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PSICOLOGIA AMBIENTALE E SCUOLA DELL’INFANZIA. Le diverse modalita' di organizzazione dell'ambiente (per esempio la sistemazione degli spazi, degli arredi,

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Presentazione sul tema: "PSICOLOGIA AMBIENTALE E SCUOLA DELL’INFANZIA. Le diverse modalita' di organizzazione dell'ambiente (per esempio la sistemazione degli spazi, degli arredi,"— Transcript della presentazione:

1 PSICOLOGIA AMBIENTALE E SCUOLA DELL’INFANZIA

2 Le diverse modalita' di organizzazione dell'ambiente (per esempio la sistemazione degli spazi, degli arredi, dell'architettura degli interni), influenzano in modo rilevante il comportamento dei bambini: ad esempio i processi del gioco individuale e di gruppo (ecologia del gioco), la persistenza nei compiti intrapresi e la durata dell'attenzione e, di conseguenza, la qualita' dei processi cognitivi e comunicativi

3 Tutto cio' si riflette naturalmente sul piano dello sviluppo cognitivo ed anche sulla qualita' dei rapporti sociali ( per esempio, con un aumento delle diposizioni collaborative e la diminuzione di alcune forme di aggressivita').

4 Il bambino piccolo e' piu'fragile nei confronti di pressioni ambientali: una destrutturazione ambientale (come una eccessiva confusione) puo' favorire una destrutturazione del comportamento piu' che in un adulto. In un libro dedicato alla psicologia ambientale dell'infanzia Children and environment, I. Altman e J.F. Wohlwill (1978) hanno infatti sottolineato come i bambini possano essere piu' facilmente soggetti agli effetti negativi dell'ambiente rispetto agli adulti, ed in particolare agli agenti di stress (come per esempio il rumore ed il sovraffollamento I bambini possano essere piu' facilmente influenzati in senso positivo da un ambiente costruito in modo idoneo rispetto alle loro caratteristiche di sviluppo ( come l’età).

5 Il bambino piccolo si "crea" piu' dell'adulto un ambiente psicologico fortemente determinato dai suoi affetti e dalle sue fantasie, organizzato secondo le sue mappe cognitive, piuttosto che per gli elementi di realtà percepiti dagli adulti.Le fantasie, come osservava K. Lewin, non fanno parte solo del mondo interno del bambino, ma anche del suo ambiente psicologico.

6 QUALITA' ESPRESSIVE DELL' AMBIENTE. Alcune di queste caratteristiche fanno parte degli oggetti, delle situazioni, delle persone con cui abbiamo a che fare quotidianamente. Si tratta di caratteristiche che, per cosi' dire, ci "parlano" direttamente: cosi' la fisionomia di una persona ci appare "dura", l'interno di una cattedrale "suggestivo", un mobile di legno piu' "caldo" di un mobile di plastica.

7 Queste caratteristiche, che sono state definite come "qualità espressive" o "fisiognomiche" (Heinz Werner, 1940): sono molto importanti per comprendere i modi in cui l'ambiente psicologico influenza l'individuo. Esse hanno un ruolo particolare nell’esperienza del bambino, perche' fanno parte di un modo di sperimentare la realta' piu' primitivo

8 Sono stati studiati diversi fattori di ecologia psicologica che possono agire negativamente sull'ambiente, determinando una diminuzione delle capacita' di organizzazione e di controllo del comportamento da parte della persona.Questi fattori agiscono con maggiore forza sui bambini.

9 Esempi: un elevato livello di rumore (soprattutto oscillazioni imprevedibili di rumore) Overload, il sovraccarico di stimoli (alcuni bambini nella scuola materna hanno espresso disagio per la sovrabbondanza di materiali affissi alle pareti) condizioni disagiate o brusche variazioni di temperatura, eccessiva concentrazione di individui in uno spazio ridotto eccessiva immobilita' o eccessiva variazione degli aspetti fondamentali dell'ambiente.

10 Alcune attivita' cognitive, come guardare un libro o fare un puzzle impegnativo, richiedono una concentrazione dell'attenzione che non si ottiene facilmente (specie nei bambini più piccoli) senza una limitazione del sovraccarico degli stimoli presenti, non solo acustici, ma anche visivi: per esempio, una barriera percettiva costituita da un divisorio adeguato consente di ridurre le occasioni di distrazione e la pressione degli stimoli visivi circostanti.

