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TRA LE DUE GUERRE MONDIALI IN EUROPA SI ASSISTE AD UNA CRISI DEI REGIMI LIBERALI E DEMOCRATICI CHE COMPORTA La nascita del concetto di TOTALITARISMO per.

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2 TRA LE DUE GUERRE MONDIALI IN EUROPA SI ASSISTE AD UNA CRISI DEI REGIMI LIBERALI E DEMOCRATICI CHE COMPORTA La nascita del concetto di TOTALITARISMO per definire dittature diverse tra loro quali  Il FASCISMO in ITALIA  Il NAZISMO in GERMANIA  Lo STALINISMO in URSS

3 L’EUROPA ALLA VIGILIA DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE

4 Il termine “TOTALITARISMO” indica un’ideologia e un sistema politico fondati sulla subordinazione di tutte le attività pubbliche e private ad un potere dittatoriale, detenuto in maniera esclusiva ed autoritaria da un capo e dal suo gruppo dirigente. N.B. Tuttavia i termini “dittatura” e “totalitarismo” non sono propriamente sinonimi in quanto il totalitarismo indica qualcosa di più e di diverso, cioè UN CONTROLLO TOTALE DA PARTE DELLO STATO SULLA SOCIETA’ E SU OGNI ASPETTO DELLA VITA DEGLI INDIVIDUI.

5 ORIGINE DEL TERMINE E STORIA DELL’IDEA L’aggettivo “totalitario” fu coniato negli anni Venti dagli antifascisti italiani (probabilmente dal liberale Giovanni Amendola) per indicare la dittatura mussoliniana e lo stesso fascismo scelse di definire se stesso “totalitario” con riferimento all’assoluto primato dello stato rispetto agli individui. Nel corso degli anni Trenta il termine fu usato ampiamente dagli antifascisti per indicare i tratti comuni del fascismo e del nazismo (anche se già da allora alcuni intellettuali lo usavano per indicare anche il regime staliniano in Unione Sovietica). Dopo la seconda guerra mondiale, nel contesto della “guerra fredda”, il concetto fu utilizzato soprattutto nel mondo anglosassone in funzione polemica verso l’Urss: il totalitarismo era ormai quello comunista che l’Occidente doveva combattere. N.B. QUELLO DI “TOTALITARISMO” NON E’ UN CONCETTO NEUTRO, usato semplicemente per descrivere alcuni regimi, ma E’ CARICO DI VALORI POLITICI E IDEOLOGICI.

6 I CARATTERI DEL TOTALITARISMO Nell’opera Le origini del totalitarismo, pubblicata nel 1951 da HANNAH ARENDT, i caratteri di un regime totalitario vennero identificati nei seguenti:  La presenza di un’IDEOLOGIA UFFICIALE, che pretende di porsi come assoluta e indiscutibile;  Il potere assoluto di un PARTITO UNICO DI MASSA e del suo CAPO;  L’uso sistematico (dunque non episodico) della VIOLENZA e del TERRORE POLIZIESCO;  Il MONOPOLIO, da parte del partito al potere, DEI MEZZI DI COMUNICAZIONE DI MASSA, utilizzati in un’opera assidua di PROPAGANDA;  Il CONTROLLO, da parte del partito-stato, di ogni settore della società e dimensione della VITA QUOTIDIANA;  L’obiettivo di FORGIARE con la forza UNA SOCIETA’ E UN UOMO “NUOVI”. Soprattutto questi ultimi tre elementi distinguono il totalitarismo dalle altre forme di regimi autoritari e dittatoriali esistiti nella storia, tanto da farne un fenomeno assolutamente nuovo e comprensibile solo all’interno della SOCIETA’ DI MASSA.

