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Preparazioni galeniche
Indice FTP 4: Galenica Galenica: preparazioni Tinture, estratti Oli Oli eterici Polveri MmP 05.02 © P. Forster & B. Buser
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Galenica Indice FTP 4 1.0 Piante, erbe, droghe e rimedi
1.1 Parti di piante e di erbe 1.2 Sostanze farmaceuticamente attive nelle droghe vegetali 1.3 Effetti terapeutici di droghe vegetali 2.0 Rimedi galenici: Stesura di ricette per il farmacista 2.1 Abbreviazioni 2.2 Formalismo di ricette 2.3 Esempi di ricette 3.0 Raccolta di erbe, elaborazione di droghe 3.1 Raccolta di erbe 3.2 Tessuti e succhi recenti e conservati di erbe (succ.; rec.) 3.3 Essicazione di erbe (sicc.) 3.4 Polveri (pulv.) e contusi (cont.) 4.0 Preparazione dei rimedi 4.1 Preparazioni acquose (Inf. Decoct, Tè) 4.2 Preparazioni oleose e simili (Ol.) 4.3 Preparazioni alcoliche, gliceriniche e acetose (Tinct. TM, …) 4.4 Estratti (Extr., Extr.fluid., Extr. spiss.; Extr.sicc.) 4.5 Preparazioni omeopatiche e simili (D, C, …) 4.6 Distillati (Aeth. OE, Spir.) 4.7 Preparazioni spagiriche e simili 4.8 Preparazioni zuccherate (Sir., Elect., …) 4.9 Preparazioni unguentose (Ung., Emuls. …) 5.0 Applicazione di rimedi 5.1 Applicazioni esterne 5.2 Applicazioni orali (per bocca) MmP 05.02 © P. Forster & B. Buser
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Galenica: preparazioni
V MmP 05.02 © P. Forster & B. Buser
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Preparazione Tinture I
Macerazione alcolica (tinture) L’estrazione tramite la macerazione alcolica libera dalla pianta delle sostanze solubili nell’acqua (idrofili) e solubili nell’alcol. Essendo la macerazione un procedimento a freddo non vengono alterate (o poco) le molecole delle sostanze attive e non evaporano neanche gli oli eterici. Inoltre l’alcol è un ottimo “antibiotico” e rende inerte la maggior parte dei microrganismi contenuti nelle erbe (disinfettante) come pure impedisce la loro proliferazione mitotica o tramite le loro spore (conservante). Così le tinture sono dei rimedi che si conservano bene e a lungo, anzi, durante i primi anni (immagazzinati allo scuro e al fresco) migliorano nella qualità come una buona grappa. Le tinture si fanno con piante sia fresche che essiccate. Substrato di piante in vaso Aggiunta di alcol Chiudere ermeticamente il vaso. Agitare giornalmente. Filtrare dopo ca. un mese MmP 05.02 © P. Forster & B. Buser
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Preparazione Tinture II
Rp. Tintura Meliloti Hb. Meliloti (08/00) sicc. conc. 120 gr Vodka 42% 500 ml f. Maz.alcol.: /for Si lascia macerare per ca. un mese, agitando ogni giorno il vaso. Tinct. Meliloti /for120/500 Dopo ca. un mese si filtra, prima grossolanamente (colino) e poi finemente (pezza di stoffa, filtro da caffè) e si mette in una bottiglia pulita. Si misura (o pesa) la quantità ricavata. L'alcol che manca si aggiunge alla massa separata (per pulire fuori bene le parti rimaste) e si filtra anche il resto, poi si aggiunge al primo filtrato. Alla fine si applica l'etichetta "Tinct. Meliloti" e la data della filtrazione. Personalmente aggiungo anche la concentrazione (p.es. 120/500). MmP 05.02 © P. Forster & B. Buser
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Esercizio: Tintura Ciascuno si faccia la preparazione di una pianta a un decimo delle quantità della ricetta accanto in un boccettino di un dl! colino MmP 05.02 © P. Forster & B. Buser
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Tintura madre, Estratti, Fattori di conversione
