Stabilizzare l’economia: il ruolo della banca centrale Capitolo 11 Stabilizzare l’economia: il ruolo della banca centrale
Figura 20.1 - Curva di domanda di moneta. La curva di domanda di moneta mette in relazione la domanda di moneta riferita all’economia nel suo complesso con il tasso di interesse nominale. Poiché un aumento del tasso di interesse nominale fa salire il costo opportunità legato al fatto di detenere moneta, questa curva è inclinata negativamente.
Figura 20.2 - Uno spostamento della curva di domanda di moneta. In corrispondenza di un determinato tasso di interesse nominale, qualsiasi cambiamento che induce gli individui a detenere una quantità maggiore di moneta (per esempio un aumento del livello generale dei prezzi o del PIL reale) provoca uno spostamento verso destra della curva di domanda di moneta.
Figura 20.3 - Equilibrio nel mercato della moneta. La condizione di equilibrio nel mercato monetario si verifica nel punto E, dove la domanda di moneta da parte del pubblico eguaglia la quantità fornita dalla banca centrale. Il livello di equilibrio del tasso di interesse nominale, in corrispondenza del quale la domanda e l’offerta di moneta sono uguali, è i.
Figura 20.4 - La banca centrale abbassa il tasso di interesse nominale. La banca centrale può far scendere il livello di equilibrio del tasso di interesse nominale espandendo l’offerta di moneta. In riferimento a questa curva di domanda di moneta, un incremento dell’offerta di moneta da M a M fa spostare il punto di equilibrio del mercato monetario da E a F, riducendo il valore di equilibrio del tasso di interesse nominale da i a i .
Figura 20.5 - Andamento del tasso sui fondi federali, 1970-2002. Il tasso sui fondi federali rappresenta il tasso di interesse applicato ai prestiti a breve termine che vengono contratti tra banche commerciali negli Stati Uniti. Il suo andamento viene osservato con attenzione perché la banca centrale esprime la sua linea di politica monetaria in termini di un certo valore posto come obiettivo per questo parametro. Come si evince dalla figura, la Fed ha consentito ampie oscillazioni del tasso in risposta alle condizioni in cui si trovava il sistema economico.
Figura 20.6 - La banca centrale combatte una recessione. Quando il tasso di interesse reale è del 5% la retta di spesa interseca la retta Y = PAE nel punto E, in corrispondenza del quale il prodotto risulta pari a 4800 ovvero inferiore al livello potenziale di 5000 (con un gap recessivo pari a 200). Se la banca centrale riduce il tasso di interesse reale all’1%, stimolando la spesa in consumi e in investimenti, la retta di spesa si sposta verso l’alto. In corrispondenza del nuovo punto di intersezione F il prodotto effettivo sarà uguale a quello potenziale, pari a 5000.
Figura 20.7 - La banca centrale combatte l’inflazione. Quando il tasso di interesse reale è pari al 5% la retta di spesa interseca la retta Y = PAE (ovvero la retta a 45°) nel punto E, in corrispondenza del quale il prodotto di equilibrio di breve periodo ammonta a 4800. Se il prodotto potenziale è 4600 significa che sussiste un output gap espansivo pari a 200. Se la banca centrale alza il tasso di interesse reale al 9%, riducendo la spesa aggregata programmata, la retta di spesa si sposta verso il basso. Nel nuovo punto di intersezione G il prodotto effettivo eguaglia quello potenziale pari a 4600 e il gap espansivo viene eliminato.
Figura 20.8 - Esempio di funzione di reazione di politica della banca centrale. Questo ipotetico esempio di funzione di reazione della banca centrale mostra il tasso di interesse reale fissato in risposta a diversi valori del tasso di inflazione. La pendenza positiva della retta esprime il principio secondo cui la banca centrale alza il tasso di interesse reale quando l’inflazione aumenta. I valori numerici utilizzati nella figura sono tratti dalla Tabella 20.1.