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HENRI MATISSE 1869-1954 “il colore soprattutto, forse anche più del disegno, è una liberazione
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RITRATTO DI MADAME MATISSE 1905
Nato il 31 dicembre 1869 a Le Cateau-Cambrésis , in Francia, crebbe nella Francia Nord- orientale, dove i suoi genitori gestivano un commercio di sementi. Nel 1887 si trasferì a Parigi per studiare legge, lavorando come impiegato statale, dopo aver ottenuto la qualifica. Cominciò a dipingere nel 1889, durante la convalescenza seguente ad un attacco di appendicite. Scoprì così "una sorta di Paradiso", come disse in seguito.
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G. Moreau Orfeo e la sfinge
Decise di diventare un artista, con grande disapprovazione del padre. Nel 1891 tornò a Parigi, per studiare arte all‘Accademie Julian, divenendo studente di William-Adolphe Bouguereau e Gustave Moreau. Inizialmente dipinse nature morte e paesaggi, secondo la tradizione fiamminga, ottenendo un discreto successo. Nel 1896 espose 5 dipinti al salone della Société Nationale des Beaux-Arts e lo stato francese ne acquistò due. Nel e 1898 visitò il pittore John Peter Russell sulla Belle Île, al largo delle coste dellaBretagna. Russell lo introdusse all'Impressionismo e ai lavori di Van Gogh
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Donna con cappello 1905 S. Francisco
Influenzato dai lavori dei post- impressionisti Paul Cézanne, Gauguin, Van Gogh e Paul Signac, ma anche dall'arte giapponese, fece del colore l'elemento cruciale dei suoi dipinti. La sua prima esposizione avvenne nel 1904, senza grande successo. Nel 1905 si trasferì nel sud della Francia, per lavorare con André Derain; un'esperienza durante la quale si accentuò la sua tendenza ad enfatizzare fortemente il colore. I dipinti di questo periodo sono caratterizzati da forme appiattite e linee controllate, con l'espressione che domina sui dettagli.
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La danse 1909-10 S. Pietroburgo, 260x391, olio su tela
Il quadro trasmette una suggestione immediata. Il senso della danza, che unisce in girotondo cinque persone, è qui sintetizzato con pochi tratti e con appena tre colori. Ne risulta una immagine quasi simbolica. Il verde che occupa la parte inferiore del quadro simboleggia la Terra. Segue la curvatura del nostro mondo e sembra fatto di materiale elastico: il piede di uno dei danzatori imprime alla curvatura una deformazione dovuta al suo peso. Il blu nella parte superiore è ovviamente il cielo. Ma si tratta di un blu così denso e carico che non rappresenta la nostra atmosfera terrestre bensì uno spazio siderale più ampio e vasto da contenere tutto l’universo. E sul confine tra terra e cielo, o tra mondo ed universo, stanno compiendo la loro danza le cinque figure.
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I pesci rossi 146x97 1912, Museo Puškin di Mosca
L'immagine, a prima vista semplice e priva di significati nascosti, colpisce per la sua ambiguità visuale: per esempio lo sfondo è costellato da foglie a palmo largo, fiori magenta e piante di diversa specie, tuttavia se si osserva con attenzione, questi vegetali sono privi di vasi o recipienti da cui sbocciano vistosi, pertanto è difficile comprendere se essi sono reali oppure sono il decoro stampato su di una probabile carta da parati incollata nello studio dell'artista. In alcune parti del dipinto, la tela è ben visibile poiché non è stata coperta dalle pennellate del pittore, questo per mostrare la semplice funzione di supporto che essa possiede. Le ambiguità appena descritte, per Matisse, non devono essere risolte mai definitivamente, ma egli prevede che rimangano tali e che accrescano, nella semplicità del quadro, il gusto per il misterioso, spingendo l'osservatore a una percezione meno ovvia e banale del dipinto. La composizione di pesci rossi deve essere vista come un mero gioco formale che non ha nulla a che vedere con la comunicazione di alcuni messaggi subliminali. Inoltre, interessantissima, è la "spiegazione" del fenomeno fisico della rifrazione alla quale siamo tanto abituati da non notarla quasi più. Invece Matisse ci mostra chiaramente le immagini sdoppiate di ogni singolo pesce: quelle che provengono dalla superficie laterale dell'acquario e quelle che provengono dalla superficie superiore.
