Il fucile Fu l’arma più utilizzata durante tutta la Grande Guerra, nonostante le numerose innovazioni belliche. Mentre la gran parte delle armi più potenti risultava scomoda e poco maneggevole, soprattutto durante gli attacchi, il fucile permetteva maggiore libertà di azione offensiva e, unito alla baionetta (semplice coltello a lama lunga, innestabile sul fucile), diventava anche indispensabile in occasione del combattimento corpo a corpo.
La mitragliatrice Pesava inizialmente fino a 60 kg ed era estremamente ingombrante. Pertanto erano richieste 6 o 7 persone, incaricate del montaggio, del posizionamento e della costante manutenzione, oltre che dell’effettivo impiego dell’arma; inoltre, fino al termine della guerra, ebbe sempre problemi per il rapido surriscaldamento che ne limitò l’affidabilità. Non mancavano infine i frequenti inceppamenti, anche nei modelli più avanzati alimentati con nastri automatici di cartucce. Fu quindi un’arma prevalentemente statica it/foto/USMM_34_067C?search=4afac6caf bcd3a7fbfd&searchPos=15
Il lanciafiamme Usato per la prima volta nel dai tedeschi. Si trattava di un’arma estremamente pericolosa anche per chi la maneggiava, perché poteva sfuggire al controllo, nonché esplodere improvvisamente it/negativo/mcrr_neg_ne_11_0052a12?search=8a bbffd7d066ddb764069de819&searchPos=1
La bomba a mano L’arma più impiegata per gli assalti alle trincee it/album/foto/5494?search=3958e46aff8d6e4c ddc8965e&searchPos=79
I carri armati Il primo prototipo di carro armato inglese fu la naturale evoluzione dei veicoli militari blindati. L’esercito inglese si rese subito conto della notevole mancanza di affidabilità e controllo di questa nuova arma: i primi carri armati si impantanarono, caddero dentro le trincee, ruppero il motore. Inoltre il calore prodotto all’interno dell’abitacolo risultò spesso letale per l’equipaggio dei carri, così come i gas di scarico per i quali non era stato previsto alcun sistema di smaltimento.
I gas Nel 1915, durante gli scontri a Ypres (nelle Fiandre settentrionali), i tedeschi utilizzarono per la prima volta i gas tossici per avere la meglio sull’avversario. Ben presto altre nazioni adottarono simili sostanze chimiche gassose dal letale potenziale offensivo, ma si resero conto delle numerose difficoltà di gestione, impiego e reale efficacia di questa nuova arma: il vento, le condizioni atmosferiche e le complesse modalità di dispersione di questi aggressive sostante chimiche gassose, si rivelarono variabili troppo importanti che, spesso, riversarono sugli stessi attaccanti i loro devastanti effetti. Tutti gli eserciti, comunque, furono costretti a correre ai ripari e a sviluppare le necessarie contromisure. Mentre le prime vittime degli attacchi chimici si trovarono costrette a proteggersi con semplici pezzi di stoffa imbevuti di urina, nel corso della guerra apparvero maschere anti-gas sempre più evolute. Queste, tuttavia, limitavano sensibilmente la visione, impedivano una regolare ed efficace ossigenazione e, in generale, si rivelarono per i soldati costretti a indossarle anche per lunghi periodi di tempo un grandissimo tormento it/foglio/RML _01?search=1f75305cd4b ead315e909292&searchP os=5
La Marina militare La Marina da guerra tedesca era numericamente inferiore a quella degli inglesi e per questo motivo evitò i grandi scontri, cercando invece di attirare piccoli gruppi di unità isolati nel Mare del Nord per distruggerli poco alla volta. Condusse pertanto una serie di azioni di disturbo lungo le coste occidentali dell’Inghilterra. Anche la Marina inglese evitò lo scontro diretto, adottando una strategia di blocco a distanza. Una sola grande battaglia navale venne combattuta al largo della penisola dello Jutland, anche se numerosi scontri minori si accesero altrove, con notevole frequenza e numerosi affondamenti e relative vittime.