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10.00 Lettera 240 Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.
12.00 Lettera 119 Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.
10.00 Lettera 142 Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.
25.00 Lettera 264 Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.
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18.00 Lettera 165 Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.
12.00 Lettera 322 Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.
Transcript della presentazione:

19.00

Lettera 360

Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce

Carissima figliuola in Cristo dolce Gesù. Io Catarina, serva e schiava dei servi di Gesù Cristo, scrivo a te nel prezioso sangue suo; con desiderio di vederti spogliato il cuore e l'affetto tuo del mondo e di te medesima; però che in altro modo non ti potresti vestire di Cristo crocifisso: perché il mondo e Dio non hanno conformità insieme.

L'affetto disordinato del mondo ama la superbia, e Dio l'umiltà: ed egli cerca onore, stato e grandezza; e Cristo benedetto li dispregiò, abbracciando le vergogne, gli scherni e villanie, fame e sete, freddo e caldo, fino alla obbrobriosa morte della Croce; e con essa morte rese l'onore al Padre, e noi fummo restituiti a Grazia.

Egli cerca di piacere alle creature, non curando di dispiacere al Creatore; e Cristo non cercò mai se non di compire lobbedienza del Padre eterno per la nostra salute.

Egli abbracciò e si vestì della povertà volontaria; e il mondo cerca le grandi ricchezze.

Bene è dunque differente l'uno dall'altro: e però di necessità è, che se il cuore è spogliato di Dio, sia pieno del mondo: e se egli è spogliato del mondo, sia pieno di Dio. Così disse il nostro Salvatore: «Nessuno può servire a due signori. Ché, se serve all'uno, è in contento all'altro».

Dobbiamo dunque con grande sollecitudine levare il cuore e l'affetto da questo tiranno del mondo, e porlo tutto libero e schietto, e senza verun mezzo, in Dio: non doppio, né amore fatto furtivamente; però chegli è il dolce Dio nostro che tiene l'occhio suo sopra di noi, e vede l'occulto segreto del cuore.

Troppo è grande semplicità e mattezza la nostra. Perché noi vediamo che Dio ci vede, ed è giusto giudice, che ogni colpa punisce, e ogni bene remunera; e noi stiamo come accecati, senza nessun timore, aspettando quel tempo che noi non abbiamo, né siamo sicuri di avere.

Ma sempre ci andiamo attaccando; e se Dio ci taglia un ramo, e noi ne pigliamo un altro: e più ci curiamo di queste cose transitorie che passano come il vento, di non perderle, e delle creature, che noi non ci curiamo di perdere Dio.

Tutto questo avviene per il disordinato amore che noi ci abbiamo posto: onde, tenendole e possedendole fuori della volontà di Dio, in questa vita ne gustiamo l'arra dell'inferno.

Perché Dio ha permesso che chi disordinatamente ama, sia incomportabile a sé medesimo.

E sempre ha guerra nell'anima e nel corpo; perché pena porta di quello che ha, per timore che ha di non perderlo; e per conservarlo che non gli venga meno, saffatica il dì e la notte: e pena porta di quello che non ha, perché appetisce d'averlo; e non avendolo, n'ha pena.

E così l'anima mai non si quieta in quelle cose del mondo; perché sono tutte meno di sé.

Elle sono fatte per noi, e no noi per loro; e noi siamo fatti per Dio, acciò che gustiamo il suo sommo ed eterno bene.

Solo adunque Dio la può saziare. In lui si pacifica, in lui si riposa; però ch ella non può desiderare né volere nessuna cosa che ella non trovi in Dio; trovandola, non le manca che non trovi la sapienza a saperglieli dare, e la volontà a volerglieli dare.

E noi lo proviamo: perché non tanto che egli ci dia domandandolo, ma egli ce lo diede prima che noi fossimo; però che, non pregandolo mai, ci creò alla immagine e similitudine sua, e ci ricreò a Grazia nel sangue del suo Figliuolo.

Sì che, l'anima si pacifica in lui, e non in altro: però chegli è colui che è somma ricchezza, somma sapienza, e somma bontà, e somma bellezza.

Egli è un bene inestimabile; però che nessuno è che possa estimare la bontà e grandezza e diletto suo; ma esso medesimo si comprende e si stima. Sicché egli può, sa e vuole saziare e compire i santi desideri di chi si vuole spogliare del mondo, e vestirsi di lui.

Adunque non voglio che noi dormiamo più, carissima figliuola; ma destiamoci dal sonno, perché il tempo nostro s'approssima verso la morte continuamente.