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La stanza rossa o Armonia in rosso olio su tela 180. 5 x 221 - 1908
La stanza rossa o Armonia in rosso olio su tela x 221 - 1908 .Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo Matisse usava partire dalla raffigurazione della realtà, trasformandola poi in forme semplificate e appiattite attraverso l’accostamento di colori primari e secondari puri, accesi, luminosi, privi ormai di riferimento alla descrizione naturale. La sua attività pittorica si svolse per decenni, nel suo quieto ambiente familiare, lontano dai clamori della vita mondana. Svolse la sua ricerca portando il suo stile ad un affinamento progressivo che toccò, in tarda età, le soglie dell’astrattismo, senza l'intenzione di volerle oltrepassare. Si avvicinò all'astrazione soprattutto con la tecnica del collage su carta, con figure semplificate, dalle campiture omogenee, che producevano effetti dinamici e un vivace contrasto con lo sfondo. La sua serie di Nudi Blu rappresenta il principale esempio della tecnica denominata "dipingere con le forbici"; erano composizioni figurative a collage, a uno o più colori, per i quali usava cartoncini leggeri, sia per lo sfondo sia per il disegno. Tracciava prima a matita l’intero disegno sul foglio e poi preparava le figure colorate da incollare. Semplificava le figure e le riavvicinava lasciando piccoli margini bianchi. La luce del sud gli aveva insegnato ad apprezzare la forza del colore e ad usarla in funzione espressiva. I gialli venivano accostati al violetto, il rosso al verde, il blu all’arancio; la ricerca di Matisse riguardava l'accostamento tra i colori, il loro accordo o contrasto, non il colore in sé. Il colore era distribuito con veemenza sulla tela e con un’immediatezza tale da non coprirla totalmente. Ai colori primari accostava i colori complementari con l’evidente intento di rafforzarne il contrasto timbrico. Ne risultava un insieme molto vivace con un evidente gusto per la decoratività.
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Odalisca 1919 Nizza a Nizza, Matisse finalmente sembra abbandonare i colori tetri e le forme astratte del periodo della Grande Guerra, per ritagliarsi un rientro nella pittura più reale, figurativa, con i suoi interni e nuove figure, naturalmente femminili, ricreate in una fascinosa coreografia di virtuosismi coloristici. La produzione pittorica matissiana degli anni Venti si accentra, infatti, su un tema figurativo particolare, di grande suggestione e che sa di esotico, di misterioso: fanno la loro apparizione le belle e sensuali odalische islamiche, inserite o incorniciate in ricercate magie arabesche di un interno dagli arredi eleganti e ricercati, in atteggiamenti sinuosi, pigri, indolenti, come di attesa instancabile, senza tempo, e calate sempre in un’atmosfera di silenzio intorno.
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Si avvicinò all'astrazione soprattutto con la tecnica del collage su carta, con figure semplificate, dalle campiture omogenee, che producevano effetti dinamici e un vivace contrasto con lo sfondo. La sua serie di Nudi Blu rappresenta il principale esempio della tecnica denominata "dipingere con le forbici"; erano composizioni figurative a collage, a uno o più colori, per i quali usava cartoncini leggeri, sia per lo sfondo sia per il disegno. Tracciava prima a matita l’intero disegno sul foglio e poi preparava le figure colorate da incollare. Semplificava le figure e le riavvicinava lasciando piccoli margini bianchi. Nudo blu Aurora particolare del sarcofago di Lorenzo De Medici, sagrestia Nuova S. Lorenzo, Firenze
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Jazz, Icaro Nel 1941 gli fu diagnosticato un cancro all'intestino e, sopravvissuto ad un delicato intervento chirurgico, iniziò ad andare in sedia a rotelle. Con l'aiuto degli assistenti realizzò dei grandi collages, chiamati gouaches découpés. Nel 1947 pubblicò Jazz, un libro in edizione limitata, contenente stampe a colori di collage, accompagnati dai suoi pensieri. Analizza gl elementi spaziali dell’opera
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King's Sadness Negli anni '40 lavorò anche come artista grafico e produsse illustrazioni in bianco e nero per diversi libri. In questo secondo periodo il maestro scoprì la straordinaria tecnica dei papiers découpés, le carte colorate che ritagliava e ricomponeva, creando immagini di sorprendente sintesi formale, ma si dedicò anche e soprattutto ai libri illustrati, Artista non solo del colore, Matisse si cimenta con la linea e le illustrazioni a sessant’anni: nel nasce la collaborazione con l’editore Albert Skira, per illustrare, attraverso 29 incisioni, lePoésies di Stéphane Mallarmé: sono gli anni della «rivalità» con Pablo Picasso che, per lo stesso editore, illustrava, con 30 acqueforti, le Metamorfosi di Ovidio. Nel disegna, sempre per Skira, l’Ulysses di James Joyce.
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