Scaricare la presentazione
La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore
PubblicatoCesarina Rubino Modificato 8 anni fa
1
www.ismea.it www.ismeaservizi.it L A DIREZIONE DELLA DOMANDA OLTRE LA CRISI 4 Ottobre 2013 L’industria agroalimentare italiana: un settore strategico nei mercati globali Congresso d’autunno GIFLEX 2013 «Lavori in corso …… oltre la crisi»
2
www.ismea.it www.ismeaservizi.it I MACROTREND DEL PERIODO RECENTE 1 OSSERVIAMO SOLO LA CRISI RECENTE?
3
PRE-POST CRISI Quali differenze rispetto al periodo pre crisi (2007)? PIL: -8% OCCUPAZIONE: -1,5 milioni di lavoratori PRODUZIONE INDUSTRIALE: -21% INVESTIMENTI: -26% CONSUMI DELLE FAMIGLIE: -7% L A CRISI LASCIA IL PAESE IN CONDIZIONI MOLTO DIVERSE PIL AI PREZZI MERCATO – 2000=100 ( CORRETTO PER GG LAVORATI E STAGIONALITÀ ) Fonte: elaborazione ISMEA su dati Ocse 3
4
I FONDAMENTALI DELL’ECONOMIA NELL’UE Azienda agricola 1 P IL A VALORI CONCATENATI - T ASSO DI VAR. MEDIO ANNUO 2007/2012 (%) I NDICE PRODUZ. INDUSTRIALE - T ASSO DI VAR. MEDIO ANNUO 2007/2012 (%) P IL E PRODUZIONE INDUSTRIALE Fonte: elaborazione ISMEA su dati Eurostat 4
5
RIPRESA SENZA UN PROGETTO Moderato ottimismo per la ripresa del PIL nel 2014 (+0,7- 1,0%), ma è un ritorno alla «normalità» o una tregua? SEGNALI POSITIVI: surplus bilancia commerciale per il secondo anno, avanzo primario in crescita (5%) SEGNALI NEGATIVI: non c’è ripresa dell’occupazione, la produttività non cresce, mancano investimenti infrastrutturali, la pressione fiscale rimane elevata (44%.. ma 53% effettiva), sale il debito pubblico (132%) Contesto con più luci che ombre OPPORTUNITÀ: ripresa del commercio mondiale, solida crescita Usa, accelerazione dei paesi emergenti, tassi di interesse ai minimi INCERTEZZE: strategie monetarie Fed/Jap, prezzo del petrolio/crisi Siria, politica europea, tenuta governo nazionale, credit crunch R IPRESA O TREGUA ? 5
6
COMPRENDERE AL MEGLIO COSA È ACCADUTO Il modello economico alla prova della crisi L’utilità del PIL come indicatore La distribuzione delle risorse La transizione da un’ottica di BP ad una di MP Con quale consumatore dialogare Cambiamento culturale Evoluzione sociodemografica I nuovi modelli di consumo Le conseguenze sull’offerta G LI ELEMENTI DELLA CRISI P IL (2000=100) – P ARITÀ DEL POTERE D ’ ACQUISTO (UE=100) – T ASSO DI DISOCCUPAZIONE (%) 6
7
www.ismea.it www.ismeaservizi.it I NUMERI DELL’INDUSTRIA ALIMENTARE ITALIANA 2 IL SETTORE «ANTICICLICO»
8
L’INDUSTRIA ALIMENTARE IN ITALIA Azienda agricola 1 Branca di attività economicaMln euro% Ind. manifatturiera, di cui:217.85815,5% - Ind. alimentare, bevande e tabacco25.7051,8% Totale1.401.876100,0% V ALORE AGGIUNTO AI PREZZI BASE PREZZI CORRENTI - 2012 Fonte: elaborazione ISMEA su dati Istat (Conti Nazionali) 8
