Montale La cifra dell’atteggiamento artistico di M è quella di non attribuire valore assoluto alla poesia: egli scrive «da povero diavolo e non da uomo di lettere». L’arte non gli pare la via per attingere al valore della vita, ma “la forma di chi non vive”. Nasce a Genova nel 1896 da una famiglia agiata; il padre, imprenditore, fece costruire una villa presso La Spezia.
Montale Per motivi di salute, compie studi irregolari; 1922 pubblicò in rivista “Accordi” 1925 Ossi di seppia 1925 firmò il manifesto antifascista di Croce 1926 scrive Omaggio a Italo Svevo 1927 lavora presso la Bemporad di Firenze Conosce Duilia Tanzi che sposerà nel 1962
Montale 1929 è nominato direttore del gabinetto scientifico-letterario Vieusseux-, pubblica su varie riviste; è animatore di «Solaria» 1934 per motivi politici è esonerato dall’incarico 1939 pubblica Le occasioni 1943 pubblicò Finisterre in Svizzera Nel dopoguerra fondò «Il mondo»
Montale 1948 inizia a collaborare a il “Corriere della sera” 1956 La bufera e altro 1971 Satura M è in una prospettiva europea; rifiuta i legami con le avanguardie ma anche i il ritorno all’ordine degli intellettuali della “Ronda” La sua apertura è connessa agli studi irregolari, non segue una scuola; fu traduttore di Yeats, Eliot
montale Fu dunque attento nei confronti di autori e testi stranieri. La sua poesia era voce di una cultura e di una tradizione laica razionale, disposta a conoscere il presente. 1975, nel discorso per il Nobel E’ ancora possibile la poesia, parla di un mondo internazionale con “i lividi connotati della disperazione” perché tutto è deperibile, destinato al consumo, materiale da gettare
La poetica di m parte da una volontà di autocoscienza della poesia, dal proposito di comprendere i suoi limiti e la sua condizione nel contesto della società contemporanea. Nel mondo c’è una saturazione della parola e della tradizione poetica: la poesia è minacciata non solo dalla consunzione del linguaggio quanto dal suo moltiplicarsi per la quantità di parole che percorrono la terra.
A questa situazione M risponde con una poesia non realistica, non romantica, non decadente ma metafisica, una poesia che trova in se stessa la propria materia e che non rinuncia alla ragione ma nasce dal cozzo della ragione contro qualcosa che non è ragione. È una poesia che si confronta con la propria possibile fonte, che cerca di trarre alla luce un difficile valore umano e civile, facendo parlare gli oggetti
Degli oggetti cattura tutta la densità e la concretezza , non per rappresentare direttamente la realtà ma per rivelare il suo significato interno. Questa nozione si realizza negli Ossi e nelle Occasioni, in cui emerge una poetica dell’oggetto, che parte da un’occasione interna, da una spinta intellettuale o sentimentale, esprimendola non direttamente
ma attraverso gli oggetti. Questo concetto cambia in la Bufera e Satura, dove M. arriva ad un linguaggio colloquiale. Quando fu definita, questa poetica era in corrispondenza con la teoria del correlativo oggettivo formulata da Eliot. In realtà in Italia Gozzano si era occupato di questo tema Forme e motivi arrivano a M dal passato, ma usa lingua e temi
degli autori della tradizione con una tensione critica e storica, salvaguardando così il loro valore autonomo. Il linguaggio della tradizione si sovrappone al linguaggio quotidiano, ne viene fuori una lingua perfetta concentrata moderna densa e classica. Tra gli italiani cui guarda vi sono Leop, Pet, Dante
M. lavora sulle varianti, che attestano le sue incertezze M. lavora sulle varianti, che attestano le sue incertezze. Esse restano nelle raccolte, legate al momento che rappresentano. C’è una continuità tematica tra le raccolte
Ossi di seppia: la Liguria scarna è descritta soprattutto in endecasillabi. Usa la lingua colta di Pascoli e D’annunzio ma si avvicina alla concretezza delle cose; non ha un tono aulico, mutua da Gozzano l’abbassamento del linguaggio ad un livello quotidiano, piano.
l La poesia di M si impone subito con Ossi Il paesaggio –marino vegetale e animale, affidato a parole precise, assai vicine alla concretezza delle cose- delle Cinque Terre, battuto dal vento, è lo scenario di una vita che pare sgretolarsi. Si alternano mobilità minacciosa e una minacciosa immobilità;
La voce del poeta è quella di una persona concretamente immersa in questa realtà. Il soggetto tenta di entrare in rapporto con le cose ridotte alla loro essenza più nuda. In questo, si distrugge l’inganno su cui si basa l’apparente normalità. L’equilibrio tra l’io e la realtà si rompe. M insegue tutti i possibili scatti attraverso i quali la realtà priva di senso improvvisamente si disgrega.
Il varco, la maglia rotta nella rete che ci stringe, sembrerebbe una possibilità di fuoriuscita, che sfuma sempre. Solo nell’adolescenza il poeta rintraccia un rapporto di equilibrio tra l’io e la natura. Il poeta è un fanciullo invecchiato, animato da una triste saggezza che non vuole restare chiusa in se stessa ma cerca un destinatario.
Questo destinatario può seguire i segni che lo portino al varco per accedere ad un’altra dimensione. Nessuna immagine permette però di raggiungere la salvezza. Una possibilità di salvezza è quando ci si può immergere nella forza del primigenio, della natura. Ogni squarcio verso una dimensione più autentica finisce con l’accrescere la solitudine
dell’io. Le Occasioni è una raccolta di 50 poesie apparsa nel 1939, cui ne sono state aggiunte altre 4 nell’edizione del ‘40. La riflessione esistenziale proposta in Ossi è meno esplicita, la parola poetica si allontana dal suo carattere problematico e si concentra tutta sugli oggetti.
Le occasioni sembrano voler trasmettere –attraverso un’assoluta densità fonica, lessicale, sintattica- un messaggio poco decifrabile. In quest’esperienza M si avvicina all’ermetismo. È una poesia nitida, netta, lontana da sfumature e dal ricorso all’analogia. Gli oggetti, le persone sono invece cariche di tensione mentale, sentimentale, razionale.
C’è una tensione verso le figure femminili, eterni femminini perduti o irraggiungibili. La poesia è ossessionata dal persistere e modificarsi dallo svanire delle immagini che di cose/persone/situazioni che non sono più, passate o distanti, larve, fantasmi, ricordi 1930- La casa dei… è scritta in ricordo di una giovane villeggiante morta in tenera età;la memoria è tutta al negativo
nella sua impossibilità di agire sulla donna morta, dalla cui condizione è esclusa la possibilità del ricordo. La casa stessa non è mai stata vista dalla ragazza; la casa è stata distrutta quando il poeta era bambino. Nelle O la figura femminile è carica di valenze salvifiche, riscatta il poeta dalla mediocrità del presente, dal precipitare della storia verso la rovina.
È invocata una donna angelo, emanazione di una divinità sconosciuta e assente. Evidente è il riferimento allo Stil novo e a Petrarca.