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QUAGLIETTA: Breve Presentazione. Se si congiungono Calabritto, Valva, Oliveto Citra e Senerchia si ottiene un quadrilatero, alla metà della diagonale.

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2 QUAGLIETTA: Breve Presentazione. Se si congiungono Calabritto, Valva, Oliveto Citra e Senerchia si ottiene un quadrilatero, alla metà della diagonale lunga, a 284 msl si trova Quaglietta.Il paese è una frazione di Calabritto e dista dal capoluogo 7 Km. Proprio dove il "medio sele" si restringe, fra la corona dei monti Pennone, Carpineta, Castello, dal lato di Valva e dei monti Attilio, Boschetiello, Croce, dalla parte di Senerchia, a sbarramento della valle affiora una rupe a picco, con andamento est-ovest. Abbaricato sulla cima si erge il castello, intorno il borgo che avvolge la fortificazione sull'unico versante che degrada. Tutto il resto, le case nuove, la strada, i campi si estendono in basso, sulle colline circostanti. Il borgo antico presenta uno schema urbanistico lineare, con stradine ortogonali all'andamento di penetrazione ma a differenza degli impianti lineari veri e propri che sorgono lungo una strada e nella trama omogenea non hanno emergenze architettoniche, quì l'elemento generatore di tutto è il castello e se entrambi i versanti della rupe fossero stati accessibili probabilmente si sarebbe avuta una planimetria focalizzata a sviluppo avvolgente.

3 Il nome di Quaglietta Nel caso specifico del nome di Quaglietta non dovrebbero sussistere dubbi o difficoltà nell’accettare per buona l’etimologia che è stata trasmessa dalla tradizione, che è stata sempre confermata dai documenti scritti e dalle fonti storiche. Le lapidi, piuttosto numerose, collocate nel passato entro la cerchia del castello medioevale, sono un documento prezioso assai probante sull’origine del nome di Quaglietta, in quanto questo nome appare spesso scritto nelle iscrizioni lapidee. Accanto a queste iscrizioni che formano una testimonianza ineccepibile, bisogna citare anche i Registri della Cancelleria Angioina, dove nei numerosi atti, diplomi, decreti, che si riferiscono alle università del meridione, quel nome viene frequentemente registrato. Il nome è naturalmente documentato in lingua latina, nella quale spesso presenta una varietà di forme esteriori, che nella loro sostanza conservano sempre lo stesso valore, cioè il nome non subisce variazioni tali da cambiare la sua sostanza. Le lapidi citate presentano sempre la forma stereotipata di Aqua lecta (o electa) nel significato di Acqua scelta.

4 Antonio Castellani nella sua "Cronaca Conzana" così presentò la Terra di Quaglietta: "La Terra della Quaglietta sta anco situata nella Provincia di Principato Citra, sive di Salernoed è posta in un luogo piano, bechè dentro la Terra vi sono strade montuose e strette;vi è bensì un famoso castello, forte,edificato sopra una pietra con havere certi recinti e ritirate, che anticamente si dimandava:il castello della Quaglietta, che era il nome della Terra". La sua nascita fu dovuta da un'esigenza di ordine militare, da una necessità cioè di creare un punto di sbarramento contro i feroci attacchi portati dalle orde saracene nei paesi della Valle del Sele.........................................

5 ............. La prima fonte documentaria è il Quaternus Magne Expeditionis registro della forza straordinaria di difesa nelle province meridionali del Ducatus Apulie e del Principato di Capua. Secondo la ricostruzione storica della studiosa inglese Evelyn Jamison, Quaglietta era sede di un importante comando militare, affidato a Robertus de Quallecta, comprendente gran parte del territorio del Comitatus Principato, delimitato dai castelli di Calabritto, Caposele, Valva, Senerchia, Campagna, Eboli, Persano, Altavilla, Fasanella, Brienza, Laviano, e MuroLucano. Quaglietta finì col perdere l'importanza militare che lo aveva reso famoso, le sue vicende successive si profilarono del tutto simili a quelle di altri territori, nel senso che la concessione feudale autorizzata è da porsi di volta in volta in relazione a servigi resi dal beneficiario a vicende ereditarie. E fu così che intorno al quel castello nacquero le prime case che poi formarono il nucleo dell'abitato di Quaglietta........................

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7 ................................... Secondo la ricostruzione storica della studiosa inglese Evelyn Jamison, autrice di uno studio critico sul Catalogus Baronum, Quaglietta era sede di un importante comando militare, affidato a Robertus de Quallecta, comprendente granparte del territorio del Comitatus Principatus, delimitato dai castelli di Caposele, Calabritto, Senerchia, Valva, Campagna, Eboli, Persano, Altavilla, Fasanella, Brienza, Salvia, Satriano, Caggiano, Muro Lucano,e Laviano.

