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PubblicatoDaniela Gallo Modificato 8 anni fa
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EFFETTI DEL CASO VOLKSWAGEN: VERSO UN NUOVO PARADIGMA DI MOBILITÀ SOSTENIBILE? Bergamo 03.12.2015 Massimiliano Lepratti
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Electro & hybrid cars on the rise – biggest implications for battery and engine Major components of e-cars combustion electro e-motor Battery unit Power electronics Combustion engine Gearbox Fuel tank Combustion engine Fuel tank e-motor Battery unit Simple gearbox Implications for relevant components Battery (unit) 1 – 3 battery units for each car single cells packed into battery units amount of cells depends on electro or hybrid (100 cells for electro car) 1 cell (ca. 3.6 V, 25 – 20 Ah) Size depends on electro vs. hybrid electro (e.g. Mini E): ~ 35 kWh Hybrid (e.g. Chevrolet Volt: ~ 16 kWh e.g. Mercedes S-Class: ~ 15 kWh) Average price per e-Car battery: 10.000 € (Source: Dr. Werner Müller – Evonik) Electric motor 1 single engine for each car transferring the power to the wheels via a simple gear box Later 2 or 4 engines, directly integrated into the wheel expected Size depends on electro vs. hybrid electro (e.g. Mini E): ~ 150 kW hybrid (e.g. Chevrolet Volt: ~ 118 kW e.g. Mercedes S-Class: ~ 15 kW) hybrid Source: Team Mcmasterplan 2014
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Indice AUTOMOTIVE E MOBILITÀ SOSTENIBILE: Un tema ambientale (e sanitario), politico, industriale e commerciale.
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ASPETTO AMBIENTALE E DELLA SALUTE Il caso Volkswagen parte dall’EPA (United States Environmental Protection Agency) Gli inquinanti emessi dai motori a scoppio invece sono il monossido di carbonio(CO), gli idrocarburi incombusti (HC), il particolato (PM) e i cosiddetti ossidi di azoto (NOx). Sono questi i quattro agenti fondamentali che vengono misurati per l’omologazione dei veicoli A fine novembre l'Agenzia europea per l'ambiente misura in 430.000 morti premature gli effetti del PM
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ASPETTO POLITICO Le politiche dei diversi Stati Ad es. in Europa le norme dal 1991 in poi sui carburanti e, in tempi più recenti, la Comunicazione del 2012 della Commissione Europea Cars 2020 action plan o la Direttiva della Commissione Europea Clean fuel for transport) del 29.09.2014 per l'accesso al rifornimento
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ASPETTO INDUSTRIALE Un elemento chiave della componentistica: le batterie. Dal 2007 al 2014 i prezzi calano del 14% all'anno (passando da 1000$ al Kwh a circa 410) Non è lontana la soglia dei 150$ che consentirebbe la piena competitività dei veicoli elettrici (le batterie oggi pesano per il 25% sul prezzo. V. Nikvist e Nillson: Rapidly falling cost of battery... 05.04.2015)
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CHE TIPO DI SETTORE E’ L’AUTOMOTIVE? Bergamo 03.12.2015 Roberto Romano
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Schema per valutare il commercio internazionale e la concentrazione industriale. Vantaggi comparati, specializzazione produttiva, oligopolio e barriere all’entrata Concentrazione industriale e commercio internazionale. Settore dei trasporti e automotive nel consesso internazionale
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Seguendo Hicks, chiamiamo: Flex price l’economia nella quale i prezzi sono determinati in base alla domanda e all’offerta; Fix price l’economia nella quale i prezzi sono determinati secondo il principio del costo pieno. Flex price presuppone un mercato perfettamente concorrenziale; Fix price presuppone un quantity adjusting economy, cioè dei mercati imperfetti (monopoli e/o oligopoli).
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Il metodo di determinazione dei prezzi flex price si applica ai mercati perfettamente concorrenziali o con basse o nulle barriere all’entrata (materie prime e beni e servizi a basso valore aggiunto e/o H-T); Il metodo di determinazione dei prezzi fix price trova piena applicazione nei mercati mono-oligopolistici (beni e servizi a maggiore valore aggiunto e ad alto contenuto tecnologico).
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Divisione orizzontale del lavoro indica la situazione in cui le varie unità produttive (in questo caso A e B) si raggruppano in settori diversi producendo beni diversi; Divisione verticale del lavoro indica una organizzazione produttiva basata sulla distribuzione dei ruoli o mansioni nel processo produttivo di un certo bene all’interno di ciascuna unità produttiva.
