Associazione Europea di Psicoanalisi
“Noi siamo della stessa sostanza di cui son fatti i sogni, e la nostra vita è circondata da un sonno”. (Shakespeare, La Tempesta, atto 4°, scena 1°)
Da quando S. Freud ha scoperto nel sogno e in tutta la complessità onirica la “strada maestra” per far venire fuori il mondo dell’inconscio, il sogno stesso, quale scandaglio che può permettere di penetrare i segreti della mente, è diventato oggetto e strumento di analisi, di alcune discipline scientifiche come: le neuroscienze la psicologia la psicoanalisi le varie forme di psicoterapie.
Freud diceva che i sogni sono la strada maestra al nostro inconscio Freud diceva che i sogni sono la strada maestra al nostro inconscio. Allo stesso modo, Fritz Perls sostiene che sono la strada maestra all'integrazione. I due studiosi asseriscono che per la nostra salute psichica, abbiamo bisogno di portare alla coscienza quelle emozioni, e sentimenti che a volte si celano dietro i nostri pensieri negativi o bizzarri. Comprendendo i messaggi che il nostro inconscio ci manda, noi abbiamo una migliore comprensione di noi stessi. Terapie e metodi di analisi usano strumenti diversi cercano di ottenere questa comprensione
Il codice onirico di ogni singola persona implica mobilizzazioni di affetti, emozioni, decisioni. Il sogno viene così decodificato non solo come espressione del mito personale ma anche come espressione di strutture decisionali legate al momento ed al contesto in cui l’individuo sognante cerca di scoprire qual’ è la progettualità più profondamente vera considerando il sogno come indicatore dell’energia. Attraverso i simboli onirici il sogno consente di accedere più liberamente alle proprie fonti di energia presenti nella propria realtà psico-corporea ed esistenziale. Il comportamento diurno mette la persona automaticamente in contatto, di notte, con la corrente psichica della quale il suo stato la rende partecipe: depressione, coraggio, indecisione, passività, attività etc.
Il linguaggio verbale è menzognero perché l’Es si esprime coi simboli, i quali non sono inventati da qualcuno, ma esistono come patrimonio inalienabile dell’umanità. Tutti i pensieri e tutte le azioni coscienti sono conseguenze, risvolti esteriori, degli inconsci processi di simbolizzazione. L’intera vita umana è governata da simboli. La stessa distinzione tra “corpo” e “anima” esprime solo due funzioni, due modi di manifestarsi dell’Es, che è l’unica realtà sotto i fenomeni prodotti dalla creazione simbolica. L’uomo è vissuto da una coazione a simbolizzare, è un essere simbolizzante. (Groddeck)
Gli studi di Groddeck indicano continuamente operazioni e corrispondenze simboliche in riferimento a sintomi, organi del corpo umano, funzioni fisiologiche, pensieri, azioni, comportamenti. Si può ritenere che la lezione di G. sia passata nel pensiero di Fromm, ma rielaborata e chiarita nella visuale umanistica. L’appartenere al genere umano, il portarne in sé le caratteristiche fisiche e psichiche rendono l’individuo capace di comprendere e di esprimere il linguaggio dei simboli, un linguaggio umano universale, che consente agli uomini di civiltà diverse e anche lontanissime nel tempo di comunicare tra loro attraverso i prodotti dell’arte, dei miti e delle fiabe.
Per Groddeck e per Fromm il contenuto psichico precede la parola. G Per Groddeck e per Fromm il contenuto psichico precede la parola. G. afferma che la più profonda vita interiore è muta e che il linguaggio verbale che cerca di esprimerla mente, perché non gli è possibile rendere il movimento incessante dei vissuti in tutte le loro cangianti modalità. La parola può uccidere il pensiero. Solo l’artista è il vero interprete dell’inconscio. Il linguaggio verbale, per un verso appare indispensabile alla comunicazione umana, allo scambio di opinioni e informazioni allo sviluppo della civiltà; Per un altro verso, questo linguaggio rallenta lo sviluppo umano, perché “imbavaglia” il pensiero e frena l’azione che ne consegue. Quando si vuole comunicare un contenuto profondo, fine e delicato bisogna ricorrere al gesto, al contatto, allo sguardo, al suono non verbale, musicale.
E’ necessario parlare di percezione, di associazioni sinestetico-sensoriali, e quindi del nucleo della capacità simbolica umana, implicita nella corporeità. Nel corpo è psicofisicamente inscritta l’universalità dell’alfabeto antropologico comunicativo, e la soggettività delle preferenze sensoriali (i potenziali umani). La sinestesia è la capacità innata e involontaria di associare le immagini di tutti i sensi, e quindi di tutti i linguaggi espressivi ad essi connessi, nella stimolazione anche di uno solo. Il corpo è stratificazione d’immagini sensoriali che, se se ne offre l’occasione si riagganciano alla realtà, al presente. La capacità associativa a livello celebrale, unifica le funzioni della corteccia con le strutture più profonde. In questo processo globale di associazioni, il vissuto presente dell’individuo si fonde con tutto il suo passato e con quello della sua specie, geneticamente e fisiologicamente acquisito.