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10 - IL RECUPERO DEL BORGO Caratteristiche dell’intervento. Area totale su cui si interviene 14.000mq circa: - Il Borgo (1710mq) - Il Castello (1530mq) - Attrezzature (715mq) - Residenze (930mq) - Opere di pavimentazione,illuminazione ed arredo urbano (700mq) La suddivisione in questi tipi di interventi tiene conto soprattutto della difficoltà dell’intera area su cui si interviene (14.000 mq circa). La difficoltà principale è la differenza di quota fra l’accesso di via del Popolo (255 msl) e il terrazzamento superiore del castello (290 msl) e di ben 35 m su una distanza lineara di 60 m con una linea di pendenza che sfiora il 60%. Una pendenza superiore si riscontra fra la strada carrabile sottostante la chiesa di S. Rocco e le terrazze del castello: 64 m di dislivello su 80 m lineari con una pendenza dell’80%.

11 Il Borgo Medioevale Non aveva certamente torto il cronista di Conza allorchè, parlando della conformazione planimetrica di Quaglietta, scrisse che essa “...è posta in luogo piano, benchè dentro la Terra vi siano le strade montuose e strette”. Con solo poche righe l’autore della Cronaca Conzana nel 1691 descrisse la posizione morfologica del borgo, che si adagia ai piedi del castello. Il castello fu il punto di riferimento di tutti: intorno ad esso, o addirittura entro la cinta delle sue mura, venne a poco a poco a collocarsi la popolazione dei campi, che non era stata mai sicura nelle sue piccole e fragili capanne, dove viveva sempre atterrita dalle incursioni incombenti.

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13 …………………L’architettura di Quaglietta, se si accettuano il castello e la chiesa di S. Rocco, è povera e fortemente frammentata da divisioni condominiali. La tipologia appare spesso dimensionata sui minimi della scala umana; le uniche vie carrabili sono via del Popolo e via Funtana (quest’ultima parzialmente). Alle due strade con andamento longitudinale, via Castello e via del Popolo, che seguono le curve di livello della rupe, fanno da collegamento una miriade di viuzze trasversali, tutte a gradoni per la forte pendenza. La massa rocciosa spesso emerge frammentata lungo le vie, sotto forma di piccoli massi, per ospitare una scala o fare da base ad un muro. I nomi elementari delle strade, come via Chiesa, via Casale, Dietro i Santi, rilevano la semplicità della struttura sociale………………….

14 ………………………..Non esistono piazze nel senso tipico della parola ma solo tre slarghi, nati soprattutto dall’incrocio dei percorsi, come Piazza del Popolo, che in pianta sembrerebbe avere tutte le caratteristiche della piazza; la dimensione, la convergenza dei percorsi, le cortine edilizie tutte intorno. Ma in pratica si è di fronte ad un semplice incrocio di vie a diverse quote, dove mancano i concetti di sosta e fruizione. Le case di due o tre livelli, sono costruite in muratura di pietrame locale, poche volte intonacata all’esterno. I solai sono solamente di due tipi: in legno o putrelle di ferro e tavelloni in laterizio; i tetti in coppi e controcoppi sono sostenuti da un orditura lignea a falsi puntoni, spesso sottodimensionata……………………….

15 ………………Le case più antiche presentano i cornicioni di gronda in “romanelle”, mentre quelle più recenti utilizzano per il displuvio delle acque la semplice sporgenza delle tegole. Le bucature non hanno ornie o ringhiere di particolare pregio, gli unici elementi di decoro sono i portali in pietra scolpiti a disegni elementari.

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17 La visita al borgo la si può fare lungo le passeggiate alle quote orizzontali 250-260- 270-276. E’ bene premettere che non una sola pietra del vecchio tessuto è stata distrutta. Ogni traccia è recuperata, ogni muro consolidato, l’intero tessuto è bonificato. La roccia è ancora protagonista lungo i percorsi, così come è sempre è stato nel tempo; 23 alloggi sono stati riutilizzati ad uso abitativo; ci sono poi negozi su piazza del Popolo, delle botteghe artigianali, un forno (così come era a suo tempo. Gli alloggi, recuperati secondo la loro originaria tipologia, conservano tutti gli antichi paramenti murari a vista, tutti gli stipiti, i balconi, i portali. Essi si suddividono in tre classi secondo la loro superficie utili: - 9 alloggi con una superficie inferiore a 50 mq (tot. 450 mq) - 7 alloggi con una superficie compresa fra i 50 e i 90 mq ( tot. 580 mq) 7 alloggi con una superficie utile superiore a 90 mq (tot. 700 mq)

18 ............................................... Il borgo è fatto di abitazioni e attrezzature, il castello va riconquistato come bene culturale, distaccandosi nella sua unicità dalla edilizia corale del borgo, entro cui tuttavia è profondamente inserito...............................