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La nozione di barriera all’entrata è il pilastro portante per la costruzione della teoria dell’oligopolio: C’è libera concorrenza quando non esiste nessun ostacolo all’ingresso di una nuova impresa in un settore; C’è monopolio quando l’ingresso è semplicemente impossibile; Nei casi intermedi l’ingresso è possibile, ma ci sono delle difficoltà a causa delle barriere all’entrata con costi maggiori rispetto alle imprese già presenti o in una riduzione di prezzo. Nel caso dell’oligopolio i prezzi del prodotto sono controllati dalle imprese maggiori – price leaders -. I prezzi possono essere elevati, ma possono essere ridotti immediatamente per evitare l’ingresso di nuove imprese.
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Caratteristiche dell’oligopolio Oligopolio differenziato: il prodotto delle diverse imprese non è (considerato) omogeneo ed è quindi interessato da forti spese pubblicitarie (detersivi, automobili….). l’ingresso della nuova impresa avviene solo se può ottenere un profitto soddisfacente anche dopo aver sopportato i costi aggiuntivi. In altri termini, le imprese già operanti godono di un margine di extra profitto che usano come barriera all’entrata; Oligopolio concentrato: è legato alle forti economie di scala o da discontinuità tecnologiche, per cui l’ingresso di una nuova impresa può avvenire solo con la costruzione di un impianto di notevoli dimensioni. Nel caso fosse possibile deve realizzarsi un corrispondente aumento del prodotto potenziale complessivo, con l’effetto di ridurre il prezzo. La riduzione del prezzo è tanto più forte tanto è più grande l’impianto. L’ingresso della nuova impresa avviene se la diminuzione del prezzo necessaria per far assorbire la nuova produzione aggiuntiva non porta il prezzo al di sotto del costo medio di produzione, incluso il profitto normale.
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Le imprese stanno o vanno dove c’è un mercato e una certa specializzazione produttiva. Le attuali delocalizzazioni sono, comparativamente parlando, alla stregua dei settori soggetti alla curva della domanda e dell’offerta (flex price), mentre ciò che non è delocalizzato è soggetto al costo pieno (fix price); I vantaggi comparati di Ricardo sono molto utili nello studio dei fenomeni territoriali e relativi allo sviluppo economico, ma monchi se non agganciati alla struttura produttiva e alla specializzazione.
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La mobilità sostenibile solleva temi inediti e originali. Potrebbe diventare una parte non trascurabile e, forse, imprescindibile della politica economica e industriale. Coinvolge molti assets della manifattura, dei servizi e della ricerca pubblica e privata. Si tratta di un processo storico legato ai grandi cambiamenti tecno-economici. Il settore dei trasporti e della mobilità (sostenibile) ha delle caratteristiche proprie: economie di scala importanti che tendono a diventare oligopoli sovra-nazionali; si prefigura una concorrenza fra pochi, ovvero una concorrenza condizionata da una accentuata differenziazione dei prodotti.
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La mobilità sostenibile, gli obbiettivi internazionali ed europei di contenere le emissioni di CO2, lo sfruttamento delle risorse primarie fossili e l’uso di energia per unità di prodotto, favoriranno la concentrazione industriale – le economie di scala sono fondamentali per abbattere i costi di transizione da una produzione all’altra -, e permetteranno allo stesso tempo lo sviluppo di nuovi settori che si affiancheranno a quelli storici. La politica economica sottesa alla mobilità sostenibile intercetta la domanda di beni capitali delle imprese, la domanda di consumo degli utenti-consumatori finali, la disponibilità di specifiche conoscenze tecniche per inserirsi dinamicamente nella filiera (lunga) della mobilità sostenibile.
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Il settore automotive e la mobilità diventato un settore da cui si attende una “rivoluzione” tecnologica importante. La sfida dell’innovazione si gioca sull’elettronica, le tecnologie di automazione e connessione, la ricerca sui materiali, l’alimentazione, il motore e la distribuzione. Il settore che più di altri sarà interessato da questa nuova frontiera del settore automotive, cioè il consolidamento di nuovi e più solidi oligopoli, sarà quello della componentistica automotive.