7 TOTALITARISMO E SOCIETA’ DI MASSA  Il totalitarismo infatti tende a MANIPOLARE E TRASFORMARE, attraverso l’ INDOTTRINAMENTO IDEOLOGICO, LA STESSA COSCIENZA DEGLI INIVIDUI.  Esso tende perciò a MOBILITARE E A POLITICIZZARE LE MASSE, attribuendo ad ogni fenomeno ed evento (anche a quelli più lontani dalla politica, come lo sport) un carattere politico.  Nasce un’idea di cittadinanza alternativa rispetto a quella della tradizione liberale e democratica ottocentesca, la cosiddetta “CITTADINANZA TOTALITARIA” = si fonda sul primato di entità “totali” (lo stato, la razza, il partito), sull’esercizio illimitato del potere, sul tentativo di omogeneizzare il corpo sociale nel quadro di un’ideologia unica. Essa è L’ESPLICITA E PROGRAMMATICA NEGAZIONE DI TUTTI I DIRITTI UMANI CHE LA CIVILTA’ EUROPEA AVEVA ELABORATO NEL CORSO DELL’ETA’ MODERNA (l’odio verso il “diverso”, l’emarginazione o addirittura l’eliminazione di qualsiasi pensiero o azione contrari o semplicemente estranei all’ideologia dominante).  In questo senso IL TOTALITARISMO E’ UN PRODOTTO DELLA SOCIETA’ OCCIDENTALE DI MASSA.

8 BENITO MUSSOLINI IN ITALIA…

9  Nel biennio 1919-1920, in Italia, la crisi economica che seguì la prima guerra mondiale provocò forti tensioni sociali. Nelle grandi città gli operai scioperarono e nelle campagne i contadini occuparono le terre. Gli iscritti alle organizzazioni sindacali crebbero vertiginosamente. Nel 1921, dalla scissione con il Partito Socialista, nacque il Partito comunista italiano (PCI).  Nel 1919 Benito Mussolini fondò il movimento dei Fasci di combattimento e dichiarò che le iniziative sindacali dovevano essere contrastate con la forza. Le agitazioni del 1920 offrirono al movimento di Mussolini l’occasione per crescere. Le squadre d’azione fasciste si scagliarono con violenza contro le organizzazioni sindacali, contro le organizzazioni del movimento operaio e contro quelle cattoliche.  Gli industriali, i proprietari terrieri e il ceto medio, che non si ritenevano più rappresentati dai governi liberali e che temevano la rivoluzione comunista, sentirono il bisogno dell’ “uomo forte” che doveva riportare l’ordine. Per questo motivo appoggiarono Mussolini.

10  Nel 1921 Benito Mussolini trasformò il movimento dei Fasci di Combattimento da lui fondato, nel Partito Nazionale Fascista.  Nel 1922, il fascismo giunse al potere con la marcia su Roma, il re Vittorio Emanuele III affidò a Mussolini l’incarico di formare un nuovo governo e quest’ultimo fu, quindi, nominato Presidente del Consiglio del Regno d’Italia. Nello stesso anno fu costituito il Gran Consiglio del fascismo, un organismo legato al partito fascista che aveva il compito di indirizzare l’azione del governo (organo di raccordo tra il partito e lo stato).  Nel 1924 si registrò il delitto Matteotti, il deputato socialista che aveva avuto il coraggio di denunciare alla Camera le irregolarità commesse dai fascisti durante la campagna elettorale. Con la “secessione dell’Aventino” le opposizioni chiesero la sfiducia di Mussolini da parte del re ma ciò non accadde.  Nel 1925 con il suo celebre discorso alla camera (5 gennaio) Mussolini si assunse la responsabilità dell’uccisione di Matteotti e procedette alla costruzione di una dittatura “a viso aperto”.  Nel 1940, trascinò l’Italia nella seconda guerra mondiale (in funzione dell’Asse Roma-Berlino del 1936 che si trasformò in Patto d’acciaio nel 1939).  Mussolini fu destituito il 25 luglio 1943 al termine di una riunione del Gran Consiglio del fascismo. Venne votato un ordine del giorno di sfiducia nei confronti del duce che fu arrestato per ordine del re. Verrà poi ucciso nel 1945, alla fine della guerra, durante un tentativo di fuga dall’Italia.

