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PubblicatoFausta Bernasconi Modificato 8 anni fa
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AvanguardiaVisionaria Corso di Fotografia Digitale 2015 – 2016 Il ritratto
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AvanguardiaVisionaria Ritratto è esprimere una persona mediante la sua effigie. Il ritratto, perciò, occupandosi della persona, che è una unità fondamentale di pensiero, sentimento e azione, è sempre ritratto psicologico, altrimenti la figura umana viene ridotta al rango della rappresentazione di una bottiglia o di una coppia d’uova.
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AvanguardiaVisionaria Il ritratto, insieme al paesaggio, è il soggetto più praticato dai fotoamatori. I familiari sono le prime “vittime” di questo fotografo.
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AvanguardiaVisionaria “Oggettivo o soggettivo che sia, il ritratto non è tale se non è realistico, vale a dire se non esprime interamente il soggetto”.
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AvanguardiaVisionaria Prima dell'invenzione della fotografia i ritratti erano un privilegio delle persone agiate che ricorrevano ai pittori per tramandare le loro immagini ai posteri. La retorica del ritratto quindi come ostentazione di uno “status” sociale influenzò negativamente le fotografie di quel periodo.
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AvanguardiaVisionaria Bianco e nero o colore? Il materiale bianco e nero è consigliabile nei ritratti dove lo scopo principale è la rappresentazione della persona nella sua interiorità. L’interpretazione dei sentimenti può infatti essere distratta da un eccessivo cromatismo (si pensi ad un trucco pesante o ad un abito vistoso), mentre l’astrazione del bianco e nero (o il monocromatismo) consentono di indirizzare l’osservatore sugli elementi essenziali del soggetto, non facendogli perdere di vista il messaggio del fotografo.
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AvanguardiaVisionaria
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Il ritratto, in quanto tale, ha come soggetto preponderante della foto il viso di una persona
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AvanguardiaVisionaria Qualche regola da tenere in mente
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AvanguardiaVisionaria Per ottenere una buona prospettiva e, soprattutto, per evitare distorsioni, si deve evitare di usare il grandangolo. Questo significa che dobbiamo utilizzare focali che vadano dai 50mm in su. Le ottiche più adatte sono fisse e con apertura ampia: - 50mm – f1.8 oppure f.1.4 oppure f.1.2 - 70mm – f.2.8 - 85mm – f1.8 oppure f.1.4 oppure f.1.2 - 100mm – f2.8 - 135mm – f2.8 - 200mm – f2.8
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AvanguardiaVisionaria Nel momento in cui si usano ottiche più ampie, come il 35mm o i 24mm o 28mm NON si parla più di ritratto ma di “ritratto ambientato” in quanto queste ottiche permettono di immortalare non soltanto la persona che ci interessa ma anche ciò che le sta intorno, come la sua casa o lo spazio in cui si trova. Le ottiche più adatte non sono più soltanto fisse ma sicuramente di ampia apertura: - 35mm f.1.4 - 28mm f.2.8 - 24-70 f.2.8 - 70-200 f.2.8
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AvanguardiaVisionaria L’uso di diaframmi aperti, unito all’uso di un teleobiettivo, permette di sfocare a sufficienza lo sfondo. In tal modo saranno esclusi elementi di disturbo. Mettere a fuoco esattamente sull’occhio. Non c’è nulla di più fastidioso di una narice ben a fuoco e di un occhio sfocato.
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AvanguardiaVisionaria Se l’inquadratura non è frontale e si deve scegliere quale occhio mettere a fuoco, beh al 90% (tranne che non si punti a particolari interpretazioni compositive) è meglio mettere a fuoco sull’occhio più vicino al fotografo, quello che poi avrà dimensioni maggiori nella fotografia.
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AvanguardiaVisionaria Lasciare spazio in direzione dello sguardo del soggetto.
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AvanguardiaVisionaria Decentrare. Anche per il ritratto vale la regola compositiva del “decentrare”, che consiste nel posizionare gli elementi più importanti dell’immagine (quindi di solito gli occhi) non al centro del fotogramma, ma in uno dei “punti forti”
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AvanguardiaVisionaria Lasciare spazio nella direzione dello sguardo. Anche questa è quasi sempre una buona regola di composizione. La mente dell’osservatore della foto, infatti, è istintivamente portata a seguire la direzione dello sguardo del soggetto e si aspetta di trovare dello spazio davanti ad esso.
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AvanguardiaVisionaria Mettere a proprio agio il soggetto. Spesso il nostro modello, o la nostra modella, dato che non si tratta normalmente dì un professionista, si sentirà un po’ imbarazzato di fronte alla fotocamera. Questo potrebbe portarlo ad adottare espressioni e pose poco spontanee e naturali o addirittura forzate. Particolare importanza ha, in queste situazioni, la capacità del fotografo di riuscire a mettere a proprio agio e far rilassare il soggetto, in modo da ottenere delle pose e degli atteggiamenti spontanei e naturali.