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Nel 2014 sono state prodotte quasi 90 mln di autovetture e veicoli commerciali; la Cina è il primo produttore, seguita da Giappone e Germania. Gli Stati Uniti cominciano a ritagliarsi uno spazio economico inedito. Il livello di concentrazione societario è importante: le prime 10 società producono il più del 70% di automotive[1]; il 75% per le autovetture[2]; l’80% nella parte legata veicoli commerciali, autocarri e autobus, con la FCA – Fiat - che balza al secondo posto[3].[1][2][3] [1] In ordine di maggiore produzione troviamo: Toyota, VW, G.M., Hyunday, Ford, Nissan, Fiat (dopo dall’acquisizione di Chrysler), Honda, Suzuki e PSA. [1] [2] In ordine di maggiore produzione troviamo: VW, Toyota, Hyundai, G.M., Honda, Nissan, Ford, Suzuki, PSA, Renault, BMW.[2] [3] In ordine di maggiore produzione troviamo: G.M., Fiat, Ford, Toyota, Nissan, BAIC, Dongfeng Motor, Isuzu, Suzuki, PSA, Hyundai.[3]
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La FCA lavora al processo di ristrutturazione del settore dall’altra sponda dell’atlantico dal momento che non è riuscita a contrattare un ruolo a livello europeo, anche per colpa dei governi nazionali. La filiera inoltre si allunga se consideriamo l’alta tecnologia: possiamo immaginare scambi tecnologici con l’industria aerospaziale, con i sistemi di recupero dell’energia frenante sperimentato nelle formule uno, nuovi materiali, con strutture leggere in alluminio e/o fibre di carbonio. La sfida è legata ai beni di consumo (automotive), ma i beni capitali e intermedi saranno i protagonisti del cambiamento.
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L'obiettivo primario della politica europea dei trasporti “è quello di contribuire a realizzare un sistema che sostenga il progresso economico europeo, rafforzi la competitività e offra servizi di mobilità di elevato livello, garantendo allo stesso tempo un uso più efficace delle risorse. In pratica i trasporti devono utilizzare meno energia ed energia più pulita, impiegare più efficacemente un'infrastruttura moderna e ridurre il loro impatto negativo sull'ambiente e su elementi fondamentali del patrimonio ambientale quali acqua, terra ed ecosistemi”[1].[1] Il Piano Clean Power degli Stati Uniti punta alla riduzione delle emissioni di Co2 con degli obbiettivi e una tempistica meno vincolante rispetto a quella europea: contenere le emissioni del 17% nel 2020 e del 26-28% nel 2025 rispetto al 2005. In particolare, il settore delle automotive dovrebbe raddoppiare il risparmio dell’uso di carburante e metano. [1][1] Bruxelles, 28.3.2011, COM (2011) 144 definitivo.
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Il settore delle automotive e del tasporto sostenibile, complessivamente, necessita di molti anni per progettare, costruire ed equipaggiare le infrastrutture necessarie: i treni, gli aerei e le navi hanno una vita utile di diversi decenni. Le scelte di oggi determinano la natura dei trasporti nel 2050. La Commissione Europea prende in esame tre segmenti di trasporto (medie e lunghe distanze e i trasporti urbani) Gli Stati Uniti sono interessati all’uso efficiente del carburante, ma il successo dipenderà da molti soggetti, in particolare in Europa: Unione Europea, Stati membri, regioni, città, industria, parti sociali e cittadini.
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I campi di applicazione delle nuove tecnologie sono riconducibili al (1) miglioramento dell'efficienza energetica dei veicoli legati al trasporto, mediante lo sviluppo e l'impiego di carburanti e sistemi di propulsione sostenibili; (2) all’ottimizzazione dell'efficacia delle catene logistiche multimodali, utilizzando maggiormente modi più efficienti sotto il profilo delle risorse, laddove altre innovazioni tecnologiche possono rivelarsi insufficienti (ad esempio, trasporto merci a lunga distanza); (3) all’utilizzo più efficiente dei trasporti e dell'infrastruttura grazie all'uso di migliori sistemi di informazione e di gestione del traffico (ad esempio, ITS, SESAR, ERTMS, SafeSeaNet, RIS), di una logistica avanzata e di misure di mercato, quali il pieno sviluppo di un mercato europeo integrato dei trasporti su rotaia, l'eliminazione delle restrizioni al cabotaggio, all'abolizione degli ostacoli al trasporto marittimo a corto raggio e alla fissazione corretta delle tariffe, ecc[1].[1] [1] Bruxelles, 28.3.2011, COM (2011) 144 definitivo.
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UNA PROPOSTA DI RICERCA PER GLI STUDENTI DI ECONOMIA MONETARIA INTERNAZIONALE Bergamo 03.12.2015 Stefano Lucarelli
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GRUPPO 1: situazione e prospettive negli USA La politica della mobilità oggi, gli indirizzi per il futuro, e le possibili ricadute sulle automobili. La struttura produttiva legata all'automobile (a)quante e quali auto si producono, che caratteristiche hanno, in che misura stanno evolvendosi verso una mobilità ambientalmente più sostenibile? (b) i componenti principali di queste auto (ad esempio le batterie nel caso di auto elettriche o ibride) sono prodotti nel Paese, o sono principalmente importati? (Nel caso da dove?) Le tecniche: quali sono le innovazioni tecniche più importanti legate alla mobilità su cui si stanno concentrando le ricerche e/o quali importanti brevetti sono stati depositati e/o industrializzati
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GRUPPO 2: situazione e prospettive nell'UE La politica della mobilità oggi, gli indirizzi per il futuro, e le possibili ricadute sulle automobili (sia a livello europeo, sia a livello di specifiche nazioni: Italia, Francia, Germania, aggiungendo la Danimarca, vista la sua originale politica ambientale). La struttura produttiva legata all'automobile (a)quante e quali auto si producono in Europa (esplicitando la suddivisione Italia, Francia, Germania), che caratteristiche hanno, in che misura stanno evolvendosi verso una mobilità ambientalmente più sostenibile? (b) i componenti principali di queste auto (ad esempio le batterie nel caso di auto elettriche o ibride) sono prodotti nel Paese di produzione delle auto, o sono principalmente importati? (Nel caso da dove?) Le tecniche: quali sono le innovazioni tecniche più importanti legate alla mobilità su cui si stanno concentrando le ricerche e/o quali importanti brevetti sono stati depositati e/o industrializzati (sia a livello europeo, sia a livello di specifiche nazioni: Italia, Francia, Germania)?
