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PubblicatoSalvatore Castellani Modificato 8 anni fa
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ALCUNI EROI TEDESCHI
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Arrivato a Cracovia sulla scia degli occupanti nazisti per arricchirsi, finì per salvare più di 1200 ebrei destinati a morire ad Aushwitz. Ebbe contatti con alti ufficiali e funzionari nazisti ai quali procurava articoli di lusso non reperibili in tempi di guerra per corromperli così iniziò a salvare più ebrei che poteva nascondendoli in una sua fabbrica a Ovest di Brünnlitz, Inoltre prendendo i documenti di spedizione di alcuni ebrei in viaggio da giorni su dei vagoni piombati mise come spedizione la sua città natale, liberò i sopravvissuti e li portò nella sua fabbrica dove li accudì la moglie.
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Hans Georg Calmeyer era al capo di un ufficio in Olanda, che decideva in casi di dubbi sulla razza degli ebrei. Calmeyer riuscì a trovare per il suo ufficio esclusivamente collaboratori delle sue stesse opinioni. Così tolse la stella gialla, cioè il distintivo che un ebreo doveva portare sempre per farsi riconoscere, a tutti quelli per i quali fu possibile. Accettò documenti falsi, qualsiasi pseudo perizia che trasformava un ebreo in un ariano. Quelli che non poté aiutare direttamente, li avvertì in modo che avessero occasione di fuggire. Ma più dei continui controlli da parte delle forze di occupazione e le SS e il pericolo nel quale si trovava a causa del suo "tradimento", lo preoccupava la propria incapacità di salvare ancora più persone
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Un treno con mobili di diplomatici svedesi stava attraversando la Germania in direzione Svezia. A un certo punto, il treno si fermò in mezzo al bosco per far salire gli ebrei che si nascondevano nelle casse dei mobili. La contessa che aveva fatto da guida a tutta l'operazione alla fine ritornò a casa quando improvvisamente fu scoperta da una pattuglia cinofila delle SS. Per far perdere le proprie tracce camminò attraverso un fiumiciattolo, si sparse di letame e attraversò a nuoto uno stagno. Per un giorno e mezzo aspettò bagnata e affamata in mezzo a dei cespugli. Poi, finalmente, suonò l'allarme antiaereo e i suoi inseguitori si ritirarono. Appena fuori dal bosco incontrò un gruppo di persone che tentavano di spegnere un incendio in una fabbrica. Li aiutò e così trovò anche una spiegazione per il suo aspetto disastrato quando ritornò in città. La contessa Maltzan nascose più di 60 persone nel suo appartamento a Berlino, dove gli procurò da mangiare
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ALCUNI EROI ITALIANI
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Giorgio Perlasca nell’inverno del 1944-1945 a Budapest riuscì a salvare dallo sterminio nazista migliaia di ungheresi di religione ebraica inventandosi un ruolo, quello di Console spagnolo, lui che non era né diplomatico né spagnolo. La sua storia rimase sconosciuta fino agli anni ’80 quando alcune donne misero sul giornale della Comunità ebraica di Budapest un avviso di ricerca di un diplomatico spagnolo, Jorge Perlasca, che aveva salvato loro e tanti altri correligionari durante quei mesi terribili della persecuzione nazista a Budapest e alla fine della ricerca ritrovarono un italiano di nome Giorgio Perlasca. Il destino decise che la storia di Giorgio Perlasca venisse conosciuta e ora il suo nome si trova a Gerusalemme, tra i Giusti fra le Nazioni, e un albero a suo ricordo è piantato sulle colline che circondano il Museo dello Yad Vashem
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Tra il 1943 e il 1944 salvò oltre 800 persone con un mezzo che conosceva molto bene: la sua bicicletta. Bartali iniziò a trasportare documenti falsi da Assisi, al vescovo di Firenze che poi li distribuiva agli ebrei per farli espatriare. Percorreva 185 chilometri avanti e indietro in un solo giorno trasportando documenti e foto tessere nascosti nei tubi del telaio della bicicletta affinché una stamperia segreta potesse falsificare i documenti necessari alla fuga di ebrei rifugiati. Nel 2005 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli conferì la medaglia d'oro al merito civile per aver salvato «circa 800 cittadini ebrei»
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Giovanni Paolo II lo ha annoverato tra i martiri del XX secolo. Giovanni Palatucci, nasce a Montella (AV) il 31 Maggio 1909. Approfittando del suo ruolo chiave in questura, usa la sua fantasia, le sue capacità e le sue conoscenze per salvare dalla deportazione gli ebrei in transito per Fiume: li smista nei campi profughi dell’Italia meridionale, già in mano agli Alleati, li dirotta nella diocesi di Campagna (Salerno), di cui suo zio è vescovo e che, di fatto, diventa il suo più valido collaboratore in quest’opera umanitaria e li sostiene, li sfama e li riveste, fornendo loro documenti falsi o cercando di occultarli in istituti religiosi o presso famiglie. Arrestato dai nazisti, muore nei febbraio del 1945 nel lager di Dachau, a soli 36anni. È stato commemorato con grandi onori in Israele; nel 1953 gli è stata intitolata una strada nella città di Ramat Gan, con 36 alberi, uno per ciascun anno della sua vita;
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GRAZIE PER LA VISIONE CLASSE 3^D
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