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“La diversificazione delle fonti di finanziamento per le imprese pmi” Dr. Eugenio Linguanti Vice Presidente Exponential, docente Accademia BCC Recanati.

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Presentazione sul tema: "“La diversificazione delle fonti di finanziamento per le imprese pmi” Dr. Eugenio Linguanti Vice Presidente Exponential, docente Accademia BCC Recanati."— Transcript della presentazione:

1 “La diversificazione delle fonti di finanziamento per le imprese pmi” Dr. Eugenio Linguanti Vice Presidente Exponential, docente Accademia BCC Recanati (MC), 20 settembre 2013

2 CONTESTO ECONOMICO E RAPPORTO BANCA-IMPRESA 2 Eugenio Linguanti - 20/09/2013

3 Rapporto banca - impresa: note introduttive Nel corso degli ultimi anni le banche sono indotte a rivedere la gestione dei rapporti di affidamento con la clientela corporate a causa di due fattori essenziali:  normativa bancaria più rigorosa (Basilea)  perdurante crisi dell’economia. Queste circostanze hanno reso il capitale proprio una risorsa di fondamentale importanza non solo per le imprese, ma per le stesse banche. 3 Eugenio Linguanti - 20/09/2013

4 EconomiaCredito 4 Fonte: Banca d’Italia, 2013 Eugenio Linguanti - 20/09/2013 Rapporto banca - impresa: note introduttive

5 Gli effetti della normativa di Basilea … La normativa di Basilea ha progressivamente affermato l’importanza del capitale proprio per fronteggiare i rischi tipici dell’attività bancaria (credito, liquidità, mercato). Con la crisi finanziaria il capitale delle banche si è rivelato una risorsa scarsa e difficile da rafforzare, con forti ripercussioni sui criteri di selezione del credito. La valutazione del merito creditizio della clientela, basata su tecniche di attenuazione del rischio (RWA, Risk Weighted Asset), sta spingendo le banche verso:  aumenti di capitale proprio (emissione di nuove azioni)  selezione più accurata del credito alle imprese  riduzione dell’attivo patrimoniale 5 Eugenio Linguanti - 20/09/2013

6 ImpieghiRaccolta debiti: 96 capitale: 4 crediti: 80 (RWA: 100%) titoli: 20 (RWA: 0%) titoli: 10 (RWA: 0%) Come si può migliorare il dato patrimoniale secondo i “ratio” previsti da Basilea III ? BANCA ImpieghiRaccolta debiti: 96 crediti: 57 (RWA: 100%) titoli: 43 (RWA: 0%) BANCA ImpieghiRaccolta debiti: 94 capitale: 6 crediti: 80 (RWA: 100%) titoli: 20 (RWA: 0%) BANCA Riduzione dei crediti (-23) Aumento di capitale (+2) Il processo di deleveraging, innescato dalla crisi finanziaria recente, è stato contrastato solo in piccola parte dall’erogazione di liquidità delle banche centrali (LTRO). Coeff.Patr. (4/57) ≈ 0,07 Coeff.Patr. (6/80) ≈ 0,07 Coeff.Patr. (4/80) = 0,05 debiti: 10 (BCE - LTRO) LTRO non ha potuto migliorare la quantità di credito a disposizione per imprese e famiglie ! (ha, però, favorito l’acquisto di titoli di Stato che presentano finchè RWA = 0%) capitale: 4 6 Eugenio Linguanti - 20/09/2013 Gli effetti della normativa di Basilea …

7 Il peggioramento della qualità creditizia In questo contesto persistono le debolezze del finanziamento d’impresa:  redditività operativa in calo, indebitamento bancario molto elevato e sotto-capitalizzazione  rapporto banca-impresa ancora fragile, spesso caratterizzato dalla pratica del pluri-affidamento  incapacità di offrire alla banche forme di attenuazione del rischio credito (previste dalla normativa di Basilea) 7 Eugenio Linguanti - 20/09/2013

8 Evoluzione del rapporto banca-impresa Le banche hanno risposto alla situazione di crisi con strategie differenti in base alla propria “mission” ed al proprio livello di propensione al rischio; in ogni caso tutte si sono dovute misurare con vincoli normativi più stringenti in materia di adeguatezza patrimoniale. Il risultato finale è stato quello di usare maggior rigore nella valutazione del merito creditizio della clientela e di amplificare (involontariamente!) la percezione da parte degli operatori economici dell’impossibilità di ottenere credito dal sistema bancario. 8 Un luogo comune: “Un banchiere è uno che vi presta l’ombrello quando c’è il sole e lo rivuole indietro appena incomincia a piovere !” Eugenio Linguanti - 20/09/2013

9 Evoluzione del rapporto banca-impresa In considerazione dei vincoli alla crescita degli impieghi (“deleveraging”) è necessario un processo di aggiustamento graduale della finanza d’impresa, che si caratterizzi per:  maggior apporto di capitale di rischio  arricchimento informativo della relazione banca - impresa  diversificazione delle fonti di finanziamento con una minore centralità per il credito bancario 9 Eugenio Linguanti - 20/09/2013