La tintura madre degli omeopati, TM oppure Ø si distingue in tre punti principali dalla tintura officinale Tinct.off.: - per la TM si usa normalmente tutta la pianta (planta tota), mentre per la Tinct.off. sono spesso usati determinati organi con un alto contenuto di “sostanze attive” (allopaticamente). Questo porta in molti casi a una concentrazione più debole delle sostanze attive già del substrato erboso; - per la TM si usano la pianta “fresca”, recente, mentre per la Tinct.off. si usano di solito le droghe essiccate; - per la TM si usa una relazione di peso di 1:10 tra erba disidratata e alcol, mentre per la Tinct.off. si usano delle relazioni da 1:3 fino a 1:7 a seconda della pianta. Ciò dimezza il contenuto di sostanze allopaticamente attive della TM rispetto alla Tinct. off. Facendo tutti i calcoli si arriva a una “efficacia allopatica” di ca. la metà della TM paragonato alla Tinct.off. Per il resto l’estrazione della TM, da parte dei farmacisti e delle case farmaceutiche, è altrettanto prescritta (secondo la farmacopopea Hahnemanniana) e affidabile come la Tinct.off. Conversione della quantità di sostanze attive nei diversi preparati: TM, Ø Tinct. Extr.fluid. Extr.spiss. Extr.sicc. TM 1 2… Tinct. 30…50% 1 3…4 8…12 10…15 Extr.fluid. 13% 25…30% 1 3 4 Extr.spiss. 4% 8…10% 30% 1 1.2 Extr.sicc. 3% 7…8% 25% 80% 1 Esempio 1: Si intende sostituire in una ricetta l’originale “Tinct.”, usando dell’Extr.fluid. Ci vuole ca. il 25-30% della quantità originale. Esempio 2: Si intende sostituire in una ricetta l’originale “Tinct.”, usando la TM, Ø. Ci vuole ca. 2-3 volte la quantità originale. MmP 05.02 © P. Forster & B. Buser
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Oli Oli di semenze Macerati nell’olio
Il procedimento era (ed è) non tanto complicato ma impegnativo come sforzi e tempo: - macinazione fine a raggiungere una pasta fine e fluida; - pressatura e spremitura forzata per separare i liquidi dalle parti solide; - separazione di frazioni lipidiche e acquose per la decantazione; - ev. neutralizzazione di acidi p.es. con del calcio; - eventuale filtrazione della parte lipidica; - conservazione nei serbatoi ermeticamente chiusi al buio e al fresco (per rallentare i processi che lo fanno diventare rancido). Macerati nell’olio I macerati negli oli si fanno per estrarre le sostanze di piante (erba, fiori) in un olio vegetale. Salvo che per l’olio di San Giovanni (Iperico) la procedura è pressoché persa, anche se si tratta di uno dei sistemi più antichi e nobili della medicina e della profumeria. Ciò sarebbe fattibile con pochissimi strumenti: - riempire un vaso chiudibile ermeticamente con dei fiori o dell’erba sminuzzati fino a ca. un terzo; - coprire con un olio neutrale (mandorla, semi d’uva, sesamo, girasole, …) fin sotto il bordo della chiusura; - lasciar macerare in un luogo caldo, fino a che l’erba diventa marrone; filtrare; ripetere la procedura con lo stesso olio; per le piante fresche ripetere due o tre volte (finché è “forte abbastanza”). L’olio conservato in un luogo fresco e al buio (vasetti scuri) si può tenere per diversi mesi, poi diventa rancido (ossidazione). MmP 05.02 © P. Forster & B. Buser
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Oli essenziali Per l’uso medicinale servono:
