L’ITALIA DALL’UNITA’ A BAVA BECCARIS

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Transcript della presentazione:

L’ITALIA DALL’UNITA’ A BAVA BECCARIS DA PAG. 268 A PAG. 286 DEL LIBRO Orizzonti dell’uomo di ONNIS-CRIPPA a cura della prof.ssa Maria Isaura Piredda

All’Unità d’Italia si era giunti attraverso: i moti insurrezionali del 1820-21 e 1830-31 che però erano tutti falliti principalmente perché l’attività delle società segrete aveva coinvolto solo una piccola minoranza della popolazione italiana (borghesi e intellettuali);

attraverso il processo di liberazione dal dominio straniero (chiamato Risorgimento) che si realizzò in Italia grazie all’opera di pensatori (come Giuseppe Mazzini) e uomini d’azione (come Giuseppe Garibaldi)

Con la Prima guerra di indipendenza che si combattè nel 1848, grazie all’intervento del re di Sardegna Carlo Alberto

ai Piemontesi si unirono nella lotta antiaustriaca anche Ferdinando II di Napoli, Leopoldo II di Toscana, il papa Pio IX e tanti volontari provenienti da tutte le parti della penisola (la guerra però – dopo varie vicende – si concluse con la sconfitta degli italiani e la ripresa del controllo della penisola da parte degli austriaci)

Grazie alla politica liberale e alle strategie diplomatiche di Camillo Benso conte di Cavour (primo ministro del Regno di Sardegna fino al 1861), promotore della Seconda guerra d’indipendenza (1859-60) contro l’Austria, combattuta con l’aiuto di Napoleone III re di Francia e dei volontari di Garibaldi

Grazie ai plebisciti con i quali gli Stati italiani dichiaravano l’annessione al Regno di Sardegna Con la proclamazione del Regno d’Italia il 17 marzo 1861

Il 17 marzo 1861 il primo parlamento italiano proclamò Vittorio Emanuele II “re d’Italia per grazia di Dio e volontà della nazione”

Venne applicato a tutto il territorio lo Statuto Albertino Nacque il nuovo Stato: una monarchia costituzionale guidata dai Savoia L’Italia non comprendeva il Veneto (in mano all’Austria), il Lazio (alla Chiesa) e aveva come capitale Torino

Si trattava, però, di un Paese tutto da costruire perché: Gli italiani non parlavano l’italiano (dappertutto si usavano i dialetti locali), Il diritto di voto era garantito solo al 2% della popolazione (solo maschi che sapevano leggere e scrivere e con un certo reddito),

L’80% della popolazione viveva nelle campagne in precarie condizioni di vita (malnutrizione, malattie infettive e malaria), Nel Paese vi erano enormi differenze sociali tra Nord e Sud, che esplodevano nel Meridione con il fenomeno del brigantaggio, Mancavano ancora Veneto, Trentino, Venezia Giulia e Lazio alla completa unificazione L’Italia era un Paese molto arretrato.

Nei primi decenni dopo l’Unità i deputati in Parlamento erano divisi in due grandi gruppi, Destra e Sinistra storiche. La Destra Storica rappresentava gli interessi della nobiltà terriera e della borghesia più ricca e si basava su una politica moderata. La Sinistra Storica rappresentava la media borghesia ed era più attenta alle esigenze delle classi più povere.

Subito dopo l’Unità d’Italia il governo fu affidato alla Destra che prestò poca attenzione ai problemi e alle esigenze delle classi più povere della nazione. La Destra Storica ignorò le richieste dei poveri, anzi imposte nuove tasse (soprattutto l’odiata tassa sul macinato che faceva aumentare il prezzo del pane) e introdusse il servizio militare obbligatorio (che all’epoca durava cinque anni)

Accrebbe così il malcontento popolare che sfociò in aperta ribellione (brigantaggio), a cui lo Stato rispose inviando l’esercito.

