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3-11 dicembre 2011 di P. Pierangelo Casella
Galilea Ein Karem Palestina LA VISITA DI MARIA AD ELISABETTA Nazaret Giudea
Magnificat anima mea Domimum et exultavit salutari meo Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo spiritus meus in Deo Gesù
Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Luca 1,42-43
Maria conosce dallangelo che la cugina Elisabetta è al sesto mese di gravidanza, lei che era sterile è stata visitata da Dio che le concede la grazia della maternità. Sorprende come la grazia di Dio si moltiplica in chi la accoglie. Difatti la grazia della maternità di Maria nella sua verginità, la spinge a soccorrere chi è diventata madre ormai in età avanzata e nella sterilità.
Che cosa meditava Maria nel suo cuore lungo la strada che la portava da Nazaret a Ein Karem dalla cugina Elisabetta se non la misericordia che Dio aveva usato alla loro povertà e piccolezza?
E come aveva visitato il suo popolo portando a compimento i tempi della sua venuta? La gioia di Maria di portare in grembo la speranza di Israele, rende il cuore di Elisabetta esultante nel riconoscere la presenza del Signore stesso nella maternità di Maria.
Certamente il Verbo che si è fatto carne nel grembo di Maria, rende il saluto di Maria gravido della potenza dello Spirito Santo per cui Elisabetta può conoscere quanto Dio ha operato in Maria e accogliere in lei la visita stessa di Dio.
Non è forse la presenza di Gesù a donare lo Spirito senza misura per cui Elisabetta può percepire quanto Dio sta operando perché tutti gli uomini giungano alla salvezza e in particolare cogliere come concretamente la sua grazia rinnovi le persone secondo la misura del dono di Dio.
O Maria, il tuo viaggio verso la montagna a casa di Elisabetta è un cammino di grazia perché ogni gesto damore è sempre un portare colui che è lamore stesso: Gesù. O Maria, il tuo viaggio verso la montagna a casa di Elisabetta è un cammino di grazia perché ogni gesto damore è sempre un portare colui che è lamore stesso: Gesù.
La riconoscenza per il frutto del tuo grembo che ti muove al servizio verso chi è in necessità, rende manifesta anche sulle labbra di Elisabetta la benedizione di Dio che ha già effuso su quanti lo temono. La riconoscenza per il frutto del tuo grembo che ti muove al servizio verso chi è in necessità, rende manifesta anche sulle labbra di Elisabetta la benedizione di Dio che ha già effuso su quanti lo temono.
O Maria vieni a visitarci e portaci sempre il tuo figlio Gesù, perché anche il nostro cuore percepisca la sua presenza e i nostri occhi vedano i frutti della sua grazia, O Maria vieni a visitarci e portaci sempre il tuo figlio Gesù, perché anche il nostro cuore percepisca la sua presenza e i nostri occhi vedano i frutti della sua grazia,
così che le nostre labbra, mosse dallo Spirito, siano capaci di benedire sempre il Signore con tutte le creature che a lui obbediscono. così che le nostre labbra, mosse dallo Spirito, siano capaci di benedire sempre il Signore con tutte le creature che a lui obbediscono.