NIETZSCHE (la distruzione delle certezze) prof. Michele de Pasquale
“ Conosco la mia sorte. Un giorno sarà legato al mio nome il ricordo di qualcosa di enorme — una crisi, quale mai si era vista sulla terra, la più profonda collisione della coscienza, una decisione evocata contro tutto ciò che finora è stato creduto, preteso, consacrato. Io non sono un uomo, sono dinamite. — E con tutto ciò non c’è nulla in me del fondatore di religioni — le religioni sono affari per la plebe, io sento il bisogno di lavarmi le mani dopo essere stato in contatto con uomini religiosi... Non voglio “credenti”, penso di essere troppo malizioso per credere a me stesso, non parlo mai alle masse... Ho una paura spaventosa che un giorno mi facciano santo: indovinerete perché io mi premunisca in tempo, con la pubblicazione di questo libro, contro tutte le sciocchezze che si potrebbero fare con me... Non voglio essere un santo, allora piuttosto un buffone... Forse sono un buffone... E ciononostante, anzi non ciononostante — perché non c’è mai stato sinora niente di più menzognero dei santi — la verità parla in me. — Ma la mia verità è tremenda: perché fino a oggi si chiamava verità la menzogna. — %
Trasvalutazione di tutti i valori: questa è la mia formula per l’atto con cui l’umanità prende la decisione suprema su se stessa, un atto che in me è diventato carne e genio. Vuole la mia sorte che io debba essere il primo uomo decente, che sappia oppormi a una falsità che dura da millenni. lo per primo ho scoperto la verità, proprio perché per primo ho sentito la menzogna come menzogna, la ho fiutata…. Il mio genio è nelle mie narici... Io vengo a contraddire, come mai si è contraddetto, e nondimeno sono l’opposto di uno spirito negatore. lo sono un lieto messaggero, quale mai si è visto, conosco compiti di una altezza tale che finora è mancato il concetto per definirli; solo a partire da me ci sono di nuovo speranze. Con tutto ciò io sono anche, necessariamente, l’uomo del fato. Perché ora che la verità dà battaglia alla millenaria menzogna, avremo degli sconvolgimenti, uno spasimo di terremoti, monti e valli che si spostano, come mai prima si era sognato. Io sono di gran lunga l’uomo più tremendo che mai ci sia stato; ciò non toglie che io possa essere il più benefico. Conosco il piacere del distruggere in misura della mia forza di distruzione, — nell’una e nell’altra cosa obbedisco alla mia natura dionisiaca, che non riesce a distinguere tra il fare no e il dire sì. Io sono il primo immoralista: perché io sono il distruttore par excellence” (Nietzsche, Ecce homo)
“ La filosofia, così come io l’ho intesa e vissuta fino a oggi, è vita volontaria fra i ghiacci e le alture — ricerca di tutto ciò che l’esistenza ha di estraneo e problematico, di tutto ciò che finora era proscritto dalla morale. Attraverso una lunga esperienza di itinerari nel proibito ho imparato a considerare le cause per cui fino ad oggi si è moralizzato ed idealizzato in modo assai diverso da quello che comunemente si richiede: mi si è fatta luce sulla storia segreta dei filosofi, sulla psicologia dei loro grandi nomi. — Quanta verità può sopportare, quanta verità può osare un uomo? questa è diventata la mia vera unità di misura, sempre più.” (Nietzsche, Ecce homo)