LEZIONI DI MACROECONOMIA CAPITOLO 2 Il mercato dei beni. Reddito di equilibrio e teoria del moltiplicatore. 1
Le ipotesi base del modello Un solo settore Prezzi fissi Eccesso di capacità produttiva Nell’economia vi sono quattro operatori: famiglie imprese pubblica amministrazione acquirenti esteri dei prodotti nazionali 5
La spesa aggregata sarà: SA = C + I + G + (X – M) 8
La spesa per consumi
La spesa per consumi Le spese dei consumatori sono anzitutto legate all’ammontare del reddito disponibile esistono diversi modi in cui tale relazione può manifestarsi
La spesa per consumi Teoria del consumo proposta da John Maynard Keynes funzione di consumo keynesiana la spesa in consumi correnti dipende solo dal reddito corrente Franco Modigliani e Milton Friedman (insigniti del premio Nobel) analizzarono il comportamento del consumatore prudente teoria del ciclo vitale (Modigliani) teoria del reddito permanente (Friedman)
La spesa per consumi Iniziamo studiando la funzione keynesiana del consumo: Quando il reddito è nullo il consumo è minimo componente esogena (o autonoma) e costante (bisogni di base) Al crescere del reddito cresce il consumo componente endogena (o indotta) e si modifica al variare del reddito disponibile
La spesa per consumi Forma funzionale di tipo lineare: C = c0 + c1Yd C = consumi programmati c0 = consumo autonomo Yd = reddito disponibile c1 = propensione marginale al consumo
La spesa per consumi Distinguiamo tra: propensione media al consumo PMeC = C/Yd propensione marginale al consumo PMaC = ΔC/ ΔYd
La spesa per consumi La funzione del consumo keynesiana è lineare quindi la propensione marginale al consumo è costante ed uguale a c1 c1 è positivo (se cresce il reddito cresce il consumo) ma minore di uno (non consumo più di quanto guadagno) La porzione di reddito in più non spesa in consumo (1-c1) viene risparmiata
La spesa per consumi Distinguiamo anche tra: propensione media al risparmio PMeR = S/Yd propensione marginale al risparmio PMaR = ΔS/ ΔYd PMaR = 1-c1 = s
La spesa per consumi Tra la propensione al consumo e quella al risparmio esiste una semplice relazione: PMeC + PMeR = 1 PMaC + PMaR = 1
La spesa per investimenti
La spesa per investimenti Gli investimenti dipendono dal tasso d’interesse dalle previsioni delle imprese sulla futura congiuntura economica In questo modello consideriamo gli investimenti esogeni non influenzati dai cambiamenti del reddito nazionale
La spesa per investimenti Questa ipotesi ci consentirà di studiare come si determina il reddito nazionale in presenza di un ammontare fisso di spesa desiderata per investimenti come le variazioni dell’investimento desiderato provochino dei cambiamenti nel reddito nazionale di equilibrio
Modello Base
Determinazione del reddito nazionale in un’economia chiusa senza settore pubblico Modello Base: consideriamo solo il mercato dei beni e dei servizi economia chiusa senza settore pubblico
Le equazioni del modello Y = C + I (1) C = c0 + c1Yd (2) I = I0 (3) Determinazione del reddito nazionale in un’economia chiusa senza settore pubblico Le equazioni del modello Y = C + I (1) C = c0 + c1Yd (2) I = I0 (3) Y = Yd (4)
Determinazione del reddito nazionale in un’economia chiusa senza settore pubblico L’equilibrio: Il reddito d’equilibrio (1) è quello in corrispondenza del quale il livello di consumo (2), sommato al livello dell’investimento autonomo (3), produce un livello di domanda aggregata esattamente uguale al livello della produzione (4)
Determinazione del reddito nazionale in un’economia chiusa senza settore pubblico C, I C + I D C C* 45° Y* Y
Determinazione del reddito nazionale in un’economia chiusa senza settore pubblico L’equilibrio rappresentato dal punto D è stabile? Se la produzione è OY1 = Y1P1 la domanda corrispondente è Y1D1 Vi è una deficienza di domanda pari a D1P1 Le imprese avranno un accumulo indesiderato di scorte Ridurranno quindi la produzione portandola verso l’equilibrio Y* Analogamente si converge in equilibrio se vi è un eccesso di domanda C1
La produzione quindi si adegua alle variazioni della domanda Determinazione del reddito nazionale in un’economia chiusa senza settore pubblico La produzione quindi si adegua alle variazioni della domanda N.B. ciò può avvenire perché abbiamo ipotizzato che i fattori produttivi sono solo parzialmente utilizzati