11 DIFFERENZIAZIONE DELL’ AMBIENTE E DIFFERENZIAZIONE DEL COMPORTAMENTO In una sezione dove vi siano diversi luoghi e molteplici possibilita' di fare cose differenti, da solo o con i compagni, seduto oppure sdraiato, vicino all'insegnante o nascosto al suo sguardo dove il bambino possa essere impegnato in un lavoro di piccolo gruppo nel quale svolge un'attivita' adatta alla sua eta' ed ai suoi interessi

12 dove non debba condividere in ogni momento spazi e tempi con tutti i compagni il suo funzionamento psicologico ed il suo comportamento tenderanno ad essere piu' differenziati. Cio' vuol dire che sviluppera' le capacita' di scegliere, anziche' dipendere dal gruppo; sara' in grado di incanalare le sue energie in una molteplicita' di interessi ed attivita', anziche' scaricarle in comportamenti impulsivi e aggressivi anche la sua relazione e la sua comunicazione con l'insegnante, in un contesto di questo genere, potranno trovare dei momenti piu' personalizzati.

13 Varin, Grazzani et al., 1994 Percentuali di tempo passato nei diversi spazi differenziati

14 Diversi studi hanno mostrato come un eccesso di spazi aperti favorisca comportamenti aggressivi di scarso coinvolgimento nelle attività specificamente educative (S.R. Neill e E.J.M. Denham, 1982), uso improprio delle attrezzature giochi motori basati sulla forza il costituirsi di gruppi di bambini dello stesso sesso anzichè misti (P.K. Smith e K.J. Connolly, 1981).

15 Altre ricerche mostrano come, al contrario, la presenza ben definita di confini per la propria attivita' riduca i comportamenti conflittuali (J. Houseman, 1972) inoltre, poiche' il gioco cooperativo nasce piu' facilmente nei piccoli gruppi, si e' riscontrato come la partitura dello spazio favorisca un aumento dei giochi cooperativi (S.R. Neill e E.J.M. Denham, 1982) dove vi sono aree ben delimitate e' meno probabile che giochi appena iniziati vengano interrotti da "invasori".

16 Il fatto che una organizzazione differenziata dell'ambiente del bambino influenzi le modalità di uso del linguaggio è stata confermata, oltre che dalle ricerche di B.C. Nash, anche da quelle di A.D. Pellegrini (1984). In questi studi, condotti negli Stati Uniti su gruppi di bambini di 2, 3 e 4 anni che frequentavano una scuola materna, l' autore ha trovato che i diversi "centri di attivita" (come le zone casa, costruzioni, sabbia e acqua, attivita’ grafo-pittorica, ecc.) favoriscono significativamente differenti tipi e qualita' dei processi di comunicazione verbale.

17 Uno dei risultati piu' interessanti di questo studio e' che la zona casa ("famiglia") e' quella che stimola una produzione piu' articolata e globale delle produzioni linguistiche attraverso tutte le diverse funzioni del linguaggio ( da qui il suggerimento di dare particolare attenzione all'allestimento di questa zona). Inoltre si e' riscontrato che la presenza dell'adulto, come fattore facilitante nell'avvio delle conversazioni fra bambini nei diversi centri di interesse, e' piu' importante nei gruppi di bambini piccoli che non in quelli dei bambini piu' grandi, che sono in grado di avviare e sostenere un discorso fra di loro.

18 Una adeguata differenziazione e caratterizzazione funzionale dell'area destinata ai libri ("lettura") può favorire tutte quelle attività simboliche che hanno a che fare con la lettura delle immagini. Diversi studi hanno riscontrato come lo spazio lettura sia generalmente trascurato, o mescolato funzionalmente con altri (L.M. Morrow, 1982): da ciò sembra derivare un suo scarso uso durante le attività libere.

19 Esperimenti condotti da L.M. Morrow e C.S. Weinstein (1986): una specializzazione funzionale di questo spazio (differenziandolo adeguatamente con barriere in una zona tranquilla, aumentandone il comfort con elementi soffici, predisponendo degli scaffali dove i libri sono ben visibili, ordinati e a portata dei bambini) determina un aumento rilevante del tempo che i bambini spendono nell'attività del guardare i libri.

20 VARIN, GRAZZANI ET AL.,1994

21 PRIVACY O SPAZIO PERSONALE Diversi studiosi della psicologia infantile (per esempio S. Isaacs, 1933) hanno posto in rilievo quanto bisogno abbiano i bambini, particolarmente in certi momenti, di cercare o costruirsi luoghi protetti, riservati e nascosti, dove celarsi (da soli o con qualche compagno). Alcuni autori nell’ambito clinico ritengono che la possibilita' di stare da soli per qualche tempo (per libera scelta, e non per costrizione) sia essenziale per il consolidamento del Se' individuale.