9
LE PERFORMANCE DELL’INDUSTRIA I NDICE DELLA PRODUZIONE DELL ’ INDUSTRIA NAZIONALE ( BASE 2010=100 - NUMERI INDICI GREZZI ) Fonte: elaborazione ISMEA su dati Istat I NDICE DEL VALORE DELL ’EXPORT DELL ’ INDUSTRIA NAZIONALE ( BASE 2010=100) 9 2012/2007 Ind. manifatturiera: -21% Ind. alimentare: -2% 2012/2007 Ind. manifatturiera: +7% Ind. alimentare: +36%
10
PERFORMANCE E INTERNAZIONALIZZAZIONE P RINCIPALI RISULTATI ( PANEL ISMEA IMPRESE INDUSTRIA ALIMENTARE ) Fonte: ISMEA Imprese che ESPORTANO…che NON ESPORTANO Fatturato 2012 vs 2011 In aumento40%23% Stabile36%49% In flessione23%28% 100% Obiettivi di fatturato aziendali del 2012 Conseguiti pienamente, oltre le aspettative6%4% Conseguiti in linea con quanto previsto62%61% Conseguiti parzialmente26%28% Disattesi5%7% 100% Obiettivi futuri di crescita sui mercati esteri Si, nel breve periodo39%6% Si, nel medio-lungo periodo28%6% No33%88% 100% Mercati di potenziale sviluppo Nei mercati maturi33%39% Nei mercati emergenti dell' Europa36%33% Nei mercati emergenti dell' Asia19%17% Nei mercati emergenti dell' America Latina1%0% Nei mercati emergenti dell' Africa11% 100% Indagine Ismea-Federalimentare 2013 sui risultati delle imprese più orientate all’internazionalizzazione 10
11
PERFORMANCE E INTERNAZIONALIZZAZIONE Fonte: ISMEA Principali risultati Focus Ismea - Highlight Forte orientamento al mercato interno di chi ancora non esporta Chi esporta, si prefigge di crescere sui mercati esteri meglio conosciuti e/o “prossimi” in termini geografici Senso di solitudine/abbandono da parte delle istituzioni I MPRESE CHE ESPORTANOI MPRESE CHE NON ESPORTANO FATTORI DI OSTACOLO ALL’EXPORT CONSIDERATI «MOLTO/ABBASTANZA IMPORTANTI» 11
12
ICF INDUSTRIA ALIMENTARE, BEVANDE E TABACCO I NDICE ISMEA DEL CLIMA DI FIDUCIA DELL ' INDUSTRIA ALIMENTARE ITALIANA Fonte: ISMEA I NDICE ISMEA DEL CLIMA DI FIDUCIA DELL ' INDUSTRIA ALIMENTARE ITALIANA : DINAMICA DELLE SUE COMPONENTI 12
13
ICF INDUSTRIA ALIMENTARE, BEVANDE E TABACCO I NDICE ISMEA DEL CLIMA DI FIDUCIA IAA : CAMBIAMENTO 2007-2013 Fonte: ISMEA ICF var. III t. 2013III t. 20072013/07 prodotti da forno41,2-3,444,6 riso22,1-1335,1 mangimistica4,6-4,18,6 gelati-7,8-14,66,9 pasta8,76,62 lattiero-casearia-6,4-2,2-4,2 ortofrutta7,712,1-4,4 acque, bevande analcoliche-37,4-32,5-4,9 olio d'oliva-0,27,2-7,5 elaborati carne1,910,3-8,4 vino-5,04,1-9,1 TOTALE IAA-4,26,4-10,6 dolciaria24,238,6-14,5 pesce2,318,6-16,4 I lavorazione carni rosse15,5-16,5 I lavorazione carni bianche-13,818,2-32 molitoria-9,930,7-40,6 pane-58,65,9-64,5 13
14
www.ismea.it www.ismeaservizi.it U NO SGUARDO AL COMMERCIO ESTERO 3 Da «valvola di sfogo» ad opportunità permanente
15
