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La l. 107/2015 "Le innovazioni della l. 107. In particolare la ridefinizione dei poteri degli organi decisionali e i nuovi equilibri tra gli organi dell'istituzione.

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Presentazione sul tema: "La l. 107/2015 "Le innovazioni della l. 107. In particolare la ridefinizione dei poteri degli organi decisionali e i nuovi equilibri tra gli organi dell'istituzione."— Transcript della presentazione:

1 La l. 107/2015 "Le innovazioni della l. 107. In particolare la ridefinizione dei poteri degli organi decisionali e i nuovi equilibri tra gli organi dell'istituzione scolastica". Anna Armone

2 Come cambia il «sistema dell’istruzione» Da una prospettiva dell’istruzione «regionalista» ……ad un assetto statalista rinvigorito I sintomi: Il ruolo dell’USR La filiera della programmazione La valutazione dirigenziale L’impianto organizzativo del sistema dell’istruzione

3 3 Il nodo dell’interesse nazionale Art. 117 Cost. prima della riforma del 2001 “La regione emana per le seguenti materie norme legislative nei limiti dei principi fondamentali stabiliti dalle leggi dello Stato, semprechè le norme stesse non siano in contrasto con l’interesse nazionale e con quello di altre regioni…” Il principio non compare nella Costituzione riformata del 2001 L’impianto organizzativo del sistema dell’istruzione

4 La potestà legislativa esclusiva residuale delle regioni Spetta alle Regioni la potestà legislativa in riferimento ad ogni materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato. La potestà regolamentare spetta alle Regioni in ogni altra materia. I Comuni, le Province e le Città metropolitane hanno potestà regolamentare in ordine alla disciplina dell'organizzazione e dello svolgimento delle funzioni loro attribuite. L’impianto organizzativo del sistema dell’istruzione

5 La ripartizione delle competenze in materia di istruzione La riforma del sistema scolastico legge n. 53 del 2003 “ Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale” è imperniata su una forte presenza dell’amministrazione statale nei processi di formazione complessivamente considerati e su un solido asse Stato-istituzioni scolastiche. La riforma del Titolo V invece delinea un robusto sistema regionale di organiche competenze tutte legate ai processi di formazione ( politiche del lavoro, diritto allo studio, istruzione) che tuttavia è tenuta al rispetto dell’autonomia delle istituzioni scolastiche come affermato dall’art. 117. L’impianto organizzativo del sistema dell’istruzione

6 La materia dell’istruzione è tra quelle che presentano maggiori problemi, quanto a precisazione del ruolo e delle competenze delle Regioni Da un lato viene riservata alla legislazione statale la definizione delle norme generali sull’istruzione mentre dall’altro l’”istruzione” è compresa tra le materie di legislazione concorrente, facendo peraltro espressamente salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche e tenendola distinta dall’istruzione e dalla formazione professionale. Si è rilevato che il nuovo Titolo V della costituzione, letto in consonanza con la normativa sull’autonomia delle istituzioni scolastiche, porta a chiedersi se sia ancor oggi praticabile il carattere statale del sistema di istruzione, ovvero se non si debba parlare di sistema “nazionale” composto dall’integrazione delle azioni di una pluralità di soggetti: Stato, Regioni, enti locali, istituzioni scolastiche pubbliche, scuole paritarie, enti di supporto. Un sistema composito e policentrico che si connota per la funzione cui è deputato essendo sul piano soggettivo la risultante delle interazioni e della collaborazione delle varie istituzioni coinvolte. L’impianto organizzativo del sistema dell’istruzione

7 La Riforma costituzionale 2015 La volontà riformatrice del legislatore si fonda principalmente sui seguenti punti: riconduzione alla competenza esclusiva del legislatore statale di una serie di materie.; eliminazione delle competenze concorrenti, tacciate di costituire fonte di dubbi e ambiguità; elencazione di una serie di materie e funzioni espressamente attribuite alla potestà legislativa delle regioni (tra le quali, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche, l’organizzazione dei servizi scolastici, l’istruzione e la formazione professionale); l’introduzione di una generale clausola di salvaguardia, tale da consentire al legislatore di intervenire quando lo richieda la tutela dell’unità giuridica o economica della repubblica ovvero la tutela dell’interesse nazionale; il riconoscimento al legislatore statale della competenza ad adottare “disposizioni generali e comuni” in diverse materie, tra le quali l’”istruzione”. L’impianto organizzativo del sistema dell’istruzione