- macerati nell’olio prevalentemente per uso esterno; - macerati nell’alcol (tinture e estratti) prevalentemente per uso esterno; - oli eterici puri distillati (Aethanolum) prevalentemente come “concentrati” da diluire in oli (2…5%) per uso esterno (massaggi) o in tinture (pochi per mille) per uso interno. L’uso degli oli eterici distillati puri una volta era molto limitato, perché era carissima la produzione e riservata come lusso per i ricchi. Ciò non fa più al caso per via dell’offerta “aromaterapeutica” che mette a disposizione di tutti delle piccole quantità di oli eterici di buona qualità a prezzi ragionevoli. Personalmente li uso tanto per la comodità di avere tante sostanze altamente concentrate a portata di mano che mi danno la possibilità di preparare all’istante dei rimedi individuali anche complessi sia nelle diluzioni alcoliche che in quelle oleose. Questo è praticissimo per il terapista. Gli oli eterici (essenziali) ben fatti hanno con giusta ragione il loro prezzo, che dipende notevolmente dal contenuto della pianta in oli eterici, dalla difficoltà della coltivazione, dell’impegno e i costi energetici per la distillazione. I prezzi al dettaglio (per prodotti terapeuticamente impiegabili) sono ca. i seguenti: Olio eterico (essenziale): Aeth.; Eth.; O.E. Prezzo indicativo al dettaglio in Fr. per litro per ml per gtt. Rosa , gelsomino, camomilla, neroli, … 15’ Sandalo, cannella, mirra, incenso, cera d’api, … 4’ Benzoa, menta, bergamotto, abete, melaleuca, lavend, … 1’ Lavanda, eucalipto, cipresso, limone, chiodo di garofano, … 1’ È un gran peccato che nella medicina popolare la macerazione in olio per scopi terapeutici e cosmetici sia quasi sparita, per il semplice fatto che non si presta alle esigenze industriali e commerciali (luce, calore, ossidazione, rancidità, sterilità). Personalmente la uso tanto nell’aromaterapia che per l’estrazione diretta delle erbe molto divulgate o delicate. MmP 05.02 © P. Forster & B. Buser
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Preparazione di Polveri
3.4 Polveri (pulv.), (pulv.subt.) e contusi (cont.) Le polveri sono delle erbe essiccate (o minerali) finemente contuse e/o macinate. Una volta si usava a questo scopo il mortaio e il pistillo, e io faccio ancora così per piccole dosi; è un mestiere faticoso ma contemplativo. Per dosi elevate si usano appositi marchingegni o frullatori speciali. Personalmente mi servo del mulino per il caffè (elettrico) che è molto adatto (anche se ogni tanto ricevo una predica dalla mia brava moglie, quando non l’ho pulito bene e il caffè sa di strane droghe). Le polveri normalmente si conservano negli appositi recipienti meticolosamente contrassegnati con l’indicazione del contenuto e la data. Personalmente preferisco sminuzzare finemente le erbe solo quando mi servono (si conservano meno se polverizzate). Uso delle polveri: - in cucina le spezie e le erbe aromatiche molto spesso vengono utilizzate sottoforma di polveri (pepe, noce moscata, chiodo di garofano, cannella, cumino, cardamone, curry, anice, finocchio, …); - direttamente per via orale, sciolte in bevande o cibi, perché l’assorbimento delle sostanze attive nell’intestino è facilitato; - oppure per delle ulteriori preparazioni galeniche come pillole*, compresse, cataplasmi, pastiglie, capsule, unguenti pastosi, … - ma anche certe tinture ed estratti (specialmente di radici, legno, corteccia, steli) si preparano con polveri (grossolane), perché è facilitata l’estrazione delle sostanze attive dai tessuti molto duri e densi. Mia nonna faceva delle “pillole” nel modo seguente: - mollica di pane schiacciata (o argilla umida, o pasta), - polvere della droga scelta, - formare delle “palline”, - essiccare. Certo che il dosaggio non era preciso al milligrammo, ma per le droghe “miti” o “medie” è un’ottima preparazione casalinga. MmP 05.02 © P. Forster & B. Buser
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