L’ EXPORT AGROALIMENTARE ITALIANO Azienda agricola 1 B ILANCIA COMMERCIALE IN VALORE ( MLN EURO – 2012 E I SEMESTRE 2013) Fonte: elaborazione ISMEA su dati Istat I NCIDENZA % SU TOTALE ESPORTAZIONI IN VALORE – ANNO 2012 Settore di attività economicaExportImportSaldo % 20122012 I sem. 2013 % 20122012 I sem. 2013 2012 I sem. 2013 Agricoltura, silvicoltura e pesca 1,5%5.7913.0773,2%12.2916.482-6.499-3.404 Industria manifatturiera, di cui: 95,8%373.228186.11873,7%279.056139.12794.17246.991 - Ind. alim., bevande e tabacco 6,7%26.05913.1597,2%27.24213.633-1.183-474 Totale 100,0%389.725194.523100,0%378.759182.23410.96612.289 15
16
L’EXPORT AGROALIMENTARE NELL’UE E XPORT IN VALORE - 2012 Fonte: elaborazione ISMEA su dati Eurostat ITALIAFRANCIAGERMANIASPAGNA UE 15 6,7% 9,6%5,0%10,3%7,2% EXP Ind. alim./ EXP Totale 95,4% 88,8%91,2%85,7%88,3% EXP Ind. manif./ EXP Totale 7,0% 10,8%5,5%12,0%8,2% EXP Ind. alim./ EXP Ind. manif. P ESO % EXPORT SU FATTURATO IAA - 2011 16
17
SPECIALIZZAZIONE GEO EXPORT ALIMENTARE Fonte: elaborazione ISMEA su dati Gta C OMPOSIZIONE % DELLE ESPORTAZIONI AGROALIMENTARI IN VALORE - 2012 UE 27:66,5% Paesi Terzi:33,5% I NCIDENZA % DELLE ESPORTAZIONI AGROALIMENTARI IN VALORE VERSO I PRIMI 5 PAESI CLIENTI 17
18
I NDICE DELL ’ EXPORT IN VALORE DELL ’ AGROALIMENTARE ( BASE 2000 = 100) SPECIALIZZAZIONE GEO EXPORT ALIMENTARE Tasso di var. medio annuo 2007-2012 dell’export dell’industria alimentare, delle bevande e del tabacco in valore: Paesi Extra UE: +7,3% (vs +4,8% ind. manifatturiera) Intra UE: +5,7% (vs. -0,1% ind. manifatturiera) Fonte: elaborazione ISMEA su dati Istat, Gta 18 L A POSIZIONE COMPETITIVA DEL PRODOTTO ITALIANO (2012/2008) : VINO IN CINA
19
MADE IN ITALY AGROALIMENTARE EXPORT DI PRODOTTI DEL MADE IN ITALY AGROALIMENTARE ( MLN DI EURO ) Prodottomln €Peso % 1 Saldo norm. Var. % annue 201208/0709/0810/0911/1012/11 - Vini e spumanti4.65522,088,03,8-4,611,412,46,6 - Frutta fresca e secca2.87313,628,99,0-19,221,72,14,7 - Preparazioni di ortaggi, legumi e frutta2.84813,547,314,4-1,43,35,46,1 - Pasta2.0679,893,729,8-9,5-1,88,06,7 - Formaggi e latticini1.9759,49,88,1-0,915,015,13,5 - Prod. panetteria, biscotteria e pasticceria1.4416,840,19,72,110,97,28,7 - Prod. dolciari a base di cacao1.2656,040,12,1-2,414,79,017,1 - Olio d'oliva1.2025,73,94,0-13,215,06,12,4 - Preparazioni e conserve suine1.0685,171,61,12,413,66,76,9 - Ortaggi freschi9314,433,43,7-0,732,6-9,92,7 - Riso semilavorato e lavorato4061,986,344,0-2,8-6,2-2,9-0,3 - Aceti2241,183,9-0,4-3,419,78,15,9 - Vermouth1720,897,6-10,4-10,19,82,011,6 Totale made in Italy agroalimentare21.12766,347,39,6-6,211,46,96,2 Totale agroalimentare31.851-10,88,7-6,212,88,75,4 Fonte: elaborazione ISMEA su dati Istat 19
20
www.ismea.it www.ismeaservizi.it L A DOMANDA INTERNA 4 Conosciamo il nostro consumatore?
