Natura Van Gogh “Campo di grano con corvi

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Natura Van Gogh “Campo di grano con corvi Visione drammatica della natura Natura sublime Van Gogh “Campo di grano con corvi Friedrich Viandante sul mare di nebbia Visione simbolica della natura Natura serena Constable “Carro di fieno” Paul Klee Paesaggio nel tramonto

Van Gogh (1853-1890) Con il pittore olandese Van Gogh la rappresentazione della natura passa dal realismo ad un intenso espressionismo. A Van Gogh non importava offrire una riproduzione esatta della realtà; egli usava forme e colori per esprimere ciò che egli stesso provava nell’osservare le cose. Scaturiscono da questo modo di rapportarsi al mondo esterno tre fondamentali caratteristiche della sua pittura: la deformazione degli oggetti, l’uso di colori forti e densi, l’attenzione alle cose semplici e quotidiane: siepi, campi di grano ecc.

“Il campo di grano con corvi” E’ un quadro esemplare dello stile del pittore Olandese, Van Gogh, delle tensioni interiori che lo portarono al suicidio e del suo modo di proiettarle nella rappresentazione della natura. Il soggetto è un campo di grano giallo solcato da un volo di uccelli neri. Il quadro è diviso in due parti da una linea orizzontale che segna il confine fra la terra e il cielo tratteggiato con colori cupi. Tre sentieri divergenti catturano lo sguardo dello spettatore impedendogli di fissarsi sull'orizzonte.

“Il campo di grano con corvi” Essi scompaiono nel campo di grano o escono dal quadro, con la conseguenza di un capovolgimento della prospettiva tradizionale. Mentre infatti di solito le forme e le linee di un quadro sono disposte in modo da guidare l’occhio verso un punto interno alla rappresentazione , qui invece esse convergono dall’orizzonte verso il primo piano e sembrano quasi catapultarsi sull’osservatore, così come gli uccelli neri che, volando a zig zag sul campo di grano, sembrano dirigersi verso chi guarda, comunicando l’idea di una sventura inarrestabile. Al centro dello sfondo una macchia chiara richiama la forma del vortice, un motivo assai frequente nella pittura di Van Gogh. I colori sono pochi e intensi: il giallo, assai caro all’artista, che con esso simboleggiava la luce solare, il blu cupo del cielo che grava minaccioso sulla terra, il nero e il verde. Le pennellate, corpose e affannose, esprimono il senso di solitudine e di angoscia che in quel momento attanagliava l’artista

“Il Carro di fieno “di John Constable L’occhio dell’osservatore ,a mio parere, è portato a indugiare sui particolari di questo quadro, a seguire il corso del fiume, a passare dal carro al mulino, agli alberi, alle macchie di sole, esplorando un paesaggio che comunica sensazioni di quiete, di purezza e soprattutto di ARMONIA fra l’uomo e la Natura.

Il carro di fieno E’ Questa l’opera più famosa di Constable, il pittore inglese che fece dello studio costante e approfondito della natura il fondamento della sua arte. In questo quadro egli non ha rappresentato una natura generica e idealizzata, com’era nella consuetudine dei paesaggisti alla moda, ma un luogo preciso, un paesaggio visto in una determinata stagione, in una data ora del giorno, in determinate condizioni di luce e d’atmosfera. Proprio per questo andava spesso in campagna a fare schizzi dal vero che elaborava poi a t5avolino e tornava più volte negli stessi luoghi per osservare i mutamenti a seconda delle ore del giorno. “IL Carrro di Fieno”, che fu esposto a Parigi nel 1824, ci presenta una semplice scena rustica: un carro di fieno che attraversa un fiume. Constable coglie la vivacità delle macchie di luce sui prati dello sfondo e la contrappone all’ombra, rende in modo semplice e rustico il mulino, dipinge le nuvole in modo che non sia possibile individuarne l’inizio e la fine: esse anzi sembrano proseguire oltre i limiti del foglio e muoversi in modo rapido e imprevedibile in tutte le direzioni, in uno spazio che si fa infinito e pieno di libertà.

