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PubblicatoDionisia Massa Modificato 8 anni fa
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Il disegno dell’analisi degli effetti occupazionali del POR Basilicata Il piano di attività per la realizzazione di un “Sistema di monitoraggio e valutazione degli effetti sull’occupazione del POR Basilicata 2000–2006” prevede in particolare tre linee di attività principali: 1.osservazione: ricostruzione della situazione di contesto ed elaborazione di scenari per la valutazione degli effetti occupazionali degli interventi programmati 2.monitoraggio: predisposizione degli schemi di VIOP per l’approfondimento dell’attività di monitoraggio sugli aspetti occupazionali 3.valutazione: costruzione di un sistema per l’analisi degli effetti occupazionali, la valutazione di efficacia esterna e di impatto specifico
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Analisi degli effetti occupazionali: attività di osservazione L’attività di osservazione prevede due linee di intervento principali: 1.Ricostruzione periodica della situazione di contesto finalizzata: – all’analisi delle caratteristiche e delle dinamiche del mercato del lavoro lucano (distribuzione settoriale e territoriale della domanda e dell’offerta di lavoro; composizione delle forze di lavoro per classi di età, genere e professione; natura dei rapporti contrattuali) – a selezionare quei segmenti del mercato del lavoro lucano più direttamente interessati dal POR, tenendo conto: della natura delle misure (infrastrutture, formazione, ecc.); delle modalità attuative programmatiche settoriali e/o territorialmente integrate 2.Elaborazione di scenari per la valutazione di impatto, finalizzati alla rappresentazione ex-ante della prevedibile evoluzione del mercato del lavoro regionale al fine di ricostruire un’ipotetica situazione controfattuale da utilizzare come riferimento nella successiva fase valutativa
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Analisi degli effetti occupazionali: attività di monitoraggio Rielaborazione degli schemi di VIOP (L.R.30/97) finalizzata all’integrazione della normale attività di monitoraggio (MONIT) tenendo conto: dello specifico percorso di valutazione individuato per il POR 2000-2006 delle caratteristiche ed eterogeneità delle misure previste dalla Programmazione Comunitaria dell’opportunità di consentire che questa rilevazione si inserisse in modo organico nel sistema di monitoraggio già in atto nella Regione per la valutazione del POR Il percorso di individuazione della scheda di VIOP ha portato all’elaborazione di schemi distinti per FESR e FSE
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Analisi degli effetti occupazionali: attività di monitoraggio (segue) Per quanto riguarda il FESR le integrazioni richieste riguardano: l’occupazione direttamente attivata dall’intervento le caratteristiche dell’occupazione attivata in fase di esercizio (per classi di età; posizione nella professione; titolo di studio; tipologia contrattuale; precedente condizione nel mercato del lavoro) Nel caso di interventi di tipo infrastrutturale si prevede un’ulteriore integrazione per tener conto dell’incidenza di alcune particolari categorie di spesa (manodopera, immobili, IVA, ecc.) Nel caso del FSE le integrazioni riguardano: occupazione direttamente attivata dall’intervento per posizione nella professione caratteristiche dell’impresa che ha impiegato il destinatario o che è stata creata dal destinatario (localizzazione dell’impresa, settore di intervento numero di addetti dell’impresa)
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Analisi degli effetti occupazionali: attività di valutazione La valutazione è articolata su due linee di attività: a)Valutazione di impatto occupazionale. Anche sulla base dei risultati dell’attività di monitoraggio, si mirerà ad evidenziare il legame esistente fra le iniziative attuate e le modifiche intervenute nel mercato regionale del lavoro in termini di composizione, distribuzione e struttura delle forze di lavoro b)Valutazione di efficacia esterna e impatto specifico. Anche attraverso l’aggiornamento periodico dell’analisi di contesto, si verificherà l’impegno prodotto rispetto ai diversi possibili target di beneficiari e lo scostamento rispetto agli scenari di impatto occupazionale inizialmente formulati in modo da favorire eventuali adeguamenti del programma
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Analisi degli effetti occupazionali: attività di valutazione (segue) Considerata l’eterogeneità degli interventi, si prevede un diverso approccio valutativo tenendo conto della diversa tipologia di intervento: aiuti alle imprese (regimi di aiuto, servizi, ecc.) infrastrutture risorse umane interventi di sussidio all’occupazione Si terrà conto inoltro dello stato di avanzamento, distinguendo: l’impatto occupazionale di breve periodo nella fase di realizzazione dell’intervento legata all’arco temporale di erogazione dei flussi di spesa (effetti temporanei e/o di cantiere) i prevedibili effetti che l’operazione produrrà nel medio-lungo periodo (effetti permanenti e/o di esercizio)
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Valutazione di efficacia esterna e impatto specifico In questo caso la valutazione tende a far interagire i risultati emersi dall’attività di monitoraggio sia con il contesto di partenza che con gli scenari periodicamente aggiornati In particolare si tratterà di verificare in che misura lo “sforzo” di politica (policy effort) prodotto attraverso la realizzazione degli interventi si accompagni ad un allineamento delle condizioni del mercato del lavoro rispetto agli obiettivi prefigurati Si provvederà in particolare a una valutazione: di impatto specifico: inteso come grado di copertura della domanda potenziale considerata con riferimento ai target dei beneficiari di efficacia esterna: intesa come monitoraggio dell’evoluzione del contesto del mercato regionale del lavoro, a sua volta contestualizzato depurando lo scenario effettivo regionale dall’influenza che variabili nazionali e strutturali possono aver esercitato sulle performance occupazionali verificatesi
