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rottura legami covalenti

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Presentazione sul tema: "rottura legami covalenti"— Transcript della presentazione:

1 rottura legami covalenti
Reazioni organiche rottura legami covalenti Reazioni organiche formazione nuovi legami Scissione omolitica Scissione eterolitica carbocatione _ - C — C-  C• • C  C•• C + - C — C- carboanione Radicali liberi   H—C=C —C — H—C — C — C —       .. _ + Radicali liberi, carbocationi, carboanioni sono intermedi di reazione La loro durata dipende dal numero di atomi che sono «intorno» all’atomo di carbonio interessato (più gruppi sono legati ad esso, più è stabile)

2 - + Sostituzione degli idrogeni negli idrocarburi di tipo radicalico
Sostituzione degli idrogeni negli idrocarburi di tipo eterolitico + -

3 Attivazione e propagazione del Polietilene Attivatore = Cl2
Inconveniente L’elettrone spaiato può spostarsi su un carbonio intermedio, con formazione di rami «indesiderati» Le polimerizzazioni cationiche e anioniche hanno un meccanismo analogo, ma sono più veloci e danno meno problemi di ramificazione. Terminazione Quando due catene radicaliche si accoppiano

4 POLIMERI Sono delle macromolecole (elevato peso molecolare), in cui si ripetono unità di base dette monomeri. I polimeri possono essere naturali come il caucciù o la cellulosa o le proteine o gli acidi nucleici, artificiali (modificazione chimica di quelli naturali) come la celluloide, o sintetici (creati chimicamente) come PE, PET, PCV, Policarbonati, poliesteri ecc. I polimeri sintetici sono prodotti attraverso reazioni di polimerizzazione che si suddividono in due tipi: di poliaddizione (radicalica, cationica o anionica) di policondensazione. Considerando i monomeri, questi composti si distinguono in Omopolimeri, se i monomeri sono uguali Copolimeri quando invece i monomeri sono almeno di due tipi

5 POLIMERI sintetici Poliaddizione + E’ caratterizzata da tre fasi:
Inizio (o attivazione), Propagazione, Arresto. L’attivazione si ha grazie ad un «Attivatore» che può essere, a sua volta di tre tipi: Radicalico, Cationico, Anionico Iniziatori radicalici Iniziatori anionici Iniziatori cationici CH3Cl + AlCl3 CH3AlCl4  CH3+  + AlCl4- Cl2 2Cl BF3 + H2O ⇄ BF3OH-  + H+ Br2 2Br +

6 Policondensazione

7 Poliaddizione Att Moplen

8 Poliaddizione Att Polivinilcloruro PVC

9 Poliaddizione Att Polistirolo

10 Dopo la reazione di polimerizzazione si ottiene un prodotto molle e pastoso.
Viene mescolato con coloranti ed altre sostanze adatte a dare alla plastica le proprietà desiderate in base agli specifici oggetti che poi si devono costruire (ad es Bisfenolo A per renderlo compatto e resistente, ftalati per renderlo «gommoso», coloranti ecc.), poi con processi meccanici viene trasformato in granuli o in polvere.

11 I granuli e le polveri vengono inviati alle fabbriche che le trasformano in tutti quegli oggetti che noi usiamo. In esse ci sono macchine che funzionano “a caldo“ ( °C), e foggiano i granuli con varie tecniche: stampaggio per compressione stampaggio per iniezione estrusione soffiatura calandratura etc. Alcune plastiche subiscono il processo di vulcanizzazione (inventato da Goodyear): aumenta le proprietà elastiche e la resistenza alla trazione  gomme Stampaggio Soffiaggio

