In ogni religione si assolutizza qualcosa che assolutamente non è assoluto; in particolare i templi, che perdono la funzione di luoghi di incontro con Dio e con i credenti per divenire luoghi controllati da religiosi che vivono su loro. Per i suoi seguaci solo Gesù è l’Assoluto, ed Egli non considerò assoluti né il tempio né la Legge né le tradizioni vuote. Per Gesù i veri assoluti sono suo Padre, Dio, e tutti gli uomini, assieme a quanto li fa liberi e felici; per questo ci presenta un progetto di libertà e di beatitudine, un progetto che ricomincia ogni volta. Per questo, tutti i nostri progetti devono avere principio in Gesù e devono tendere a Lui. Così i nostri giorni, le settimane, i mesi, gli anni, le epoche devono trascorrere con questo criterio: partire da un inconro con Gesù e il suo progetto per calibrare i nostri, e non dare niente per concluso fino a quando si è giunti all’incontro definitivo con Lui. Franch A. Testo: Luca 21,5-19 / 33 Tempo Ordinario –C- Commenti e presentazione: M. Asun Gutiérrez Cabriada. Musica: Grieg. La mattinata.
Il tempio, principale luogo sacro del giudaismo, era diventato luogo di separazione e di divisione. La stessa separazione degli spazi dava luogo a discriminazioni, segnate con limiti di accesso e proibizioni: i pagani non potevano andare oltre l’ “atrio dei gentili”; le donne non potevano superare l’ “atrio delle donne”; solo i maschi giudei potevano entrare nell’ “atrio degli israeliti”, eccetto quanti avevano difetti fisici; solo i sacerdoti potevano entrare nell’ “atrio dei sacerdoti” - il santo -; solo il Sommo Sacerdote poteva entrare una volta all’anno nel “Santo dei Santi”. Così, la “vicinanza di Dio” dava separazione invece che incontro. Ormai, il tempio si era trasformato in una inesauribile fonte di guadagno. Grazie ai pellegrini che giungevano al tempio, Gerusalemme era divenuta una città ricca, in forte contrasto con la campagna povera di Giudea e di Galilea. Così il tempio di Gerusalemme manifestava la divisione tra la città e la campagna, tra sacerdoti e laici, tra uomini e donne, tra puri e impuri, tra giudei e gentili. Era una divisione economica, religiosa, sessista, morale e etnica. Era una divisione visibile nel tempio e fuori dal tempio. Tempio di Grrusalemme, nel 66 dC
Gesù predice la rovina del tempio a chi si estasia della sua bellezza e grandezza. Gesù non applaude a chi si dedica a lodare la bellezza delle pietre e la ricchezza del tempio. Per Gesù la distruzione del tempio segna la fine della antica alleanza, il crollo di un concetto legalista di religione, una cultura farisea. Ci invita a riflettere sui costumi e sulle abitudini, nella nostra vita personale e comunitaria, che si devono dare per finiti al fine di cominciare qualcosa di nuovo. L’umanità nuova e la nuova creazione è il grande tempio di Dio. Ogni uomo e ogni possibilità di comunione e incontro è il vero tempio dello Spirito di Gesù. Lc 21, 5-19 In quel tempo, mentre alcuni parlavano della bellezza del tempio, ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: “Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non resterà pietra su pietra: Tutto sarà distrutto.”
“Essi gli chiesero: "Maestro, quando avverrà questo “Essi gli chiesero: "Maestro, quando avverrà questo? quale sarà il segno che stanno per accadere?” Rispose: “Non lasciatevi ingannare. Perché molti verranno nel mio nome, dicendo: “Sono Io", o: “Il tempo è vicino”; non seguiteli. E quando udrete parlare di guerre o di rivolte, non spaventatevi, infatti è necessario che prima avvengano queste cose, ma la fine non avverrà subito. Luca adopera un linguaggio apocalittico, proprio del suo tempo, da non prendere alla lettera. L’importante non è sapere “quando" e "come" accadrà quanto affermato. Gesù ci invita a guardare più avanti, a percorrere la via che ci porta alla gioia vera, costruendo un mondo più umano, più cristiano. La fine dei tempi non è imminente. Ma è importante e sicura . Guardare al domani non è dimenticare l’oggi, ma viverlo con impegno maggiore, con più forza, fiducia, entusiasmo e speranza attiva e serena.
Poi disse loro: “Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno, vi saranno grandi terremoti, e in molti paesi epidemie e fame. Ci saranno fatti terribili e grandi segni nel cielo. Ma prima di tutto vi metteranno le mani addosso, vi perseguiteranno consegnandovi a sinagoghe e prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, per causa mia. Avrete così occasione di testimoniare. Proponetevi di non preparare la vostra difesa, perché Io vi darò parole e sapienza alle quali i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi persino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi, e tutti vi odieranno a causa del mio nome. Na neppure un capello del vostro capo si perderà; con la vostra perseveranza salverete la vostra vita." Non si tratta di una descrizione angosciosa, ma piena di speranza. Noi che camminiamo in questo mondo, tra problemi e conflitti, sappiamo che il nostro destino e quello dell’umanità è posto nelle mani e nel cuore del Padre ed è un destino di pienezza e gioia. La nostra vittoria è sicura. Il nostro Futuro è già in noi, nella via che costruiamo quotidianamente. Gesù è l’esempio vivo del nostro modo di vivere.
TU Tu conosci il mio cuore, Tu sai quanto è necessario compiere in esso. Fallo a modo tuo. Attirami a Te, Dio mio. Riempimi di puro amore per Te. Non permettere che mi allontani mai dalla via del tuo amore. Mostramela chiaramente. La pongo tutta nelle tue mani. Non avrò paura di nulla, perché starò sempre con Te e mai più ti lascerò né mai più mi lascerai. Thomas Merton