Scaricare la presentazione
La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore
1
INFERMIERISTICA AREA CHIRURGICA (Specialistica)
OCULISTICA Maria Grazia Davanzo
2
CAUSE DEL DISTACCO DI RETINA
Separazione dell’epitelio pigmentato delle retina dallo strato sensoriale: 1. Regmatogeno (il più comune) 2. Trazione 3. Essudativo 4. Combinazione regmatogeno e trazione
3
DISTACCO DI RETINA Nel distacco regmatogeno, nella retina sensoriale si sviluppa un foro, o lacerazione, che permette a parte del liquido vitreo di filtrare attraverso la retina sensoriale e di distaccarla dall’epitelio pigmentato della retina.
4
FATTORI DI RISCHIO 1. Miopia grave
2. Afachia dopo intervento di cataratta 3. Traumi 4. Retinopatia proliferativa associata alla neovascolarizzazione diabetica
5
MANIFESTAZIONI CLINICHE
Visione di un’ombra o tendina davanti all’occhio Luci chiare lampeggianti Sensazione di vedere delle onde luminose Assenza di dolore
6
ACCERTAMENTO E VALUTAZIONE DIAGNOSTICA
Oftalmoscopia indiretta: mostra una retina grigiastra od opaca, la retina normale è invece trasparente Lampada a fessura (offre immagini ingrandite della lesione) Gonioscopia a tre specchi (offre immagini ingrandite della lesione)
7
ACCERTAMENTO E VALUTAZIONE DIAGNOSTICA
Nel caso venga evidenziata una rottura retinica il trattamento sarà con laserterapia Nel caso la rottura retinica abbia provocato sollevamento il paziente verrà sottoposto ad intervento chirurgico
8
ASSISTENZA IN LASERTERAPIA
luci abbassate silenzio eventuale telefono con suoneria bassa la porta dell’ambulatorio verrà tenuta chiusa e chi dovesse eventualmente entrare viene pregato di mantenere le stesse condizioni ambientali, Da questo momento sarà nostra cura : luci abbassate, silenzio, eventuale telefono con suoneria bassa, ecc. La porta dell’ambulatorio verrà tenuta chiusa e chi eventualmente dovesse entrare viene pregato di mantenere le stesse condizioni, parlando con il medico solo chiedendogli l’autorizzazione, solo di cose urgenti e comunque sottovoce.
9
Il paziente così preparato è pronto per un eventuale TERAPIA LASER.
Il TRATTAMENTO LASER Il paziente così preparato è pronto per un eventuale TERAPIA LASER. ACCENDIAMO IL LASER già dalla prima mattina per averlo pronto all’occorrenza e controllare che tutto funzioni. Contemporaneamente si accende la LUCE ROSSA ALL’ESTERNO dell’ambulatorio per avvisare chiunque voglia entrare che è In corso un trattamento, quindi di usare gli opportuni accorgimenti (OCCHIALI PROTETTIVI). L’oculista controlla i parametri, inserisce la leva “READY” e inizia il trattamento. TRATTAMENTO LASER Il pz così preparato è pronto anche per un eventuale terapia laser. Di solito noi accendiamo il Laser già dalla prima mattina per averlo pronto all’occorrenza e controllare che tutto funzioni. Contemporaneamente si accende la luce rossa all’esterno dell’ambulatorio per avvisare chiunque voglia entrare che c’è il pericolo di………. E quindi di usare gli opportuni accorgimenti (occhiali protettivi). L’oculista controlla i parametri, inserisce la leva “Ready” e inizia il trattamento.
10
SUPPORTO INFERMIERISTICO
Tiene adeguatamente la testa in posizione per ostacolare un eventuale spostamento riflesso del capo Osserva il pz, che potrebbe avere, specie nei soggetti più giovani, una lipotimia da stimolazione vagale, dovuta alla compressione della lente sul bulbo. Si sistemano e/o si variano i parametri del laser su indicazione dell’oculista, correggendo potenza, eiming beem, posizione del pz, ecc. A fine trattamento, si disinserisce la leva del “Ready”, si lava l’occhio del pz pulendolo anche con una garza bagnata per togliere ogni residuo di gel. In quel momento è fondamentale la presenza dell’infermiera: · Tiene adeguatamente la testa in posizione per ostacolare un eventuale spostamento riflesso del capo · Osserva il pz, che potrebbe avere, specie nei soggetti più giovani, una lipotimia da stimolazione vagale, dovuta alla compressione della lente sul bulbo. Quest’ultimo caso, il più impegnativo, il trattamento è sospeso, il pz viene disteso sul lettino (da noi sempre presente nell’ambulatorio), si libera dagli indumento stretti, si sollevano le gambe, si rilevano PAO e polso radiale, lo si rassicura parlandogli e facendolo parlare in modo tranquillo e, nei casi più gravi si interviene con ogni altra procedura d’urgenza necessaria. Nei pz più anziani con disturbi cronici (ipertesi, diabetici, cardiopatici) si eseguono anche altri controlli successivi come e.c.g. e si accompagnano in Pronto Soccorso per una visita più accurata. · Si sistemano e/o si variano i parametri del laser su indicazione dell’oculista, corregendo potenza, eiming beem, posizione del pz, ecc. · A fine trattamento, si disinserisce la leva del “Ready”, si lava l’occhio del pz pulendolo anche con una garza bagnata per togliere ogni residuo di gel. Si procede al lavaggio e disinfezione della lente con le modalità note…………………… Si asciuga con una salvietta di carta. Si disinfettano con Neoxinal o Amuchina al 5% la mentoniera e l’appoggiafronte della lampada a fessura. Si congeda il paziente dando un nuovo appuntamento, se necessario, dando delucidazioni sull,eventuale terapia o più sermplicemente concludendo le pratiche burocratiche. In caso necessiti di ricovero, dopo ch eil medico lo ha informato e gli ha proposto il “Consenso Informato” viene accompagnato in Segreteria per svolgere le pratiche burocratiche e organizzative necessarie.