21
L’IMPATTO DELLE CRISI ECONOMICHE C ALA IL POTERE D ’ ACQUISTO NON SOLO PER LA CRISI P OTERE D ’ ACQUISTO DELLE FAMIGLIE – INDICE VS MEDIA UE=100 Fonte: elaborazione ISMEA su dati Eurostat Le famiglie italiane sperimentano un calo di 5 p.ti in 5 anni ma di 20 p.ti in 12 anni! Aumenta la sperequazione sociale (il calo del Pil è inferiore) Aumenta lo squilibrio territoriale e generazionale Paesi Ocse con maggiori livelli di diseguaglianza: Messico, Usa, Italia, Regno Unito, … 21
22
LE FAMIGLIE: MENO ACQUISTI E RISPARMI I NDICE DEL VALORE DELLE VENDITE AL DETTAGLIO P ROPENSIONE AL RISPARMIO DELLE FAMIGLIE (%), REDDITO DISPONIBILE E SPESA PER I CONSUMI DELLE FAMIGLIE ( TASSI DI CRESCITA TENDENZIALI - DATI DESTAGIONALIZZATI ) In un contesto di forte contrazione della spesa, aumenta la pressione delle spese incomprimibili (utenze+21%) Fonte: elaborazione ISMEA su dati Istat 22
23
DOWNSIZING E NUOVO APPROCCIO Naufraga il tentativo di mantenere inalterati i livelli di consumo (multicanalità, infedeltà, promozione, …) Il consumatore sperimenta una migliore gestione di:..risorse economiche (sprechi)..bisogni e desideri (ordinare per priorità, scartare il superfluo)..del mantenimento del valore degli oggetti (conservare, riparare) 23 Fonte: elaborazione ISMEA su dati Gfk, Ipsos utilizzo della leva promozionale: +27% vs periodo pre-crisi … e la relazione con le marche? perdita di fiducia generalizzata (anche verso le grandi marche) si allarga lo spazio dello marche (territorio, artigiane, private..) da fiducia acritica a “patto” vs qualità della vita, sostenibilità, affidabilità, accessibilità, semplificazione … ma la soddisfazione non garantisce il riacquisto!
24
LA SPESA DELLE FAMIGLIE NEL 2012 L E STRATEGIE DI RIDUZIONE DELLA SPESA 36,3% consumatori in difficoltà che riducono la spesa Si tagliano i consumi occasionali Cambia il Changing Mix (spendo meno per ciò di cui ho bisogno) per gestire il budget di spesa La riduzione dei consumi «strutturati» vale il 43% del calo 26,9% consumatori in equilibrio (spesa stabile)36,8% consumatori che aumentano la spesa nel LCC 24 Fonte: elaborazione ISMEA su dati Gfk …ma il consumatore non è solo questo! A dispetto delle crisi, emerge una cultura di consumo orientata al sostegno della felicità, del benessere, della soddisfazione, valorizzazione della qualità della vita
25
CONSUMI DOMESTICI: DINAMICHE RECENTI volumispesa 2012/08 gen-ago 2013/12 2012/08 gen-ago 2013/12 Insalate IV gamma48-833-12 Ortaggi IV gamma da cuc.21125-13 Primi piatti pronti14-214-5 Salumi confezionati78124415 Carne surgelata334295 Sostituti del pane72100 Ortaggi surgelati4441 volumispesa 2012/08 gen-ago 2013/12 2012/08 gen-ago 2013/12 Carne fresca avicola8015 Carne fresca bovina4-60-5 Carne fresca suina25112 Latte Fresco-10-4-13-8 Uova42114 Formaggi e latticini617-2 Yogurt7-3-11 Prodotti ittici freschi-12-4-3-17 volumispesa 2012/08 gen-ago 2013/12 2012/08 gen-ago 2013/12 Biscotti73102 Pasta di semola-4-2-5-10 Bevande alcoliche46-6 Bevande gassate-3-55-9 Barrette di cereali29026-2 Farina-10--7 Conserve di pomodoro-84-7 Succhi e nettari agrumi3340 Succhi e nettari di frutta2-6-3-12 Legumi in scatola3216-5 P RODOTTI AD ALTO CONTENUTO DI SERVIZIO P RODOTTI DA DISPENSA P RODOTTI FRESCHI 25 Fonte: elaborazione ISMEA su dati Gfk 2012 vs 2008 2013 vs 2012 crescono: salumi e formaggi conf., bevande, dolciumi e sost. pane, surgelati (pizza, prep. ittico, ortaggi, …)
26