Le cose transitorie e temporali e le creature voglio che tenga per uso, amandole e tenendole come cose prestate, e non come cosa tua propria. Questo farai traendone l'affetto; e altrimenti, no. E trarre se ne conviene, se vogliamo partecipare il frutto del sangue di Cristo crocifisso.

Onde, considerando me che altra via non c'è, dissi che io desideravo di vedere il cuore e l'affetto tuo spogliato del mondo.

Adunque, carissima figliuola, stàccati in tutto da questi legacci, acciò che tu possa essere vera serva di Cristo crocifisso, e séguiti la volontà dolcissima sua. La quale volontà t'invita alle nozze di vita eterna, perché non vuole altro che la tua santificazione.

Ma attendi, carissima figliuola, che ti conviene essere come quelle vergini prudenti, e non come le matte, che sindugiarono fino alle estremità a fornire le lampade loro, e per lindugiare trovarono poi serrata la porta.

Ma le prudenti e sollecite, perché si erano attenute allinvito dello Sposo, e lo amavano, si provvidero innanzi che il tempo gli venisse meno.

Tu dunque, che devi essere sposa fedele, devi portare la lampada del cuore tuo.

Il quale deve essere propriamente una lampada stretta da piedi, e larga da bocca, cioè stretto nell'affetto del mondo, e largo verso Dio; e dentro l'olio della vera umiltà, e il fuoco dell'ardentissima carità, col lume della santa fede.

E per questo modo troverai aperta la porta, cioè la porta del Cielo, la quale sta serrata alle matte che s'indugiano allestremità della morte, quando il tempo gli è venuto meno.

Aperta la porta, troverai lo Sposo eterno, che ti riceverà in se medesimo; partecipando la bellezza e la bontà sua, la sapienza sua e clemenza, e la sua somma ed eterna ricchezza, che mai lo impoverisce. Egli è cibo che sazia l'anima; e, saziandola, sempre ha fame; ma di lunga è la pena della fame, e il fastidio della sazietà.

Dilettati, figliuola, di abitare in questa dolce patria: il quale diletto riceverai col lume e col fuoco, e coll'olio dellumiltà, come detto è, e coll'umile fedele e continua orazione.

Studia alla vigilia della notte; fuggi le conversazioni, ricovera in cella; taglia il parlare ozioso e vano del ricordo del mondo, acciò che la sua puzza non intossicasse l'anima tua. Macera il corpo tuo col digiuno e con la penitenza: guardati del vestire e del dormire delicatamente, acciò che il cuore tuo non vada a vela per vanità, e la carne non impugni contro lo spirito.

Con un odio santo e perfetta deliberazione che tu voglia Dio in verità, ricalcitra a te medesima; fa' che la ragione impugni continuamente contro la sensualità, e al demonio e al mondo;

Che so che ti daranno grandissime battaglie: ma non temere né venir meno sotto questa disciplina; ma combatti virilmente, confidandoti che, per Cristo crocifisso, ogni cosa potrai.

E per battaglie che ti venissero, non lasciare lesercizio tuo, né venire a confusione; perché nessuna tentazione è colpa se non in quanto la volontà consentisse. Conserva la volontà tua, e legala con la dolce volontà di Dio; e goditi di stare in Croce con lo sposo tuo.

Non ti dilettare in altro che nella Croce di Cristo crocifisso, seguendolo per la via delle pene e degli obbrobri, scherni e villanie. Empiti la memoria del ricordo del sangue; nel quale sangue ogni cosa amara diventa dolce, e ogni grande peso leggero; e non è nessuna cosa sì grave, né sì grande tribolazione, che non si porti.

Mi pare che n'abbi bisogno di avere così fatta memoria, sì perché sei entrata nel campo della battaglia, e sì per la tribolazione che hai ricevuta per la morte del tuo fratello; della quale morte devi avere allegrezza, e non amaritudine, però chegli ha compito il corso suo, ed è stato la vita dell'anima tua.

Dunque del tuo bene e del suo non ti devi dolere, ma rendere gloria e lode al nome di Dio. Lascia i morti seppellire ai morti, e tu segui Cristo crocifisso. Non dico più qui.

Del desiderio tuo, il quale ho inteso che hai, d'essere vera religiosa, il quale ho molto caro, cioè, che tu sappi e voglia dare dei calci al mondo, col giogo della santa obbedienza, ho risposto a Neri dei modi i quali mi pare che tu abbia tenere. Egli dunque te ne informerà.

Delibera tu, in tutto, in te medesima di volere essere vera serva di Cristo crocifisso.

Altro non ti dico. Permani nella santa e dolce dilezione di Dio.

Fa' che tu usi spesso la santa confessione; e ritrovati alcuna volta con le serve di Dio.