8 La Riforma costituzionale 2015 La locuzione “disposizioni generali e comuni” si differenzierà senz’altro dai principi fondamentali per il fatto che non presuppone necessariamente una disciplina regionale d’attuazione, ma si presterà ad un uso elastico a seconda delle esigenze e delle questioni di volta in volta interessate, giustificando un intervento unificante non rivolto esclusivamente o precipuamente ai legislatori regionali, ma anche direttamente ai destinatari finali, i cittadini (Vandelli) In questo contesto il ruolo del Senato, così come disegnato nel ddl di riforma costituzionale, diventa essenziale, poiché un uso debordante di questo tipo di legislazione sarebbe bilanciato ed equilibrato sostanzialmente, non attraverso limiti e parametri di legittimità costituzionale, ma attraverso il ruolo che può svolgere la presenza delle istituzioni territoriali all’interno del Parlamento. L’impianto organizzativo del sistema dell’istruzione

9 La Riforma costituzionale 2015 e la l. 107 Senato Dinamiche di coesione Sistema cooperativo autonomistico Istituzioni territoriali e locali con le proprie esigenze CENTROBasi unificanti Il Senato dovrà privilegiare logiche istituzionali e territoriali rispetto a quelle politiche unitamente ad un’adeguata istruttoria di ogni tema di rilievo, ma sarà soprattutto l’impegno di una autorevole classe politica regionale e locale che risulterà determinante per realizzare un sistema funzionale ed incisivo (Vandelli). L’impianto organizzativo del sistema dell’istruzione E le autonomie scolastiche? Parteciperanno alla definizione delle politiche scolastiche? Se si, come?

10 La l. 107/2015 e il sistema delle decisioni Nel sistema dell’istruzione il processo decisionale ha seguito l’evoluzione dell’attribuzione di potere: D.lgs. 297/1994 d.p.r. 275/1999 d.i. 44/2001 Pariteticità generale tra tutti i soggetti Funzioni del consiglio e dirigente Funzioni ds e oo.cc. Sostanziale volontà del legislatore di mantenere l’assetto dei decreti delegati, con riconoscimento di alcune prerogative al DS compatibili con la libertà di insegnamento dei docenti

11 Art. 4, u.c., d.lgs 165/01 “le amministrazioni pubbliche i cui organi di vertice non siano direttamente o indirettamente espressione di rappresentanza politica, adeguano i propri ordinamenti al principio della distinzione tra indirizzo e controllo, da un lato, e attuazione e gestione dall’altro” Art. 4, u.c., d.lgs 165/01 “le amministrazioni pubbliche i cui organi di vertice non siano direttamente o indirettamente espressione di rappresentanza politica, adeguano i propri ordinamenti al principio della distinzione tra indirizzo e controllo, da un lato, e attuazione e gestione dall’altro” L’articolo del d.lgs. 165/2001 di riferimento PERCHE’? Art. 14 c1. Il Ministro esercita le funzioni di cui all’articolo 4, comma 1(Gli organi di governo esercitano le funzioni di indirizzo politico amministrativo, definendo gli obiettivi ed i programmi da attuare ed adottando gli altri atti rientranti nello svolgimento di tali funzioni, e verificano la rispondenza dei risultati dell’attività amministrativa e della gestione agli indirizzi impartiti

12 Organizzazione della funzione di indirizzo La funzione di indirizzo risponde prioritariamente a ragioni di tipo organizzativo, riguardanti la distribuzione delle funzioni nel disegno organizzativo dell’ente Quando si dispone che ad un certo organo compete la funzione di indirizzo, si pone una norma organizzativa (interorganica o intersoggettiva) L’organo di indirizzo deve attrezzarsi per lo svolgimento della funzione Gli organi non aventi funzioni di indirizzo sono in situazione soggettiva di obbligo da attuare

13 La posizione dell’organo che non esercita funzione di indirizzo Tale situazione soggettiva non necessariamente comporta una posizione di sottordinazione Si può avere anche una struttura di equiordinazione tra organo di indirizzo e organo di attuazione Questioni di «forza» dell’indirizzo…………………..

14 L’organizzazione amministrativa Un’organizzazione amministrativa in tanto è conformata ad uno dei possibili modelli giuridici in quanto la sua struttura si ordina allo svolgimento delle funzioni che ne costituiscono le attribuzioni Un corpo di polizia non può non avere una struttura gerarchica di tipo militare E la scuola?