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GRUPPO 3: situazione e prospettive in Giappone La politica della mobilità oggi, gli indirizzi per il futuro, e le possibili ricadute sulle automobili. La struttura produttiva legata all'automobile (a) quante e quali auto si producono, che caratteristiche hanno, in che misura stanno evolvendosi verso una mobilità ambientalmente più sostenibile? (b) i componenti principali di queste auto (ad esempio le batterie nel caso di auto elettriche o ibride) sono prodotti nel Paese, o sono principalmente importati? (Nel caso da dove?) Le tecniche: quali sono le innovazioni tecniche più importanti legate alla mobilità su cui si stanno concentrando le ricerche e/o quali importanti brevetti sono stati depositati e/o industrializzati?
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GRUPPO 4: Il Nord Italia (con un'attenzione particolare alla Lombardia) Quali imprese del Nord Italia di proprietà italiana e quante comunque collocate sul territorio del Nord Italia stanno producendo componentistica per l'automobile? Che valore hanno in termini di fatturato, di ROI, di occupazione? Di queste quali stanno già producendo o sono in grado di produrre componenti per auto innovative (ossia per motori elettrici, per auto senza pilota…)? Esistono brevetti o innovazioni recenti prodotti nel Nord Italia relativi alla componentistica auto?
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GRUPPO 5: l’impatto di un nuovo ciclo di innovazioni nell’automotive sul commercio internazionale Una volta tracciata la cronologia delle principali innovazioni di processo che caratterizzano il settore automotive (dal ’90 ad oggi) è necessario studiare l'andamento dei saldi delle bilance commerciali dei principali Paesi produttori per verificare innanzitutto se c'è una correlazione fra diffusione delle innovazioni del settore e tenuta del'export. Sarebbe opportuno avere i saldi commerciali riferiti al settore stesso, o quanto meno differenziare fra saldi commerciali calcolati su diverse tipologie di beni. In tal modo possiamo stimare come gli effetti delle innovazioni si sono distribuite sui saldi commerciali dei paesi produttori (si può anche utilizzare un indice di specializzazione come quello di Balassa). Si può poi stimare l'impatto delle nuove innovazioni sui saldi commerciali dei Paesi oggetto del nostro studio utilizzando i pesi calcolati nell'esercizio precedente.
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Un primo riferimento potebbe essere la voce "Innovazione dell'automobile" tratta dalla Treccani, www.treccani.it/enciclopedia/l-innovazione-dell- automobile_(XXI_Secolo)/ www.treccani.it/enciclopedia/l-innovazione-dell- automobile_(XXI_Secolo)/ Può inoltre essere utile la lettura della tesi di laurea scaricabile al seguente link http://dspace.unive.it/bitstream/handle/10579/3220/8218 57-1173826.pdf?sequence=2http://dspace.unive.it/bitstream/handle/10579/3220/8218 57-1173826.pdf?sequence=2 Per comprendere in cosa consistono le innovazioni attese nel settore dell'auomotive si può utilizzare il rapporto Horizon 2020 http://www.ao.camcom.it/horizon-2020-opportunita-per-il- settore-automotive.aspx http://www.ao.camcom.it/horizon-2020-opportunita-per-il- settore-automotive.aspx
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Come procedere Sullo spazio e – learning verranno rese disponibili le banche dati necessarie alla ricerca da intraprendere. I membri del gruppo 5, si divideranno nella prima fase della ricerca per coordinare il lavoro degli altri 4 gruppi, garantendo la comparabilità dei risultati ed impostando in tal modo il lavoro necessario a concludere la ricerca Dovranno essere prodotti 5 elaborati (uno per gruppo) ogni elaborato dovrà avere un paragrafo conclusivo in cui si descrive chi ha fatto cosa. Deadline per caricare i 5 elaborati sull’e-learning (martedì 22 dicembre).
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