11
LAVAGGIO E DISINFEZIONE
Si procede al lavaggio e disinfezione della lente Si disinfettano con Neoxinal o Amuchina al 10% la mentoniera e l’appoggiafronte della lampada a fessura Si procede al lavaggio e disinfezione della lente con le modalità note…………………… Si asciuga con una salvietta di carta. Si disinfettano con Neoxinal o Amuchina al 5% la mentoniera e l’appoggiafronte della lampada a fessura. Si congeda il paziente dando un nuovo appuntamento, se necessario, dando delucidazioni sull,eventuale terapia o più sermplicemente concludendo le pratiche burocratiche. In caso necessiti di ricovero, dopo ch eil medico lo ha informato e gli ha proposto il “Consenso Informato” viene accompagnato in Segreteria per svolgere le pratiche burocratiche e organizzative necessarie.
12
DI RICOVERO PER INTERVENTO
C O N C L U S I O N E CONGEDIAMO IL PAZIENTE FISSANDO UN NUOVO APPUNTAMENTO CHIARENDO LA TERAPIA CONCLUDENDO LE PRATICHE BUROCRATICHE SE NECESSITA DI RICOVERO PER INTERVENTO Lo accompagniamo in Segreteria, per le pratiche burocratiche e organizzative necessarie. Si congeda il paziente dando un nuovo appuntamento, se necessario, dando delucidazioni sull’eventuale terapia o più semplicemente concludendo le pratiche burocratiche. In caso necessiti di ricovero, dopo che il medico lo ha informato e gli ha proposto il “Consenso Informato” viene accompagnato in Segreteria per svolgere le pratiche burocratiche e organizzative necessarie.
13
FONDAMENTALE IN ENTRAMBI LA MIDRIASI
L’INTERVENTO DUE TIPI: AB-EXTERNO VITRECTOMIA FONDAMENTALE IN ENTRAMBI LA MIDRIASI Da ricordare l’importanza della midriasi durante tutto l’intervento che permette al chirurgo di avere una buona visibilità della retina.
14
ASSISTENZA CHIRURGICA NELLA VITREORETINA
M I D R I A S I ATROPINA da 0,5 % a 1%; mantiene la dilatazione fino a 7 giorni (instillandola dalle 2 alle 4 volte al giorno). 2.CICLOLUX da 0,5% a 1%; ha una durata di 24 h. 3.VISUMIDRIATIC 1%; ha una durata di 5-6 h. 4 VISUMIDRIATIC con Fenilefrina; potenzia l’effetto midriatico, ma talvolta provoca sofferenza epiteliale corneale, incidendo negativamente sulla trasparenza corneale. ASSISTENZA CHIRURGICA NELLA VITREORETINA Il pz. operando è sempre in una posizione psicologica particolare e debolissima. L’infermiere può e deve fare molto per rassicurarlo, incoraggiandolo e cercando di entrare in empatia con lui (EMPATIA= condivisione di una emozione). PREPARAZIONE DEL PAZIENTE Nel pz. con distacco di retina la dilatazione è fondamentale. I colliri impiegati per ottenere una buona midriasi sono: 1. ATROPINA da 0,5 % a 1%; mantiene la dilatazione fino a 7 giorni (instillandola dalle 2 alle 4 volte al giorno 2. CICLOLUX da 0,5% a 1%; ha una durata di 24 h. 3. VISUMIDRIATIC 1%; ha una durata di 5-6 ore 4. VISUMIDRIATIC con Fenilefrina; può essere usato per potenziare l’effetto midriatico, ma talvolta provoca sofferenza epiteliale corneale, incidendo negativamente sulla trasparenza corneale, condizione indispensabile per l’intervento. L’intervento di distacco di retina può essere fatto in anestesia generale o anestesia locale a seconda delle condizioni generali e psicologiche del paziente e della durata dell’intervento; in quest’ultimo caso è fondamentale la preparazione topica dell’occhio, con LIDOCAINA AL 4% e NOVESINA, per permettere l’anestesia subtenoniana. L’INTERVENTO L’anestesia locale può essere: Subtenoniana: prevede lo scollamento della congiuntiva per cui viene fatta con l’aiuto del microscopio in campo sterile, quando il paziente è già in sala operatoria. Si prepara una miscela di MARCAINA 0,5% 1,5ml + LIDOCAINA 4% 1,5ml in una siringa con cannula di Greenbaum (ago piatto curvo a punta smussa 19G) Peribulbare: eseguita con appositi aghi diretti verticalmente a lato del bulbo, si usano generalmente anestetici tipo MARCAINA 0,5% in quantità variabile. Retrobulbare: eseguita con aghi di lunghezza maggiore, diretti verso l’apice orbitarlo, con i medesimi anestetici. Idealmente dovrebbe essere iniettato nel cono muscolare. Ci sono sostanzialmente due strade per il trattamento del D.R. : AB-EXTERNO detta anche via EPISCLERALE; consiste nel favorire il riaccolamento retinico infossando la parete sclerale del bulbo oculare. In questo caso gli strumenti impiegati sono meno delicati rispetto a quelli impiegati nella vitrectomia. D’altronde nella chirurgia episclerale si ha un