22 R.S. Laufer, H.M.Proshansky e M. Wolfe (1976) hanno sottolineato l'importanza di poter usufruire di condizioni minimali di privacy nella costruzione del Se', la quale viene influenzata dalle modalita' di separazione dell'individuale dall'ambiente fisico e sociale. Tale separazione richiede che il bambino sperimenti anche momenti di solitudine, la quale non sia subita, ma scelta. Un obiettivo importante dello sviluppo e' infatti quello di imparare a funzionare in modalita' autonome; un minimo di "privacy" diventa una condizione necessaria per rafforzare il Se' e proteggerlo.

23 Susan Isaacs: la possibilita' di usare qualche spazio dove ci si possa temporaneamente nascondere e' importante per favorire alcuni tipi di giochi simbolici. Uno di questi giochi, osservato dalla Isaacs su un gruppo di bambini di scuola materna, si basa su una fantasia di "difesa", che traspare da frasi come "nessuno puo' guardare dentro" o " per stare al caldo".

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27 IL MICROAMBIENTE NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA

28 COSTANZA E STABILITA’ AMBIENTALE Alcuni studiosi di psicologia ambientale hanno sviluppato il concetto di "identità legata al luogo" (H.M. Proshansky e A.K. Fabian, 1987), intendendo con questo termine una componente dell'identità personale: "Certi luoghi e spazi, per il fatto che sono "propri", famigliari, utili, che possono essere controllati, soddisfano e mantengono l'integrità del senso di sè del bambino...."

29 Un minimo di costanza ambientale, intesa come un sistema di riferimento dove vi sono luoghi, oggetti, attività che hanno una loro stabilità nello spazio e nel tempo favorisce, in questa prospettiva, la costruzione di una identità più sicura. Così, per il bambino, il ritrovare le cose nei luoghi giusti, l'avere un sistema di riferimento spaziale (oltre che interpersonale ) sufficientemente stabile è importante per una maggiore stabilità del proprio Sè. Il “caos” come fattore ambientale di stress, anche nell’ambiente di casa.

30 Una dimensione importante di questa costanza è un livello minimo di ordine, di integrità dei giochi, della loro reperibilità. Gli studiosi hanno osservato il crescente interesse preoccupato dei bambini già nel secondo anno di vita per “sporcizia, disordine, cose rovinate" : “Dai 14 mesi in poi hanno espresso un interesse sempre più frequente per oggetti rotti, sporchi e fuori posto, e, di volta in volta, agivano in modo da attirare su di essi l'attenzione degli altri. La loro preoccupazione non era rivolta solo a cose rotte o sporche, ma anche ad oggetti che non erano al solito posto in casa, o che erano stati presi da persone diverse dai legittimi proprietari". (Dunn, 1988)

31 Nell' ambito della psicologia ambientale del gioco si è posto in rilievo che la possibilità di riporre i giochi divisi per categorie (scaffali) in modo che ogni cosa sia al proprio posto, anzichè nel frequente scatolone o cestone, non è solo una esigenza di ordine dell'adulto che il bambino deve essere costretto a rispettare, o uno stimolo per articolare ed usare le capacità cognitive di categorizzazione ma consente al bambino di disporre di una maggiore stabilità ambientale, dove le cose si ritrovano più facilmente.

32 L'AMBIENTE " PROPRIO". La possibilità di circondarsi di un ambiente che, almeno in qualche misura, si è costruito o trasformato e' probabilmente un'esigenza che ha radici di natura istintiva. Sebbene questa esigenza sia particolarmente evidente negli adulti, è possibile rintracciarne le origini anche nei bambini. Secondo R.A. Hart (1981) "i bambini creano ambienti per se stessi dall'età di almeno tre anni, e probabilmente anche prima”

33 Le prime forme di "luoghi" sono trovate, piuttosto che costruite, e sono trasformazioni immaginarie, piuttosto che fisiche. Io ho osservato bambini che già a tre anni di età creano forme famigliari di architettura, i cui materiali sono fisicamente mossi o sovrapposti per creare nuovi tipi di spazi.... Forse la costruzione di luoghi nei quali stare fa parte di quel piccolo gruppo di capacità umane archetipiche che hanno un importante valore di sopravvivenza per una cultura.”(Hart, 1981)

34 I bambini, da soli o in gruppi, trovano soddisfazione nel partecipare alla realizzazione dell'ambiente in cui vivono, e nel vedere accolte da parte dell'adulto, quando ciò appare possibile ed opportuno, le loro idee per trasformarlo. E' possibile che ciò venga vissuto come una estensione del Sè, o la creazione di una fascia di ambiente "amico" che in qualche modo protegge il Sè dalle imprevedibilità del resto del mondo.