11 ADOLF HITLER IN GERMANIA…

12  La Germania uscì sconfitta dalla prima guerra mondiale. Le potenze vincitrici le imposero pesanti restrizioni economiche e il pagamento di 32 miliardi di dollari come risarcimento dei danni di guerra. La Germania precipitò in una devastante crisi economica e conobbe la più grave svalutazione della storia dell’Occidente.  Dal 1924, grazie a consistenti prestiti americani, l’economia tedesca cominciò a risollevarsi, ma la crisi del ‘29 e la conseguente cessazione degli investimenti USA la fece crollare nuovamente indebolendo ulteriormente la Repubblica di Weimar. Nel 1931 in Germania si registrò una grave situazione di crisi economica: c’erano 4.500.000 disoccupati e lo stato non era in grado di pagare le riparazioni di guerra.  Si accesero delle fortissime tensioni sociali che portarono al rafforzamento delle forze di estrema sinistra e di estrema destra e la contrapposizione politica dei due schieramenti assunse un carattere violento. I comunisti volevano la rivoluzione e i nazisti, guidati da Adolf Hitler, volevano la dittatura di un uomo forte che riportasse l’ordine e guidasse la Germania verso la ripresa economica.  Industriali, proprietari terrieri e ceto medio spaventati dal pericolo della rivoluzione comunista appoggiarono Hitler

13  Negli anni Venti Hitler fondò il fondatore del Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi (Partito Nazista) il quale, alle elezioni del luglio 1932, fu il partito più votato e ottenne la maggioranza.  Nel 1933 diventò Cancelliere del Reich, sciolse il Parlamento e proclamò nuove elezioni. La violenza delle squadre naziste si scatenò e i nazionalsocialisti trionfarono. Fu creata la Gestapo (Polizia Segreta di Stato), affidata a Himmler, con giurisdizione su tutto il territorio nazionale e con competenze e poteri illimitati. Per gli oppositori furono istituiti i primi campi di concentramento.  Nel 1934, in seguito alla “notte dei lunghi coltelli” diventò Fuehrer (capo supremo) della Germania in quanto, già cancelliere, si autoproclamò anche presidente del Reich e capo delle forze armate.  Negli anni Trenta svolse una radicale opera di manipolazione delle coscienze e il nazismo assunse il suo tratto peculiare, l’antisemitismo, utilizzato come strumento di propaganda e di proselitismo e come idea-forza su cui organizzare lo stato totalitario (v. le leggi di Norimberga, 1936).  Nel 1938, nella “notte dei cristalli”, migliaia di negozi ebrei e di sinagoghe furono distrutti e nei giorni successivi migliaia di ebrei furono arrestati e deportati. Da quel momento ne fu sancita l’esclusione da tutti gli aspetti della vita civile.  Nel 1939 con l’invasione della Polonia provocò lo scoppio della seconda guerra mondiale (nello stesso anno firma il patto Ribbentrop-Molotov con l’Unione Sovietica di Stalin). Si suicidò al termine della guerra, nel 1945, dopo la sconfitta della Germania.

