Gas cromatografia: i rivelatori Caratteristiche del rivelatore ideale: Sensibilità adeguata Buona stabilità e riproducibilità Risposta lineare in un ampio intervallo Temperatura di esercizio compresa tra Tamb e 400 °C Tempo di risposta breve Elevata affidabilità e facilità d’uso Fattore di risposta uniforme o sensibilità specifica Metodo di rivelazione non distruttivo Gas cromatografia Lab. Chimica Analitica II _
Proprietà dei principali rivelatori per gas cromatografia Lab. Chimica Analitica II _
Rivelatore a ionizzazione di fiamma (FID) È il più diffuso in quanto universale È sensibile alla massa dell’analita, non alla concentrazione Si basa sulla misura della corrente generata (10-12 A) dalla ionizzazione dei composti pirolizzati con fiamma H2/aria Non è sensibile a carbonili, idrossili, alogeni, ammine, H2O, CO2, SO2, NOX Ha sensibilità elevata (10-13 g/s), ampio intervallo di risposta lineare (107), basso rumore È robusto e facile da usare, ma distruttivo Gas cromatografia Lab. Chimica Analitica II _
Formazione di ioni in funzione della portata di aria comburente Rivelatore a ionizzazione di fiamma Rivelatore a cattura di elettroni Formazione di ioni in funzione della portata di idrogeno Gas cromatografia Lab. Chimica Analitica II _
Rivelatore a conducibilità termica (TCD) Noto anche come CATAROMETRO o rivelatore a filo caldo (Hot Wire Detector, HWD) Si basa sulla variazione di conducibilità termica della corrente di gas di trasporto dovuta alla presenza di analita È costituito da un sottile filo di Pt, Au o W, oppure da un termistore Gas cromatografia Lab. Chimica Analitica II _
Curva di sensibilità dei termistore Curva di sensibilità dei filamenti di tungsteno Sensibilità per TCD Curve di sensibilità alle temperature di esercizio Gas cromatografia Lab. Chimica Analitica II _
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