10 Evoluzione del rapporto banca-impresa L’evoluzione dei mercati incoraggia la costruzione di “poche” relazioni bancarie (più trasparenti e strutturate) per soddisfare il complesso delle esigenze aziendali. Per le banche locali, in particolare, si tratta di valorizzare meglio la cosiddetta “soft information “, derivante dalla prossimità alle PMI e potenziale punto di forza del proprio modello di business. 10 Eugenio Linguanti - 20/09/2013

11 IL FINANZIAMENTO DELLE PMI: LE OPPORTUNITA’ DEL CAPITAL MARKET 11 Eugenio Linguanti - 20/09/2013

12 Le opportunità del capital market Con il decreto “sviluppo” e con il decreto “del fare” il Governo ha disciplinato nuovi strumenti di finanziamento rivolti al mondo delle pmi (Minibond). L’obiettivo è spingere il risparmio privato verso le imprese per favorire la diversificazione delle fonti di finanziamento, contrastando il razionamento del credito bancario. In questo ambito le esperienze e le competenze della banca sono essenziali per avviare progetti di consulenza alla imprese e creare nuove opportunità per gli stessi intermediari finanziari. 12 Eugenio Linguanti - 20/09/2013

13 Le opportunità del capital market Il decreto «Sviluppo», in particolare, ha introdotto una serie di norme per incentivare l’accesso “diretto” delle PMI al mercato finanziario (cambiali finanziarie, obbligazioni, strumenti partecipativi), disciplinando più favorevolmente gli strumenti «ibridi» di finanziamento. I vantaggi di queste operazioni riguardano gli aspetti normativi (eliminazione del limiti di due volte il capitale più riserve per le emissioni obbligazionarie) e fiscali (interessi passivi deducibili, se ci si rivolge ad investitori qualificati) La normativa esclude le microimprese, cioè le società con meno di 10 dipendenti e 2 mln di euro di fatturato. 13 Eugenio Linguanti - 20/09/2013

14 Le opportunità del capital market Nonostante non esista ancora un vero mercato dei corporate bond delle PMI in Italia, tanto il mercato “primario” delle nuove emissioni, quanto il mercato “secondario” degli scambi dei titoli emessi sembrano destinati ad un significativo sviluppo quantitativo. L'esigenza di finanziamento non bancario, l’ampia disponibilità di risorse finanziarie e la possibilità di disporre di agenzie di rating italiane (CRIF, CERVED) costituiscono elementi essenziali per lo sviluppo del mercato. 14 Eugenio Linguanti - 20/09/2013

15 Le opportunità del capital market Alcuni esempi di operatori italiani ed internazionali (“forward lookers”), che hanno annunciato operazioni dedicate al mercato italiano dei minibond:  Italy Opportunities Fund – 200 mln € (Muzinich & Company)  Fondo mini bond PMI Italia - 100/150 mln (Banca MPS, Confidustria, Finint)  Fondo Euregio MiniBond - 100 mln (PensPlant Invest, PraderBank) 15 Eugenio Linguanti - 20/09/2013

16 Le opportunità del capital market Borsa Italiana ha lanciato il nuovo segmento Extramot PRO, dedicato alla quotazione di obbligazioni e cambiali finanziarie e creato per offrire alle PMI un mercato nazionale flessibile ed efficiente e per cogliere le opportunità derivanti dal nuovo quadro normativo. I requisiti di ammissione per le PMI sono molto più ‘leggeri’ di quelli previsti dai mercati regolamentati 16 Eugenio Linguanti - 20/09/2013

17 Le opportunità del capital market 17 Eugenio Linguanti - 20/09/2013

18 Le opportunità del capital market 18 Eugenio Linguanti - 20/09/2013 Bcc Cherasco, 1° Minibond

19 « … Non bisogna aver timore del futuro, del cambiamento. Non si costruisce niente sulla difesa delle rendite e del proprio particolare, si arretra tutti. Occorre consapevolezza, solidarietà, lungimiranza. Interventi e stimoli ben disegnati, anche se puntano a trasformare il Paese in un arco di tempo non breve, produrranno la fiducia che serve per decidere che già oggi vale la pena di impegnarsi, lavorare, investire. » Fonte: Banca d’Italia - Considerazioni Finali, 2012 (Roma, 31 maggio 2013) 19 Considerazioni finali Eugenio Linguanti - 20/09/2013

20 Grazie per l’attenzione ! 20 Eugenio Linguanti - 20/09/2013 Dr. Eugenio Linguanti (1964) è laureato in Scienze Economiche e Bancarie all’Università di Siena; è stato professore a contratto di “Funzioni Finanziarie” all’Università di Viterbo ed è cultore della materia in “Gestione del rischio di credito” all’Università di Siena; è autore di varie pubblicazioni sulla valutazione degli strumenti finanziari, sull’analisi finanziari e sulla gestione di portafoglio; svolge da oltre 20 anni attività di consulenza e formazione in area finanza per il mondo bancario, finanziario e assicurativo; dal 1998 collabora con Accademia BCC (scuola nazionale di formazione del Credito Cooperativo) per la predisposizione di corsi e seminari specialistici in area finanza, credito e assicurazioni rivolti a responsabili ed addetti delle BCC e del Gruppo Bancario ICCREA; è docente del Master Ateneo, programma di formazione manageriale per i quadri direttivi del Credito Cooperativo; è amministratore responsabile di eXponential srl, società di formazione e consulenza per banche e intermediari finanziari e assicurativi.


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