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PubblicatoAlbina Palla Modificato 8 anni fa
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Parma, 30 Giugno 2006 Sala Consiglio Provinciale presentazione a cura di Pier Giacomo Ghirardini Monica Pellinghelli
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il contesto nazionale un «contenuto occupazionale» della congiuntura economica molto dubbio nel segno della crisi di competitività
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2005: continua a crescere l’occupazione in Italia … ma con notevoli incertezze l’occupazione italiana, secondo gli usuali criteri Istat di conteggio delle teste, aumenta ancora nel 2005 (+0,7%) ma diminuisce per la prima volta dal 1994 (–0,4%) in termini di lavoro equivalente full-time questi incrementi occupazionali risentono in modo massiccio degli effetti delle recenti regolarizzazioni e della relativa «emersione statistica» degli stranieri autorevoli osservatori prevedono la fine degli effetti di job creation delle riforme del mercato del lavoro l’incremento occupazionale rilevato a marzo 2006 dall’Istat è dovuto per 3/5 alla componente straniera
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cresce l’occupazione in Italia nel 2005 ma vi sono avvisaglie di rallentamento
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in Emilia-Romagna il ciclo di crescita dell’occupazione si è fermato nel 2003
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la diagnosi della crisi del sistema Paese dalla fine degli anni Novanta si ha una crescita inferiore alla media dei paesi europei, specie per la produzione industriale un deficit di competitività con un forte calo di esportazioni ed investimenti una crescita dell’occupazione molto forte ma con una stagnazione della produttività una carenza strutturale in termini di capacità di innovazione, ricerca e capitale umano
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qualche speranza di crescita per l’Italia nel 2006 dopo la crescita zero nel 2005 crescita reale (%) del Prodotto Interno Lordo (previsioni della Commissione Europea 2006)
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la provincia di Parma 2005: l’annus horribilis per le crisi industriali segna la chiusura di una stagione di crescita occupazionale
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i dati Istat 2005 riferiti alla provincia di Parma sovrastimano molto la crescita occupazionale le stime occupazionali Istat a livello provinciale sono molto più imprecise (± 4.000 unità) i dati demografici utilizzati dall’Istat per ponderare le stime implicano una crescita di 9.000 unità della popolazione (di 15 e più anni) fra il 2004 e il 2005, ma i dati anagrafici (rilevazione Emilia-Romagna) ci dicono che è cresciuta solo di 2.444 unità tutti i dati delle fonti locali amministrative e statistiche convergono nel segnalare un peggioramento occupazionale
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indicatori occupazionali20042005 avviamenti − cessazioni+ 3.389+ 288 avviamenti − cessazioni (manifatturiero)+ 306− 763 imprese iscritte − cessate (manifatturiero)− 31− 59 ore cassa integrazione ordinaria366.247475.928 ore cassa integrazione straordinaria9.965369.756 comunicazioni di mobilità (imprese)2332 comunicazioni di mobilità (dipendenti)344960 iscritti alle liste di mobilità (licenziati)7141.206 occupazione industriale (dipendenti)52.00051.000 tutti gli indicatori occupazionali convergono nel segnalare una tendenza involutiva per Parma
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il Data Warehouse avviamenti-cessazioni 2005 della Provincia di Parma: lo strumento centrale equipe: Marco Ventura (progettazione e produzione data warehouse) Luigi Martinelli (controllo e bonifica informatica) Monica Pellinghelli (standardizzazione ed elaborazione statistica) Pier Giacomo Ghirardini (analisi dei dati) lavoratori47.570 imprese13.287 rapporti di lavoro 84.808 DW 2005
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un’inversione di tendenza per manifatturiero e costruzioni: persi un migliaio di posti di lavoro LEGENDA A Agricoltura, caccia e silvicoltura B Pesca, piscicoltura e servizi connessi C Estrazione di minerali D Attività manifatturiere E Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua F Costruzioni il peggioramento della congiuntura nel 2005 impatta sulle industrie manifatturiere le costruzioni non fanno più da argine al calo della occupazione industriale
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frenano commercio, alberghi, pubblici esercizi e turismo a causa della stagnazione dei consumi LEGENDA G Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli, motocicli e di beni personali e per la casa H Alberghi e ristoranti I Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni J Attività finanziarie K Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, servizi alle imprese (K-745 = dati depurati dalle missioni di lavoro interinale) è ormai finita la «luna di miele» della crescita della occupazione commerciale tengono solo i servizi alle imprese meno qualificati (pulizie, vigilanza ecc.)
