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Il ruolo del laboratorio nelle patologie reumatologiche

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Presentazione sul tema: "Il ruolo del laboratorio nelle patologie reumatologiche"— Transcript della presentazione:

1 Il ruolo del laboratorio nelle patologie reumatologiche
Silvana Martino

2 Velocità di eritrosedimentazione
In generale: Test di laboratorio semplice ed economico. Donne e persone anziane tendono ad avere valori superiori alla norma anemia macrocitosi aumento del fibrinogeno (infezioni, infiammazioni, neoplasie) policitemia alterata forma degli eritrociti ipofibrinogenemia ipogammaglobulinemia disprotidemia con iperviscosità In ambito reumatologico: Costituisce una misura appropriata dell’attività di malattia e della risposta alla terapia per: Artrite Reumatoide Artrite Idiopatica Giovanile connettiviti altre vasculiti

3 Proteina C Reattiva Proteine sintetizzate dagli epatociti in risposta alle citochine IL1, IL6, IL8, TNF-alfa etc. liberate nei tessuti sede di infiammazione. Le principali sono: proteina C reattiva (PCR), fibrinogeno, aptoglobina, alfa-1 glicoproteina acida, Precursore sierico dell’amilode A, ceruloplasmina, alfa-1 antitripsina PCR: E’ presente normalmente nel siero in bassa concentrazione Aumenta poche ore dopo lo stimolo infiammatorio e ritorna presto ai livelli normali Non varia con età e sesso Costituisce un utile marker clinico per valutare la presenza di un’infiammazione a livello articolare, la sua risoluzione e la risposta al trattamento farmacologico. In particolare correla molto bene con i criteri soggettivi della severità dell’attività di AR quali dolore rigidità Livelli seriati di PCR mostrano una correlazione significativa con la progressione radiologica in pazienti con “early arthritis” Non costituisce un utile indice di attività di malattia nelle connettiviti in generale.

4 Confronto VES - PCR VES Economico, semplice
Indice indiretto di reattanti di fase acuta Può variare con sesso ed età Aumenta tardivamente e mantiene a lungo valori elevati in corso di infiammazione Misura l’attività di malattia e la risposta alla terapia nell’Artrite Reumatoide, nelle connettiviti, nelle altre vasculiti. PCR Presente normalmente nel siero Non varia con sesso ed età Aumenta poche ore dopo lo stimolo infiammatorio e torna precocemente ai livelli normali Correla meglio della VES con i criteri soggettivi della severità dell’attività dell’Artrite Reumatoide quali: dolore, rigidità e forza di presa. Correlazione significativa con la progressione radiologica di “early arthritis” Non costituisce utile indice di attività nelle connettiviti in generale.

5 Emocromo e formula leucocitaria
Fornisce importanti informazioni principalmente in pazienti con LES in cui, come indicato nei criteri ACR per la diagnosi di malattia, è possibile riscontrare: anemia emolitica con reticolocitosi leucopenia linfopenia piastrinopenia Un’anemia ipocromica microcitica può essere riscontrata: in corso di flogosi cronica, talvolta associata a leucocitosi e/o piastrinosi, in corso di malattie infiammatorie secondaria a perdite ematiche gastrointestinali in soggetti con malattie reumatiche in trattamento cronico con FANS L’anemia correla con la severità della malattia Una leucopenia e/o una trombocitopenia possono essere rilevate in pazienti in trattamento farmacologico con antinfiammatori non steroidei, salazopirina, sali d’oro, methotrexate

6 Elettroforesi sieroproteica e funzionalità epatica
Esame semplice e poco costoso. Dà numerose informazioni sul profilo e sulle variazioni delle proteine plasmatiche, sia in termini quantitativi che qualitativi. Un aumento delle alfa-2 globuline si osserva in presenza di un’infiammazione articolare. Funzionalità epatica Un incremento delle transaminasi si osserva in pazienti affetti da polimiosite o dermatomiosite. Un’epatotossicità può essere determinata dai farmaci di fondo utilizzati nella AR e spondiloartriti sieronegative, quali il methotrexate e la salazopirina.