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I primi risultati dell’attività di M&V degli effetti occupazionali predisposizione degli schemi integrativi di VIOP e loro integrazione nell’attività di monitoraggio delle misure previste per il POR Basilicata 2000– 2006 analisi della situazione di contesto del mercato del lavoro al 2000 (situazione di partenza) e al 2002 (primo biennio di attuazione) definizione dello scenario di crescita occupazionale da assumere come riferimento per la valutazione d’impatto
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La situazione di partenza Analisi strutturale del mercato del lavoro lucano al 2000
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Il tasso di occupazione regionale 2000 era inferiore di oltre 6 punti percentuali rispetto alla media nazionale (36,8% contro il 43,1%) Il differenziale negativo è particolarmente accentuato per le classi più giovani d’età, mentre la situazione si uniforma soltanto a partire dalle classi d’età superiori ai 45 anni La struttura settoriale della domanda di lavoro evidenza un processo di terziarizzazione dell’economia assai più lento di quello avvenuto nel resto del paese ed un settore agricolo che conserva un peso consistente nell’economia regionale. Significativo il ruolo della trasformazione industriale e del settore industriale (in linea con la media nazionale) La tipologia contrattuale prevalente è quella del lavoratore dipendente (in media nazionale); tuttavia la quota di lavoratori autonomi appare particolarmente significativa e si distingue per il forte peso dei “lavoratori in proprio e soci di cooperative” (24,1% del totale degli occupati rispetto al 20,9% italiano). La domanda di lavoro
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L’offerta di lavoro Il tasso di attività regionale risulta in linea con il dato del Mezzogiorno (44% contro il 43,9%), ma significativamente più basso rispetto al dato medio nazionale (48,2%) I tassi di attività dei giovani anni risultano significativamente inferiori rispetto a quanto avviene nel resto del territorio nazionale Il livello di scolarizzazione della forza lavoro lucana risulta significativamente più basso sia della media nazionale che di quella meridionale.
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Il profilo della disoccupazione regionale Nel 2000 il tasso di disoccupazione è pari al 16,3%, valore più alto del dato medio nazionale (10,6%) di quasi 6 punti percentuali Sono i giovani la componente del mercato del lavoro più svantaggiata, mentre il differenziale con il resto del Paese tende a ridursi, arrivando a valori non molto distanti dalla media nazionale, nella classe d’età 45-54 anni Tra le componenti dello stock di disoccupati (36.000 unità), si distingue: - un 23% costituito da donne in cerca di prima occupazione - un 22% composto da maschi adulti, disoccupati in senso stretto; - un 19,5% di disoccupati maschi in cerca di prima occupazione; - un 19% costituito da segmenti secondari dell’offerta di lavoro (studenti, casalinghe e ritirati dal lavoro) - un 16,4% costituito da donne disoccupate in senso stretto
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Le recenti dinamiche del mercato del lavoro (2001-2002) Dopo una fase particolarmente positiva, caratterizzata da dinamiche occupazionali migliori della media nazionale e del Mezzogiorno, negli ultimi due anni il mercato del lavoro regionale ha registrato una battuta d’arresto Il numero di occupati passa da 185 mila unità del 2000 alle 184 mila del 2002 L’offerta di lavoro registra nel biennio una variazione negativa (da 221 mila a 218 mila unità), interamente da attribuire alle componenti con titolo di studio più basso, mentre gli attivi con almeno il diploma di scuola superiore crescono dell’8,5% (si conferma l’analisi formulata in questo senso nel POR) Il tasso di disoccupazione continua a registrare al 2002 un valore molto elevato, pari ad oltre il 15% della forza lavoro regionale, anche se in riduzione rispetto al dato del 2000
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Particolarmente negativa la performance dei settori agricolo e commerciale. Il peso dell’agricoltura, pur in riduzione (dall’11,2 % del 2000 al 10,4% del 2002), è ancora decisamente superiore alla media Mezzogiorno e Italia (8,7% e 5,0%) Il ruolo del terziario resta molto contenuto (56,4% rispetto al 66,9% del Mezzogiorno e al 63,3% italiano) Il settore industriale registra un lieve ridimensionamento nell’ultimo biennio principalmente a causa della battuta d’arresto registrata dalla trasformazione industriale L’analisi per classi d’età mostra un andamento particolarmente negativo per le persone con più di 45 anni di età Le recenti dinamiche del mercato del lavoro (2001-2002)
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L’evoluzione della situazione in termini di pari opportunità (2001-2002) Il calo occupazionale è quasi interamente attribuibile alla componente femminile, più esposta sia per collocazione settoriale che tipologia contrattuale: l’occupazione femminile è relativamente concentrata nei settori del commercio e dell’agricoltura, particolarmente colpiti nel periodo in esame; la percentuale di donne impiegate con contratti di lavoro atipico rappresenta oltre il 40% del totale dei lavoratori atipici presenti nella Regione Basilicata, pur rappresentando le donne occupate totali il 30% circa dell’occupazione regionale
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