15 Delibera ANAC una premessa è d’obbligo… Art. 4, u.c. «Le amministrazioni pubbliche i cui organi di vertice non siano direttamente o indirettamente espressione di rappresentanza politica, adeguano i propri ordinamenti al principio della distinzione tra indirizzo e controllo, da un lato, e attuazione e gestione dall'altro. A tali amministrazioni è fatto divieto di istituire uffici di diretta collaborazione, posti alle dirette dipendenze dell'organo di vertice dell'ente» L’assimilazione del modello organizzativo a questa ripartizione non può essere completa nella scuola per una serie di motivi: la norma si ispira al modello funzionale degli organi di vertice: organo politico individua e assegna obiettivi/risorse organo gestionale responsabile della gestione nella scuola, questa dicotomia è mediata dai soggetti che erogano le risorse finanziarie e dalla posizione dirigenziale di II fascia La ripartizione dei poteri nella scuola si «ispira» al d.lgs. 165/2001?

16 Gli attori delle relazioni interorganiche nella scuola Consiglio di istituto Collegio dei docenti Dirigente scolastico Direttore sga ………a caccia dei poteri e delle responsabilità Non c’è potere senza responsabilità e non c’è responsabilità senza potere. Sarà vero?????????

17 Il dirigente scolastico (fino a ieri) È organo di gestione È attivatore dei processi educativi È garante della gestione unitaria della scuola È garante della legittimità dell’azione amministrativa È (parzialmente) responsabile della gestione del personale La funzione gestionale del dirigente è correlata al riconoscimento delle attribuzioni degli organi collegiali, in particolare, del collegio dei docenti

18 Il dirigente scolastico (fino a ieri) «adotta i provvedimenti di gestione delle risorse e del personale» Correlazione con competenze del consiglio ex art. 33, c. 1 d.i. 44/2001 Correlazione con potestà organizzativa della didattica attribuita al collegio

19 Il Consiglio di istituto (fino a ieri) Richiamo a funzioni di indirizzo nel d.p.r. 275/1999 Funzioni parziali di gestione (d.i. 44) Funzioni di «controllo» sulla rendicontazione periodica dirigenziale

20 Il collegio dei docenti (fino a ieri) Organo con competenza esclusiva di tipo tecnico professionale Organo con competenza organizzativa nell’ambito della didattica Organo con residuale competenza in materia di organizzazione del personale

21 Dirigente scolastico Consiglio Collegio docenti Direttore s.g.a. Collaboratori Team Aree disciplinari Area delle relazioni equiordinate Area delle relazioni gerarchiche Gli equilibri decisionali(fino a ieri) Docente

22 L’influenza del disegno riformatore sulle relazioni tra gli organi della scuola Il disegno di riforma della scuola nasce da un (consapevole o inconsapevole) quadro teorico di dipendenze e interdipendenze funzionali tra gli organi

23 I due aspetti delle relazioni interorganiche L’aspetto giuridico L’aspetto organizzativo Si fonda sull’attribuzione di poteri e responsabilità Si fonda sulla visione del modello organizzativo da adottare, sulle capacità di leadership e di gestione manageriale

24 I due aspetti delle relazioni interorganiche L’aspetto giuridico L’aspetto organizzativo vincolante Libero nell’individuazione del modello relazionale, ma non formale

25 Il circuito delle decisioni PTOFGestione org Organizz risorse Prestazione servizio RAVPM Si innesta un sistema coerente di poteri e responsabilità? In questo circuito occorre salvaguardare legittimità, trasparenza e qualità dei risultati

26 Le relazioni alla base del circuito PTOFGestione org Organizz risorse Prestazione servizio RAVPM Collegio Consiglio Dirigente Docente Svolgono le proprie attribuzioni secondo una previsione normativa agganciata a diverse fonti. Dobbiamo ricordare come la l. 107 non abroga ancora le norme attributive del potere a dirigente, organi collegiali e singoli docenti di livello primario (d.lgs. 165/2001 e d.lga. 297/1994)

27 Art. 15 Abrogazione delle leggi Le leggi non sono abrogate che da leggi posteriori per dichiarazione espressa del legislatore, o per incompatibilità tra le nuove disposizioni e le precedenti o perché la nuova legge regola l'intera materia già regolata dalla legge anteriore.

