a SCUOLA con LINUX e la Lavagna Multimediale IC. PAGANELLI Scuola Primaria Bauer Scuola Primaria Lincoln Scuola Primaria Sardegna Note by Carlo Crippa
LABORATORIO BAUER Come è oggi
Come era prima
Dopo un anno di sperimentazione del software Fuss e di utilizzo sistematico del laboratorio di informatica possiamo trarre alcune considerazioni . Avere un laboratorio con installato il medesimo software offre l’occasione di supportare e integrare le attività curricolari. Il software didattico ha permesso lo svolgimento di attività individuali, per coppie di aiuto e modeling tra pari L’accesso ad internet dalle aule costituisce una finestra sul mondo, un potente strumento didattico.
una distribuzione specifica per la scuola sia Primaria che Secondaria di 1° Grado.
dell’utilizzo del software libero nella scuola in Italia” “L’analisi dei numeri coinvolti ha portato molti osservatori del settore a ritenere FUSS come uno dei progetti di maggior importanza a livello europeo, oltre che a considerarlo come un’iniziativa senza precedenti nel suo genere, soprattutto per la sua organizzazione e struttura in termini di elevato coinvolgimento degli insegnanti sotto il profilo partecipativo e della formazione tecnologica, che “segna un’evoluzione nei processi e nella storia dell’utilizzo del software libero nella scuola in Italia”
• La modularità: la distribuzione FUSS Soledad può essere assemblata e scomposta per adeguarsi ai diversi ordini di scuola e ambiti formativi. • L’indipendenza: la distribuzione è stata progettata per essere gestita in maniera autonoma dalle scuole e dal personale scolastico. • L’adattabilità, ovvero la capacità di evolversi nel tempo ed adeguarsi alle necessità in continua variazione della didattica. • La replicabilità: i risultati ed il materiale prodotti possono essere impiegati in qualsiasi contesto didattico, di qualunque ordine anche al di fuori della Provincia altoatesina
dalla Circolare sull’adozione libri di testo …Per le prime tre classi della scuola primaria, le istituzioni scolastiche valuteranno l'opportunità e la praticabilità della progressiva introduzione di libri di testo in versione on line o mista. A tale proposito, è opportuno considerare che - come sottolineano autorevoli studi - il rapporto con la realtà e l'approccio alla conoscenza dei cosiddetti "nativi digitali", ovvero i nostri piccoli e grandi studenti, sono ormai significativamente diversi da quelli dei "figli di Gutenberg".
Nativi digitali
L’espressione digital natives, letteralmente “nativi digitali”, è stata coniata da Marc Prensky, scrittore statunitense e ideatore di videogiochi didattici, per riferirsi alle generazioni nate dopo l’avvento delle tecnologie digitali. Secondo Prensky, i “nativi digitali” si destreggiano con naturalezza tra computer, telefoni cellulari e Internet e padroneggiano i nuovi linguaggi della comunicazione proprio come una popolazione indigena nel suo ambiente originario: raccolgono informazioni da molte fonti differenti e le elaborano rapidamente, prediligendo i video e le immagini alla fruizione dei testi e organizzando la conoscenza in connessioni reticolari anziché in sequenza.
Digitals Immigrants
In opposizione ai digital natives, Prensky definisce digital immigrants (immigranti digitali), le generazioni che hanno appreso in età adulta a utilizzare le tecnologie digitali. Gli immigranti, abituati a lavorare su carta e non sullo schermo, adattano i loro comportamenti acquisiti al nuovo ambiente digitale: ad esempio stampano documenti digitati al computer per revisionarli oppure telefonano al destinatario di una mail per avere conferma della ricezione. La generazione degli immigranti preferisce avere poche fonti di informazione selezionate, da elaborare in sequenza, e privilegia il testo scritto utilizzando immagini e video solo come complemento.
Secondo Prensky, la tecnologia digitale ha prodotto una forte discontinuità, un gap generazionale che non è circoscritto solo al gergo o alle mode, ma riguarda i processi di pensiero e di elaborazione dell’informazione. In ambito educativo, le differenze tra digital natives e immigrants rappresentano un problema da risolvere: gli insegnanti, in grande maggioranza “immigranti”, hanno difficoltà a comunicare con gli studenti, a riconoscere e comprendere comportamenti e processi cognitivi nuovi e applicano, nella didattica e nella valutazione, criteri tradizionali che non prendono in considerazione le abilità necessarie per vivere in un “mondo digitale”.
In The New Millenium Learner: Challenging our Views on ICT and Learning, pubblicato nel 2006, l'OCSE definisce New Millennium Learners la generazione di studenti nati a partire dagli anni '80 e cresciuti in ambiente popolato da media digitali. I “millenials” prediligono l'accesso ai contenuti in formato elettronico, sono abituati a comunicare sempre e dovunque tramite computer e cellulari, apprendono meglio attraverso le immagini ed elaborano le informazioni secondo processi non lineari. Questa generazione che usa creativamente le tecnologie e ha sviluppato abilità di multitasking, ovvero è capace di pensare e fare molte cose allo stesso tempo, rappresenta una sfida per i sistemi educativi ancora oggi basati prevalentemente sul testo scritto e su una rigida organizzazione di contesti formali. Ripensare la scuola per i millennials, secondo l'OCSE, implica una integrazione maggiore delle tecnologie digitali nell'ambiente di apprendimento in favore delle aspettative e delle abilità cognitive delle giovani generazioni.
Per i digital immigrants: – Lingua digitale = L2 (spesso appresa da grandi) Per i digital natives: – Lingua digitale = L1 (ma “naturalmente” bilingui)
Statistiche • Più di 9 giovani europei su 10 dichiarano di utilizzare gli strumenti di ricerca molto frequentemente • La posta elettronica è utilizzata dal 69% di loro • 7 giovani su 10 usano programmi di messaggeria istantanea • 60% dei giovani dichiara di scaricare materiali (soprattutto musica) dalla Rete • 67% ascolta musica o la radio in Internet • 18% dichiara di avere un blog; 18% un sito Web • 95% degli adolescenti europei ha un cellulare personale • Lo utilizzano più come strumento per scrivere messaggi (79%) che per telefonare (65%). • Comunicano soprattutto con i loro amici
Notizie tratte da: www.slideshare.net www.scuola-digitale.it www.scuoladigitale.cefriel.it http://www.nova-multimedia.it/webTV/ Convegno: Nati digitali Digital media, dal consumo all’intervento educativo –Rivoltella Digital Kids, una razza in via di apparizione – Ferri www. dschola.it /
Segnalati al concorso nazionale il Sognalibro 2009 Premio Andersen Opera di: Dylan Limay Licia Sgarella Classe 2^A scuola Bauer Cinisello Balsamo