I CAMBIAMENTI SOCIODEMOGRAFICI I NCIDENZA SULLA POPOLAZIONE TOTALE DI ALCUNE TIPOLOGIE DI CONSUMATORI (%) Una società in evoluzione negli ultimi dieci anni Dal 2000 ad oggi la quota di cittadini con istruzione superiore è raddoppiata (dal 22% al 42%) e raddoppierà nei prossimi dieci anni Il cambiamento sociodemografico è stato evidente: riduzione n. comp. familiari, crescita anziani (21%>65y), presenza stranieri, … Siamo diventati più piccoli: globalizzazione, crescita del Sud e dell’Est, nuove forme di comunicazione (internet), … Fonte: elaborazione ISMEA su dati Istat 26
27
www.ismea.it www.ismeaservizi.it Q UALI TENDENZE PER IL PROSSIMO FUTURO ? 5
28
GESTIRE IL CAMBIAMENTO La crisi ha accelerato un processo già in atto da tempo: spostamento dell’asse economico verso il Sud-Est del mondo L’export rappresenta il solo mercato in espansione Richiede conoscenza del mercato e struttura dell’attività (non tutti i prodotti e/o imprese funzionano in tutti i mercati) i consumatori stanno «crescendo» (cultura&crisi), stanno «cambiando», stanno «partecipando» (internet 2.0) e chiedono alle imprese: etica e sostenibilità: prodotti sicuri, equità con i dipendenti, materiali che rispettino l’ambiente, rispetto delle leggi, buon rapporto qualità/prezzo soluzioni su misura: prodotti, prezzi, territorialità la domanda si sposta dalle quantità al “senso”, territorio, memoria, relazioni, emozioni P OSTCONSUMISMO : MUTAMENTO SOCIALE PRIMA CHE ECONOMICO 28
29
SPUNTI PER UNA RIFLESSIONE L’impatto più importante della crisi sul consumatore – oltre al disagio economico – è la perdita di fiducia, data l’incertezza sulla durata della crisi e la mancanza di un progetto Le nuove rotte della domanda evidenziano l’importanza della disintermediazione, dell’etica e della responsabilità di consumo, della relazione, dell’esperienza dal «nuovo» consumatore emerge un bisogno di emozioni e coinvolgimento, di contatto e condivisione, di narrazione del prodotto Nel food il cambiamento degli stili di consumo guida verso consapevolezza, comodità, ben-essere, facendo emergere anche un bisogno di esplorazione, multi-culturale/sensoriale. Generale polarizzazione, visibile in un trading-up/down sugli acquisiti contemporanei di prodotti lowcost e premium. Alcuni elementi influenzano, la direzione della domanda: marcata propensione al risparmio maggiore consapevolezza verso i temi ecologici, etici e sociali (rifiuto a spendere di più) difficoltà per i prodotti premium a tenere il mercato (solo alla vera distintività e al valore aggiunto è riconosciuto un prezzo maggiore), con una crescente tendenza a piccole concessioni su prodotti specifici maggiore richiesta time saving, cioè contenuto di servizio dei prodotti (cibi pronti, monodosi, multiuso), pur in presenza di una riluttanza a spendere di più scelta dell'ambiente domestico per trascorrere il tempo libero con conseguente calo dei consumi fuori casa. V ERSO UN NUOVO CONSUMATORE 29
30
servire bisogni di SPUNTI PER UNA RIFLESSIONE Nonostante il carattere «anticiclico», il calo e il cambiamento della domanda interna impongono di: traguardare verso mercati in crescita anticipare i bisogni del consumatore, in un’ottica di empatia… alimentare il rapporto marca-consumatore, attraverso: necessità di cura protezione degli interessi in modo proattivo 30 L A RICHIESTA ALLE IMPRESE sostenibilità (uso efficiente risorse, smaltimento materiali, …) responsabilità, etica (fiducia) funzione (benessere), emozione (piacere), prossimità (km zero) trasparenza, tracciabilità, riduzione degli sprechi (shelf life, monodosi,...) minore spesa (soluzioni basic,...)
31
www.ismea.it www.ismeaservizi.it GRAZIE PER LA VOSTRA ATTENZIONE I CONTATTI ASA Mercati Claudio Federici c.federici@ismea.it Via Lancisi, 27 00161 Roma tel. (+39) 06.855.61. 400 Via Nomentana, 183 00161 Roma tel. (+39) 06.855.61. 200
Presentazioni simili
© 2024 SlidePlayer.it Inc.
All rights reserved.