28 La l. 107/2015 declina solo alcuni rapporti interorganici La l. 107/2015 cambia in modo esplicito e netto il rapporto dirigente - docenti Nonostante la l. 107/2015 non affronti il nodo della riforma degli oo.cc. emerge il nuovo ruolo del collegio dei docenti Relazione interorganica Relazione lavoristica

29 La relazione dirigente collegio dei docenti secondo la l. 107/2015 Indipendentemente dall’attribuzione di specifici poteri, permane l’equiordinazione tra ds e collegio La l. 107/2015 non modifica in modo esplicito il contenuto del d.lgs. 297/1994 relativamente alle competenze del collegio L’equiordinazione può essere governata, da parte di chi ne ha competenza, attraverso atti formali e organizzativi di indirizzo e coordinamento Manca totalmente la possibilità di intervenire attraverso l’esercizio del potere gerarchico

30 La relazione dirigente collegio dei docenti secondo la l. 107/2015 Cambia l’equilibrio decisionale dirigente – collegio in merito al Piano Triennale dell’offerta formativa……..perché Il PTOF non è più solamente il luogo del pieno esercizio della libertà di insegnamento attraverso la strutturazione dell’offerta formativa Il PTOF contiene elementi di gestione organizzativa (fabbisogno di docenti, personale ATA e infrastrutture materiali) Il PTOF contiene il piano di miglioramento (Qual è la norma attributiva del potere al collegio in materia gestionale?) Possiamo considerare la l. 107 abrogativa delle norme del TU in materia di competenze del collegio, in quanto viene ridisciplinata l’intera materia?

31 La relazione dirigente - collegio dei docenti secondo la l. 107/2015 Dirigente organo di indirizzo per le attività della scuola relativamente al PTOF Collegio organo deliberante relativamente a tutti i contenuti del PTOF Indirizzo vincolante? Qual è la forza di resistenza del collegio agli indirizzi del dirigente? Se la norma si ferma alla declinazione dei passaggi essenziali, il dirigente deve attivare un processo efficace

32 La relazione dirigente - collegio dei docenti secondo la l. 107/2015 Ma il c. 11 della l. 107/2015 prevede, oltre agli indirizzi dirigenziali per le attività della scuola, le SCELTE di GESTIONE e AMMINISTRAZIONE definite dal dirigente, sulla base delle quali il collegio deve deliberare il PTOF Indirizzi dirigenziali attività Scelte gestionali e amm.ve Vincolanti ?

33 La relazione dirigente – collegio come deve essere relativamente al PTOF L’atto di indirizzo dirigenziale deve essere il punto di arrivo di un processo di negoziazione e condivisione tra il dirigente e il collegio L’importanza della struttura organizzativa di gestione della didattica Esiti RAV Piano di migliorament o Elaborazione dirigenziale indirizzi Elaborazione interna Proposta dirigenziale al collegio Discussione negoziata Strutturazione formale indirizzi dirigenziali per l’elaborazione del PTOF Formalizzazione indirizzi

34 Effetto finale del processo Applicazione della norma che prevede l’emanazione degli indirizzi sulle attività della scuola da parte del DS Correttivo sul piano organizzativo- decisionale: Partecipazione finalizzata alla co-decisione collegio-DS

35 La relazione dirigente – collegio come deve essere relativamente al PTOF Modello formale di elaborazione del PTOF Indirizzi dirigenziali per le attività della scuola e scelte di gestione ed amministrazione definiti dal dirigente scolastico Delibera del collegio dei docenti. Modello sostanziale di elaborazione del PTOF Negoziazione degli indirizzi generali dirigenziali sulle attività della scuola relative al Pof del PTOF Proposta del contenuto delle attività del PTOF al collegio Elaborazione collegiale del contenuto didattico e gestionale del PTOF

36 La relazione dirigente Presidente del collegio - collegio La l. 107/2015 non modifica il ruolo dirigenziale nell’ambito del collegio dei docenti La posizione dirigenziale all’interno del collegio rafforza la funzione dirigenziale di garanzia dell’unitarietà della gestione ma anche degli aspetti di neo centralismo (la garanzia degli elementi comuni del sistema, i livelli unitari e nazionali, il buon andamento) Potere di indirizzo nell’ambito del coordinamento

37 La leadership nell’attuazione del coordinamento Atti generali di indirizzo agli organi collegiali (in particolare al collegio) an quid quomodo Discrezionalità dirigenziale Legittimazione del collegio Clima collaborativo Condivisione sugli obiettivi di missione e strategici della scuola Materia di competenza esclusiva del collegio (scelte didattiche e metodologiche) In forma scritta

38 La relazione dirigente – consiglio di istituto secondo la l. 107/2015 Viene scardinato il sistema attuale che riconosce al consiglio di istituto una funzione consultiva rispetto agli indirizzi generali della scuola e gli si attribuisce un potere di “approvazione” del piano triennale dell’offerta formativa. Qual è la forza del consiglio nel potere di approvazione del PTOF? dirigente collegioconsiglio Indirizzi vincolanti? Delibera di approvazione è atto discrezionale o vincolato? Delibera del collegio è atto discrezionale che va motivato