7 Funzionalità renale ed esame delle urine
La malattia reumatologica in cui è maggiormente coinvolta la funzionalità renale è il LES che può portare a varie forme di glomerulonefrite lupica. La forma più frequente e più grave è la glomerulonefrite proliferativa diffusa, seguita dalla forma proliferativa focale e da quella membranosa. Nelle fasi iniziali della nefropatia si osserva una microematuria e una proteinuria lieve, fino ad arrivare, nella nefrite lupica avanzata, alla sindrome nefrosica con marcata proteinuria (> 3,5 g/die) e all’insufficienza renale conclamata. Un coinvolgimento renale si può osservare in corso di sclerosi sistemica a impegno cutaneo diffuso, nella poliarterite nodosa, nella granulomatosi di Wegner e nella porpora di Schonlein-Henoch I farmaci utilizzati nel trattamento di malattie reumatiche (FANS, sali d’oro, D-penicillamina e ciclosporina A) possono causare nefrotossicità

8 Complemento Due frazioni del complemento, C3 e C4, assumono una rilevante importanza in quelle patologie (LES, vasculiti autoimmuni) nelle quali gli immunocomplessi circolanti svolgono un ruolo patogenetico rilevante Gli immunocomplessi, fissando grandi quantità di complemento, ne inducono il consumo e quindi la riduzione dei livelli circolanti (C3 e C4 se l’attivazione avviene per la via classica, solo il C3 se avviene per la via alternativa). In presenza di infiammazione le frazioni C3 e C4 si comportano come indici di flogosi, aumentando proporzionalmente all’entità dell’infiammazione. Il loro utilizzo in tal senso è molto ridotto a causa del possibile consumo periferico

9 Le malattie autoimmuni
Malattie autoimmuni organo-specifiche: mediate da meccanismi immunopatologici che portano alla progressiva distruzione di un bersaglio tissutale attraverso autoanticorpi diretti verso uno o più antigeni peculiari di quel bersaglio Malattie autoimmuni sistemiche: scatenate dal riconoscimento immunologico di strutture molecolari e cellulari self ma non organo-specifiche, caratterizzate da lesioni infiammatorie diffuse a numerosi organi e apparati

10 Caratteristiche funzionali degli autoanticorpi
Marcatori patogenetici: correlano con la malattia e con il suo andamento clinico e sono in grado di indurre in vivo e in vitro le alterazioni tipiche Marcatori non patogenetici: correlano con la malattia ma non con il suo andamento clinico; non sono in grado di provocare la malattia e possono essere presenti in soggetti sani, molti dei quali non svilupperanno mai la malattia autoimmune Epifenomeni: appaiono in modo transitorio e si producono in seguito a massive liberazioni di autoantigeni, come traumi chirurgici, necrosi o flogosi (ASMA nelle malattie virali, anti-muscolo cardiaco nell’infarto)

11 Anticorpi antinucleo (ANA)
Anticorpi diretti contro diversi componenti del nucleo cellulare (DNA, proteine ribonucleari, istoni, centromero) Anticorpi non patogenetici

12 Quando richiedere la rilevazione di autoanticorpi?
La rilevazione di autoanticorpi deve essere richiesta ed eseguita solo in presenza di un consistente sospetto clinico di malattia autoimmune sistemica. La ricerca degli anticorpi antinucleo non dovrebbe essere impiegata per lo screening di soggetti sani senza segni clinici, in quanto una bassa reattività ANA può essere rilevata in molti pazienti non reumatici ed anche in soggetti sani. Tozzoli R, Bizzarro N, Tonutti E, et al. Italian Society of Laboratory Medicine Study Group on the Diagnosis of Autoimmune Diseases. Guidelines for the laboratory use of autoantibody tests in the diagnosis and monitoring of autoimmune rheumatic diseases. Am J Clin Pathol feb;117(2):