35 Tutto cio' si riflette naturalmente sul piano dello sviluppo cognitivo ed anche sulla qualita' dei rapporti sociali ( per esempio, con un aumento delle diposizioni collaborative e la diminuzione di alcune forme di aggressivita').

36 Il bambino piccolo e' piu'fragile nei confronti di pressioni ambientali: una destrutturazione ambientale (come una eccessiva confusione) puo' favorire una destrutturazione del comportamento piu' che in un adulto. In un libro dedicato alla psicologia ambientale dell'infanzia Children and environment, I. Altman e J.F. Wohlwill (1978) hanno infatti sottolineato come i bambini possano essere piu' facilmente soggetti agli effetti negativi dell'ambiente rispetto agli adulti, ed in particolare agli agenti di stress (come per esempio il rumore ed il sovraffollamento I bambini possano essere piu' facilmente influenzati in senso positivo da un ambiente costruito in modo idoneo rispetto alle loro caratteristiche di sviluppo ( come l’età).

37 Il bambino piccolo si "crea" piu' dell'adulto un ambiente psicologico fortemente determinato dai suoi affetti e dalle sue fantasie, organizzato secondo le sue mappe cognitive, piuttosto che per gli elementi di realtà percepiti dagli adulti.Le fantasie, come osservava K. Lewin, non fanno parte solo del mondo interno del bambino, ma anche del suo ambiente psicologico.

38 Sono stati studiati diversi fattori di ecologia psicologica che possono agire negativamente sull'ambiente, determinando una diminuzione delle capacita' di organizzazione e di controllo del comportamento da parte della persona.Questi fattori agiscono con maggiore forza sui bambini.

39 Alcune attivita' cognitive, come guardare un libro o fare un puzzle impegnativo, richiedono una concentrazione dell'attenzione che non si ottiene facilmente (specie nei bambini più piccoli) senza una limitazione del sovraccarico degli stimoli presenti, non solo acustici, ma anche visivi: per esempio, una barriera percettiva costituita da un divisorio adeguato consente di ridurre le occasioni di distrazione e la pressione degli stimoli visivi circostanti.

40 dove non debba condividere in ogni momento spazi e tempi con tutti i compagni il suo funzionamento psicologico ed il suo comportamento tenderanno ad essere piu' differenziati. Cio' vuol dire che sviluppera' le capacita' di scegliere, anziche' dipendere dal gruppo; sara' in grado di incanalare le sue energie in una molteplicita' di interessi ed attivita', anziche' scaricarle in comportamenti impulsivi e aggressivi anche la sua relazione e la sua comunicazione con l'insegnante, in un contesto di questo genere, potranno trovare dei momenti piu' personalizzati.

41 Diversi studi hanno mostrato come un eccesso di spazi aperti favorisca comportamenti aggressivi di scarso coinvolgimento nelle attività specificamente educative (S.R. Neill e E.J.M. Denham, 1982), uso improprio delle attrezzature giochi motori basati sulla forza il costituirsi di gruppi di bambini dello stesso sesso anzichè misti (P.K. Smith e K.J. Connolly, 1981).

42 Uno dei risultati piu' interessanti di questo studio e' che la zona casa ("famiglia") e' quella che stimola una produzione piu' articolata e globale delle produzioni linguistiche attraverso tutte le diverse funzioni del linguaggio ( da qui il suggerimento di dare particolare attenzione all'allestimento di questa zona). Inoltre si e' riscontrato che la presenza dell'adulto, come fattore facilitante nell'avvio delle conversazioni fra bambini nei diversi centri di interesse, e' piu' importante nei gruppi di bambini piccoli che non in quelli dei bambini piu' grandi, che sono in grado di avviare e sostenere un discorso fra di loro.

43 VARIN, GRAZZANI ET AL.,1994

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45 Un minimo di costanza ambientale, intesa come un sistema di riferimento dove vi sono luoghi, oggetti, attività che hanno una loro stabilità nello spazio e nel tempo favorisce, in questa prospettiva, la costruzione di una identità più sicura. Così, per il bambino, il ritrovare le cose nei luoghi giusti, l'avere un sistema di riferimento spaziale (oltre che interpersonale ) sufficientemente stabile è importante per una maggiore stabilità del proprio Sè. Il “caos” come fattore ambientale di stress, anche nell’ambiente di casa.


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