approccio chirurgico ai muscoli, alla sclera, alla congiuntiva. AB-EXTERNO detta VITRECTOMIA; consiste nell’avvicinare la retina alla parete sclerale. Gli strumenti sono molto delicati in questo caso l’approccio è nei confronti di tessuti più delicati come corpo vitreo, retina, talvolta anche cristallino. Questo è l’intervento più complesso in oculistica, certamente quello di maggior durata. Vengono utilizzati: vitrectomo, fibre ottiche e cannula per infusione; in presenza di membrane proliferative o cicatriziali, vengono usate micropinze, microforbice e spatoline vitreali. L’intervento viene eseguito mediante un apparecchio che permette di attuare un sistema di infusione/aspirazione, nonché del taglio del vitreo. L’infusione è ottenuta mediante una cannula infissa nella parete sclerale,e collegata ad una boccia di BSS. In entrambi i casi, la buona riuscita dell’intervento dipende anche dal mantenimento della trasparenza corneale; quindi è compito del ferrista, lavare continuamente la cornea per impedirne la disidratazione. Può anche essere protetta da un viscoelastico a bassa densità come per es. lo IAL che va rinnovato spesso perché viene facilmente rimosso. Da ricordare l’importanza della midriasi durante tutto l’intervento che permette al chirurgo di avere una buona visibilità della retina. Gli infermieri di sala operatoria che sono impegnati nella preparazione di un intervento di vitrectomia rivestono un ruolo essenziale per la riuscita dell’intervento stesso, in quanto devono svolgere una serie di manovre con precisione e tempestività: il ferrista deve garantire la presenza sul carrello di tutti gli strumenti occorrenti, deve inoltre garantire la sua attenzione sia nelle fasi dell’intervento sia nella manipolazione di sostanze quali: PERFLUOROCARBONATO, un liquido contenuto in flaconi sterili da 5 o 10 ml, preparato in siringa da 5 ml e cannula apposita, facendo attenzione che non ci siano bollicine d’aria. OLIO DI SILICONE, liquido ad elevata viscosità (1000 centistokes); sempre disponibile in confezione sterile, e sempre preparato senza bollicine d’aria, viene iniettato attraverso la via di infusione alla fine dell’intervento. Fondamentale è la pulizia degli strumenti venuti a contatto con l’olio che si ottiene con detergenti specifici, in vaschetta ad ultrasuoni. GAS, il più usato è l’ESAFLUORURO di zolfo (SF6), viene conservato in piccole bombole, aspirato sterilmente mediante filtro antibatterico; solitamente viene impiegato diluito con aria al 20% ARIA, viene infusa attraverso la via di infusione alla fine dell’intervento e prelevata attraverso un afiltraggio inglobato nell’apparecchio. Particolare attenzione deve essere rivoltas alla boccia d’infusione, essendo a infusione continua,cioè non regolata dall’apparecchio del vitrectomo deve essere controllata e opportunamente alzata o abbassata tempestivamente dall’infermiere di sala, per evitare seri problemi dovuti ad eventuale ipo o ipertono. Altro compito molto delicato che investe l’infermiere di sala è la diluizione degli antibiotici per via intraoculare; le diluizioni devono essere fatte sempre scrupolosamente seguendo tabelle precise da tenere sempre a portata di mano. Consiglio di non memorizzare la procedura perché essendo passaggi complessi è più sicuro il controllo e la verifica ogni qualvolta se ne abbia bisogno, infatti diluizioni sbagliate in eccesso potrebbero causare danni fino alla necrosi retinica, in difetto non avrebbero un efficacia utile all’infezione che si vuole trattare. IN CONCLUSIONE Molto importante in questa chirurgia, per il bene del paziente, è l’equipe; infatti solo lavorando con affiatamento, passione ed esperienza, si ottiene il miglior risultato possibile. L’infermiere di sala operatoria che arriva a strumentare o assistere al tavolo un intervento di VITRECTOMIA si può definire “completo” in quanto ha acquisito tutte le capacità tecniche di chi si avvicina alla chirurgia oculare: di ogni parte dell’occho: segmento anteriore, segmento posteriore, annessi Conoscenza dell’anatomia Conoscenza della fisiologia Conoscenza della patologia Conoscenza di ogni tipo di strumento oftalmico Affina i movimenti e la manualità Smussa il carattere Coltiva la tolleranza Acuisce la comprensione
15
Nella maggior parte dei casi