13 Condizioni associate a positività degli ANA
Pediatr Ann 2002; 31(6):

14 ANA: tecniche di determinazione
La determinazione degli anticorpi antinucleo può essere fatta anche con metodi immunoenzimatici in fase solida (ELISA) Tali test sono in grado di rilevare la presenza di autoanticorpi rivolti verso i principali autoantigeni, ma non presentano una sensibilità clinica del 100% e non sono sempre correlati con il metodo IFI Può essere fatta la determinazione degli ANA in ELISA come prima indagine di screening, ma i risultati positivi debbono essere confermati in IFI con specificazione del pattern e del titolo I risultati discordanti (positivi in Elisa e negativi in IFI) devono essere considerati falsi positivi a meno che non vengano rilevati anticorpi anti SSA e Jo-1 La ricerca degli autoanticorpi nella pratica clinica – XI congresso nazionale SIAIP – Roma, mercoledì 15 aprile 2009

15 ANA: utilità diagnostica
epatite autoimmune rappresentano uno dei criteri diagnostici lupus eritematoso sistemico rappresentano uno dei criteri diagnostici; non sono altrettanto utili ai fini prognostici o di monitoraggio della malattia lupus indotto da farmaci sono presenti anticorpi anti-istone nel 95% dei pazienti connettivite mista sono presenti nel 100% dei pazienti sindrome di Sjögren sono presenti nell’80-90% dei pazienti sclerodermia sistemica sono presenti nel 70-80% dei pazienti dermatomiosite sono presenti nel 10-50% dei pazienti artrite idiopatica giovanile nella forma oligoarticolare, sono presenti nell’80-90% dei pazienti La ricerca degli autoanticorpi nella pratica clinica – XI congresso nazionale SIAIP – Roma, mercoledì 15 aprile 2009

16 ANA: tecniche di determinazione
Il metodo di riferimento è l’immunofluorescenza indiretta (IFI) Il risultato va interpretato come positività o negatività rispetto alla diluizione di screening utilizzata Il titolo anticorpale riporta l’ultima diluizione a cui il campione risulta positivo: Titoli < 1/40: NEGATIVI (sono presenti nel 32% dei pazienti sani, raramente in soggetti malati: alta sensibilità, bassa specificità) Titoli > 1:40 e < 1:160: BASSI POSITIVI Titoli > 1:160: POSITIVI (sono presenti in molti soggetti malati, ma solo nel 5% dei soggetti sani: bassa sensibilità, alta specificità) La ricerca degli autoanticorpi nella pratica clinica – XI congresso nazionale SIAIP – Roma, mercoledì 15 aprile 2009

17 ANA: tecniche di determinazione
L’intensità dell’immunofluorescenza può essere anche espressa con una scala quantitativa di valori crescenti da + a ++++ Il pattern di fluorescenza, che indica la disposizione degli autoanticorpi evidenziati mediante un antisiero coniugato con fluoresceina sulla superficie del nucleo, viene distinto in: omogeneo, periferico, granulare (speckled), centromerico, nucleolare, pleomorfo, puntiforme Mediante il pattern di fluorescenza è possibile indirizzarsi sul tipo di specificità autoanticorpale, che potrà essere identificato in fasi successive con altre metodiche La ricerca degli autoanticorpi nella pratica clinica – XI congresso nazionale SIAIP – Roma, mercoledì 15 aprile 2009

18 Pattern punteggiato (speckled)
Pattern omogeneo dsDNA istoni LES Pattern punteggiato (speckled) SSA SSB Sm LES S. di Sjögren Connettivite Mista Pediat Ann 2002; 31(6): La ricerca degli autoanticorpi nella pratica clinica – XI congresso nazionale SIAIP – Roma, mercoledì 15 aprile 2009

19 Pattern nucleolare Pattern centromerico Sindrome CREST
anti-Scl70 Sclerodermia Pattern centromerico anti-centromero Sindrome CREST Pediat Ann 2002; 31(6): La ricerca degli autoanticorpi nella pratica clinica – XI congresso nazionale SIAIP – Roma, mercoledì 15 aprile 2009

20 ANA: tecniche di determinazione
La determinazione degli anticorpi antinucleo può essere fatta anche con metodi immunoenzimatici in fase solida (ELISA) Tali test sono in grado di rilevare la presenza di autoanticorpi rivolti verso i principali autoantigeni, ma non presentano una sensibilità clinica del 100% e non sono sempre correlati con il metodo IFI Può essere fatta la determinazione degli ANA in ELISA come prima indagine di screening, ma i risultati positivi debbono essere confermati in IFI con specificazione del pattern e del titolo I risultati discordanti (positivi in Elisa e negativi in IFI) devono essere considerati falsi positivi a meno che non vengano rilevati anticorpi anti SSA e Jo-1 La ricerca degli autoanticorpi nella pratica clinica – XI congresso nazionale SIAIP – Roma, mercoledì 15 aprile 2009