39 2. Collegio analisi preliminare indirizzi 3. Consiglio analisi preliminare indirizzi La necessità del coordinamento dirigenziale dirigente collegioconsiglio Indirizzi vincolanti? Delibera di approvazione è atto discrezionale o vincolato? Delibera del collegio è atto discrezionale che va motivato 1. Proposta elaborazione indirizzi 1. Emanazione indirizzi al collegio 2. Delibera PTOF 3. Approvazione PTOF RAV Piano di migl.to Obiettivi di missione Obiettivi strategici

40 Il doppio livello della partecipazione del Consiglio di istituto ai processi decisionali del DS in materia di PTOF Partecipazione alla definizione degli indirizzi sulle attività (didattiche) della scuola Partecipazione alla definizione delle scelte di amministrazione e gestione Comunicazione dello stato di elaborazione degli indirizzi Presentazione in CI e discussione sulle scelte finalizzata alla trasparenza decisionale e alla partecipazione democratica

41 La relazione interorganica dal punto di vista lavoristico Creditore della prestazione del dipendente pubblico, insegnanti compresi, è l’Amministrazione dell’Istruzione Premessa L’organo di vertice dell’amministrazione definisce le linee di organizzazione degli uffici in funzione del perseguimento dell’interesse pubblico Il dirigente cura l’interesse strumentale dell’Amministrazione assumendo «le determinazioni per l’organizzazione degli uffici e le misure inerenti alla gestione dei rapporti di lavoro» Gli interessi sono eterodeterminati Obiettivi autonomi dell’organizzazione da parte del dirigente

42 La norma attributiva del potere art. 5 d.lgs. 165/2001 2. Nell'ambito delle leggi e degli atti organizzativi di cui all'articolo 2, comma 1, le determinazioni per l’organizzazione degli uffici e le misure inerenti alla gestione dei rapporti di lavoro sono assunte in via esclusiva dagli organi preposti alla gestione con la capacità e i poteri del privato datore di lavoro, fatti salvi la sola informazione ai sindacati per le determinazioni relative all’organizzazione degli uffici ovvero, limitatamente alle misure riguardanti i rapporti di lavoro, l’esame congiunto, ove previsti nei contratti di cui all’articolo 9. Rientrano, in particolare, nell’esercizio dei poteri dirigenziali le misure inerenti la gestione delle risorse umane nel rispetto del principio di pari opportunità, nonché la direzione, l’organizzazione del lavoro nell’ambito degli uffici 42

43 E l’art. 97 della Costituzione? Volendo ricondurre l’attività di diritto privato delle PPA, in particolare i poteri datoriali, ai principi di imparzialità, efficienza e legalità dell’art. 97 cost., dobbiamo considerare che la natura pubblica del datore di lavoro porta ad una funzionalizzazione che si colloca sul piano generale dell’attività, non su quello concreto della gestione. 43 Il perseguimento dell’interesse pubblico arretra dal singolo atto puntuale alla complessiva attività del dirigente RESPONSABILITA’ DIRIGENZIALE

44 Alcune conseguenze della applicabilità al lavoro pubblico della disciplina codicistica sul lavoro subordinato -natura contrattuale del rapporto di lavoro; tipico contratto di scambio che consiste nel sinallagma tra retribuzione e attività lavorativa subordinata; -la subordinazione è l’effetto necessario del contratto di lavoro: con il contratto individuale il lavoratore si assoggetta, in cambio della retribuzione, al potere direttivo dell’imprenditore, che include quello organizzativo di raccordare la prestazione del singolo lavoratore a quella degli altri lavoratori ed agli altri mezzi di produzione 44

45 Alcune conseguenze della applicabilità al lavoro pubblico della disciplina codicistica sul lavoro subordinato 45 La subordinazione consiste nella messa a disposizione delle energie lavorative a favore del datore di lavoro, che le indirizza secondo i suoi scopi; essa si esplica nell’assoggettamento della prestazione alle direttive datoriali in materia di esecuzione e disciplina del lavoro Il potere di gestione del rapporto, o potere direttivo, spetta al datore di lavoro, che lo deve esercitare nel rispetto dei limiti previsti dalla legge, dei diritti della persona del lavoratore, degli obblighi di buona fede e correttezza supremazia gerarchica

