Le maschere e la perfezione
Le maschere dell’uomo “… Oggi siamo,domani no. Che faccia ci hanno dato per rappresentar la parte del vivo? Un brutto naso? Che pena doversi portare a spasso un brutto naso per tutta la vita… fortuna che, a lungo andare non ce n’accorgiamo più. Se ne accorgono gli altri, è vero, quando noi siamo finanche arrivati a credere d’aver un bel naso; e allora non sappiamo più spiegarci perché gli altri ridano, guardandoci. […] Maschere, maschere… Un soffio e passano, per dar posto ad altre. […] Ciascuno si racconcia la maschera come può – la maschera esteriore. Perché dentro poi c’è l’altra, che spesso non s’accorda con quella di fuori. E niente è vero! Vero il mare, sì, vera la montagna; vero il sasso; vero un filo d’erba; ma l’uomo? Sempre mascherato, senza volerlo, senza saperlo, di quella tal cosa ch’egli in buona fede si figura d’essere: bello, buono, grazioso, generoso, infelice, ecc. ecc. […] Ma l’uomo? Anche da vecchio, sempre con la febbre: delira e non se n’avvede; non può fare a meno d’atteggiarsi, anche davanti a se stesso, in qualche modo, e si figura tante cose che ha bisogno di creder vere e di prendere sul serio.”
“tra il fluire della vita e la fissità delle forme”
“l’inesattezza della vita, il vuoto interno a cui non può affacciarsi se non a costo di morire o impazzire”
“Non aver più coscienza d’essere, come una pietra, come pianta: non ricordarsi più neanche il proprio nome…; vivere per vivere, senza saper di vivere…”
All the world’s a stage, And all the men and women merely players: They have their exits and their entrances; And one man in his time plays many parts…
Tutto il mondo è un teatro E tutti gli uomini e le donne non sono che attori: Essi hanno le loro uscite e le loro entrate; E una stessa persona, nella sua vita,rappresenta diverse parti…
“…è una madre incinta che si inginocchia in una cucina con suo figlio di tre anni, il quale conosce il numero quattro. Lei è se stessa, ed è l’immagine perfetta di se stessa: non c’è differenza. Sta per preparare una torta di compleanno – solo una torta – e in questo momento si immagina di preparare una torta con tutto l’equilibrio e l’autorità, lucida e splendente come le fotografie delle riviste, perfetta…”
Inscripsit tumulis septem scelerata virorum <<Se fecisse >> Cloe. Quid pote simplicius ?
Sulle tombe dei sette suoi mariti La scellerata Cloe questa lapide pose: <<L’ho fatto io>>. Si può essere più schietti di così?
Stavo male: a un tratto tu, o Simmaco, vinisti da me Accompagnato da cento allievi. Mi toccarono cento mani ghiacciate per il freddo: non avevo febbre, o Simmaco: ora ce l’ho.
POTERE CARISMATICO: La capacità di esercitare influenza e attrazione sugli altri CARISMA: “dono”, dal greco Ubbidire a un capo perché gli si riconosce un “dono” particolare.
PROPAGANDA: - Manifestazioni pubbliche - Adunate - Celebrazioni - Comizi - Cinema - Slogan pubblicitari - Organizzazione del tempo libero - Dopolavoro
“Riunificare in una nuova architettura, come sue parti inscindibili, tutte la discipline pratico-artistiche: scultura, pittura, arte applicata e artigianato.”
LE CORBUSIER - le sue abitazioni dovevano essere belle e funzionali - le città dovevano avere spazio libero per la circolazione di automobili e pedoni, intervalli di verde, rapidi collegamenti con le fabbriche, permettere al sole di penetrare, sgombrando il campo da inutili particolari
Lionetti Adriana 5°A