Anestesia generale locale Nei casi di patologie sistemiche che rendano rischiosa l’anestesia generale L’intervento di distacco di retina può essere fatto in anestesia generale o anestesia locale a seconda delle condizioni generali e psicologiche del paziente e della durata dell’intervento; in quest’ultimo caso è fondamentale la preparazione topica dell’occhio, con LIDOCAINA AL 4% e NOVESINA, per permettere l’anestesia subtenoniana. L’INTERVENTO L’anestesia locale può essere: Subtenoniana: prevede lo scollamento della congiuntiva per cui viene fatta con l’aiuto del microscopio in campo sterile, quando il paziente è già in sala operatoria. Si prepara una miscela di MARCAINA 0,5% 1,5ml + LIDOCAINA 4% 1,5ml in una siringa con cannula di Greenbaum (ago piatto curvo a punta smussa 19G) Peribulbare: eseguita con appositi aghi diretti verticalmente a lato del bulbo, si usano generalmente anestetici tipo MARCAINA 0,5% in quantità variabile. Retrobulbare: eseguita con aghi di lunghezza maggiore, diretti verso l’apice orbitarlo, con i medesimi anestetici. Idealmente dovrebbe essere iniettato nel cono muscolare. Ci sono sostanzialmente due strade per il trattamento del D.R. : AB-EXTERNO detta anche via EPISCLERALE; consiste nel favorire il riaccolamento retinico infossando la parete sclerale del bulbo oculare. In questo caso gli strumenti impiegati sono meno delicati rispetto a quelli impiegati nella vitrectomia. D’altronde nella chirurgia episclerale si ha un approccio chirurgico ai muscoli, alla sclera, alla congiuntiva. AB-EXTERNO detta VITRECTOMIA; consiste nell’avvicinare la retina alla parete sclerale. Gli strumenti sono molto delicati in questo caso l’approccio è nei confronti di tessuti più delicati come corpo vitreo, retina, talvolta anche cristallino. Questo è l’intervento più complesso in oculistica, certamente quello di maggior durata. Vengono utilizzati: vitrectomo, fibre ottiche e cannula per infusione; in presenza di membrane proliferative o cicatriziali, vengono usate micropinze, microforbice e spatoline vitreali. L’intervento viene eseguito mediante un apparecchio che permette di attuare un sistema di infusione/aspirazione, nonché del taglio del vitreo. L’infusione è ottenuta mediante una cannula infissa nella parete sclerale,e collegata ad una boccia di BSS. In entrambi i casi, la buona riuscita dell’intervento dipende anche dal mantenimento della trasparenza corneale; quindi è compito del ferrista, lavare continuamente la cornea per impedirne la disidratazione. Può anche essere protetta da un viscoelastico a bassa densità come per es. lo IAL che va rinnovato spesso perché viene facilmente rimosso. Da ricordare l’importanza della midriasi durante tutto l’intervento che permette al chirurgo di avere una buona visibilità della retina. Gli infermieri di sala operatoria che sono impegnati nella preparazione di un intervento di vitrectomia rivestono un ruolo essenziale per la riuscita dell’intervento stesso, in quanto devono svolgere una serie di manovre con precisione e tempestività: il ferrista deve garantire la presenza sul carrello di tutti gli strumenti occorrenti, deve inoltre garantire la sua attenzione sia nelle fasi dell’intervento sia nella manipolazione di sostanze quali: PERFLUOROCARBONATO, un liquido contenuto in flaconi sterili da 5 o 10 ml, preparato in siringa da 5 ml e cannula apposita, facendo attenzione che non ci siano bollicine d’aria. OLIO DI SILICONE, liquido ad elevata viscosità (1000 centistokes); sempre disponibile in confezione sterile, e sempre preparato senza bollicine d’aria, viene iniettato attraverso la via di infusione alla fine dell’intervento. Fondamentale è la pulizia degli strumenti venuti a contatto con l’olio che si ottiene con detergenti specifici, in vaschetta ad ultrasuoni. GAS, il più usato è l’ESAFLUORURO di zolfo (SF6), viene conservato in piccole bombole, aspirato sterilmente mediante filtro antibatterico; solitamente viene impiegato diluito con aria al 20% ARIA, viene infusa attraverso la via di infusione alla fine dell’intervento e prelevata attraverso un afiltraggio inglobato nell’apparecchio. Particolare attenzione deve essere rivoltas alla boccia d’infusione, essendo a infusione continua,cioè non regolata dall’apparecchio del vitrectomo deve essere controllata e opportunamente alzata o abbassata tempestivamente dall’infermiere di sala, per evitare seri problemi dovuti ad eventuale ipo o ipertono. Altro compito molto delicato che investe