46 Limiti del datore di lavoro privato Costituiscono limiti interni al rapporto di lavoro i principi di correttezza e di buona fede di cui agli articoli 1175 e 1375 cod. civ. secondo cui: “il debitore e il creditore devono comportarsi secondo le regole della correttezza” e “il contratto deve essere eseguito secondo buona fede”. Trattasi di limiti interni al rapporto di lavoro, poiché i principi di correttezza e buona fede costituiscono clausole generali utili “soprattutto in relazione a certe zone franche di esercizio del potere direttivo, tali perché carenti di una disciplina legale (o contrattuale) espressa. Buona fede e correttezza, allora, possono essere invocate come un limite interno all’esercizio dei poteri del datore di lavoro, ovvero come criteri atti a verificare che quei poteri non siano esercitati in maniera arbitraria o irrazionale, bensì in coerenza con la funzione per la quale essi sono riconosciuti dall’ordinamento”. – M. Roccella Manuale di diritto del lavoro Torino 2005, Pag.274. V., altresì, sui diversi aspetti, C. Cass., Sez. Lav.,

47 La relazione gerarchica «datoriale» e la funzione docente secondo la l. 107/2015 La legge attribuisce, sebbene in modo “trasversale” (dopo il tentativo esplicito della prima versione del ddl “il dirigente scolastico è responsabile delle scelte didattiche e formative”) poteri al dirigente in materia didattica. Ciò si evince prioritariamente dal potere dirigenziale di organizzare uno staff che deve supportarlo nella gestione organizzativa e didattica (come potrebbe delegare un potere che non gli appartiene?) e dal potere valutativo sull’attività dei docenti unitamente al Comitato di valutazione

48 Il difetto di responsabilità Se fino ad oggi il sistema di equiordinazione tra il dirigente e la “quota professionale” dei docenti non ha funzionato producendo effetti positivi e rispondenti al buon andamento di derivazione costituzionale è perché l’attribuzione di potere, di qualsiasi natura, deve correlarsi alla responsabilità del suo esercizio e del risultato raggiunto. E nella scuola questa correlazione è ancor più necessitata dalla presenza di utenti finali che godono di un diritto soggettivo di natura pubblica, il diritto all’istruzione e alla formazione

49 Qual è stato il «buco nero» che non ha fatto funzionare il sistema dalla Costituzione ad oggi? Nel buco nero è sparita la responsabilità individuale del docente La libertà professionale è stata garantita in tutte le fonti normative Il legislatore ha tentato timidamente di far sottostare l’esercizio di tale libertà alle regole della trasparenza, ma senza alcun risultato Il dirigente scolastico, ancorché datore di lavoro, non ha avuto potere di incidere sull’esercizio della libertà Il diritto soggettivo all’istruzione e alla formazione è un diritto non azionabile

50 La relazione interorganica datoriale dirigente - docente Le manifestazione del potere di direzione (in senso datoriale) dirigenziale Chiamata docenti Delega docenti di staff Valutazione docenti Art. 2104 cc Il prestatore di lavoro deve usare la diligenza richiesta dalla natura della prestazione dovuta, dall’interesse dell’impresa e da quello superiore della produzione nazionale Ognuna di queste azioni si fonda o richiede l’attuazione dell’art. 2104 del cc

51 Art. 2104 c.c. Subordinazione = Diligenza (art. 1176 c.c.) Natura prestazione dovuta Interesse dell’impresa Obbedienza Esecuzione del lavoro Disciplina del lavoro GARANTISCE un’efficace ed efficiente gestione delle risorse umane Mancano i compiti di gestione del personale

52 Il docente Negoziazione dell’incarico Valutazione Premialità Su quali basi? Nella delega non si fa cenno allo stato giuridico dei docenti, né allo sviluppo di carriera Esclusivamente sulla base dello spostamento della competenza in merito alle scelte educative e didattiche dal collegio al dirigente. 2. Il dirigente scolastico, sentito il consiglio d'istituto, assegna annualmente una somma del fondo di cui al comma 1 al personale docente, di cui al medesimo comma 1, sulla base della valutazione dell'attività didattica in ragione dei risultati ottenuti in termini di qualità dell'insegnamento, di rendimento scolastico degli alunni e degli studenti, di progettualità nella metodologia didattica utilizzata, di innovatività e di contributo al miglioramento complessivo della scuola. 3. La somma di cui al comma 2, definita bonus, è destinata a valorizzare il merito del personale docente di ruolo delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado e ha natura di retribuzione accessoria.