19 ............................... Far capire e far vedere come si abitava nei piccoli centri urbani dell’entroterra campano è diventato in seguito al terremoto ancora più facile: vi sono contesti all’estero, intere scolaresche passano brevi periodi di tempo negli antichi borghi rurali per capire e divertirsi nello studiare le vecchie case, gli usi, gli attrezzi, i materiali ed il dialetto del posto.............................

20 ................. L’immagine che il castello offre a livello paesaggistico è duplice: da sud sulla valle, si erge maestoso dalla rupe: muratura e roccia con la campagna all’intorno; da nord borgo e castello sono un tutt’uno, strettamente correlati.............

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22 ............................... Il valore eccezionale non è in un caso come questo racchiuso nella sola materia ma è espresso da una serie integrata di valori, segni e significati, che costituiscono la motivazione della scelta di voler recuperare certe testimonianze lasciate del tutto abbandonate.........................

23 ................................ Una prima motivazione è di ordine storico: la storia delle vicende del castello racchiude in se il ricordo secolare della vita stessa della comunità di Quaglietta le cui origini vanno oltre l’epoca normanna...............................

24 ...................................Una seconda motivazione è di ordine estetico e nasce dalla collocazione paesistica ed ambientale del castello in rapporto al borgo e alla valle. IL volume costruito del castello ed il “peso” della sua forma e dimensione, definivano in maniera caratterizzante il profilo spaziale dell’intero nucleo urbano riverberandolo a molti chilometri di distanza...............................

25 Il soddisfacimento di queste istanze comporta l’esigenza basilare di conservare e trasmettere, riproponendoli nel progetto di restauro, quegli elementi materiali capaci di mettere in moto in ognuno i meccanismi autonomi e liberatori del ricordo del sogno. Tutto questo significa arricchimento spirituale (e non materiale) essenziale per la vita umana che soltanto quel bene culturale può offrire.

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27 Si tratta, quindi di restituire innanzitutto il profilo esterno del castello, e cioè, il suo volume edificato e specialmente quello della torre e della loggia, elementi avvistabili dalla grande valle sottostante e da ogni punto delle montagne all’intorno. La restituzione di questi elementi caratterizzanti, indispensabile per esigenze estetiche e psicologiche, deve tuttavia realizzarsi senza tradire l’istanza storica, vale a dire, senza cancellare il documento che testimonia i segni lasciati dal terremoto: le tracce delle antiche murature, i ruderi. Il rudere viene quindi assunto come elemento primario del progetto, così anche la roccia che affiora continuamente nel luogo insieme alle tracce delle costruzioni preesistente.

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29 Costruttori organici: le case nascono dalla roccia, pietra su pietra in un unicum irripetibile. Le parti che permangono dopo il terremoto vengono, dunque, sottoposte alle tecniche del restauro conservativo, mentre le parti nuovamente costruite (pur ridotti a tratti essenziali ed indispensabili) vengono chiaramente distinte dalle precedenti, offrendo comunque, in una visione a distanza, un carattere di omogeneità. Le nuove zone di paramento murario a faccia a vista presentano, una tessitura regolare diversa da quella antica ( ad opus incertum).

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36 Si è così intervenuti studiando,valorizzando e rispettando le antiche tracce nel rispetto delle scelte e della abilità costruttiva degli abitanti del posto, attenti ed esperti conoscitori del sito. Così anche la nuova spazialità degli ambienti recuperati all’interno del castello: nuove ed antiche suggestioni visive si intrecciano fino a ricostruire, nell’animo di ciascun osservatore, l’idea e la memoria dell’antico castello. Nuove e antiche invenzioni: passaggi segreti, cisterne, squarci di luce e buio, tutto si alterna e si contrae nei nostri percorsi fino a raggiungere le coperture e i terrazzamenti dell’ultimo livello, dove passeggiando a quest’ultima quota si può finalmente capire la ragione costruttiva ed esistenziale del castello e del borgo; una visione a 360 permette di abbracciare e dominare l’intera valle. In conclusione, alla salvezza di ciò che resta dell’antico borgo e del relativo castello di Quaglietta, si accompagna un progetto di restituzione dell’immagine e della spazialità interna del castello attraverso uno studio volto a ricondurre le varie soluzioni architettoniche ad una sintesi unitaria, in una totalità autosignificante tesa ad esprimere il vero significato dell’antica architettura.

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