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PubblicatoUberto Fois Modificato 10 anni fa
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Per un approccio al restauro dei dipinti antichi Chieti – 11/04/2008
Dott. Luigi Franchi
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Tutti gli elementi utili ad identificare l’operazione del restauro si possono trovare sul testo di CESARE BRANDI del 1963, ‘La teoria del restauro’. Il “restauro” può essere inteso come quell’insieme di atti ed operazioni che compongono la metodologia di rimedio ai prodotti dell’attività umana. Per prodotti dell’attività umana si intende un vasto orizzonte di manufatti i quali si possono a loro volta dividere in oggetti industriali ed oggetti d’arte. Il riconoscimento del valore artistico di un manufatto avviene di volta in volta nella coscienza di ognuno.
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Istanza estetica è il valore aggiunto all’oggetto dalla valutazione estetica conferita dai fruitori in un dato periodo storico, Istanza storica è il valore che l’oggetto acquista durante la sua esistenza. Pertanto la definizione di restauro sarà: il momento metodologico per il riconoscimento dell’opera d’arte nella sua realtà fisica, nella sua duplice polarità in vista della sua trasmissione nel futuro. Da qui deriva il concetto che si restaura solo l’opera d’arte, che non si dovrà mai intervenire direttamente sull’immagine e che il restauro dovrà mirare al recupero dell’unità potenziale dell’opera senza fare un falso artistico o storico e senza eliminare le tracce del tempo, sintomo dell’invecchiamento naturale dell’opera.
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Restauro conservativo
si basa sui concetti di salvaguardia e prevenzione ponendo la sua attenzione alla materia Restauro estetico è legato all’immagine, all’aspetto ed alla sua leggibilità
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Supporti mobili Tavola
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Tipologie di legno Conifere Latifoglie
Abete bianco: è molto usato nella pittura su tavola, meno in scultura; è facilmente attaccabile dagli insetti xilofagi. Presenta il difetto di formare «tasche di resina». Abete rosso: ha il colore più intenso. Più usato del precedente, ha una migliore compattezza. Per il resto presenta caratteristiche simili agli altri abeti. Larice: è caratterizzato da buona durata, fibre regolari e compatte, è di facile lavorazione nonostante l’omogenea resistenza e compattezza. Cipresso: è usato per opere di modeste dimensioni, presenta fibra irregolare, è duro e di difficile lavorazione, non è attaccato dagli insetti xilofagi. Latifoglie Pioppo bianco e nero: è l'essenza più usata nella pittura italiana del Rinascimento per facilità di reperimento e lavorazione. Ha scarsa resistenza e durata. E’ attaccato facilmente da insetti xilofagi. Salice: è usato per tavole dipinte, è facilmente attaccabile da insetti xilofagi. Noce: è usato specialmente per tavole dipinte di modeste dimensioni. Di colore scuro è compatto e resistente. Quercia: è usata in tutte le sue qualità, rovere e leccio. E’ impiegata nel Centro e nel Nord Europa. Resiste agli attacchi degli insetti xilofagi, ma si spacca facilmente durante la stagionatura.
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Composizione VERNICE FILM PITTORICO COLLA ANIMALE GESSO
TELA (INCAMOTTATURA) SUPPORTO LIGNEO
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TAGLIO RADIALE parallelamente all’asse del fusto e ai raggi.
TAGLIO TANGENZIALE eseguito parallelamente all’asse del fusto e tangenzialmente agli anelli di crescita TAGLIO TANGENZIALE CENTRALE Taglio generalmente scartato a causa della zona centrale del tronco molto dura e soggetta a rotture
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Parchettatura
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Incastri Connessione a spigoli vivi.
Connessione a mezza pialla. Tasselli imperniato. Connessione maschiata. Inserti a farfalla.
