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Sapienza Università di Roma Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche Anno Accademico 2015-2016 Le interdipendenze non compensate e l’azione collettiva.

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1 Sapienza Università di Roma Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche Anno Accademico 2015-2016 Le interdipendenze non compensate e l’azione collettiva Un caso applicativo: la governance globale dell’acqua Cap. 12 1

2 La governance globale dell’acqua L’acqua è stata per secoli considerata una risorsa abbondante e virtualmente accessibile a tutti. Negli ultimi decenni la scarsità di risorse idriche si è accentuata e vi è un’ampia percentuale di popolazione mondiale che non ha accesso ad adeguati servizi idrici e igienici Da più parti si parla di “crisi globale dell’acqua”, espressione che non si riferisce solo alla scarsità fisica della risorsa e alla protezione ambientale, ma interessa anche la sua iniqua distribuzione e il suo ruolo nello sviluppo socio-economico e negli aspetti politico-istituzionali dei paesi più poveri. Se la situazione dovesse continuare a degenerare agli attuali ritmi, nel 2025 più di un quarto della popolazione mondiale non avrebbe acqua sufficiente per la propria sicurezza alimentare, la salute fisica e la protezione degli ecosistemi 2

3 1. La necessità di una politica economica per l’acqua Un primo problema è rappresentato dal fatto che i prelievi d’acqua hanno raggiunto livelli superiore alla capacità di rigenerazione dell’ecosistema a causa dell’effetto della crescita demografica, dello sviluppo industriale, dell’utilizzo intensivo di input idrici e dello smaltimento irregolare di sostanze nocive. Un secondo problema legato all’acqua è che essa è iniquamente distribuita. Ad esempio, mentre in Brasile si trova un quinto del totale delle risorse idriche della Terra, una dotazione abbondantemente superiore alle necessità nazionali, la riva sud del Mediterraneo è tra le aree più affette da squilibrio tra domanda e offerta, accogliendo il 5% della popolazione mondiale e disponendo di meno dell’1% delle risorse idriche rinnovabili 3

4 Il ciclo idrologico

5 1. La necessità di una politica economica per l’acqua Un terzo problema è la mancanza di accesso di larghe fasce di popolazione, principalmente nei paesi più poveri, ai servizi idrici e sanitari. La gestione di tali servizi e dei relativi investimenti è stata condotta per molti decenni in maniera insufficiente a garantire un’idonea rete infrastrutturale, a copertura delle aree metropolitane in espansione Attraverso la partecipazione dei privati nel mercato dei servizi idrici, si cerca di stimolare l’efficienza gestionale e di generare un adeguato afflusso di capitali (soluzione non sempre ottimale, dipende da molti fattori specifici, istituzionali ed amministrativi, interni ad ogni Paese) L’enfasi posta sulle soluzioni ingegneristiche, l’approccio all’acqua come bene gratuito e la sua gestione centralizzata e burocratica sono state tra le cause principali che hanno portato ai problemi attuali. 5

6 2. Gli elementi della politica economica per l’acqua Gli elementi a cui occorre dare rilievo sono 4: -costruzione di una agenda settoriale che indichi i grandi obiettivi in termini di sviluppo economico e sociale, autosufficienza alimentare, efficienza allocativa e produttiva, protezione ambientale -formulazione di una politica di settore, attraverso la promulgazione di strumenti legislativi e di analisi dettagliate contenenti i principi generali cui si ispira ed i dati di contesto (territoriali, ambientali, capacità amministrativa, politiche di prezzo e regolamentazione) in cui si intende realizzarla 6

7 2. Gli elementi della politica economica per l’acqua -una programmazione strategica che definisca, oltre ai traguardi da raggiungere, gli aspetti istituzionali, allocativi, produttivi e di controllo della gestione dell’acqua, i sistemi di prevenzione dei dissesti idrogeologici e la risposta ai disastri ambientali -la fase di attuazione attraverso la definizione degli strumenti (investimenti, regolamenti, standard di qualità, creazione di agenzie indipendenti ecc.) per dare attuazione a quanto programmato -importanza dei sistemi di monitoraggio per la verifica del grado di realizzazione degli interventi programmati e sulla loro coerenza con gli obiettivi definiti nell’agenda settoriale 7