53 Come conciliare il disposto normativo vigente con il vuoto regolativo dello stato giuridico del docente? Chiamata docenti Delega docenti di staff Valutazione docenti Fase contrattuale: non necessita di alcuna regolazione poiché non presuppone l’esercizio del potere direttivo Delega docenti di staff: pienamente esercitabile per la parte organizzativa. Per parte didattica: cosa si intende? Valutazione dei docenti: legittima se è declinata precedentemente la prestazione

54 Chiamata diretta dei docenti Fase di conferimento dell’incarico, ancorché risponde ad un profilo di interesse pubblico è atto di natura privatistica Criteri datoriali della correttezza e buona fede applicabili alla stregua dei principi di imparzialità e di buon andamento di cui all'art. 97 Cost Trasparenza e pubblicità riguardo ai criteri adottati

55 L’organizzazione della didattica secondo la l. 107/2015 Il nuovo modello sembra superare la competenza del collegio dei docenti relativa all’organizzazione della didattica (funzioni strumentali, commissioni, gruppi ecc.) (Per dare piena attuazione all'autonomia scolastica e alla riorganizzazione del sistema di istruzione, il dirigente scolastico, nel rispetto delle competenze degli organi collegiali, fermi restando i livelli unitari e nazionali di fruizione del diritto allo studio, garantisce un'efficace ed efficiente gestione delle risorse umane, finanziarie, tecnologiche e materiali, nonché gli elementi comuni del sistema scolastico pubblico, assicurandone il buon andamento. A tale scopo, svolge compiti di direzione, gestione, organizzazione e coordinamento ed e' responsabile della gestione delle risorse finanziarie e strumentali e dei risultati del servizio secondo quanto previsto dall'articolo 25 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, nonché della valorizzazione delle risorse umane.) ?????????????? Dalla lettura sistemica della legge 107 l’organizzazione della didattica afferisce all’area di competenza dirigenziale attraverso la previsione della scelta del 10% dei docenti Ma, anche in questo caso, vengono ribadite le competenze dirigenziali, senza nulla aggiungere

56 L’organizzazione della didattica secondo la l. 107/2015 …….ma Le competenze organizzative nella didattica sono attribuite al collegio da una fonte primaria, il d.lgs. 297/1994 «…. Il collegio dei docenti: a) ha potere deliberante in materia di funzionamento didattico del circolo o dell'istituto…….» Funzioni strumentali, referenti di plesso, coordinatori di dipartimento ………

57 La composizione dello staff Quale figura può e deve, dunque, entrare nel 10%? Figure emergenti dall’articolazione del collegio dei docenti? Figure che esercitano temporaneamente attribuzioni dirigenziali? Figure che svolgono attività afferenti alla didattica e in particolare all’attuazione dell’offerta formativa? Organizzazione interna Funzioni gestionali Funzioni di organizzazione e gestione didattica

58 Oppure……… Funzioni strumentali Funzioni di articolazione collegiale 10% organico dell’autonomia + Con quali risorse?

59 Lo strumento giuridico di gestione dello staff L’unico modello adottabile dal dirigente è la delega, strumento privatistico, che si fonda sullo spostamento temporaneo di competenze. Competenze che devono essere in capo al delegante Le competenze didattiche rimangono ancora del collegio dei docenti e dei singoli docenti ? MA UNA SOLUZIONE ORGANIZZATIVA BISOGNA TROVARLA

60 Lo strumento giuridico di gestione dello staff Anche nel caso dello staff bisogna ricorrere alla capacità dirigenziale di mediazione e coordinamento Condivisione con il collegio, sulla base del piano di miglioramento, del piano di individuazione dei docenti a supporto dell’attività didattica Determina dirigenziale di individuazione dello staff con contestuale delega di funzioni per la parte organizzativa e con incarico per la parte didattica su proposta del collegio

61 Effetto finale del processo Applicazione della norma che prevede la possibilità di costituzione di uno staff dirigenziale Correttivo giuridico-organizzativo del processo decisionale: partecipazione decisionale del collegio su materia che ancora è di sua competenza ex art. 7 d.lgs. 297/1994; Formalizzazione finale: delibera + incarico

62 Per interpretare il c. 83 della l. 107 Funzioni organizzative gestionali afferenti alle mansioni dirigenziali (collaboratori) Funzioni organizzative afferenti all’area didattica Premialità Risorse per funzioni strumentali Fondo d’istituto

63 Qual è la dimensione della «valorizzazione del merito» Ddl I versione: assegnazione sulla base della valutazione dell’attività didattica in ragione dei risultati ottenuti in termini di qualità dell’insegnamento, di rendimento scolastico, di progettualità nella metodologia didattica utilizzata, di innovatività e contributo al miglioramento complessivo della scuola Testo def. L 17/2015 assegnazione dirigenziale sulla base dei criteri fissati dal Comitato per la valutazione dei docenti, con motivata valutazione Discrezionalità dirigenziale assoluta Nel Comitato, di durata triennale, è previsto l’ingresso di rappresentati di genitori e studenti