l’infermiere di sala è la diluizione degli antibiotici per via intraoculare; le diluizioni devono essere fatte sempre scrupolosamente seguendo tabelle precise da tenere sempre a portata di mano. Consiglio di non memorizzare la procedura perché essendo passaggi complessi è più sicuro il controllo e la verifica ogni qualvolta se ne abbia bisogno, infatti diluizioni sbagliate in eccesso potrebbero causare danni fino alla necrosi retinica, in difetto non avrebbero un efficacia utile all’infezione che si vuole trattare. IN CONCLUSIONE Molto importante in questa chirurgia, per il bene del paziente, è l’equipe; infatti solo lavorando con affiatamento, passione ed esperienza, si ottiene il miglior risultato possibile. L’infermiere di sala operatoria che arriva a strumentare o assistere al tavolo un intervento di VITRECTOMIA si può definire “completo” in quanto ha acquisito tutte le capacità tecniche di chi si avvicina alla chirurgia oculare: di ogni parte dell’occho: segmento anteriore, segmento posteriore, annessi Conoscenza dell’anatomia Conoscenza della fisiologia Conoscenza della patologia Conoscenza di ogni tipo di strumento oftalmico Affina i movimenti e la manualità Smussa il carattere Coltiva la tolleranza Acuisce la comprensione Nella maggior parte dei casi
16
L’ANESTESIA LOCALE Subtenoniana: prevede lo scollamento della congiuntiva per cui viene fatta con l’aiuto del microscopio in campo sterile, quando il paziente è già in sala operatoria. Si prepara una miscela di MARCAINA 0,5% 1,5ml + LIDOCAINA 4% 1,5ml in una siringa con cannula di Greenbaum (ago piatto curvo a punta smussa 19G) Parabulbare: eseguita con appositi aghi diretti verticalmente a lato del bulbo, con anestetici di vario tipo MARCAINA 0,5% in quantità variabile. Retrobulbare: eseguita con aghi di lunghezza maggiore, diretti verso l’apice orbitarlo,con i medesimi anestetici. Idealmente dovrebbe essere iniettato nel cono muscolare. L’INTERVENTO L’anestesia locale può essere: Subtenoniana: prevede lo scollamento della congiuntiva per cui viene fatta con l’aiuto del microscopio in campo sterile, quando il paziente è già in sala operatoria. Si prepara una miscela di MARCAINA 0,5% 1,5ml + LIDOCAINA 4% 1,5ml in una siringa con cannula di Greenbaum (ago piatto curvo a punta smussa 19G) Peribulbare: eseguita con appositi aghi diretti verticalmente a lato del bulbo, si usano generalmente anestetici tipo MARCAINA 0,5% in quantità variabile. Retrobulbare: eseguita con aghi di lunghezza maggiore, diretti verso l’apice orbitarlo, con i medesimi anestetici. Idealmente dovrebbe essere iniettato nel cono muscolare. Ci sono sostanzialmente due strade per il trattamento del D.R. : AB-EXTERNO detta anche via EPISCLERALE; consiste nel favorire il riaccolamento retinico infossando la parete sclerale del bulbo oculare. In questo caso gli strumenti impiegati sono meno delicati rispetto a quelli impiegati nella vitrectomia. D’altronde nella chirurgia episclerale si ha un approccio chirurgico ai muscoli, alla sclera, alla congiuntiva. AB-EXTERNO detta VITRECTOMIA; consiste nell’avvicinare la retina alla parete sclerale. Gli strumenti sono molto delicati in questo caso l’approccio è nei confronti di tessuti più delicati come corpo vitreo, retina, talvolta anche cristallino. Questo è l’intervento più complesso in oculistica, certamente quello di maggior durata. Vengono utilizzati: vitrectomo, fibre ottiche e cannula per infusione; in presenza di membrane proliferative o cicatriziali, vengono usate micropinze, microforbice e spatoline vitreali. L’intervento viene eseguito mediante un apparecchio che permette di attuare un sistema di infusione/aspirazione, nonché del taglio del vitreo. L’infusione è ottenuta mediante una cannula infissa nella parete sclerale,e collegata ad una boccia di BSS. In entrambi i casi, la buona riuscita dell’intervento dipende anche dal mantenimento della trasparenza corneale; quindi è compito del ferrista, lavare continuamente la cornea per impedirne la disidratazione. Può anche essere protetta da un viscoelastico a bassa densità come per es. lo IAL che va rinnovato spesso perché viene facilmente rimosso. Da ricordare l’importanza della midriasi durante tutto l’intervento che permette al chirurgo di avere una buona visibilità della retina. Gli infermieri di sala operatoria che sono impegnati nella preparazione di un intervento di