14 IOSIF STALIN (Iosif Vissarionovič Džugašvili) IN UNIONE SOVIETICA…

15  Nel 1917 i bolscevichi guidati da Lenin diedero vita, dopo la rivoluzione, al primo stato comunista della storia. Il progetto bolscevico di un governo egualitario e democratico si scontrò subito con enormi difficoltà: l’URSS era un paese arretrato, basato sostanzialmente su un’economia agricola, con apparati produttivi distrutti dalla guerra mondiale e civile, circondato da potenze ostili che ne volevano il crollo, con una forte opposizione interna al comunismo.  Tutto ciò ebbe come conseguenza l’accentramento nelle mani dei vertici del partito comunista e dello Stato di tutto il potere e l’annientamento di tutti gli oppositori interni ed esterni al partito.  Questa tendenza raggiunse il suo apice dal 1924, quando Stalin (“uomo di acciaio”) diventò segretario del partito. Egli annientò tutti gli oppositori all’interno del partito e procedette alla totale abolizione della proprietà privata. I contadini che si opposero alla collettivizzazione forzata delle terre furono uccisi o deportati in massa. Stalin instaurò una sua dittatura personale uccidendo e deportando chiunque esprimeva dissenso. Anche i vertici dell’Armata Rossa furono decimati. L’economia venne pianificata in quanto Stalin voleva fare dell’URSS una grande potenza industriale in grado di resistere a un probabile attacco delle nazioni capitaliste. Per raggiungere questo obiettivo non esitò ad imporre una ferrea disciplina del lavoro nelle fabbriche: i lavoratori accusati di scarso rendimento potevano anche essere deportati.  Lo Stato fu completamente subordinato al partito comunista e si ebbe l’ identificazione Stato/partito.

16  Dal 1927 furono avviate una ferrea industrializzazione e la collettivizzazione delle campagne: nacquero i Sovchoz (aziende agricole statali in cui i contadini erano lavoratori salariati, dipendenti dello Stato) e i Kolchoz (cooperative volontarie di contadini, associati per coltivare terre di proprietà dello Stato, a cui cedevano a prezzi prefissati la maggior parte della propria produzione).  Dal 1928 al 1941 vennero attuati tre piani quinquennali che trasformarono radicalmente l’Urss collocandola al terzo posto nella produzione industriale mondiale. Il prezzo pagato per questo successo economico fu enorme: l’eliminazione fisica di milioni di uomini nei campi di lavoro forzato (gulag).  Gli anni 1936-1938 furono quelli delle grandi purghe - che portarono all’eliminazione fisica dei vecchi rivoluzionari dal partito e dall’esercito con un’ondata di processi-farsa) - e del “grande terrore” con repressioni di massa, arresti, deportazioni e fucilazioni che non colpirono solo politici e militari ma chiunque fosse sospettato di essere “antisovietico” (v. lo sterminio dei Kulaki).  Nel 1939 firmò un patto di non aggressione con la Germania nazista trascinando l’Unione Sovietica in guerra. Morì nel 1953.

17 …E LE LORO IDEOLOGIE FASCISMO  Potenza dello Stato nazionale italiano e rinascita della romanità  Mito della GUERRA tra popoli “giovani e poveri” e popoli “vecchi e ricchi”  Fondazione di un nuovo impero romano NAZISMO  Superiorità della razza ariana  GUERRA tra le razze  Mito del Reich (impero) millenario che unisce tutti i popoli ariani sotto la guida del popolo tedesco STALINISMO  Dittatura del proletariato attuata attraverso la dittatura del partito comunista e di Stalin  GUERRA di classe  Mito della rivoluzione mondiale comunista

