Edith Stain nacque a Breslavia il 12 ottobre del Fu una monaca, filosofa e mistica tedesca dell’Ordine delle Carmelitane Scalze. Era di origine ebraica e si convertì al cattolicesimo dopo un periodo di ateismo. Venne arrestata nei Pesi Bassi dai tedeschi e deportata nei campi di concentramento, dove trovò la morte. Edith nacque a Breslavia il 12 ottobre del 1891 da due ebrei, è l’undicesima e ultima figlia della famiglia Stein-Courant. Era un genio a scuola e alla giovane età si mise a studiare da sola filosofia. Ebbe come docente universitario uno dei maggiori filosofi del tempo: Husserl. Dal 1928 al 1931 tenne numerosi congressi e conferenze a Colonia, Friburgo, Basilea, Vienna. Salisburgo, Praga e Parigi. Nel 1932 fu Libera docente a Münster
Alcuni episodi particolari, da cui viene interiormente toccata, cominciano a farle scoprire il fenomeno religioso: l’incontro con la personalità affascinante di Max Scheler, geniale ma disordinato neo-convertito; due anni di esperienza al fronte come crocerossina durante la prima guerra mondiale, che la mette a contatto col mistero della sofferenza e anche la sorpresa provata nel vedere una donna del popolo entrare a pregare in una chiesa cattolica con la borsa della spesa sotto il braccio: “… Al vedere qui la gente entrare tra una occupazione e l’altra, quasi per una faccenda abituale o per una conversazione spontanea, rimasi colpita a tal punto che non mi riuscii più a dimenticare quella scena.”
Edith è convinta di trovare la giovane vedova nel lutto e nella disperazione. Trova invece un’atmosfera di indicibile pace e vede l’amica con il volto segnato dal dolore, ma come trasfigurato. (Successivamente la vedova Reinach diverrà cattolica). L’amico A. Reinach, braccio destro del filosofo Husserl, da poco battezzato nella chiesa protestante insieme alla moglie, muore in guerra nel 1917.
“… Fu quello il mio primo incontro con la Croce, con quella forza divina che la Croce dà a coloro che la portano...” “E’ per questo che, nel prendere l’abito di Carmelitana, ho voluto aggiungere al mio nome quello della Croce”
Questo avvenimento, per lei sconvolgente, segnò l’inizio del suo percorso verso la fede cattolica e dopo aver letto l’autobiografia di Santa Teresa d’Avila, abbandonò definitivamente l’ateismo e fu pronta alla vita di clausura prendendo il nome di Teresa Benedetta della Croce.
1942: iniziano le deportazioni in massa degli ebrei. In una lettera che viene letta in tutte le chiese dei Paesi Bassi, il 26 luglio, i vescovi cattolici condannano ufficialmente le deportazioni di tutti gli ebrei. Il 2 agosto 1942 il Commissario del Reich dichiara in un discorso pubblico: “Se il clero cattolico non vuole prendersi la pena di trattare con noi, siamo costretti a considerare i cattolici di puro sangue ebraico come i nostri peggiori nemici e quindi a deportarli al più presto”…
Nello stesso giorno la Gestapo si presenta al monastero di Echt (nei Paesi Bassi) per prelevare la “monaca ebrea”. Sul suo tavolo l’opera “Scientia Crucis” è quasi finita. Le ultime parole di Edith che le consorelle odono sono rivolte alla sorella Rosa che stava con lei al monastero: “Vieni, andiamo per il nostro popolo”
Edith e sua sorella vennero deportate nel campo di transito di Westerbork e successivamente al campo di concentramento di Auschwitz. Suor Teresa Benedetta si occupò dei bimbi piccoli, li lavò, li pettinò, procurò loro il nutrimento e le cure indispensabili. Chi l’ha incontrata nel campo di concentramento descrive l’immagine di una donna che “si distingueva per il comportamento pieno di pace e l’atteggiamento calmo”. Tra l’8 e l’11 agosto 1942 Edith Stein, Teresa Benedetta della Croce, unì il suo sacrificio a quello di Cristo, in una camera a gas di Auschwitz.
In quegli anni di orrore, un popolo cristiano smarriva – in buona maggioranza – la sua fede e ne riesumava una pagana, terribile, nel sangue ariano... Nella sua stessa persona Edith espresse questo vero dramma teologico: uccisa come ebrea, perché non aveva “sangue nordico”, da ex-cristiani che si dedicavano a inventare un nuovo paganesimo, … … uccisa perché cristiana, per vendetta contro i vescovi che quel paganesimo avevano voluto condannare.
Con la beatificazione di Teresa Benedetta della Croce, la Chiesa ha voluto onorare una “figlia d’Israele”, che durante le persecuzioni naziste è rimasta unita con fede e amore al Signore. San Giovanni Paolo II ha ritenuto opportuno dichiararla santa e venne canonizzata nel La dichiarò “compatrona” d’Europa.