21 Anticorpi anti-DNA (dsDNA)
Gli anticorpi anti-DNA nativo a doppia elica (dsDNA) sono altamente specifici per il LES e sono presenti nei pazienti lupici con una prevalenza variabile tra il 40 e l’80% La ricerca di anti dsDNA è indicata solo in caso di sospetto clinico di LES e in caso di positività degli ANA in IFI Costituiscono il 10°criterio diagnostico di LES secondo l’ACR Il monitoraggio del titolo anticorpale di questi auto anticorpi nelle diverse fasi della malattia lupica ha una precisa finalità clinica in quanto gli anti dsDNA aumentano nelle fasi di attività della malattia e scompaiono o si riducono di molto in remissione Il rilievo di un brusco aumento di questi autoanticorpi è un segno prognostico sfavorevole e indice di riacutizzazione della malattia lupica in atto o imminente con alta probabilità di interessamento renale La ricerca degli autoanticorpi nella pratica clinica – XI congresso nazionale SIAIP – Roma, mercoledì 15 aprile 2009

22 Anticorpi anti antigeni solubili (ENA)
Sono anticorpi responsabili di una positività di tipo punteggiato (non centromerico) all’ANA test e sono diretti contro antigeni solubili, facilmente estraibili dal nucleo in soluzioni saline (extractable nuclear antigens, ENA) Non si consiglia la determinazione degli ENA come prima indagine nella diagnosi delle malattie autoimmuni; essa è raccomandata solo in caso di positività degli ANA o, in caso di negatività, se in presenza di segni clinici altamente suggestivi di malattia autoimmune sistemica (specialmente sclerosi sistemica e dermato/polimiosite) La ricerca degli autoanticorpi nella pratica clinica – XI congresso nazionale SIAIP – Roma, mercoledì 15 aprile 2009

23 ENA: utilità diagnostica
Anti-SM altamente specifici per il LES, ma con sensibilità molto bassa ( %) Anti-U1 RNP se presenti a titolo elevato costituiscono il principale criterio diagnostico della connettivite mista. Presenti nel 30-40% dei pazienti con LES Anti-SSA/Ro non specifici; presenti nel 60-90% dei pazienti con Sindrome di Sjögren primitiva; possono essere presenti nel 30-40% dei pazienti con LES. Nel sospetto di un LES con ANA test negativo, il dosaggio di questi autoanticorpi è il passaggio successivo Anti SSB/La non specifici, presenti con frequenza minore dei precedenti sia nelle sindrome di Sjogren che nel LES; si associano maggiormente a forme cutanee delle malattie autoimmuni. Anti-centromero e Anti topoisomerasi I dotati di elevata specificità nella sclerosi sistemica con impegno cutaneo limitato per i primi e diffuso per i secondi. Anti-Jo 1 specifici per la polimiosite/dermatomiosite La ricerca degli autoanticorpi nella pratica clinica – XI congresso nazionale SIAIP – Roma, mercoledì 15 aprile 2009

24 Anticorpi anti citoplasma dei neutrofili (ANCA)
Gli ANCA sono considerati un utile marker sierologico per la diagnosi delle vasculiti sistemiche, in particolare la granulomatosi di Wegener, la poliangioite microscopica etc. La determinazione di questi autoanticorpi si esegue con la metodica IFI alla quale si associa il test di conferma in ELISA antigene-specifico La combinazione dei due test aumenta la specificità fino a raggiungere quasi il 100% per la diagnosi delle vasculiti sistemiche primitive La ricerca degli autoanticorpi nella pratica clinica – XI congresso nazionale SIAIP – Roma, mercoledì 15 aprile 2009

25 c-ANCA Anticorpi anti citoplasma dei neutrofili
Anti proteinasi 3 (PR3) Fluorescenza citoplasmatica Altamente specifici (>80%) per la GRANULOMATOSI DI WEGENER Seguono l’attività di malattia La ricerca degli autoanticorpi nella pratica clinica – XI congresso nazionale SIAIP – Roma, mercoledì 15 aprile 2009