64 La valutazione del docente Indicatori di valutazione 1.Qualità dell’insegnamento e del contributo al miglioramento dell’istituzione scolastica, nonché del successo formativo e scolastico degli studenti 2.Risultati ottenuti nel potenziamento delle competenze degli alunni e dell’innovazione didattica e metodologica, nonché collaborazione alla ricerca didattica, documentazione e diffusione di buone pratiche didattiche 3.Responsabilità assunte nel coordinamento organizzativo e didattico e nella formazione del personale Il bonus ha valore di retribuzione accessoria

65 La valutazione del docente Il comitato di valutazione dovrà individuare gli indicatori specifici per la valutazione e dovrà renderli noti in anticipo rispetto alle prestazioni La valutazione del personale ha senso se collegata alla programmazione e pianificazione attraverso la declinazione della performance organizzativa Il PTOF può essere considerato rappresentazione della Performance dell’istituzione scolastica?

66 Il contenuto della programmazione- pianificazione La l. 107 si ispira al concetto di «performance» nella previsione del Piano Triennale dell’offerta formativa perché: Parte da un processo di autodiagnosi (PDM) Collega le risorse agli obiettivi Fa derivare, dalla sua attuazione o, quantomeno collega allo stesso, la premialità del personale docente

67 Il ciclo della produttività nel lavoro pubblico Definizione e assegnazione obiettivi Monitoraggio e correzione Misurazione performance premialità rendicontazione Valori attesi indicatori allocazione risorse

68 La valutazione del docente Valutazione dirigenziale della prestazione del docente a fronte Della mancata determinazione dello stato giuridico del docente Valutazione «aperta» diversa dalla valutazione datoriale in ambito pubblico o privato Performance individuale della quale rispondere al dirigente

69 La valutazione del docente Tutto tornerà se………………… Si riconoscerà la centralità della componente professionale della valorizzazione del merito Se si interverrà sui presupposti logico-giuridici della valutazione (le fasi successive al PTOF di programmazione educativa) Se si responsabilizzerà il collegio dei docenti Quale potrebbe essere il ruolo del Comitato?

70 Il ruolo del Comitato Organo di garanzia rispetto Alla trasparenza del processo Alla coerenza del contenuto degli indicatori con i documenti di programmazione e pianificazione Alla comunicazione esterna Delibera del Comitato che recepisce i misuratori definiti dal Collegio Flusso decisionaleDelibera collegio Cii su criteri di ripartizione delle risorse Attribuzione nominativa dirigenziale

71 La prima tappa decisionale : la programmazione economico finanziaria del MIUR Il Piano triennale, dovendo perseguire gli obiettivi di cui alla l. 107/2015, si aggancia alla programmazione di bilancio del MIUR, così come esplicita la relazione tecnica al ddl. In particolare, lo stato di previsione della spesa del MIUR per il periodo 2015-2017, già riconosce come obiettivi strategici le aree del ddl, descrivendo l’obiettivo seppure in modo generico e sommario

72 Perché è importante parlare di programmazione e pianificazione Nel testo normativo c’è il continuo richiamo alla clausola di invarianza finanziaria, cd clausola di neutralità che però va certificata. Si potrà garantire l’adeguatezza delle risorse umane e finanziarie ai nuovi fabbisogni di funzionamento dell’autonomia emergenti dal PTOF? Le risorse finanziarie hanno fonti multiple e differenziate……………

73 La fase transitoria. L’anno zero PTOF 2016 -2018 Determinazione organici parametrata e previsione di spesa nel bilancio del MIUR 2015-2017 Determinazione organici parametrata e previsione di spesa nel bilancio del MIUR 2017/2019 ????????? Determinazione organici parametrata e previsione di spesa nel bilancio del MIUR 2018-2020 PTOF 2017 -2019 PTOF 2018 -2020 A regime

74 L’anno zero. Che fare? I documenti e le azioni «indipendenti»: Il Rav Il piano di miglioramento Il Pof 2015 - 2016 I documenti e le azioni «dipendenti»: La creazione dello staff entro il 10% dell’organico dell’autonomia Il comitato di valutazione dei docenti e la valutazione dei docenti

75 Dove stiamo andando? ………… lo scopriremo solo vivendo!!!!!! Cari saluti a tutti e grazie di esserci Anna Armone


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