vitrectomia rivestono un ruolo essenziale per la riuscita dell’intervento stesso, in quanto devono svolgere una serie di manovre con precisione e tempestività: il ferrista deve garantire la presenza sul carrello di tutti gli strumenti occorrenti, deve inoltre garantire la sua attenzione sia nelle fasi dell’intervento sia nella manipolazione di sostanze quali: PERFLUOROCARBONATO, un liquido contenuto in flaconi sterili da 5 o 10 ml, preparato in siringa da 5 ml e cannula apposita, facendo attenzione che non ci siano bollicine d’aria. OLIO DI SILICONE, liquido ad elevata viscosità (1000 centistokes); sempre disponibile in confezione sterile, e sempre preparato senza bollicine d’aria, viene iniettato attraverso la via di infusione alla fine dell’intervento. Fondamentale è la pulizia degli strumenti venuti a contatto con l’olio che si ottiene con detergenti specifici, in vaschetta ad ultrasuoni. GAS, il più usato è l’ESAFLUORURO di zolfo (SF6), viene conservato in piccole bombole, aspirato sterilmente mediante filtro antibatterico; solitamente viene impiegato diluito con aria al 20% ARIA, viene infusa attraverso la via di infusione alla fine dell’intervento e prelevata attraverso un afiltraggio inglobato nell’apparecchio. Particolare attenzione deve essere rivoltas alla boccia d’infusione, essendo a infusione continua,cioè non regolata dall’apparecchio del vitrectomo deve essere controllata e opportunamente alzata o abbassata tempestivamente dall’infermiere di sala, per evitare seri problemi dovuti ad eventuale ipo o ipertono. Altro compito molto delicato che investe l’infermiere di sala è la diluizione degli antibiotici per via intraoculare; le diluizioni devono essere fatte sempre scrupolosamente seguendo tabelle precise da tenere sempre a portata di mano. Consiglio di non memorizzare la procedura perché essendo passaggi complessi è più sicuro il controllo e la verifica ogni qualvolta se ne abbia bisogno, infatti diluizioni sbagliate in eccesso potrebbero causare danni fino alla necrosi retinica, in difetto non avrebbero un efficacia utile all’infezione che si vuole trattare. IN CONCLUSIONE Molto importante in questa chirurgia, per il bene del paziente, è l’equipe; infatti solo lavorando con affiatamento, passione ed esperienza, si ottiene il miglior risultato possibile. L’infermiere di sala operatoria che arriva a strumentare o assistere al tavolo un intervento di VITRECTOMIA si può definire “completo” in quanto ha acquisito tutte le capacità tecniche di chi si avvicina alla chirurgia oculare: di ogni parte dell’occho: segmento anteriore, segmento posteriore, annessi Conoscenza dell’anatomia Conoscenza della fisiologia Conoscenza della patologia Conoscenza di ogni tipo di strumento oftalmico Affina i movimenti e la manualità Smussa il carattere Coltiva la tolleranza Acuisce la comprensione
17
Ab-externo o VIA EPISCLERALE
favorire il riaccollamento retinico infossando la parete sclerale con apposite bande di silicone che “cerchiano” l’equatore del bulbo oculare creando un suo avvicinamento alla retina
18
VITRECTOMIA avvicinare la retina alla parete sclerale creando tre ingressi attraverso la sclera: uno per l’infusione continua, uno per le fibre ottiche, uno per il vitrectomo strumenti molto delicati: micropinze, microforbice e spatoline vitreali utilizzo dell’apparecchio per vitrectomia l’infusione è ottenuta mediante una cannula infissa nella parete sclerale collegata ad una boccia di BSS. In entrambi i casi, la buona riuscita dell’intervento dipende anche dal mantenimento della trasparenza corneale; quindi è compito del ferrista, lavare continuamente la cornea per impedirne la disidratazione. Può anche essere protetta da un viscoelastico a bassa densità come per es. lo IAL che va rinnovato spesso perché viene facilmente rimosso. Da ricordare l’importanza della midriasi durante tutto l’intervento che permette al chirurgo di avere una buona visibilità della retina. Gli infermieri di sala operatoria che sono impegnati nella preparazione di un intervento di vitrectomia rivestono un ruolo essenziale per la riuscita dell’intervento stesso, in quanto devono svolgere una serie di manovre con precisione e tempestività: il ferrista deve garantire la presenza sul carrello di tutti gli strumenti occorrenti, deve inoltre garantire la sua attenzione sia nelle fasi dell’intervento sia nella manipolazione