26 Poliarterite microscopica (70%)
p-ANCA Anticorpi anti citoplasma dei neutrofili Anti mieloperossidasi O, elastasi, lattoferrina, catepsina G Fluorescenza perinucleare Test poco specifico Poliarterite microscopica (70%) Churg-Strauss MICI M. di Kawasaki, M di Schönlein-Henoch La ricerca degli autoanticorpi nella pratica clinica – XI congresso nazionale SIAIP – Roma, mercoledì 15 aprile 2009

27 Fattore Reumatoide (FR)
Il FR è un auto-anticorpo diretto contro il frammento Fc delle IgG; esistono FR IgM, IgG e IgA, ma il FR IgM è quello abitualmente ricercato nei laboratori Esistono diversi metodi per determinarlo: Test al lattice (RA test: positivo per diluizione =/>1:40) Test dell’agglutinazione di emazie di montone (reazione di Waaler-Rose: positivo per diluizione >1:64) Metodo nefelometrico con valori espressi in Unità Internazionali Metodo immunoenzimatico (ELISA) Il test ELISA è più sensibile e più specifico e riconosce FR di tutti gli isotipi La ricerca degli autoanticorpi nella pratica clinica – XI congresso nazionale SIAIP – Roma, mercoledì 15 aprile 2009

28 ARTRITE REUMATOIDE DELL’ADULTO: ARTRITE IDIOPATICA GIOVANILE:
Fattore Reumatoide (FR) Il FR è positivo nel 5% delle persone sane e la sua prevalenza aumenta con l’età; in questi casi non è espressione di malattia ARTRITE REUMATOIDE DELL’ADULTO: sensibilità 50-80% specificità 70-80% ARTRITE IDIOPATICA GIOVANILE: sensibilità 5-10% Ann Rheum Dis 2004;63: La ricerca degli autoanticorpi nella pratica clinica – XI congresso nazionale SIAIP – Roma, mercoledì 15 aprile 2009

29 Condizioni associate a positività del FR
Malattie reumatologiche Artrite reumatoide (>80%) Artrite idiopatica giovanile (5-10%) LES (10-30%) Connettivite mista (50-60%) Sindrome Di Sjögren (75-95%) Sclerodermia (25-40%) Crioglobulinemia mista (40-100%) Altre malattie Sarcoidosi Silicosi Fibrosi interstiziale polmonare Cirrosi biliare primaria Infezioni Endocardite batterica subacuta Lebbra Epatite B e C Parvovirus B19 Altre infezioni virali Tumori Leucemia Pediatr Ann 2002; 31(6): La ricerca degli autoanticorpi nella pratica clinica – XI congresso nazionale SIAIP – Roma, mercoledì 15 aprile 2009

30 Anticorpi anti-CCP Sono anticorpi diretti contro il peptide citrullinato ciclico La loro determinazione avviene mediante tecniche immuno-enzimatiche (ELISA) ARTRITE REUMATOIDE DELL’ADULTO: sensibilità % specificità % Altamente predittivi di danno radiologico Ann Rheum Dis, 2002; 61: Clin Dev Immunol 2005; 12(3): ARTRITE IDIOPATICA GIOVANILE: anti-CCP possono essere presenti in tutti i sottotipi Possibile correlazione con il danno radiologico Curr Rheum Rep 2008; 10: La ricerca degli autoanticorpi nella pratica clinica – XI congresso nazionale SIAIP – Roma, mercoledì 15 aprile 2009

31 Lupus Anti Coagulant (LAC)
Anticorpi antifosfolipidi Categoria ampia ed eterogenea di autoanticorpi capaci di: prolungare i test della coagulazione fosfolipidi-dipendenti Lupus Anti Coagulant (LAC) Anti Cardiolipina (ACA) riconoscere i fosfolipidi Anti β2 glicoproteina I (anti-β2GPI) riconoscere specifici antigeni glicoproteici La ricerca degli autoanticorpi nella pratica clinica – XI congresso nazionale SIAIP – Roma, mercoledì 15 aprile 2009

