I caratteri dell’Impressionismo Nella seconda metà dell’Ottocento una nuova generazione di artisti dà vita in Francia alla stagione dell’Impressionismo, il movimento che rivoluzionò il modo di dipingere. Per le loro opere questi pittori non sceglievano i soggetti tradizionali, cioè quelli storici, mitologici o sacri, ma preferivano ritrarre gli aspetti mutevoli della realtà quotidiana. I dipinti, realizzati con rapide pennellate di colore, non incontrarono inizialmente il favore del pubblico e dei critici, che definirono questa pittura “impressionista” ossia non sufficientemente finita e ferma allo stadio di “impressione”.
I caratteri dell’Impressionismo Claude Monet La gazza. 1869. Olio su tela, 89 x 130 cm. Parigi, Musée d’Orsay. In questo dipinto Monet riesce a cogliere le infinite variazioni cromatiche prodotte dalla neve e del paesaggio invernale.
I caratteri dell’Impressionismo Auguste Renoir, Colazione dei canottieri. 1880-1881. Olio su tela, 129,5 x 172,5 cm. Washington, Phillips Collection. Un gruppo di amici sta pranzando in un ristorantino lungo la Senna. Il dipinto trasmette la gioiosa allegria che coinvolge la comitiva.
I caratteri dell’Impressionismo Berthe Morisot, La culla. 1872. Olio su tela, 56 x 46 cm. Parigi, Musée d’Orsay. Berthe Morisot è l’unica donna pittrice del gruppo impressionista. In questo dipinto riesce a evocare la dolcezza della maternità attraverso lo sguardo che la giovane mamma rivolge alla bambina.
I caratteri dell’Impressionismo Edgar Degas, Prove di balletto. 1874. Olio su cartone, 53 x 72 cm. New York, Metropolitan Museum of Art. Il mondo della danza classica è uno dei temi preferiti da Edgar Degas. Il taglio fotografico della composizione è evidente dalla presenza, in primo piano, del manico del contrabbasso.
Dipingere all’aria aperta Gli impressionisti volevano fissare sulla tela l’attimo fuggente della realtà, cogliendo la mutevolezza della luce naturale e dei colori. Per questo scelsero di lavorare en plein air (all’aria aperta), fuori dai loro atelier. Muniti di cavalletto, seggiolino pieghevole, tele di piccolo formato e colori a olio in tubetto (disponibili sul mercato solo da pochi anni) riproducevano il soggetto con rapide pennellate di colore puro senza preoccuparsi della perfezione dei contorni, abolendo il disegno preparatorio e il chiaroscuro.
Dipingere all’aria aperta Claude Monet, I papaveri. 1873. Olio su tela, 50 x 65 cm. Parigi, Musée d’Orsay. Monet vuole trasmetterci, con tutta l’immediatez-za possibile, il senso di allegria che procura una passeggiata in campagna tra l’erba alta di un prato disseminato di papaveri.
Dipingere all’aria aperta Claude Monet, Impressione, sole nascente. 1872. Olio su tela, 48 x 63 cm. Parigi, Musée Marmottan. L’opera rappresenta il porto di Le Havre alle prime luci dell’alba. Prendendo a pretesto il titolo del dipinto la critica battezzò l’intero movimento con il termine dispregiativo di “impressionisti”.
Dipingere all’aria aperta Camille Pissarro, Boulevard Montmartre: notte. 1897. Olio su tela. Londra, National Gallery. Le grandi strade alberate di Parigi, i boulevardes, sono spesso riprodotti nelle opere di Pissarro. Egli, con un tratto rapido e denso di colore, cerca di riprodurre la folla che passeggia lungo il viale, rischiarata dalla luce artificiale dei lampioni.
Dipingere l’acqua e il cielo Gli Impressionisti sono stati dei grandi paesaggisti. I pittori amavano dipingere la natura – che osservavano nelle diverse stagioni – per cogliere le infinite variazioni cromatiche prodotte dalla luce con il variare delle condizioni atmosferiche. Questa ricerca portò Claude Monet, uno dei principali esponenti del movimento, a riprodurre lo stesso soggetto anche più volte.
