I PRESOCRATICI di Francesca Calanni
Sono definiti presocratici tutti quei pensatori che hanno sviluppato le loro teorie prima della invasione delle teorie socratiche. I primi di loro risalgono teoricamente al 7° o 6° secolo a.C. e sono divisi in 5 principali gruppi: Ionici: Talete, Anassimandro e Anassimene; costoro vissero nella regione dell’Asia Minore chiamata IONIA. Pitagorici: Pitagora e gli appartenenti alla sua setta, che principalmente operò nella magna Grecia. Eraclitei: Eraclito e i suoi seguaci che si diffusero principalmente nella zona di Efeso. Eleati: gli estimatori dell’idea proposta da Parmenide, così chiamati dalla città dalla quale si presume il filosofo abbia avuto i natali, Elea. Fisici pluralisti: Empedocle, Anassagora e Democrito, che ritennero di non poter individuare l’archè in un solo elemento ma in molteplici.
MILETO Fra il VII e VI secolo era la città più importante e più sviluppata che emergeva nella Ionia. Era una città sviluppata principalmente nel settore del commercio. Talete, Anassimandro e Anassimene appartenevano tutti a questa città.
LA CIVILTà E LA CULTURA IONICA. Nel VI secolo si sviluppò nella Ionia una fiorente civiltà, che ebbe i suoi centri più importanti in Mileto, Efeso, Samo e molte altre città. Fu proprio in questo mondo che nacqe un genere di civiltà atto a favorire le ricerche filosofiche. Cosi lo sviluppo della politica delle tecniche contribuiscono all’elaborazione di una nuova cultura. Da questo emerge una nuova figura che ha i tratti del filosofo. Ben presto nacquero le prime” scuole filosofiche”, vere e proprie associazioni tra compagni, uniti dallo stesso patrimonio scientifico e culturale e stesso modo di vivere.
IL PROBLEMA DELLA SOSTANZA PRIMORDIALE Che genera e spiega le realtà molteplici e in divenire del mondo
TALETE (VII e VI secolo) Talete sarebbe stato il primo filosofo nella storia e il fondatore della scuola ionica. Si dice che fosse uno scienziato: per primo capì che la terra era rotonda, anche se ancora si riteneva che fosse come un’enorme isola che galleggiasse sul mare; inoltre stabilì esattamente le dimensioni della luna e del sole basandosi sulla loro ombra proiettata sulla terra. Non abbiamo frammenti che ci testimonino le sue teorie, ma Aristotele afferma che questo filosofo avesse individuato come archè l’acqua, poiché aveva notato che questa era il nutrimento di tutte le cose. In realtà egli non intendeva l’acqua come quella che noi vediamo scorrere nei ruscelli, ma piuttosto vista come ELEMENTO UMIDO che rappresentava l’identità del diverso.
DOCUMENTO Ci deve essere una qualche sostanza, o una o più di una, da cui le altre cose vengono all’esistenza, mentre essa permane. Ma riguardo al numero e alla forma di tale principio non dicono tutti lo stesso: Talete, il fondatore di tale forma di filosofia, dice che è l’acqua (e perciò sosteneva che anche la terra è sull’acqua): egli ha tratto forse tale supposizione vedendo che il nutrimento di tutte le cose è l’umido, che il caldo stesso deriva da questa e di questa vive (e ciò da cui le cose derivano è il loro principio): di qui dunque egli ha tratto forse tale supposizione e dal fatto che i semi di tutte le cose hanno una natura umida – e l’acqua è il principio naturale delle cose umide. Ci sono alcuni secondo i quali anche gli antichissimi, molto anteriori all’attuale generazione e che per primi teologizzarono, ebbero le stesse idee sulla natura: infatti cantarono che Oceano e Tetide siano gli autori della generazione [delle cose].
ANASSIMANDRO (610/547) Uomo politico e astronomo, è il primo autore di scritti filosofici in Grecia. Per primo chiamò la sostanza unica col nome di principio (ARCHÈ). Anassimandro identifica l’archè con Apeiron: da questo siamo generati e ci ritroveremo in lui alla fine del ciclo vitale secondo la norma. Questa sorta di infinito contenitore ha delle caratteristiche diverse da quelle che troviamo in natura e deve essere un principio metafisico. L’apeiron è: INFINITO: dal punto di vista temporale non ha né un inizio né una fine. ILLIMITATO: dal punto di vista dello spazio non esiste un punto da cui farlo iniziare né uno in cui farlo finire. INDEFINITO: se fosse da definire bisognerebbe usare aggettivi che sono di uso quotidiano e quindi riferiti a fenomeni naturali, ma questo non lo è, quindi si può dire solo ciò che non è. INDETERMINATO: non è possibile dividerlo in parti dato che non è una miscela ma un tutto da cui qualcosa si separa e diventa materia e si determina.
DOCUMENTO [Anassimandro…ha detto…che] principio degli enti è l’infinito. Da dove gli esseri hanno origine, hanno anche distruzione, secondo necessità: pagano infatti gli uni agli altri la pena e l’espiazione della colpa secondo l’ordine del tempo…
ANASSIMENE (546/528) Era molto probabilmente discepolo di Anassimandro. La sua idea di archè è a metà strada tra l’acqua di Talete e l’apeiron di Anassimandro, infatti come il primo egli prende in considerazione un elemento naturale e allo stesso tempo dona lui tutte le caratteristiche proprie dell’ apeiron del secondo. Egli scelse infatti l’ARIA come archè. Questo infatti è un elemento impalpabile e immateriale ma allo stesso tempo è conosciuto dai sensi. Allo stesso modo egli identifica il cosmo con un grande animale che respira in quanto formato da tutti gli enti che respirano all’unisono. Il suo principio vitale forma gli enti tramite due processi: la condensazione e la rarefazione. DOCUMENTO Come la nostra anima, che è aria, ci governa, così l’aria e il soffio abbracciano tutto il mondo.