32 Quando richiedere gli anticorpi antifosfolipidi?
La presenza di anticorpi aPL è utile nel sospetto clinico di LES perché costituisce uno dei criteri classificativi Tali autoanticorpi sono strettamente associati alla sindrome da anticorpi antifosfolipidi primaria o secondaria ad altre patologie autoimmuni (in particolare il LES) Forma Primaria 2,8% Forma secondaria 9-14% La sindrome da anticorpi antifosfolipidi è caratterizzata da: trombosi e/o poliabortività positività degli aPL positività di LAC in due o più occasioni a distanza di almeno 12 settimane positività degli aCL o anti beta2-glicoproteina I, a titolo elevato e in due o più occasioni a distanza di almeno 12 settimane J Thromb Haemost 2006; 4: La ricerca degli autoanticorpi nella pratica clinica – XI congresso nazionale SIAIP – Roma, mercoledì 15 aprile 2009

33 Condizioni associate a presenza di aPL
Malattie reumatologiche Sindrome da anticorpi aPL LES Altre malattie Trombosi arteriose e venose Trombocitopenia Anemia emolitica Aborti ripetuti Disturbi neurologici (corea, epilessia, etc…) Livedo reticularis Semin Arthritis Rheum. 2009: La ricerca degli autoanticorpi nella pratica clinica – XI congresso nazionale SIAIP – Roma, mercoledì 15 aprile 2009

34 Raccomandazioni Referto LA in accordo con LG 2 test di screening: APTT (attivatore silice, sensibile al LA) e DRVVT se il test di screening è alterato devono essere effettuati i test su miscela e conferma tutti i test effettuati devono essere refertati come Ratio deve essere fornita un’interpretazione conclusiva sulla presenza o assenza degli anticorpi Referto aCL e a β2Gpl in accordo con LG valori di normalità < 99° percentile deve essere fornita un’interpretazione conclusiva sulla loro presenza o assenza Esami da eseguire per diagnosi APS Ricerca LA Anticorpi anticardiolipina IgG Anticorpi anticardiolipina IgM Anticorpi anti β2Glicoproteina I IgG Anticorpi anti β2Glicoproteina I IgM

35 ALGORITMO DIAGNOSTICO PER DETERMINAZIONE LAC

36

37 I pazienti con età superiore ai 14 anni vanno considerati come gli adulti, soprattutto se di sesso femminile.

38 Grazie per l’attenzione!
La ricerca degli autoanticorpi nella pratica clinica – XI congresso nazionale SIAIP – Roma, mercoledì 15 aprile 2009

39 Anticorpi anti nucleo (ANA)
Vasta ed eterogenea popolazione anticorpale diretta contro diversi componenti (antigeni) del nucleo cellulare (DNA, proteine ribonucleari, istoni, centromero) Vengono considerati anticorpi non patogenetici, e, quindi, fra le varie caratteristiche includono quella di essere presenti in una certa quota di soggetti sani senza che questi sviluppino mai una malattia evidente a livello clinico È per questo motivo che gli ANA devono essere richiesti ed eseguiti solo in presenza di un consistente sospetto clinico di malattia autoimmune sistemica e non come screening di soggetti senza segni clinici

40 Anticorpi anti DNA nativo
Gli anticorpi anti-DNA nativo a doppia elica (dsDNA) sono altamente specifici per il LES e sono presenti nei pazienti lupici con una prevalenza variabile tra il 40 e l’80% Costituiscono il 10° criterio classificativo di LES secondo l’ACR La ricerca di anti dsDNA è indicata solo in caso di sospetto clinico di LES e in caso di positività degli ANA in IFI. Il monitoraggio del titolo anticorpale di questi auto anticorpi nelle diverse fasi della malattia lupica ha una precisa finalità clinica in quanto gli anti dsDNA aumentano nelle fasi di attività della malattia e scompaiono o si riducono di molto in remissione. Il rilievo di un brusco aumento di questi autoanticorpi è un segno prognostico sfavorevole e indice di riacutizzazione della malattia lupica in atto o imminente con alta probabilità di interessamento renale.

