Il rischio biologico.

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Il rischio biologico

RICHIO BIOLOGICO Rischio connesso con l’esposizione a organismi e microrganismi patogeni e non, colture cellulari, endoparassiti umani presenti nell’ambiente di lavoro a seguito di emissione e/o trattamento e manipolazione

COS’E’ UN AGENTE BIOLOGICO ? “ qualsiasi microrganismo, anche OGM, qualsiasi coltura cellulare o parassita che potrebbe provocare danni alla salute di tipo: - infettivologico ( infezioni, intossicazioni) - allergico - irritativo - cancerogeno

alcune definizioni microbiologia microrganismi studio dei microrganismi microrganismi organismi viventi talmente piccoli da non poter essere visti ad occhio nudo batteri Miceti (microfunghi e lieviti) protozoi alghe parassiti multicellulari virus anche agenti infettivi non viventi prioni

dimensioni dei microrganismi

microrganismi e malattie la maggior parte dei microrganismi sono benefici o innocui meno dell’1% possono provocare malattie (microrganismi patogeni) i microrganismi sono responsabili di circa la metà dei circa 50 milioni di decessi che si verificano nel mondo ogni anno

Presenza di microrganismi patogeni in ambito ospedaliero Rischio biologico per il personale Rischio biologico per il degente “Rischio” come “la probabilità che in presenza di un potenziale fattore di rischio si verifichi un evento indesiderato per la salute” “Rischio biologico” come “la probabilità che, in presenza di un agente biologico, si verifichi un evento indesiderato per la salute”

Il rischio biologico nel degente Le infezioni ospedaliere: Sono infezioni contratte da pazienti ricoverati in ambiente ospedaliero, che non sono né manifeste né in incubazione al momento del ricovero, ma si manifestano durante o dopo il ricovero e da questo sono determinate. ( Boccia A. e coll., 1983)

Il rischio biologico nel personale Infezione occupazionale: Infezione contratta sicuramente sul luogo di lavoro (Corsia ospedaliera, laboratorio, sala incisoria, sala operatoria etc.) o che sia la risultante dell’attività lavorativa stessa, il cui periodo di incubazione sia compatibile con l’intervallo di tempo intercorso tra esposizione all’agente etiologico responsabile e la comparsa della malattia. (Ippolito G. e coll., 1993)

Professioni che espongono al rischio biologico Professioni sanitarie (medici, infermieri, ostetriche, tecnici, farmacisti ecc.) Laboratoristi Lavoratori in contatto con animali (veterinari, agronomi, forestali, pastori, biologi) Lavoratori agricoli Pescatori, cacciatori e simili Addetti all’industria agroalimentare e zootecnica.

Trasmissione degli agenti biologici VIE DI TRASMISSIONE IN LABORATORIO possono essere diverse da quelle normalmente seguite all’esterno sono condizionate dalle grandi quantità di microrganismi che vengono manipolate RISCHIO PIU’ ELEVATO CHE IN ALTRE SITUAZIONI LAVORATIVE O NELLA VITA COMUNE

Trasmissione degli agenti biologici VIE DI TRASMISSIONE IN LABORATORIO INGESTIONE INALAZIONE INOCULAZIONE CONTAMINAZIONE DI CUTE E MUCOSE per schizzi spargimenti per contatto con superfici, oggetti

Principali malattie trasmissibili nel laboratorio dagli animali all’uomo Virus : HBV e herpes cp, M. Marburg p (scimmia), BSE (mucca) c Batteri: salmonellosi, TB, leptospirosi, brucellosi, shigellosi Miceti : dermatofitosi Protozoi: toxoplasmosi Elminti: echinococcosi, e altre infestazioni da vermi come l’anchilostomiasi Antropodi: pulci, zecche C: clinicamente apparente nell’animale P: l’animale è portatore sano

Classi di rischio biologico nei laboratori (Biosicurezza) Gruppo R Prof. R popolaz. Terapia? 1 no no - 2 si no si 3 si si si 4 si si no Esempi: 2: vibrio colera, E.coli, clostridium T. 3: TBC, salmonella typhi, antrace, brucella 4 HIV, epatiti, vaiolo, Ebola, Lassa fever, influenza aviaria ?

Norme di precauzione Precauzione universale per  tutti i contatti - lavaggio delle mani con antisettici dopo ogni esposizione. -uso di barriere (visiere, occhiali, guanti) -sterilizzazione di tutti gli strumenti -smaltimento dei rifiuti Indumenti protettivi secondo: La dimensione dell’agente, La classe (1,2,3,4), La via di penetrazione (orale, cutanea) La possibile dose infettante Misure strutturali come: cappe, doppie porte, filtrazione dell’aria all’uscita, trattamento degli affluenti, differenza di pressione, isolamento del laboratorio, spc. Per classe 3 e 4.

Buone pratiche Laboratorio (BPL) Interventi di contenimento del rischio biologico Ridurre o eliminare l’esposizione a potenziali agenti infettanti: Per gli operatori Altre persone Ambiente esterno

LABORATORI E LIVELLI DI BIOSICUREZZA Laboratori di base- livello biosicurezza 1 per microrganismi di classe 1 Laboratori di base- livello biosicurezza 2 per microrganismi di classe 2 Laboratori di sicurezza- livello biosicurezza 3 per microrganismi di classe 3 Laboratori di massima sicurezza- livello biosicurezza 4 per microrganismi di classe 4 Manuale di Biosicurezza in laboratorio, Vol. 31, 1995 Istituto Superiore della Sanità

Protezione dell’operatore ( Flusso laminare entrante senza ricircolo) Protezione dell’ambiente ( Filtro HEPA) nel sistema di scarico) Nessuna protezione del prodotto ( aria entrante non sterile) Cabina di sicurezza biologica (BSC) – classe I A: ingresso aria B: pannello frontale C: filtro HEPA D: camera posteriore

Alcune professioni ad alto rischio Addetti ai laboratori: registrati 4.000 episodi di cui 4% mortali. Dopo il caso del vaiolo a Londra (1980), misure di prevenzione. Le malattie più frequenti: allergie, dermatofitosi, toxoplasmosi, brucellosi Modalità: aerosol, tagli, morsi di animali

DIMENSIONE DEL PROBLEMA Epidemiologia ITALIA (AMCLI, 1988) importante indagine sulla sicurezza nei laboratori 1.500 questionari 19% Responders (51% Medici e 46% Biologi) 9 casi di tubercolosi 14 casi di epatite 9,3 per mille incidenza epatite nel personale di laboratorio, circa 4 volte quella della popolazione nello stesso tempo (2,3 per mille)

INFEZIONI PER TIPOLOGIA DI LABORATORI (C. H INFEZIONI PER TIPOLOGIA DI LABORATORI (C.H. Collins: laboratory acquired infections. Buttrworth Ed. London 1993) N° casi

VIE DI TRASMISSIONE (C. H. Collins: laboratory acquired infections VIE DI TRASMISSIONE (C.H. Collins: laboratory acquired infections. Buttrworth Ed. London 1993) N° casi