di sostanze quali: PERFLUOROCARBONATO, un liquido contenuto in flaconi sterili da 5 o 10 ml, preparato in siringa da 5 ml e cannula apposita, facendo attenzione che non ci siano bollicine d’aria. OLIO DI SILICONE, liquido ad elevata viscosità (1000 centistokes); sempre disponibile in confezione sterile, e sempre preparato senza bollicine d’aria, viene iniettato attraverso la via di infusione alla fine dell’intervento. Fondamentale è la pulizia degli strumenti venuti a contatto con l’olio che si ottiene con detergenti specifici, in vaschetta ad ultrasuoni. GAS, il più usato è l’ESAFLUORURO di zolfo (SF6), viene conservato in piccole bombole, aspirato sterilmente mediante filtro antibatterico; solitamente viene impiegato diluito con aria al 20% ARIA, viene infusa attraverso la via di infusione alla fine dell’intervento e prelevata attraverso un afiltraggio inglobato nell’apparecchio. Particolare attenzione deve essere rivoltas alla boccia d’infusione, essendo a infusione continua,cioè non regolata dall’apparecchio del vitrectomo deve essere controllata e opportunamente alzata o abbassata tempestivamente dall’infermiere di sala, per evitare seri problemi dovuti ad eventuale ipo o ipertono. Altro compito molto delicato che investe l’infermiere di sala è la diluizione degli antibiotici per via intraoculare; le diluizioni devono essere fatte sempre scrupolosamente seguendo tabelle precise da tenere sempre a portata di mano. Consiglio di non memorizzare la procedura perché essendo passaggi complessi è più sicuro il controllo e la verifica ogni qualvolta se ne abbia bisogno, infatti diluizioni sbagliate in eccesso potrebbero causare danni fino alla necrosi retinica, in difetto non avrebbero un efficacia utile all’infezione che si vuole trattare. IN CONCLUSIONE Molto importante in questa chirurgia, per il bene del paziente, è l’equipe; infatti solo lavorando con affiatamento, passione ed esperienza, si ottiene il miglior risultato possibile. L’infermiere di sala operatoria che arriva a strumentare o assistere al tavolo un intervento di VITRECTOMIA si può definire “completo” in quanto ha acquisito tutte le capacità tecniche di chi si avvicina alla chirurgia oculare: di ogni parte dell’occho: segmento anteriore, segmento posteriore, annessi Conoscenza dell’anatomia Conoscenza della fisiologia Conoscenza della patologia Conoscenza di ogni tipo di strumento oftalmico Affina i movimenti e la manualità Smussa il carattere Coltiva la tolleranza Acuisce la comprensione
19
ARIA SOSTANZE UTILIZZATE PERFLUORO CARBONATO OLIO DI SILICONE
Gli infermieri di sala operatoria che sono impegnati nella preparazione di un intervento di vitrectomia rivestono un ruolo essenziale per la riuscita dell’intervento stesso, in quanto devono svolgere una serie di manovre con precisione e tempestività: il ferrista deve garantire la presenza sul carrello di tutti gli strumenti occorrenti, deve inoltre garantire la sua attenzione sia nelle fasi dell’intervento sia nella manipolazione di sostanze quali: PERFLUOROCARBONATO, un liquido contenuto in flaconi sterili da 5 o 10 ml, preparato in siringa da 5 ml e cannula apposita, facendo attenzione che non ci siano bollicine d’aria. OLIO DI SILICONE, liquido ad elevata viscosità (1000 centistokes); sempre disponibile in confezione sterile, e sempre preparato senza bollicine d’aria, viene iniettato attraverso la via di infusione alla fine dell’intervento. Fondamentale è la pulizia degli strumenti venuti a contatto con l’olio che si ottiene con detergenti specifici, in vaschetta ad ultrasuoni. GAS, il più usato è l’ESAFLUORURO di zolfo (SF6), viene conservato in piccole bombole, aspirato sterilmente mediante filtro antibatterico; solitamente viene impiegato diluito con aria al 20% ARIA, viene infusa attraverso la via di infusione alla fine dell’intervento e prelevata attraverso un afiltraggio inglobato nell’apparecchio. Particolare attenzione deve essere rivoltas alla boccia d’infusione, essendo a infusione continua,cioè non regolata dall’apparecchio del vitrectomo deve essere controllata e opportunamente alzata o abbassata tempestivamente dall’infermiere di sala, per evitare seri problemi dovuti ad eventuale ipo o ipertono. Altro compito molto delicato che investe l’infermiere di sala è la diluizione degli antibiotici per via intraoculare; le diluizioni devono essere fatte sempre scrupolosamente