41 Anticorpi anti antigeni solubili (ENA)
Sono anticorpi responsabili di una positività di tipo punteggiato (non centromerico) all’ANA test e sono diretti contro antigeni solubili, facilmente estraibili dal nucleo in soluzioni saline (extractable nuclear antigens, ENA) Non si consiglia la determinazione degli ENA come prima indagine nella diagnosi delle malattie autoimmuni; essa è raccomandata solo in caso di positività degli ANA o, in caso di negatività, se in presenza di segni clinici altamente suggestivi di malattia autoimmune sistemica (specialmente sclerosi sistemica e dermato/polimiosite).

42 Anticorpi anti antigeni solubili (ENA)
Le singole specificità anticorpali degli ENA sono associate a condizioni cliniche differenti: Anti-SM altamente specifici per il LES, ma con sensibilità molto bassa (15-30%) Anti-U1 RNP se presenti a titolo elevato costituiscono il principale criterio diagnostico della connettivite mista. Presenti nel 30-40% dei pazienti con LES Anti-SSA/Ro non specifici; presenti nel 60-90% dei pazienti con Sindrome di Sjogren primitiva; possono essere presenti nel 30-40% dei pazienti con LES. Nel sospetto di un LES con ANA test negativo, il dosaggio di questi autoanticorpi è il passaggio successivo. Anti SSb/La non specifici, presenti con frequenza minore dei precedenti sia nelle sindrome di Sjogren che nel LES; si associano maggiormente a forme cutanee delle malattie autoimmuni. Anti-centromero e Anti topoisomerasi I dotati di elevata specificità nella sclerosi sistemica con impegno cutaneo limitato per i primi e diffuso per i secondi. Anti-Jo 1 specifici per la polimiosite/dermatomiosite

43 Anticorpi anti citoplasma dei neutrofili
Gli ANCA sono considerati un utile marker sierologico per la diagnosi delle vasculiti sistemiche, in particolare la granulomatosi di Wegener, la poliangioite microscopica etc. La determinazione di questi autoanticorpi si fa con la metodica IFI alla quale si associa il test di conferma in ELISA antigene specifico La combinazione dei due test aumenta la specificità fino a raggiungere quasi il 100% per la diagnosi delle vasculiti sistemiche primitive. C-ANCA: colorazione citoplasmatica granulare diffusa. Questo pattern è associato nel 90-95% dei casi alla presenza di autoanticorpi specifici per la PR3-ANCA. Sono frequenti nei pazienti con GW P-ANCA: colorazione perinucleare e/o nucleare causata nell’80% circa dei casi dalla presenza di MPO-ANCA. Sono frequenti nei pazienti con PAM e SCS

44 Anticorpi anti fosfolipidi
Anticorpi anti cardiolipina (ACA) Anticorpi anti beta 2 glicoproteina I (β2GPI) Anticoagulante lupico (LAC) La presenza di anticorpi aPL è utile nel sospetto clinico di LES perché costituisce uno dei criteri classificativi Tali autoanticorpi sono strettamente associati alla sindrome da anticorpi antifosfolipidi primaria o secondaria ad altre patologie autoimmuni (in particolare il LES) La sindrome da anticorpi antifosfolipidi è caratterizzata da: trombosi e/o poliabortività positività degli aPL positività di LAC in due o più occasioni a distanza di almeno 12 settimane positività degli aCL o anti beta2-glicoproteina I, a titolo elevato e in due o più occasioni a distanza di almeno 12 settimane

45 ALGORITMO DIAGNOSTICO PER DETERMINAZIONE LAC

46 Anticorpi anti citrullina
Gli anticorpi anti-CCP sono gli anticorpi dotati della maggiore sensibilità e specificità per la diagnosi di AR (superiore al 90%,soprattutto se presenti ad alto titolo) La determinazione degli anti-CCP è utile ai fini prognostici delle artriti ad esordio recente essendo la positività degli anticorpi associata con AR ad evoluzione più aggressiva E’ ancora oggetto di discussione se il dosaggio degli anti-CCP sia più sensibile di quello del FR nelle early arthritis e se la loro determinazione offre elementi prognostici aggiuntivi.

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48 I pazienti con età superiore ai 14 anni vanno considerati come gli adulti soprattutto se di sesso femminile


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