Nei nostri sogni non si verificano soltanto visioni delle nostre relazioni con altri o di altri con noi, giudizi di valore e previsioni, ma anche operazioni intellettuali superiori a quelle di cui siamo capaci nello stato di veglia. Ciò non deve sorprendere, dato che un pensiero intenso richiede un livello di concentrazione di cui siamo spesso privi quando siamo svegli, mentre lo stato di sonno lo facilita. I sogni possono essere tanto l’espressione più bassa e irrazionale delle nostre funzioni mentali quanto la più alta e più valida. Chi non si sforza di comprendere il linguaggio dei sogni, e in particolare dei propri sogni, riceverà prima o poi dalla realtà una severa lezione
Nel sogno vi sono sette funzioni principali: la funzione compensatrice delle tensioni diurne; la funzione informativa sul cosciente e l’inconscio; quella premonitrice che ci prospetta avvenimenti futuri; quella telepatica che ci mette in rapporto con gli altri; quella telecinetica che ci fa viaggiare; quella iniziatica che ci introduce nel mondo dell’al di là; quella energetica che ci mette in contatto con le forze universali.
Nel rivivere il sogno si devono tenere presenti tre elementi indicativi: Gli oggetti, gli animali etc. denotano il tipo di energia ed il livello emozionale; I verbi denotano il tipo di azione; Gli aggettivi possono indicare la qualità del sentimento. La funzione principale del sogno è quella di mettere in comunicazione il livello inconscio con il livello cosciente. Il linguaggio del sogno è analogico (non aut aut ma et et) e la logica segue soprattutto il principio di generalizzazione (uomo, umani, razze…) e il principio simmetrico (scompare la nozione del tempo, dello spazio della gerarchia): esiste simmetricità tra il mentale e l’oggettivo.
Il sogno è anche il terapeuta interno che contiene un abbozzo di progetto di soluzione. In questo senso il sogno diventa la “strada maestra” per contattare i processi decisionali inconsci, che sono alla base delle diverse trasformazioni creative insite nei conflitti esistenziali, e trattenute talvolta o espresse attraverso la corazza caratteriale e quindi attraverso il “linguaggio corporeo”. La connessione tra contenuto onirico e linguaggio corporeo è più consistente di quanto non possa apparire. Intendiamo servirci di tale modalità, al fine di portare alla coscienza e alla responsabilità non solo l’istintività inconscia, ma anche la spiritualità inconscia.
Come una radiografia o come un ritratto dipinto, il sogno comunica informazioni a molteplici livelli sulla situazione psichica attuale del sognatore. Quando si elabora un sogno, ci si rende conto che la struttura drammatica globale rispecchia aspetti dello stato psicologico del sognatore, e rappresenta un quadro simbolico dei modelli attivi in quel momento. Tutti gli aspetti del sogno cooperano alla comunicazione di un messaggio profondo e tematico. Quindi ogni sogno offre la diagnosi, la prognosi, e il materiale per accostarsi alla realtà psicologica attuale del sognatore. Dal punto di vista diagnostico le immagini e la struttura del sogno mostrano la forza dell’io, e possono essere usati per riconoscere e compensare i punti ciechi nella coscienza del sognatore, infatti il sogno, richiama l’attenzione su ciò che la coscienza deve affrontare.
Ogni sogno tende all’ampliamento della consapevolezza offrendo commenti, correzioni e contributi per la soluzione dei problemi, e si può anche ritenere che sia la manifestazione di una sorgente esistente all’interno del sognatore, una sorgente che commenta corregge e insegna attraverso metafore e simboli. Attraverso il sogno e la sua analisi molti di noi scoprono un’energia-guida che agisce nella vita individuale, la sensazione di essere guidati da fonti piuttosto che dall’io, sembra esprimersi in modo chiaro nella vita onirica
Si ritorna a dire che per quanto riguarda l’interpretazione dei sogni vi sono da considerare almeno due tendenze prevalenti. Una delle opinioni considera i sogni come la manifestazione di conflitti psichici inconsci traumatici; ciò è da mettere in relazione allo sviluppo filogenetico, che soprattutto nell’essere umano si è realizzato a costo di molte rinuncie istintuali ad oggetti che soddisfano, con conseguenze sado-masochoistiche che creano intense sofferenze, quelle che il soggetto drammatizza ogni notte mediante il sogno. L’altra tendenza considera i sogni come la manifestazione dei nostri più elevati poteri razionali la porta della verità, la rivelazione di una superiore saggezza (Jung).
Il sogno non è una astuzia della natura istintuale di fronte alla coscienza, ma una illuminazione per sé o una illuminazione del proprio se personale. Nel sogno si può percorrere il passato, il presente ed il futuro, in esso non esistono tabù, né leggi né convinzioni, il suo cammino non è ostacolato dal tempo, dallo spazio, da impedimenti fisici o da valutazioni moralistiche. Molti studiosi condividono l’opinione che i nostri sogni partecipano tanto alla nostra natura irrazionale-istintuale (traumatica), quanto alla nostra natura razionale, e che l’arte dell’interpretazione dei sogni abbia lo scopo di comprendere quando in essi si fa sentire la parte migliore di noi stessi e quando la nostra natura animale.
Il sogno è linguaggio globale simbolico della persona sognante, considerandola contemporaneamente nelle tre dimensioni: corporea – psichica – spirituale. Secondo le acquisizioni antropologico culturali i sogni e le favole sono simili in tutte le culture, perché ogni linguaggio (compreso quello simbolico) ha come referente universale il corpo umano. L’obbiettivo del sogno è quello di favorire una decisione, nel qui ed ora, che porti l’individuo ad un cambiamento strutturale ed esistenziale. I sogni vengono dall’interno, dal di dentro: sono il prodotto del nostro animo, sono noi stessi, la nostra direzione di vita.