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21 TOTALITARISMO PERFETTO (FORTE) E TOTALITARISMO IMPERFETTO (DEBOLE) GERMANIA: TOTALITARISMO FORTE Hitler riesce a costruire il regime totalitario in sei mesi. In questo arco di tempo smantella le fragili istituzioni democratiche della Repubblica di Weimar e annienta le opposizioni, torturando, uccidendo e deportando chi non aderisce al nazismo. La resistenza organizzata al nazismo, all’interno della Germania, è praticamente impossibile UNIONE SOVIETICA: TOTALITARSMO FORTE Qui si crea una concentrazione monopolistica dei poteri senza precedenti: il totale assorbimento di ogni tipo di istituzione e organizzazione nello Stato/partito, l’elevazione dell’ideologia del partito – il comunismo - a “religione politica”, con lo scopo di esaltare la fedeltà al regime e al suo capo. L’economia, vista la totale statalizzazione dei mezzi di produzione, è pianificata dall’alto. Stalin trasformerà in brevissimo tempo un paese agricolo e arretrato, in una potenza industriale. E questo avrà costi altissimi in termini di repressione violenta di ogni forma di dissenso. Anche l’esercito fu interamente sottomesso allo Stato/partito. Potere politico, potere economico, potere militare e potere ideologico divennero semplici articolazioni di un unico potere. ITALIA: TOTALITARISMO DEBOLE Gli storici concordano nell’affermare che Hitler ha fatto in sei mesi ciò che Mussolini non è riuscito a realizzare in 20 anni. Perché? Mentre Hitler e Stalin non hanno nessun potere superiore a cui rendere conto, Mussolini deve rispondere al re, che é anche il capo dell’esercito e all’opinione pubblica cattolica. La Chiesa, le cui istituzioni sono profondamente radicate nella società italiana, legano le mani a Mussolini. La violenza sistematica con cui vengono perseguitati gli oppositori in Germania e Unione Sovietica, non è applicabile in Italia. Tale livello di brutalità avrebbe minato il consenso dell’opinione pubblica italiana nei confronti del fascismo. Durante gli anni del regime le opposizioni, per quanto perseguitate, continuano a organizzarsi in clandestinità.

22 LE VOCI DEL DISSENSO… …E DELLA SPERANZA!

23 “ Possiamo vivere una vita libera e magnifica, ma lo abbiamo dimenticato. [ … ] Fino a che si lotterà per essere liberi la libertà non morirà mai! Soldati non arrendetevi agli usurpatori, sono uomini che vi disprezzano e che vi sfruttano, che vi dicono come vivere, cosa fare, cosa pensare e cosa sentire, che vi lavano il cervello, vi trattano come bestie e per cui siete solo carne da macello. Non arrendetevi a quegli uomini senza cuore, uomini-macchina con macchine al posto del cervello e del cuore. Voi non siete macchine, né bestie, voi siete uomini! [ … ] Soldati, lottate non per la schiavitù ma per la libertà! [ … ]. Lottiamo per creare un mondo nuovo, un mondo giusto! [ … ] E ’ proprio promettendovi tutto questo che pochi malvagi hanno preso il potere. Hanno mentito, non manterranno quanto promesso. E mai lo faranno! I dittatori promettono la libertà ma schiavizzano il popolo! Ora tocca a noi mantenere quelle promesse! ”. (Charlie Chaplin, The great dictator, 1940).

24 “ Egli (Adolf Eichmann) affermava di non aver mai potuto e voluto fare nulla di sua spontanea volontà, di non avere avuto mai nessuna intenzione, non importa di che tipo fosse, buona o cattiva, poiché aveva solamente obbedito agli ordini. Questa tipica scusa nazista spiega molto chiaramente che il male più terribile al mondo è il male commesso dai cosiddetti “ signor Nessuno ”… è un male che viene commesso da uomini senza moventi, senza convinzioni, senza alcuna crudeltà o senza menti diaboliche, perciò da esseri umani che si rifiutano principalmente di essere delle persone. E ’ esattamente questo il fenomeno di cui ho scritto e che ho deciso di chiamare “ la banalità del male ”. [ … ]. Rifiutando totalmente di essere una persona Eichmann ha scelto di rinunciare completamente a quella che consideriamo l ’ unica e più peculiare qualità umana, quella di essere capaci di pensare. [ … ] La manifestazione del lieve evento del pensiero non è assolutamente la conoscenza, ma l ’ attitudine a discernere il bene dal male, la bellezza del mondo dalle sue brutture e quindi voglio sperare che pensare possa donare alle persone la forza di saper prevenire terribili catastrofi in questi rari momenti in cui sopraggiunge la resa dei conti ”. (Dal film di Margarethe Von Trotta, Hannah Arendt, 2012).


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