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AvanguardiaVisionaria Ovviamente per rendere significativa una fotografia è necessario cercare di cogliere un’espressione o un momento gradevole e particolare. Quindi bisogna prepararsi, in una sessione di foto, a fare davvero tanti scatti, per selezionare in un secondo momento quelli migliori. Molti fotografi hanno l’abitudine di scattare con la raffica inserita, in modo da avere più possibilità di cogliere una determinata espressione che magari passa solo per un attimo sul viso del soggetto. Io lo sconsiglio, consiglio invece di osservare ed avere i riflessi pronti!
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AvanguardiaVisionaria Spesso una luce dura rovina il ritratto. Anche il vecchio adagio che suggerisce di tenere il sole alle spalle del fotografo è sbagliato. Produce solo delle bruttissime ombre sugli occhi e sul naso. Molto meglio fotografare quando il sole è coperto, in modo che la luce sia diffusa e soffusa. In alternativa si può far mettere il soggetto all’ombra. Se siamo in grado di gestirlo, anche il controluce è preferibile alla luce frontale. Insomma, l’importante è evitare una luce dura e diretta, come mostrano le immagini seguenti:
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AvanguardiaVisionaria E’ bastato far spostare il soggetto all’ombra per ottenere un’illuminazione molto più equilibrata, che ha eliminato le ombre sgradevoli.
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AvanguardiaVisionaria Bisogna stare particolarmente attenti, quando si fanno fotografie di ritratto, a non tagliare elementi importanti dell’immagine. In particolare, bisogna prestare attenzione a non mozzare crudelmente mani, dita e braccia, perché risulterebbero particolarmente sgradevoli nella fotografia.
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AvanguardiaVisionaria Se riusciamo a inserire un puntino di luce negli occhi lo sguardo del soggetto acquisterà maggiore intensità. Possiamo usare a questo scopo una fonte di luce, ad esempio il sole, facendo in modo che si rifletta negli occhi del soggetto. Possiamo usare il flash, anche quando scattiamo in pieno giorno, usandolo come lampo di schiarita al fine di attenuare le ombre sul viso e di ottenere il puntino luminoso.
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AvanguardiaVisionaria Particolarmente importante, nel ritratto, è il punto di ripresa, cioè la nostra posizione rispetto al soggetto. La regola generale dice che sarebbe preferibile adottare un punto di ripresa che sia all’altezza degli occhi del soggetto. In questo modo non si ingenerano distorsioni prospettiche e si rendono correttamente le proporzioni del viso. Inoltre, di solito in questo modo si ottengono pose più naturali.
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AvanguardiaVisionaria Tuttavia la fotografia di ritratto ci lascia davvero la più completa possibilità di sperimentare i più diversi punti di ripresa. Ricordiamo che se ci poniamo leggermente più in basso rispetto al soggetto gli conferiremo un maggiore slancio, mentre se lo riprendiamo dall’alto rischiamo di “schiacciarlo” verso terra. Punti di ripresa inconsueti possono risultare molto gradevoli. Molto dipenderà anche dalle caratteristiche del nostro soggetto. Ci sono dei punti di ripresa che lo penalizzeranno, mentre degli altri che lo valorizzeranno. Sta a noi sperimentare.
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AvanguardiaVisionaria I tagli in fotografia
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AvanguardiaVisionaria Se inquadriamo l’intera figura, cosa da non escludere, essendo il corpo umano sottile e allungato, avremo come conseguenza che il viso diventa assai piccolo in proporzione e quindi i lineamenti poco visibili. Soprattutto su una stampa 10*15 o una visualizzazione su schermo di ridotte dimensioni, ad esempio uno smartphone, sarà quasi impossibile distinguere bene il volto della persona. Ecco quindi che siamo costretti a “tagliar via” il resto del corpo dall’inquadratura per consentire al viso di assumere proporzioni maggiori e risultare meglio visibile.
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AvanguardiaVisionaria Il termine fa pensare a qualcosa di truculento, ma è solamente una forma del gergo professionale. In realtà, come avrete ben capito, vuol dire semplicemente escludere la parte inferiore del corpo del soggetto dall’inquadratura. Parliamo ovviamente di soggetto in piedi o seduto, e non sdraiato, nel qual caso il discorso è leggermente diverso, dato che il “taglio” non viene più effettuato dall’alto verso il basso, ma lateralmente, dalla testa verso i piedi.
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Fine Ci vediamo giovedì prossimo!
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