cercare nuovi mercati: sia per rifornirsi di materie prime (controllo sulle risorse considerate proprietà della potenza colonizzatrice); sia per smerciare i prodotti (nelle colonie era proibito importare merci da paesi in concorrenza con quello colonizzatore) Sia per reclutare manodopera a basso costo

MOTIVAZIONI POLITICHE E IDEOLOGICHE Secondo altri studiosi l’imperialismo fu dovuto a cause più profonde: VOLONTÀ DI POTENZA NAZIONALISMO EMIGRAZIONE

Il DIRITTO DEI POPOLI CIVILI A ESPANDERSI Qualunque siano le cause che portarono all’imperialismo, sicuramente c’è un motivo che accomunò tutte le potenze coloniali: Il DIRITTO DEI POPOLI CIVILI A ESPANDERSI Nel 1868 il geografo Gerland afferma che “gli europei hanno provocato stermini in America, dove hanno incontrato popolazioni corrotte, ignoranti, già decadenti per la loro innata debolezza” Friedrich Ratzel, Spazio vitale (Lebensraum), 1901

Superiorità delle razze nordiche (ariana) sulle altre. La MISSIONE CIVILIZZATRICE (Joseph Arthur de Gobineau, Saggio sulla disuguaglianza delle razze umane, 1855) Superiorità delle razze nordiche (ariana) sulle altre. Uomo bianco : capacità intellettive elevate, spiritualità Uomo nero: sensualità, poche capacità intellettive

“Caricatevi del fardello dell’uomo bianco - mandate in giro i migliori che avete allevato, legate a lunghi esilii i vostri figli per servire alle necessità dei sottomessi, per vigilare, in pesante assetto, su genti irrequiete e selvatiche - torve popolazioni, da poco assoggettate, per metà demoni e per metà fanciulli.” da “Il fardello dell’uomo bianco” di J.R. Kipling (1865-1936)

COLONIZZAZIONE DELL’ALGERIA (Francia) 1830 Inizia l’occupazione francese dell’Algeria

CAUSE I debiti contratti dalla Francia con i bey algerini (l’acquisto di derrate alimentari ai tempi della Rivoluzione e mai pagate) La Francia si rifiutava di pagare e ricevette un oltraggio dal bey di Algeri (il console francese venne frustato) Fu inviata quindi una spedizione militare

1834 Scoppia una rivolta islamica, che durerà senza interruzioni per oltre trent’anni La ribellione poté essere repressa solo con l’invio sempre più massiccio di truppe

Parallelamente all’occupazione per ragioni militari si verificò una massiccia emigrazione di francesi: Le terre più fertili vennero espropriate e date ai coloni francesi L’intera economia algerina venne riorganizzata secondo gli interessi francesi

A poco a poco quindi una spedizione militare si era trasformata in una vera e propria colonizzazione

La spartizione dell’Africa 1884 CONFERENZA DI BERLINO

Segnò una tappa importante nel processo coloniale Sancì infatti i principi generali dell’imperialismo e fissò delle norme Gli Stati europei avrebbero potuto liberamente conquistare i territori africani, ma erano tenuti a rispettare i limiti territoriali delle colonie degli altri Paesi

Ma quale era il presupposto di queste norme? L’Africa intera era considerata dagli Europei uno SPAZIO LIBERO che poteva essere occupato a proprio piacimento

È evidente che le potenze coloniali trassero enormi benefici dal possesso di un impero tra cui: l’espansione del commercio e l’aumento dei profitti lo sfruttamento di risorse e materie prime

Per chi lo subì, il colonialismo ebbe invece solo effetti negativi Il colonialismo lasciò delle economie rivolte verso l’esportazione, impedendo quindi la creazione di un mercato interno Ciò ha reso (e rende tuttora) questi Paesi totalmente dipendenti dall’Occidente

La decolonizzazione dell’Africa

La fine del colonialismo e la nascita di Stati indipendenti hanno significato per l’Africa una vera autonomia?

La risposta è...

NO!

Al colonialismo di fine ‘800 si è sostituito (dopo la seconda guerra mondiale) una ‘forma’ di controllo e di dominio, non di tipo politico ma tecnologico e (soprattutto) economico. Infatti non a caso per indicare questa forma di controllo e di dominio si usa il termine NEOIMPERIALISMO

È QUINDI ANCORA OGGI POSSIBILE PARLARE DI PAESI IMPERIALISTI E DI PAESI DIPENDENTI?

Come si fa oggi a riconoscere un Paese imperialista da un Paese dipendente? DEBITO ESTERO MULTINAZIONALI

Come si forma il debito estero? Le banche dei Paesi imperialisti (occidentali) prestano denaro ai Paesi dipendenti e questi, per pagare gli interessi, sono costretti a indebitarsi ulteriormente

Perché nei Paesi dipendenti è molto forte la presenza di multinazionali? Il motivo principale è la possibilità di sfruttare una manodopera a bassissimo costo Tra le multinazionali più potenti ci sono la Chiquita, Del Monte, Nestlé......

COME È POSSIBILE CHE UN PAESE RICCHISSIMO DI MATERIE PRIME (TRA CUI ORO E DIAMANTI) COME L’AFRICA SIA ANCHE IL PAESE PIU’ POVERO? COSA SI NASCONDE DIETRO QUESTA (APPARENTE) CONTRADDIZIONE?

Siamo tutti di fronte alla storia. Io sono un uomo di pace, di idee. Inorridito dall’umiliante povertà del mio popolo, che pure vive in una terra ricca, angosciato per la sua emarginazione politica e per lo strangolamento economico di cui è vittima, indignato per la devastazione del suo territorio, che ne è il patrimonio fondamentale, deciso a preservarne il diritto non solo alla vita, ma a una vita decente e determinato a introdurre in questo Paese un sistema equo e democratico che protegga tutti i gruppi etnici e ci permetta di partecipare a giusto titolo alla civiltà umana, ho investito le mie risorse intellettuali e materiali, tutta la mia vita, in una causa in cui credo ciecamente e per la quale non posso accettare ricatti o intimidazioni. Malgrado le traversie e le prove che dovrò affrontare insieme a coloro che intraprenderanno con me questo viaggio, non nutro alcun dubbio sul fatto che alla fine ce la faremo. Né la prigionia, né la morte potranno impedire la nostra vittoria. Ken Saro-Wiwa (1941-1995)