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Tipologie di danni
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Fattori di degrado Interni, naturali e/o accidentali
Esterni, da intervento CALORE, responsabile di alterazioni fisiche dei materiali (essiccazione, stagionatura) Patinatura, fase artigianale fatta da un operatore volta a ricercare effetti di invecchiamento UMIDITA’, principale responsabile dei movimenti del legno nonchè della formazione di funghi Sostanze messe sul dipinto come colle, gomme, resine, bitumi, cera, olii, grassi animali, ridipinture, stuccature, gommalacca... INSETTI XILOFAGI Schiacciamenti e bruciature durante le fasi di consolidamento Puliture sbagliate
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Supporti mobili Tela
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Composizione VERNICE FILM PITTORICO MESTICA COLLA ANIMALE TELA
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Tipi di tela vegetale, lino, cotone, canapa, juta, ramiè, a base di cellulosa. La cellulosa è una sostanza fibrosa bianca che è alla base della composizione di qualsiasi tipo di pianta. Come caratteristiche ha una forte igroscopicità, sensibilità agli acidi ed agli attacchi di microorganismi ed è soggetta ad ossidazione. - animale, seta e lana, a base proteica (fibroina e sericina per la seta, cheratina per la lana) - minerale, oro, argento, rame...
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COTONE - fibra di origine vegetale ricavata dalla peluria che si forma sui semi dell’omonima pianta. Quasi interamente costituita di cellulosa riesce ad assorbire acqua fino al 21% del suo peso risulta essere meno robusto ma più estensibile delle altre fibre vegetali. Il suo uso in pittura avviene prevalentemente nel novecento. La sottigliezza e la scarsa tenacità non ne permettono inoltre l’utilizzo per grandi formati, inoltre l’eccessiva reazione igrometrica e le cattive proprietà meccaniche che ne provocano delle variazioni di lunghezza in maniera brusca lo hanno sempre relegato in secondo ordine. Solo nel 1950, in America, si usa il cotone OLONA, impiegato di solito per vele, tendoni e coperture che risulta molto assorbente (il cotone è una superficie porosa), resistente e di grandi dimensioni. LINO - fibra vegetale ricavata dall’interno dello stelo della pianta del linum usitatissimum con una colorazione tendente al grigio freddo. Appartiene alla categoria delle fibre a lungo taglio e cioè a filamenti lunghi. A base di cellulosa per circa l’85%. Ha una capacità di assorbire acqua fino al 13% del suo peso, è poco estensibile ma molto tenace. Le tele fatte con questo materiale erano utilizzate nel medioevo per fare l’incamottatura delle tavole. Fu introdotta costantemente nelle belle arti nel 700 al posto della canapa. CANAPA - fibra vegetale derivata dalla cannabis sativa con una colorazione tendente al grigio caldo. Composta di cellulosa per il 70-80% è anch’essa una fibra a lungo tiglio. Tra le fibre naturali è la più resistente alle intemperie e all’umidità e perciò ha una bassa capacità di allungamento. Tenace e poco estensibile, assorbe poca acqua. Fu molto usata in Francia nell’800.
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Fattori di degrado Interni, naturali e/o accidentali
Esterni, da intervento UMIDITA’, responsabile dei movimenti di legni e tele nonchè della formazione di microrganismi e muffe Patinatura, fase artigianale fatta da un operatore volta a ricercare effetti di invecchiamento ARIA, intesa come ossigeno responsabile delle reazione di ossidazione trasformando i materiali del dipinto. Cambiamento delle resistenze meccaniche e delle cromìe. Sostanze messe sul dipinto come colle, gomme, resine, bitumi, cera, olii, grassi animali, ridipinture, stuccature, gommalacca... AGENTI INQUINANTI, come sostanze a base di zolfo presenti nell’aria e responsabili dello scurimento di alcuni pigmenti a base di rame e piombo Schiacciamenti e bruciature durante le fasi di consolidamento LUCE, soprattutto UV e IR.UV - incentivano i processi di fotossidazione e polimerizzazione. Sono dunque catalizzatori di reazioni fotochimiche. Puliture sbagliate
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Supporti murali
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Composizione A - Muro B - Rinzaffo C - Arriccio D - Sinopia
E - Intonachino F - Film pittorico A B C D E F
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