12 Termoplastiche (fondono ad alte temperature. Si possono riformare)
POLIETILENE (politene, PE, PET) Disponibile come pellicola o in formato più solido e consistente. Non è tossico. [ pellicole per alimenti, sacchetti per la spesa, teli per serre - secchi, barattoli, scodelle, tubi per l’acqua, casalinghi vari ] POLIVINILCLORURO ( pvc, movil, vipla, vinilpelle etc.) Si presenta in forma flessibile o rigida. Se brucia è tossico. [dischi, tapparelle, carte di credito, bottiglie, cavi elettrici - canotti, spazzole, scope, palloni, suole di scarpe, grondaie, finta pelle (skai)] ACETATO DI CELLULOSA Deriva dalla cellulosa, non è infiammabile .[pettini, penne a sfera, righe, squadre, pellicole fotografiche, fogli trasparenti] METACRILATO (plexiglas, perspex, vedril ) Trasparente, leggero, resistente. [vetri sintetici, serre, catarifrangenti, plafoniere] POLICARBONATO Fa parte dei cosiddetti tecnopolimeri, materiali molto resistenti, duri, con buona tenacità. [CD, caschi, scudi, vetri antiproiettile, stop delle automobili, bicchieri di frullatori etc.] POLISTIRENE Tra le plastiche più utilizzate. Un particolare tipo di polistirene è il polistirolo espanso, che tutti conosciamo, usato per imballaggi, come isolante termico etc. [mobili di computer, stereo, tostapane, aspirapolvere, televisori etc., giocattoli, cruscotti di automobili] ABS (Acrilonitrile Butadiene Stirene) Resistente agli agenti atmosferici, ad oli e grassi, agli sforzi e alla temperatura. [Stessi impieghi del polistirene (mobili di elettrodomestici, telefoni etc.)] POLIPROPILENE ( moplen, meraklon ) Molto resistente e leggero. Inventato da Giulio Natta. [barattoli, casalinghi, valigie, fibre tessili per indumenti.]

13 Termoindurenti (rigidi, non fondono. Non si possono riformare)
RESINE FENOLICHE (bachelite, formica ) Resistenti agli sforzi ed al calore. [prese di corrente, interruttori, manici di pentole, laminati plastici ] RESINE EPOSSIDICHE Resistenti agli agenti chimici. Elevato potere adesivo su tutti i materiali. [adesivi, vernici, sci, parti di aerei ] RESINE UREICHE Non scoloriscono alla luce solare. Sono dure e brillanti. Difficilmente infiammabili. [prese, interruttori, materiale elettrico] RESINE MELAMMINICHE Resistenti al calore e agli acidi. Molto dure. [stoviglie (piatti, tazze etc.), laminati per rivestire pannelli di legno] RESINE POLIESTERI [sci, slittini, scafi di barche, parti di roulotte, bottoni, serbatoi - si possono filare per costruire indumenti] I COLLANTI Sono, in pratica, delle plastiche speciali. Ve ne sono di vari tipi: A base di acetato di polivinile: è il comune Vinavil, adatto per legno, carta. A base di formaldeide: Esempio Bostik, UHU etc. Sono colle per contatto: si spalmano le due superfici da incollare, si lascia asciugare, si mettono a contatto le due superfici e si pressano. A base di resine epossidiche: sono adesivi a due componenti che devono essere mescolati immediatamente prima dell’utilizzo.

14 Gomme Naturali. Si ricavano dal lattice (liquido lattiginoso di alcune piante tropicali).Questo viene filtrato ( per eliminare le impurità ) e con l’aggiunta di una piccola quantità di acido acetico, viene fatto inacidire. Il lattice si coagula e diventa caucciù che galleggia separandosi dal siero sottostante. Il caucciù così ottenuto viene trasformato in fogli di circa 2 centimetri di spessore facendolo passare attraverso dei rulli che lo pressano e tolgono l’acqua in eccesso. I fogli vengono fatti asciugare completamente e spediti alle industrie che li trasformeranno in prodotti finiti. Sintetiche. Si parte da idrocarburi insaturi (isoprene, cloroprene, butadiene, stirene ecc) e per polimerizzazione si ottine un prodotto molto simile al lattice. Questo lattice sintetico si lavora con procedimenti del tutto simili a quelli visti per il lattice naturale (acidificazione, coagulazione, vulcanizzazione etc. ). La gomma sintetica spesso ha caratteristiche superiori alla gomma naturale. I nomi commerciali sono: neoprene, buna, gomma SBR ( stirene – butadiene, usata per i pneumatici )


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