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DECADENTISMO
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Il termine indica una intera corrente culturale, somma di manifestazioni anche tra loro differenti che però hanno in comune visione del mondo strumenti di conoscenza
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IIRRAZIONALISMO MISTICHEGGIANTE
Visione del mondo Rifiuto del positivismo; la ragione e la scienza non possono dare una vera conoscenza del reale perché l’essenza di esso è al di là delle cose, misteriosa ed enigmatica. Tutti gli aspetti del reale sono legati tra loro da analogie e corrispondenze che sfuggono alla ragione L’unione tra io e mondo si verifica solo sul piano dell’inconscio IIRRAZIONALISMO MISTICHEGGIANTE
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La percezione della crisi produce una nuova concezione della vita e dell’uomo
Malattia, follia, inettitudine, estetismo sono stati abnormi della coscienza, irrazionali, privilegiati, che aprono a prospettive ignote, e permettono di vedere, anche confusamente, il mistero che è al di là delle cose. diventano
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STRUMENTI DI CONOSCENZA
la ragione non produce conoscenza Sregolatezza, poeta veggente EPIFANIE: un particolare insignificante si carica improvvisamente di significati, come rivelazione dell’assoluto
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Ogni forma visibile è simbolo di qualcosa di più profondo, si collega con infinite altre realtà in una rete segreta di corrispondenze che si coglie solo a livello di percezione. Si crea una unità tra io e mondo, soggetto e oggetto, in arcana unità che avviene sul piano dell’Inconscio
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L’artista, il poeta, è colui che può cogliere questa arcana unità.
Se la poesia è veicolo di una rivelazione del mistero, la parola poetica non è più uno strumento di comunicazione logica, ma agisce in una zona profonda e oscura, assume valore suggestivo ed evocativo (Pascoli, D’Annunzio)
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culto dell’arte, capace di rivelare l’assoluto, di vedere oltre le capacità dell’uomo comune
Estetismo: fenomeno per cui il valore assoluto non è il bene ma il bello, che si colloca al di là della morale comune L’arte non rappresenta la realtà, ma celebra se stessa: ARTE PURA
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La percezione della crisi provoca tre atteggiamenti fondamentali:
Estraneità Malattia Sconfitta
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1. L’estraneità dell’intellettuale
L’artista si pone al di là della morale comune in una sfera di assoluta eccezionalità rispetto agli uomini mediocri Arte è vita – vita è arte
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Estetismo: culto del bello Vitalismo: esaltazione della pienezza vitale senza freni, celebrazione della forza ferina che si impone sui deboli e può rigenerare un mondo esausto (superuomo dannunziano) Il vagheggiamento del lusso raro e prezioso e della lussuria conduce spesso ad un gusto per la più sottile perversione e per le crudeltà più efferate.
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O. Wilde Ritratto di Dorian Gray: è l’esteta che vuole trasformare la sua vita in opera d’arte; alle leggi morali sostituisce le leggi del bello
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J. K. Huysmans A rebours: Des Esseintes cerca la solitudine come soluzione favorevole per godere della bellezza della vita. L’estraneità è vissuta fino alla malattia. Il presente è brutto, la bellezza è nel passato.
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G. D’Annunzio Il piacere: rifiuto aristocratico della normalità, in polemica con la moralità borghese
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2. La malattia È spesso argomento dell’arte perché estranea alla vita comune, segno di “nobiltà”, elemento di distinzione sprezzante verso le masse. È anche metafora della condizione storica, segno di una crisi profonda. Di smarrimento dlle certezze e di angoscia per il crollo di tutto un mondo.
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La malattia e l corruzione affascinano perché sono immagini della morte, spesso tema dominante e ossessivo che porta con sé una voluttà morbosa di annientamento, un’attrazione irresistibile per il nulla.
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T. Mann Morte a Venezia: alla malattia umana si associa la malattia delle cose, il gusto decadente ama ciò che è corrotto e impuro. Venezia: sfacelo e raffinatezza, putredine e bellezza aristocratica, esercita un fascino inquietante
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3. Il senso della sconfitta
Prende forma in personaggi esclusi dalla vita, cui non sanno partecipare per mancanza di energie vitali, per una sottile malattia che corrode la loro volontà Pirandello, Svevo e gli inetti a vivere
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F. Kafka La metamorfosi: la trasformazione in un insetto ripugnante è simbolo di una realtà più ampia Solitudine, essenza dell’uomo novecentesco Angoscia Impossibilità di comunicare Esilio (la chiusura in una stanza è esilio dalla società, dalla famiglia) Sconfitta Insetto parassita: critica ad una società parassitaria, metafora della società nella sua sporcizia morale e fisica
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A. Camus L’etranger: l’uomo vive nella sua terra da straniero, esiliato, staccato da tutto è incapace di trovare qualcosa che lo leghi alla realtà. L’indifferenza è il non senso della vita, il protagonista non cerca la felicità ma si lascia vivere
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Gli opposti coesistono
Estetismo e vitalismo in realtà servono ad esorcizzare l’attrazione per la morte, a sconfiggere il senso di stanchezza e di decadenza Il tema della sconfitta e della malattia è presente anche nella figura dell’esteta
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Il linguaggio Se la poesia è rivelazione del mistero e dell’assoluto, la parola non può essere strumento di comunicazione logica, ma assume un valore evocativo Diviene però oscura, è rivolta a pochi iniziati: carattere aristocratico reazione alla cultura di massa (v. romanzi d’appendice) frattura artista - pubblico
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Le tecniche espressive
Musicalità (attenzione al valore fonico della parola) Sintassi vaga e imprecisa Analogia, utilizzata non come tropo ma come espressione di una visione del mondo, istituisce legami impensati tra realtà lontanissime Sinestesia Fusione tra le arti
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I temi Ammirazione per le epoche di decadenza Perversione e crudeltà
Sensibilità nevrastenica Malattia Morte Vitalismo, che esorcizza la morte Rifiuto della normalità borghese
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I protagonisti L’artista maledetto L’esteta L’inetto a vivere
La donna fatale
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Decadentismo e Romanticismo
Il Decadentismo accentua motivi già presenti nel Romanticismo: Irrazionalismo Fuga dalla realtà verso un altrove fantastico e ideale Sconvolgimento delle forme tradizionali Mancanza di un ruolo per l’intellettuale
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MA ROMANTICISMO: ribellione eroica; vaste costruzioni concettuali; impegno DECADENTISMO: stanchezza, malattia, debolezza; frammento; rifiuto dell’impegno, poesia pura
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È contemporaneo a Naturalismo e Verismo
1881: Malavoglia (Verga) – Malombra (Fogazzaro) 1889: Mastro don Gesualdo (Verga) – Il piacere (D’Annunzio) 1891: Profumo (Capuana) – Myricae (Pascoli) 1894: I Vicerè (De Roberto) – Il trionfo della morte (D’Annunzio)
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Sono espressione di gruppi di intellettuali diversi:
scrittori naturalisti e veristi integrati nell’ordine borghese, o comunque non in alternativa radicale Scrittori decadenti che rifiutano radicalmente l’ordine esistente (è lo stesso scontro tra razionalismo e irrazionalismo già presente tra Illuminismo e Romanticismo)
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Spesso anche le tendenze si mescolano:
In Zola si rintracciano il vitalismo panico e le atmosfere malate e perverse (V. la Curée) Huysmans esordisce come seguace di Zola D’Annunzio stende bozzetti regionalistici (v. Terra vergine)
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