8 3. La risposta internazionale alla crisi idrica I complessi problemi di governance del settore hanno stimolato un ampio dibattito, accademico e politico, teso ad individuare le possibili strategie di risposta alla crisi. Molti fattori giustificano la necessità di affrontare la gestione dell’acqua in una ottica internazionale: - l’esistenza di 260 bacini idrogeologici transfrontalieri - la realizzazione di grandi progetti infrastrutturali (per il loro impatto sui flussi migratori) - il processo di privatizzazione dei servizi idrici (nascita multinazionali) - la crescita del commercio internazionale di risorse idriche - l’aumento delle controversie tra Stati nella gestione delle risorse idriche - la necessità di espandere l’accesso all’acqua 8

9 I MDGs Gli obiettivi della comunità internazionale sono stati definiti a Johannesberg nel 2000 e codificati nei MDGs tra cui: dimezzare entro il 2015 il numero di persone che non hanno accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici arrestare lo sfruttamento insostenibile delle risorse idriche, sviluppando strategie di gestione che promuovano un accesso equo ed un’offerta adeguata Da allora molte iniziative sono state avviate a livello internazionale per conseguire questi obiettivi (Forum Mondiali dell’Acqua, Summit G8, Water for Life, UN Water) e per definire un insieme di regole e linee guida condivise dagli Stati membri. L’impatto di queste iniziative è risultato limitato. 9

10 4. Gli elementi e gli attori della strategia internazionale La “nuova” strategia internazionale per l’acqua si sostanzia nei seguenti elementi. - l’acqua è una risorsa finita e vulnerabile e va costantemente monitorata; essa, inoltre, va gestita secondo una visione olistica - il riconoscimento di essa come bene economico è centrale al fine di una sua efficiente allocazione - la programmazione delle risorse idriche deve avvenire attraverso un processo ampiamente partecipativo La strategia che racchiude tutti questi elementi è l’Integrated Water Resources Management – IWRM, l’approccio integrato alla gestione delle risorse idriche 10

11 11

12 4. Gli elementi e gli attori della strategia internazionale Le Nazioni Unite hanno avuto un indiscusso ruolo di impulso e coordinamento, attraverso il Comitato Consultivo del Segretariato Generale, incaricato di elaborare la strategia del sistema ONU. L’approccio perseguito è quello proprio dello sviluppo umano, attento ai risvolti sociali e ambientali delle iniziative proposte. Altri attori internazionali importanti sono la Banca Mondiale (ha promosso la partecipazione dei privati nella gestione dei servizi idrici, ma molti casi di insuccesso in America Latina), l’OMC per la liberalizzazione del commercio dei servizi, l’UE con l’EU Water Initiative (EUWI), le Agenzie di cooperazione dei Paesi donatori. 12

13 5. Verso una nuova governance dell’acqua ? Molti sono ancora i problemi da affrontare: - assenti regole e principi condivisi di diritto internazionale pubblico (solidaristici e di sostenibilità intergenerazionale) - necessità di ponderare le politiche di prezzo pieno e le gestioni in concessione con esigenze sociali (prezzi contenuti e accessibilità a tutti) - non è ancora riconosciuto a livello internazionale il “diritto all’acqua” - l’acqua non è considerata come “bene pubblico globale” e di conseguenza il coordinamento delle politiche idriche a livello internazionale dipende dalla volontà dei singoli paesi (fallimento dell’azione collettiva) - prevalgono le politiche di breve periodo rispetto a strategie di più lungo periodo - è necessario riformare il sistema di gestione degli aiuti destinati al settore idrico (aumentare le risorse finanziarie, evitare inefficienze e duplicazioni degli interventi, razionalizzare all’interno delle Nazioni Unite il frammentato panorama delle organizzazioni ed agenzie che si occupano a diverso titolo dell’acqua, ricorrere a metodologie di indagine e monitoraggio condivise) 13


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