La Destra si adoperò per completare l’unificazione della penisola. Nel 1866 l’Italia si alleò con la Prussia e dichiarò guerra all’Austria (Terza guerra d’indipendenza)

L’esercito italiano fu sconfitto a Custoza, ma la Prussia sconfisse l’Austria perciò il Veneto fu unito al Regno d’Italia (la Venezia Giulia e il Trentino restarono nelle mani austriache fino alla Prima guerra mondiale)

Nel settembre 1864 la capitale fu trasferita da Torino a Firenze. Nell’estate del 1870 la Prussia sconfisse la Francia a Sedan Il papa si trovò quindi senza la protezione francese e Vittorio Emanuele II ne approfittò per liberare Roma (20 settembre 1870)

Pio IX però si rifiutò di riconoscere l’autorità dello Stato italiano e si considerò prigioniero nei suoi palazzi La “legge delle guarentigie” riconosceva il papa come capo di Stato su un territorio che comprendeva i palazzi del Vaticano e del Laterano Inoltre furono garantiti al papa degli emolumenti annui per il mantenimento della curia pontificia e un corpo armato di difesa

Pio IX non legittimò la “legge delle guarentigie” e nel 1874 emanò il “non expedit”, con cui proibiva formalmente ai cattolici italiani di partecipare alla vita pubblica nazionale.

Nel marzo 1876 il governo della Destra perse la maggioranza in Parlamento Vittorio Emanuele II affidò l’incarico di formare il nuovo governo ad Agostino Depretis, uomo della Sinistra.

Nel 1878 Umberto I divenne re d’Italia in seguito alla morte di Vittorio Emanuele II Nel 1877 la Sinistra emanò la legge Coppino che rendeva obbligatori e gratuiti i primi due anni di scuola elementare, introducendo sanzioni per i genitori che sottraevano i figli all’istruzione Umberto I

Nel 1882 il governo Depretis introdusse la riforma del diritto di voto Potevano votare i maschi dai 21 anni in su, in possesso di licenza elementare e con un certo reddito (si trattava del 7% della popolazione italiana e il 25% dei maschi)

Per garantire la stabilità della sua maggioranza, dal 1882 Depretis cercò sempre più frequente l’appoggio della Destra. Questa politica fu detta del “trasformismo” perché a seconda delle circostanze i rappresentanti dell’opposizione si trasformavano in sostenitori del governo

Nel 1884 la tassa sul macinato fu abolita Furono adottati dazi doganali contro le merci d’importazione, a difesa dei prodotti nazionali (= protezionismo) In questo modo la nascente industria italiana si sviluppò molto rapidamente Nel Meridione furono mantenute le tecniche di coltivazione più arretrate

Alla fine dell’Ottocento le industrie italiane erano concentrate solo al Nord Le condizioni di vita delle masse contadine erano pessime Ci fu l’emigrazione di milioni di italiani (soprattutto del Sud) che tra il 1890 e i primi del Novecento abbandonarono la penisola per cercare fortuna in altri continenti (Stati Uniti, Canada, Argentina, Brasile, Canada)

Nel 1892 nacque a Genova il Partito dei lavoratori italiani che poi diventerà Partito socialista italiano sotto la guida di Filippo Turati Filippo Turati

Nel 1889 venne varato il “Codice Zanardelli” che aboliva la pena di morte e ammetteva il diritto di sciopero

Nel 1882 il governo aderì alla Triplice Alleanza (= patto militare difensivo di mutua assistenza con Germania e Austria) Anche l’Italia cercò di creare proprie colonie, anche se l’impresa si rivelò difficile Nel 1892 l’Italia acquisì la baia di Assab, sulla costa eritrea del Mar Rosso

Nel 1885 venne occupata la città portuale di Massaua Successivamente gli italiani violarono i confini con l’Etiopia, ma nel gennaio 1887 furono sconfitti a Dogali

Il nuovo primo ministro Francesco Crispi conquistò l’intera Eritrea e occupò la Somalia

Nel 1896 gli etiopi sconfissero duramente gli italiani ad Adua Nel 1889 il governo italiano stipulò il Trattato di Uccialli con il negus (= re) Menelik stabilendo il protettorato dell’Italia sull’Etiopia Nel 1896 gli etiopi sconfissero duramente gli italiani ad Adua NEGUS MENELIK IMPERATORE D’ETIOPIA

Nella primavera del 1898 ci fu un forte aumento del pane che causò provocò scioperi e manifestazioni sia al Sud che al Nord A Milano l’esercito alla guida del generale Bava Beccaris sparò sulla folla uccidendo circa 100 persone BAVA BECCARIS

Divenne re Vittorio Emanuele III Il re Umberto I approvò la linea dura del governo e il 20 luglio 1900 fu assassinato da Gaetano Bresci (un anarchico che voleva vendicare le vittime di Milano) Divenne re Vittorio Emanuele III VITTORIO EMANUELE III