Uso dei licheni nel biomonitoraggio ambientale

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Autore della presentazione: Mattia Belotti 1’B 30/05/16
Transcript della presentazione:

Uso dei licheni nel biomonitoraggio ambientale Area di Progetto classe 4°E I.T.I.P. E. Fermi di Modena: Luca Binotti; Andrea Corradini; Francesco Marchigiani; Luca Merighi

La valutazione dell’inquinamento ambientale può essere eseguita mediante la ricerca degli inquinanti noti, oppure mediante la valutazione degli effetti prodotti su organismi che vivono nell’ambiente studiato, come i licheni.

Che cosa sono i licheni? Sono associazioni simbiotiche tra un fungo ed un’alga. L’alga svolge la fotosintesi producendo zuccheri che in parte vengono ceduti al fungo; il fungo assorbe efficacemente l’acqua e i sali minerali fornendoli in parte all’alga. Questo permette loro di vivere in ambienti o situazioni climatiche sfavorevoli.

Perché i licheni? I licheni possiedono alcune caratteristiche che li rendono adatti all’impiego come bioindicatori: i licheni assorbono gas e materiali vari, comprese le sostanze inquinanti; risultano particolarmente resistenti agli stress ambientali; sono diffusi ovunque, hanno un lento accrescimento e grande longevità. La presenza di sostanze inquinanti riduce il numero di specie nello spazio e nel tempo.

Come si presentano? Lichene crostoso Lichene foglioso Lichene fruticoso

Dove li cerchiamo? I licheni si trovano ovunque, ma soprattutto sulla corteccia di alberi a pH subacido come i tigli, la querce e gli aceri; la nostra scelta è caduta sui tigli perché sono presenti in numero elevato nei parchi e nelle vie di Modena. Non tutti i tigli possono essere utilizzati, ma soltanto quelli eretti (a<10°), con circonferenza di almeno 60 cm e che non presentino danneggiamenti o copertura di muschio superiore al 30%, nella porzione esaminata.

Retino per i rilievi Il retino va posizionato verticalmente con la base a 100 cm dal suolo e le 4 parti che lo compongono devono essere orientate verso i 4 punti cardinali.

Come si rilevano i licheni per il biomonitoraggio ambientale? Il territorio comunale di Modena è stato suddiviso, attraverso un reticolo con maglie di 2 km, in 68 unità primarie di campionamento.

Ciascuna unità primaria è stata suddivisa in 4 unità secondarie, con il lato di 1 km, all’interno di ciascuna delle quali sono stati eseguiti i rilievi su 3 tigli.

Cos’è l’IBL? L’IBL è un indice legato alla frequenza delle diverse specie di licheni presenti all’interno dei retini di campionamento. Per uno stesso punto cardinale si conta la frequenza per ogni singola specie di lichene; si sommano le diverse frequenze per tutte le specie di licheni trovate; si ripete l’operazione per i tre alberi in esame; si calcola la media delle frequenze per il singolo punto cardinale; si ripete il procedimento per gli altri tre punti cardinali e si sommano le frequenze medie così ottenute.

A cosa serve l’IBL? Questo indice può essere messo in relazione con il diverso grado di alterazione/natu- ralità dell’ambiente.

Stato attuale I rilievi sono attualmente in corso e sono condotti da studenti delle classi 4°D e 4°E dell’I.T.I.P. E. Fermi e da studenti dell’I.T.G. G. Guarini: la zona esaminata è l’area della città di Modena.

Sviluppi futuri Al termine delle misure costruiremo una mappa del livello di inquinamento nella città di Modena, in collaborazione con tecnici della sezione modenese dell’agenzia ARPA