Determinazione algebrica dell’equilibrio Determinazione del reddito nazionale in un’economia chiusa senza settore pubblico Determinazione algebrica dell’equilibrio Sostituendo la (2) e la (3) nella (1): Y = c0 + c1Yd + I0 (5) tenendo conto che Y = Yd e risolvendo per Y si ha: Y* = (1/ (1 – c1)) (c0 + I0) (6)
Determinazione del reddito nazionale in un’economia chiusa senza settore pubblico Il reddito d’equilibrio Y* è quindi proporzionale al livello degli investimenti più la componente autonoma dei consumi c0 Il coefficiente di proporzionalità 1/(1 – c1) è chiamato moltiplicatore keynesiano ed è dato dal reciproco della propensione marginale al risparmio
Determinazione del reddito nazionale in un’economia chiusa senza settore pubblico Determiniamo la variazione che si ha nel reddito d’equilibrio in seguito ad una variazione del livello degli investimenti: Y* + ΔY = (1/(1 – c1))(c0 + I0 + ΔI) (7) Y* = (1/ (1 – c1)) (c0 + I0) (6) Sottraendo membro a membro la 6 dalla 7 otteniamo: ΔY = (1/(1 – c1)) ΔI
Determinazione del reddito nazionale in un’economia chiusa senza settore pubblico Vediamo un esempio: Il moltiplicatore è un numero maggiore di 1 perché: 0 < (1 – c1) < 1 Se la propensione marginale al consumo è pari a 0,80, quindi quella al risparmio è 0,20, il moltiplicatore è uguale a 1/0,20 = 5. Perciò, se gli investimenti aumentano di 100 miliardi di euro, il reddito di equilibrio aumenterà di 500, i consumi di 400 e quindi i risparmi di 100 cioè di quanto sono aumentati gli investimenti. segue 19
Determinazione del reddito nazionale in un’economia chiusa senza settore pubblico Il processo attraverso il quale si arriva a tale risultato può essere sinteticamente illustrato nel modo seguente: Gli investimenti di 100 miliardi rappresentano un aumento di spesa, e quindi di reddito, di 100 miliardi. I percettori di questo reddito addizionale aumenteranno i propri consumi nella misura di 80 miliardi (pari all’80% dell’incremento del reddito). L’incremento della domanda per consumi si trasformerà in un nuovo incremento di reddito per 80 miliardi. A sua volta, questo reddito aggiuntivo provocherà un nuovo aumento del consumo (di 64, vale a dire dell’80% del reddito aggiuntivo) Ne seguirà un nuovo aumento di reddito e così via
Modello con spesa pubblica ed imposte
Y* = [1/(1 – c1)] (c0 + I0 + G0 - c1 T0) Determinazione del reddito di equilibrio, investimenti, spesa pubblica con gettito fiscale dato La spesa pubblica è considerata autonoma (essa sarà pari G0). Per cui, il nostro modello sarà: C = c0 + c1(Y – T0) Y = C + I0 + G0 Sostituendo la prima equazione nella seconda otteniamo: Y* = [1/(1 – c1)] (c0 + I0 + G0 - c1 T0)
Spesa pubblica, imposte e reddito d’equilibrio Riformuliamo il modello: C = c0 + c1(Y – T0) (1) Y = C + I0 + G0 (2) Sostituendo la (1) nella (2) otteniamo: Y* = (1/(1 – c1))(c0 + I0 + G0 – c1T0) e passando alle variazioni: ΔY = (1/(1 – c1))(Δc0 + ΔI + ΔG – c1 ΔT)
Spesa pubblica, imposte e reddito d’equilibrio Osserviamo ora che: Se ΔG > 0, a parità di I, T e C (Δc = ΔI = ΔT = 0) si avrà un incremento del reddito d’equilibrio pari al moltiplicatore per l’incremento della spesa pubblica ΔG/(1 – c1) Al contrario, se ΔT > 0, a parità di I, G e C (Δc = ΔI = ΔG = 0), si avrà una riduzione di reddito pari a: c1 ΔT/(1 - c1)
Spesa pubblica, imposte e reddito d’equilibrio un aumento contemporaneo della spesa e delle imposte per lo stesso ammontare (ΔT = ΔG > 0), fermi restando gli investimenti ed il consumo autonomo, provoca un aumento di reddito pari a: ΔY = [(1/(1 – c1)](ΔG – c1 ΔT) = (ΔG – c1 ΔG)/(1 – c1) = ΔG (1– c1)/(1 – c1) = ΔG
1/(1-c1) > c1/1-c1 se c1 <1 Determinazione del reddito di equilibrio, investimenti, spesa pubblica con gettito fiscale dato Il moltiplicatore della tassazione c1/(1-c1) è, in valore assoluto, inferiore a quello della spesa pubblica 1/(1-c1) 1/(1-c1) > c1/1-c1 se c1 <1 Se lo Stato decide di aumentare G di 100 milioni di euro evidentemente, l’intero importo costituirà incremento di domanda aggregata e, attraverso il moltiplicatore, determinerà l’incremento del reddito di equilibrio.