Paesaggio nel tramonto di Paul Klee Con questo autore il soggetto non ha più alcuna importanza: il pittore non dipinge qualcosa che vede, al contrario sono le forme che a poco a poco crea a suggerire alla sua immaginazione un soggetto fantastico. In questa opera nessun elemento richiama direttamente la realtà, a parte forse la sfera arancione al centro che potrebbe suggerire l’immagine del sole. Delle linee sottili delimitano le forme che, si aprono e sembrano sfociare l’una nell’altra, creando un movimento ondulato e quasi labirintico. I colori, vari e vivaci, vanno dal verde tenero all’azzurrino, al giallo, all’arancio per scendere a poco a poco verso toni sempre più notturni. L’insieme rende, come suggerisce il titolo, l’atmosfera velata del crepuscolo, quel momento di passaggio tra giorno e notte in cui la luce si affievolisce e sembra che le cose si immergano in un’atmosfera di sogno.

"Viandante sul mare di nebbia" di Friedrich Dopo aver analizzato la poesia di Charles Baudelaire “Corrispondenze” l’abbiamo associata al quadro di Friedrich “Viandante sul mare di nebbia” perché guardando il dipinto sembra di vedere il poeta che dall’alto osserva la natura a lui chiara mentre noi, gente comune, la vediamo offuscata.

IL MONACO IN RIVA AL MARE di Friedrich IL QUADRO SI DIVIDE IN TRE ZONE,CHE RAFFIGURANO RISPETTIVAMENTE IL CIELO, IL MARE AGITATO E LA SPIAGGIA BIANCA SULLA QUALE SI DISTINGUE APPENA LA PICCOLA FIGURA DEL MONACO. TUTTE E TRE LE ZONE COMUNICANO LA STESSA IMPRESSIONE DI DESOLAZIONE: LE SUPERFICI SONO COSI’ PIATTE E OMOGENEE CHE L'OCCHIO NON TROVA UN OGGETTO SU CUI SOFFERMARSI. LA PRESENZA DELLA FIGURA UMANA ACCRESCE ANCORA DI PIU’ IL VUOTO E LA SOLITUDINE PERCHE’ RENDE PIU’ AVVERTIBILI LA PICCOLEZZA DELL’UOMO E IL SENSO DEL MISTERO DINANZI AL QUALE L’INDIVIDUO NON HA PIU’ ALCUN POTERE .

Il naufragio della speranza di Caspar David Friedrich Il dipinto trae spunto da un fatto realmente accaduto: il naufragio di una nave partecipante alla spedizione artica di William Parry del 1819_20. Nulla rimane dell’equipaggio della nave che sembra essere stata stritolata dai ghiacci, a dimostrare il predominio della natura sull’uomo. Si intravedono solo pochi resti del delitto tra le lastre ghiacciate che formano un’orrenda piramide innalzata verso il cielo plumbeo. Dominano la composizione i margini duri e frastagliati dei blocchi rappresentati in modo così fedele da trasmettere una sensazione di gelo. I colori sono smorti e freddi e i toni del grigio si accentuano man mano che si passa dal primo piano allo sfondo

“IL NAUFRAGIO DELLA SPERANZA” E' interessante confrontare questo dipinto con il Bastimento nella tempesta di Turner (nella foto accanto) per osservare come il medesimo soggetto sia trattato in modi diversi da due artisti appartenenti alla stessa corrente culturale, il Romanticismo. Notiamo infatti che mentre il pittore inglese tende a sfumare i colori e a rendere l'impressione di una natura in movimento, la pittura di Friedrich è più statica, gelida e acuminata nelle linee e nei volumi. Il primo rappresenta una tempesta nel momento in cui sta accadendo e ci dà l'idea di una lotta sia pure impari tra l'uomo e le forze della natura, il secondo rende con colori freddi la terribile calma dopo il naufragio e comunica l'impressione della morte già avvenuta.