L’uomo nella Scrittura

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Transcript della presentazione:

L’uomo nella Scrittura L’antropologia biblica

Le parole della Bibbia BASAR significa la carne di ogni vivente, sia uomo che animale. In questo senso rimanda al corpo, cioè alla componente biologica NEFES significa respirazione, alito. Di qui il senso di “principio vitale”. Infine NEFES indica l’essere vivente in genere e, più specificatamente, l’uomo. In realtà NEFES ha sempre un coefficiente di corporeità, quindi sia esso che BASAR sono impiegati per indicare l’uomo completo. Dunque non due aspetti diversi e separati. Insomma l’uomo è una unità psicosomatica, corpo animato e/o anima incarnata

3° parola = RUAH Indica lo “spirito” di Dio Non è NEFES, cioè alito immanente ad ogni essere che ha vita, ma forza creatrice o dono di Dio. L’uomo allora non è solo BASAR-NEFES, ma anche RUAH. Non è entità chiusa o relazionata solo orizzontalmente agli altri esseri viventi, ma essere capace di “sostenere un rapporto dinamico con Dio”. Infondendo il RUAH nell’uomo, Dio lo apre alla relazione con Lui.

Uomo in AT L’uomo è unità psicosomatica dinamica e multiforme L’uomo è e si dà in una triplice relazione: quella necessaria con il mondo e gli altri esseri viventi (con i quali condivide l’essere carne animata da alito di vita NEFES)… con il suo simile, che è quasi prolungamento della sua stessa BASAR… e con Dio che lo ha creato e che lo ha reso capace di oltrepassare la limitatezza della sua condizione finita dandogli la RUAH

La narrazione jahvista origine del male nel mondo Gn 2,4b-25;

Il giardino dell’Eden L’uomo lo lavora e custodisce Non ozio contemplativo greco Cura = premura responsabile Affido terra ad uomo = affido minore ad adulto

Vv 16-20: il comandamento Carattere di libertà: uomo non automa ma soggetto che deve rispondere a Dio Uomo libero è in relazione con ciò che è sotto di sé (il mondo)… Con Colui che sta al di sopra di sé Con qualcuno che non è né al di sopra né al di sotto di lui ma come lui, non copia o replica, ma tu adeguato, la donna. Riconoscendo questo tu umano, l’io di Adamo ha per la prima volta la possibilità di autoconoscersi ed accogliersi

La narrazione sacerdotale Gn 1,26-2,4a

Tselem-demut Fuori dalla Bibbia l’uomo costruisce degli dei a sua immagine Nella Bibbia è Dio che costruisce l’uomo a immagine propria Non c’è formulazione più alta della dignità umana

Volendo riassumere… L’uomo è creatura di Dio e da Lui dipende Questa relazione di dipendenza costituisce il fondamento della sua superiorità sul resto della creazione In relazione con Dio ed il mondo, l’uomo è anche in relazione con il “tu” dell’altro uomo, cioè è essere sociale. Anzi è veramente sé stesso se incontra e riconosce nella sua alterità l’altro essere umano: la donna e la società. L’uomo è una “unità duale”. Non c’è nessun dualismo, nessun disprezzo per la materia, nessuna idea che la dignità e la grandezza dell’uomo sia solo nella sua parte spirituale. La Scrittura non intende in alcun modo dare delle indicazioni o informazioni sugli aspetti scientifici dell’origine dell’uomo.

L’orizzonte dell’agape Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: "Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi". Allora i giusti gli risponderanno: "Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti?" Rispondendo, il re dirà loro: "In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me".

Gli “ultimi” immagine di Dio

Lo sviluppo neotestamentario Cristo è la vera immagine di Dio Adamo è solo un abbozzo Uomo è dunque creatura voluta da Dio per vivere come figlio di Dio, secondo la forma del Figlio Uomo immagine di Dio se riproduce in sé stesso l’immagine di Cristo

Il concetto di Persona La bibbia non possiede il termine persona Come già visto però l’uomo è descritto in termini costitutivamente relazionali (dipendenza da Dio, uguaglianza di fronte al tu umano,superiorità di fronte al mondo) Il concetto cristiano e moderno di persona, ad indicare la natura e la specificità di ogni individuo dentro una natura umana condivisa, non lo troviamo nemmeno nella cultura greca. Qui si preferiscono le categorie di: Essenza (ousia) Sostanza (hypostasis) Natura (physis)

Sviluppo teologico Nella tradizione cristiana il termine persona si fa strada in ambiente teologico e non filosofico Nel III° sec in occasione delle discussioni sul Mistero della Trinità L’esigenza era quella di distinguere in Dio “natura” divina e “persone” divine evitando ogni forma di “modalismo” Progressivamente si chiarisce che ciò che è Dio (la natura divina) si realizza in 3 soggetti diversi senza che si moltiplichi la natura che rimane unica La natura garantisce appartenenza (e dunque divinità) ma è la relazione che determina l’identità di ciascuno Questa natura relazionale costituisce il Padre che si dona, il Figlio nel suo procedere dall’autodonazione del Padre e lo Spirito come reciproca autodonazione del Padre e del Figlio

Dio è Persona Dio personale = volontà, Azione libera e consapevole nel creato Amore per creature Deismo, Panteismo, ma anche Animismo e Divino classico = Dio impersonale

Se dunque la natura accomuna, la relazione permette la distinzione personale e quindi la persona consiste nella relazione Cioè ognuno è persona in virtù della distinzione dall’altro da sé che avviene solo con la relazione con questo altro da sé. La Persona è sempre individuo per la sua irripetibilità, ma l’individuo non è sempre persona La relazione non è un accidente, la più debole delle categorie a differenza della sostanza (ousia) come diceva Aristotele, definendo il soggetto individuale che appartiene solo a sé stesso La scelta di Calcedonia di usare persona per designare il mistero dell’unità della Trinità apriva la strada per un impiego in ambito antropologico del termine: Persona = individuo che è sé stesso in quanto totalmente in relazione ad un altro

“Se mai nessuno ci avesse toccato, Saremmo degli infermi. Se mai nessuno ci avesse sorriso o guardato, Saremmo dei ciechi. Se mai nessuno ci avesse parlato, Saremmo dei muti. Se mai nessuno ci avesse amato Noi non saremmo nessuno.”