Determinazione del reddito di equilibrio, investimenti, spesa pubblica con gettito fiscale dato Se lo Stato decide di ridurre la tassazione di 100 milioni l’effetto moltiplicativo sul reddito di equilibrio sarà inferiore perché, nel momento in cui le famiglie si ritrovano con un reddito disponibile che è aumentato di 100 milioni a seguito della riduzione delle tasse, esso non si traduce in un aumento dei consumi nella sua interezza, ma soltanto nella misura di c1, e solo questa parte, attraverso il meccanismo del moltiplicatore, determinerà l’incremento del reddito di equilibrio.
Capitolo 1: Introduzione alla macroeconomia Il teorema del bilancio in pareggio è valido solo sotto alcune ipotesi. Se assumiamo che il gettito fiscale sia funzione del reddito: T=T0+tY allora il moltiplicatore della spesa pubblica sarà: ΔG/ΔT = 1/1-c1(1-t) Più alta è l’aliquota d’imposta e più basso è il valore del moltiplicatore Ora il moltiplicatore del bilancio in pareggio è inferiore all’unità: 1-c1 /1-c1(1-t) Dimostrare Capitolo 1: Introduzione alla macroeconomia
Modello con esportazioni nette
Esportazioni nette e reddito d’equilibrio Le esportazioni dipendono dalle decisioni di spesa effettuate dai consumatori esteri o dalle imprese estere che acquistano beni e servizi nazionali le esportazioni non cambieranno in funzione di variazioni del reddito nazionale - sono spesa autonoma
Esportazioni nette e reddito d’equilibrio Le importazioni dipendono dalle decisioni di spesa dei residenti sul territorio nazionale le importazioni dei beni prodotti all’estero aumentano al crescere del reddito
Esportazioni nette e reddito d’equilibrio La relazione tra esportazioni nette e reddito nazionale è detta funzione delle esportazioni nette: XN = X – M dove M = mY m = parte di reddito destinata all’acquisto di beni prodotti all’estero dove XN sono le esportazioni nette, X le esportazioni e m la propensione media e marginale ad importare
Spesa pubblica, imposte e reddito d’equilibrio Riformuliamo il modello: C = c0 + c1Y (1) Y = C + I0 + X – mY (2) Sostituendo la (1) nella (2) otteniamo: Y* = (1/(1 – c1 + m))(c0 + I0 + G0 + X0) e passando alle variazioni: ΔY = (1/(1 – c1 + m))(Δc0 + ΔI + ΔG + ΔX)
Esportazioni nette e reddito d’equilibrio Il moltiplicatore è ridotto rispetto a quello esaminato nel modello di base il denominatore è aumentato del valore m della propensione marginale all’importazione dunque l’effetto espansivo sul reddito d’equilibrio è smorzato perché una parte dell’incremento della domanda si rivolge all’estero traducendosi in un incremento delle importazioni
Esportazioni nette e reddito d’equilibrio Notiamo che: Un aumento delle esportazioni, come quello d’ogni altra componente esogena della domanda, fa crescere il reddito un aumento della spesa pubblica e/o dell’investimento privato fa crescere il reddito per effetto del moltiplicatore l’incremento delle importazioni che ne deriva, non essendo compensato da un aumento delle esportazioni, contribuisce al conseguente peggioramento del saldo corrente della bilancia dei pagamenti
Esportazioni nette e reddito d’equilibrio Dunque: le politiche espansive attuate in un solo paese portano allo squilibrio dei conti con l’estero perché le importazioni aumentano in proporzione alla domanda interna mentre le esportazioni restano invariate (perché sono funzione del reddito degli altri paesi che, non si è modificato in modo rilevante)
Esportazioni nette e reddito d’equilibrio Nel caso d’attuazione simultanea di politiche espansive all’aumento delle importazioni di un paese determinato dalla propria politica espansiva si contrapporrebbe l’aumento delle esportazioni verso gli altri paesi provocato dalle loro politiche espansive L’effetto netto dipenderà dalle rispettive propensioni all’importazione e dall’entità degli stimoli apportati alle domande interne