seguendo tabelle precise da tenere sempre a portata di mano. Consiglio di non memorizzare la procedura perché essendo passaggi complessi è più sicuro il controllo e la verifica ogni qualvolta se ne abbia bisogno, infatti diluizioni sbagliate in eccesso potrebbero causare danni fino alla necrosi retinica, in difetto non avrebbero un efficacia utile all’infezione che si vuole trattare. IN CONCLUSIONE Molto importante in questa chirurgia, per il bene del paziente, è l’equipe; infatti solo lavorando con affiatamento, passione ed esperienza, si ottiene il miglior risultato possibile. L’infermiere di sala operatoria che arriva a strumentare o assistere al tavolo un intervento di VITRECTOMIA si può definire “completo” in quanto ha acquisito tutte le capacità tecniche di chi si avvicina alla chirurgia oculare: di ogni parte dell’occho: segmento anteriore, segmento posteriore, annessi Conoscenza dell’anatomia Conoscenza della fisiologia Conoscenza della patologia Conoscenza di ogni tipo di strumento oftalmico Affina i movimenti e la manualità Smussa il carattere Coltiva la tolleranza Acuisce la comprensione ESAFLUORURO di zolfo OLIO DI SILICONE ARIA
20
OLIO DI SILICONE Sostanza inerte ad alta viscosità Di varia densità a seconda della necessità Potrebbe provocare ipertono oculare Importante la posizione col capo reclinato in avanti
21
PERFLUORO CARBONATO Solitamente viene usato solo durante l’inervento per mantenere la retina accollata durante le manovre di pulizia Al termine dell’intervento viene sostituito da olio di silicone
22
ESAFLUORURO DI ZOLFO È un gas che ha la proprietà di espandersi all’interno del bulbo mantenendo schiacciata la retina alla sclera Viene usato in casi di distacchi lievi o nei fori maculari Viene fisiologicamente sostituito da soluzioni organiche nel giro di giorni Il paziente deve mantenere la posizione a testa in giù
23
ARIA Come per il gas viene usata quando non c’è bisogno di un sostituto molto persistente Viene fisiologicamente sostituito nel giro di una settimana circa Il paziente deve mantenere la posizione a testa in giù
24
Antibiotici intraoculari
SÌ CONSULTAZIONE DI TABELLE RISCHIO DI NECROSI RETINICA Altro compito molto delicato che investe l’infermiere di sala è la diluizione degli antibiotici per via intraoculare; le diluizioni devono essere fatte sempre scrupolosamente seguendo tabelle precise da tenere sempre a portata di mano. Consiglio di non memorizzare la procedura perché essendo passaggi complessi è più sicuro il controllo e la verifica ogni qualvolta se ne abbia bisogno, infatti diluizioni sbagliate in eccesso potrebbero causare danni fino alla necrosi retinica, in difetto non avrebbero un efficacia utile all’infezione che si vuole trattare. IN CONCLUSIONE Molto importante in questa chirurgia, per il bene del paziente, è l’equipe; infatti solo lavorando con affiatamento, passione ed esperienza, si ottiene il miglior risultato possibile. L’infermiere di sala operatoria che arriva a strumentare o assistere al tavolo un intervento di VITRECTOMIA si può definire “completo” in quanto ha acquisito tutte le capacità tecniche di chi si avvicina alla chirurgia oculare: di ogni parte dell’occho: segmento anteriore, segmento posteriore, annessi Conoscenza dell’anatomia Conoscenza della fisiologia Conoscenza della patologia Conoscenza di ogni tipo di strumento oftalmico Affina i movimenti e la manualità Smussa il carattere Coltiva la tolleranza Acuisce la comprensione NO DILUIZIONI A MEMORIA (seguire una check list di riferimento)
25
INTERVENTI INFERMIERISTICI
Il pz. operando è sempre in una posizione psicologica particolare e debolissima. L’infermiere può e deve fare molto per rassicurarlo, incoraggiandolo e cercando di entrare in empatia con lui Cercare di comprendere le sue difficoltà rispondendo ai suoi ulteriori dubbi e perplessità
26
INTERVENTI INFERMIERISTICI
Assicurarsi che abbia compreso la terapia da seguire e la posizione da mantenere Assicurarsi che svolga una vita di riposo per almeno un mese dall’intervento e un’attività moderata per 2-3 mesi successivi
27
POSTOPERATORIO i sintomi che indicano una recidiva del distacco sono corpi mobili, sensazione di lampi, insorgenza di ombre progressive. Se questi segni compaiono raccomandare al paziente di rivolgersi al curante
28
Grazie a tutti
Presentazioni simili
© 2024 SlidePlayer.it Inc.
All rights reserved.