“Qualità è valore. ”. Alessandro Nova (Università L

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“Qualità è valore. ”. Alessandro Nova (Università L “Qualità è valore?”* Alessandro Nova (Università L. Bocconi) AIOICI, ALPI, CISQ Roma, 16 aprile 2004 Risultati di una ricerca condotta dal C.R.E.A. – Università Bocconi per:

GLI OBIETTIVI DELLA RICERCA Delineare le caratteristiche delle imprese certificate all’interno del sistema italiano Rispondere alla domanda: “la certificazione di qualità è un elemento di generazione di valore all’interno delle imprese?” Fornire uno strumento statistico pratico per la determinazione del valore dei sistemi di qualità nei diversi contesti (settore, dimensione, localizzazione) Consentire l’individuazione dei parametri effettivi per il calcolo del “valore economico differenziale” fornito, in determinati contesti, dalla certificazione di qualità 2

GLI ELEMENTI DIFFERENZIANTI LA RICERCA affronta il tema dei sistemi di qualità e della certificazione in chiave quantitativa, con l’obiettivo di misurarne in modo scientifico il contributo alla creazione di valore per l’impresa; propone, per il sistema italiano, un approccio scientificamente allineato a quello dei maggiori Paesi industrializzati; utilizza un campione di imprese certificate e una popolazione complessiva caratterizzati da numerosità che conducono a risultati estremamente affidabili dal punto di vista statistico; è una ricerca che individua conclusioni e propone quesiti fondamentali per la vita economica dell’impresa 3

LA POPOLAZIONE ANALIZZATA E IL CAMPIONE DI IMPRESE CERTIFICATE* Numero Fatturato aggregato (Euro) Imprese Certificate 10.078 311.386.255 Totale Popolazione 106.530 1.274.094.480 * Di partenza 4

IL RISULTATO SINTETICO: LA SOVRAPERFORMANCE SETTORIALE DELLE IMPRESE CERTIFICATE (2000 e 2001) Differenziale ROI: ROI imprese certificate* – ROI medio settoriale [1] 0,334% 0,758% ROI medio imprese** [2] 8,89% 8,15% Differenziale ROI / ROI medio [1]/[2] 3,76% 9,30% Anno 2000: campione di 9.935 imprese; popolazione di (98.580 imprese) Anno 2001: campione di 8.211 imprese; popolazione di (98.233 imprese) 5

LA SCOMPOSIZIONE DEL RISULTATO TRA EFFETTO DI DIMENSIONE E DI LOCALIZZAZIONE (Anno 2000*) *(9.935 imprese) 6

DIFFERENZIALI DI PERFORMANCE PER ANNO DI CERTIFICAZIONE DELL’IMPRESA (2001 VS. 2000) 7

ALCUNE CONCLUSIONI DELLA RICERCA (I) Le conclusioni ottenute confermano, suffragandole scientificamente, le ipotesi che si ponevano alla base della ricerca; la certificazione di qualità rappresenta sicuramente “uno” dei numerosi elementi che influenzano la performance della singola impresa; La conclusione sintetica della ricerca è: “la certificazione crea effettivamente le condizioni per una performance mediamente più elevata, contribuendo a creare valore per l’impresa” Questa conclusione risulta estremamente “robusta” per almeno due ragioni: La numerosità dei dati analizzati; La costanza del risultato nel corso dei 2 anni di indagine 8

ALCUNE CONCLUSIONI DELLA RICERCA (II) Tuttavia, è importante ricordare che il differenziale di performance qui richiamato possiede due tratti distintivi fondamentali : è differenziato tra raggruppamenti di imprese (per settore, dimensione e localizzazione) è differenziato tra le diverse imprese all’interno dei gruppi; mostra mediamente un segno positivo ma può risultare negativo per alcune imprese; se è vero che la certificazione fornisce all’impresa una base competitiva differenziale, questo vantaggio non sempre è sufficiente a controbilanciare svantaggi strutturali dell’impresa; Sotto questo profilo le imprese di medie dimensioni sono quelle che si avvantaggiano in modo più intenso della certificazione quale arma competitiva sui mercati 9

ALCUNE CONCLUSIONI DELLA RICERCA (III) la certificazione di qualità non è la “panacea per tutti mali dell’impresa”; E’ un elemento che rappresenta, potenzialmente, una potente arma competitiva, ma richiede alle imprese: adeguati tempi di introduzione e adattamento (non è un fenomeno “istantaneo”); un elevato impegno d’applicazione in modo che lo sviluppo del sistema di qualità non risulti un elemento soltanto formale ma ne consenta lo sfruttamento dei vantaggi “profondi”; un’elevata flessibilità strategica e organizzativa, necessarie a non vanificare il potenziale positivo attraverso un eccessivo irrigidimento della struttura. 10