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sembra tenere il terziario dei servizi personali e del lavoro domestico: ma rallenta la sanità LEGENDA L Amministrazione pubblica M Istruzione N Sanità e assistenza sociale O Altri servizi pubblici, sociali e personali P Attività svolte da famiglie e convivenze Q Organizzazioni ed organismi extraterritoriali pare continuare a crescere il «nuovo» lavoro servile crescono ancora i servizi personali e alle famiglie ma rallenta in modo molto significativo la domanda più qualificata di lavoro di cura nella sanità
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le attività manifatturiere più tradizionali sono in pratica a crescita occupazionale zero LEGENDA DA alimentari, bevande e tabacco DB tessili e abbigliamento DC conciarie, prodotti in cuoio e pelle DD legno e prodotti in legno DE pasta-carta, carta, cartone, stampa ed editoria DF coke, raffinerie di petrolio, trattamento dei combustibili nucleari DG prodotti chimici e fibre sintetiche e artificiali il settore alimentare vede una situazione molto statica stagnano moda e accessori segnali di peggioramento per cartarie e chimiche
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la perdita più grave di posti di lavoro si registra per impiantistica, meccanica generale e vetro LEGENDA DH articoli in gomma e materie plastiche DI prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (vetro) DJ metallo e prodotti in metallo DK macchine e apparecchi meccanici DL apparecchi e macchine elettriche, elettroniche ed ottiche DM mezzi di trasporto DN altre produzioni manifatturiere una decisa riduzione del personale nell’impiantistica e nella meccanica generale si aggrava la situazione per le industrie vetrarie segnate già da una crisi pluriennale
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l’impatto sociale la domanda di manodopera straniera è ormai satura, torna la disoccupazione femminile e cresce la precarizzazione
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la popolazione straniera è triplicata nell’ultimo decennio arrivando al 7,4% del totale residenti
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il saldo avviamenti – cessazioni degli stranieri è superiore a quello degli italiani nel 2005
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la saturazione della domanda di lavoro rivolta agli immigrati prefigura scenari sociali inediti si è fermata la domanda industriale di manodopera straniera, volano storico della nuova immigrazione la crescita occupazionale degli stranieri più forte è nel lavoro domestico (+282 unità), nelle pulizie e nei servizi alle imprese meno qualificati (+150 unità) la reale portata occupazionale di questi incrementi è messa in dubbio dalle recenti vaste regolarizzazioni rallenta notevolmente la crescita della domanda di lavoro straniera nella sanità specie nel segmento meno dequalificato aumenta il numero degli immigrati iscritti ai Cpi
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per il lavoro femminile è finita la lunga «luna di miele» della crescita del terziario commerciale
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per le donne più part-time ma meno carriere e meno lavoro: torna la disoccupazione femminile si registra una tendenza di chiusura delle opportunità di crescita dell’occupazione femminile nell’industria è l’occupazione femminile a risentire di più della contrazione dei consumi e della progressiva saturazione degli spazi di crescita del commercio l’unico segmento in crescita è costituito dai lavori meno qualificati in cui sono occupate le straniere pochi spazi per le donne «in carriera» ma sempre più part-time e lavori «segregati» da grateful slaves la quantità complessiva di lavoro femminile però non aumenta più e ritorna la disoccupazione
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nel 2005 il part-time raggiunge un ennesimo record fra gli avviamenti al lavoro femminili incidenza (%) dei contratti a tempo parziale sul totale avviamenti al lavoro
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nel 2005 cresce la disoccupazione femminile tornando al livello del 1994, prima delle riforme tasso di disoccupazione (%) (rilevazione: 1993-2003 trimestrale; 2004-2005 continua)
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aumenta anche nel 2005 la flessibilizzazione dei flussi delle assunzioni, specie per i maschi incidenza (%) dei contratti a tempo determinato sul totale avviamenti al lavoro
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cresce il peso del lavoro a tempo determinato e del part-time nello stock dei lavoratori dipendenti
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competitività = coesione sociale ritrovare il punto di equilibrio che è stato il quid pluris della nostra storia è uno dei nodi cruciali per il futuro
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Parma, 30 Giugno 2006 Sala Consiglio Provinciale presentazione a cura di Pier Giacomo Ghirardini Monica Pellinghelli
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