Dipingere l’acqua e il cielo Claude Monet, La terrazza a Sainte-Andresse. 1867. Olio su tela, 98 x 130 cm. New York, Metropolitan Museum of Art. Il vero protagonista del quadro è il movimento dell’acqua e dell’aria, suggerito dal vibrare al vento delle bandiere. L’effetto di ariosità è esaltato dalle pennellate rapide che riproducono l’increspatura delle onde.
Dipingere l’acqua e il cielo Anche i titoli delle opere di Monet registrano con meticolosità le mutevoli variazioni climatiche. Claude Monet, Covoni alla fine dell’estate, effetto di luce mattutina. 1890-91. Olio su tela, 59 x 85 cm. Parigi, Musée d’Orsay.
Dipingere l’acqua e il cielo Gustave Caillebotte, Sandolini sul Yerres. 1877. Olio su tela. Milwaukee, Art Museum. I riflessi luminosi sul fiume sono resi accostando i diversi colori con lunghe pennellate visibili che suggeriscono il movimento prodotto dallo scorrere delle imbarcazioni.
Dipingere l’acqua e il cielo Alfred Sisley, La barca durante l’inondazione a Port-Marly. 1876. Olio su tela, 50,5 x 61 cm. Parigi, Musée d’Orsay. Gli effetti della luce riflessa sull’acqua sono studiati dall’artista in occasione dell’esondazione della Senna nei dintorni di Parigi.
Luci e colori della città Parigi, nella seconda metà dell’Ottocento, divenne la capitale più alla moda d’Europa. La città, con i grandi viali alberati, i giardini, le moderne stazioni e gli affollati locali pubblici era uno dei soggetti preferiti dei pittori impressionisti. Essi non furono freddi osservatori, ma ci restituirono una descrizione viva e dinamica di una società e di un’umanità di cui essi stessi erano parte.
Luci e colori della città Gustave Caillebotte, Parigi, Tempo piovoso. 1877. Olio su tela, 209 x 300 cm. Chicago, Art Institute. Il pittore riproduce un momento della vita quotidiana a Parigi con le persone che passeggiano per le ampie strade illuminate dai primi lampioni a gas.
Luci e colori della città Auguste Renoir, Ballo al Moulin de la Galette. 1876. Olio su tela, 131 x 175 cm. Parigi, Musée d’Orsay. Il tratto vibrante sembra catturare l’allegra confusione che anima i balli all’aperto, uno dei ritrovi per i giovani dell’epoca.
Luci e colori della città Camille Pissarro, Boulevard des Italiens, mattino soleggiato. 1897. Olio su tela, 73 x 92 cm. Washington, National Gallery of Art. Mentre i pittori tradizionali si limitavano a eseguire le vedute più pittoresche della città, gli artisti impressionisti come Pissarro testimoniano anche il volto delle nuove periferie urbane.
Come fotografie istantanee I pittori impressionisti incominciarono a utilizzare la fotografia, inventata agli inizi dell’Ottocento, come modello per i loro dipinti. Per dare alla composizione un maggiore effetto di immediatezza e di spontaneità sceglievano le inquadrature tipiche delle foto istantanee: la composizione risulta spesso asimmetrica, con il soggetto collocato quasi al margine della scena.
Come fotografie istantanee Edgar Degas, Signora con vaso di crisantemi. 1865. Olio su tela. New York, Metropolitan Museum of Art. Qual è il vero soggetto del dipinto? Il grande mazzo di fiori o il ritratto della donna?
Come fotografie istantanee Auguste Renoir, Gli ombrelli. 1881-1885. Olio su tela. Londra National Gallery. Con l’inquadratura di taglio fotografico alcuni elementi della composizione rientrano nel campo visivo solo parzialmente. Le figure tagliate dal bordo della tela sembrano continuare oltre lo spazio del dipinto.
Come fotografie istantanee Edgar Degas, L’orchestra dell’Opéra. 1869. Olio su tela, 56,5 x 46 cm. Parigi, Musée d’Orsay. L’inquadratura ravvicinata evidenzia le figure degli orchestrali e taglia in parte quelle delle ballerine sul palco.