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René Descartes Il filosofo francese del XVII sec. noto come Cartesio si pose questo problema: se un demonio riuscisse a nascondermi il fatto che sono addormentato.

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Presentazione sul tema: "René Descartes Il filosofo francese del XVII sec. noto come Cartesio si pose questo problema: se un demonio riuscisse a nascondermi il fatto che sono addormentato."— Transcript della presentazione:

1 René Descartes Il filosofo francese del XVII sec. noto come Cartesio si pose questo problema: se un demonio riuscisse a nascondermi il fatto che sono addormentato e mi facesse credere che il mio sogno è la realtà, in che modo potrei accorgermi dell’inganno? René Descartes Maurizio Bottoni Il sogno del pittore

2 La domanda A molti questa domanda sembra assurda, perché il senso comune ci induce a credere che gli oggetti della realtà si impongano al nostro cervello, in qualche modo penetrino in noi attraverso i sensi e ci “portino” gli oggetti con tutte le sensazioni che suscitano: forma, colore, movimento, suono, tatto, gusto. Secondo questa teoria, detta realistica, gli oggetti sono così e sarebbero così anche se noi non li percepissimo; la realtà dunque sarebbe indipendente dall’osservatore.

3 La vista Prendendo in esame per semplicità solo il senso della vista, possiamo dire che le teorie sul suo funzionamento sono state molteplici. Alcuni hanno pensato che dagli oggetti si distaccassero impercettibili “scorze”, secondo la terminologia di Leucippo, (filosofo greco) oppure o “spiriti”, come li chiamavano i filosofi medioevali. Viaggiando attraverso l’aria, essi colpivano l’occhio e generavano l’immagine. Il filosofo Leucippo

4 La camera oscura La scoperta della camera oscura, ad opera del fisico arabo Alhazen e dell’italiano Giovan Battista Porta, dimostrò che in una stanza ben chiusa la luce, entrando da un piccolo foro, proietta sulla parete opposta l’immagine capovolta delle immagini esterne. Keplero completò le riflessioni sulla camera oscura mettendo in crisi il principio della teoria realistica: visto che l’occhio funziona come una camera oscura, noi dovremmo vedere le immagini rovesciate. Evidentemente, se le vediamo diritte, è perché il nostro cervello interviene sulle percezioni e raffigura le cose diritte.

5 L’associazionismo Questa concezione risale ai filosofi empiristi anglosassoni come Locke e Hume, per essere poi ripresa nel laboratorio di Wilhem Wundt a Lipsia. Secondo loro quando il cervello riceve informazioni si chiede: qual è l’oggetto? Per rispondere si basa sull’esperienza passata, trovando la percezione che corrisponde a quell’ insieme di sensazioni Esempio: orecchie a punta + occhi grandi + baffi + pelo + coda flessibile + unghie = gatto (se ho già visto gatti in passato)

6 La psicologia della Gestalt
Si è opposta all’associazionismo la psicologia della Gestalt (= forma), secondo la quale il cervello possiede, già formati, fin dalla nascita, criteri e schemi per organizzare il materiale fornito dai sensi. Senza il lavoro mentale di organizzazioni non avremmo percezioni: i dati dei sensi sommati, messi insieme, se non c’è un ordine, una forma, non formano una percezione. Nel corso del ‘700 il filosofo tedesco Immanuel Kant aveva individuato nello spazio e nel tempo le “forme a priori” nelle quali si organizzano i dati sensibili: al di fuori di queste forme non esisterebbe percezione. Due facce o una coppa?


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