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1 Sociologia economica del welfare Piera Rella – 14 aprile  corso di laurea in Programmazione Gestione e Valutazione dei Servizi Sociali PROSS- I anno.

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1 1 Sociologia economica del welfare Piera Rella – 14 aprile  corso di laurea in Programmazione Gestione e Valutazione dei Servizi Sociali PROSS- I anno  12 crediti formativi (inclusi 6 Accorinti sul welfare locale) – gruppo disciplinare SPS/09  Dal 2 marzo al 26 maggio Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche E-mail: piera.rella@uniroma1.itpiera.rella@uniroma1.it Ricevimento stanza B12 dopo la lezione di giovedì

2 Ieri -Le politiche sanitarie di Giovanna Vicarelli Alla fine del XIX sec.  modello di welfare residuale dei governi liberali rispetto a famiglia, enti religiosi, sindacati e società di mutuo soccorso. 1901-1914 Governi Giolitti fa poco di più: ad es norme di protezione dell’occupazione femminile e infantile 1922-1945 welfare corporativo 1946-1978 riadattamento welfare fascista 1978 riforma sanitaria 1992-3 competizione amministrata e trasparenza 1999-2000 cooperazione amministrata 2001-2011 regionalizzazione sanità

3 conclusioni  Riforme sanitarie degli anni’90 –competi- zione amministrata (gov. Amato) / cooperazione amministrata (Min.Bindi) – meno innovative di quanto appaiono perché dominano coalizioni politiche, culturali ed economiche ostili alla riforma, mentre i professionisti a difesa della tutela universalistica non sono riusciti ad affermarsi  Sullo sfondo cittadini prima insoddisfatti e ora interessati alla difesa del SSN, anche perché più deboli deboli

4 Il genere: un modo di guardare ai fenomeni sociali,politici, economici, culturali

5 Domande preliminari  Sapete che significa genere? Che differenza c’è tra sesso, genere e orientamento sessuale ?  Ha a che vedere col femminismo?  E’ un concetto usato solo in sociologia?  Serve ancora studiare un fenomeno sociale in un’ottica di genere?

6 il concetto di genere Sex- gender system = insieme di modalità, comportamenti, rapporti “con i quali ogni società trasforma la sessualità biologica in prodotti dell’attività umana e organizza la divisione dei compiti tra uomini e donne” ( G. Rubin, The Traffic in Women in Piccone Stella e Saraceno (ed) Genere. La costruzione sociale del femminile e maschile, 1996 ) Nasce negli anni ’70 dal femminismo, ma non è il modo delle donne di classificare se stesse, ma un nuovo approccio allo studio della società, che riguarda uomini e donne → i generi sono 2 Inizialmente l’attenzione è al genere femminile, oscurato da millenni di Pensiero “ neutro ” (≈ maschile) ↓ per scoprire e valorizzare le differenze del genere femminile con i Women ’ s studies (anni ’ 80) Dagli anni ’90 men’s studies: serve ridefinire anche l’identità maschile

7 Genere è concetto non neutro che nasce dal 2° femminismo Genere è il modo molteplice e complesso con il quale le differenze sociali tra i sessi acquisiscono significato e diventano fattori che strutturano l'organizzazione della vita sociale Secondo l'epistemologa Harding genere è un concetto a più strati  Come identità personale → autoconsapevolezza e relazione con l'identità collettiva  È principio di organizzazione della struttura sociale → famiglia e divisione sessuale del lavoro  Come base di valori normativi → valori identitari organizzati come sistema binario in cui si suddivide il potere

8 I° femminismo: per la cittadinanza  1791 Dichiarazione dei diritti delle donne e della cittadina di Olympe de Gouge  1830-1850 femminismo Usa, legato ai movimenti antischiavisti ↓ 1848 Dichiarazione dei sentimenti  1867: National Society for Women Suffrage → 1917-28 Conquista i diritti politici nei paesi anglofoni,scandinavi, Urss, Turchia  1910-20 Femminismo islamico legato a movimenti indipendentisti Egitto e Algeria  Dopo la II guerra mondiale: conquista di un suffragio realmente universale

9 II° femminismo dopo il ’68- identità e differenza  negli Usa e poi in Europa le donne si sentono in posizione di subalternità nei movimenti studenteschi e per i diritti civili e fondano movimenti autonomi  anni ’80 e ’90: in Occidente si attenua la spinta movimentista ma rimane forte l'influenza intellettuale  Andamento carsico del femminismo ↓  In Italia oggi→vivacità culturale (www.ingenere.it – donne e uomini per la società che cambia- Gio, ) e politica (se non ora quando?- 2° convegno di Paestum)ww.ingenere.it

10 Convegno Paestum, 2013  Ha ricucito una contrapposizione generazionale tra vecchie e giovani femministe  Le “vecchie” rifugiate in istituzioni separatiste come la libreria delle donne,  Le giovani più attente al precariato

11 Rapporto complesso tra lavoro femminile e modernità

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13 Segregazione: un modo per guardare a discriminazioni e differenze di genere  Segregazione verticale: dirigenti e operai prevalentemente uomini, le donne in posizione intermedia  segregazione orizzontale di alcuni mestieri:  lavoro di tecnico quasi esclusivamente “maschile”,  lavoro amministrativo e di assistente sociale “femminile”, Da che deriva? Da differenze di potere? Dalla divisione già vista tra lavori dentro e fuori, dal carattere sociale femminile orientato alla cura (Prockop)? Sono comunque fenomeni in trasformazione

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15 Uomini e donne nelle radio private a Roma. La passione del lavoro oltre la precarietà, FrancoAngeli 2011 analisi del mondo della radiofonia locale romana, in cui le strutture produttive sono piccole e frammentate, ma il mercato del lavoro è complesso. La segregazione occupazionale meno presente perché nelle piccole imprese di questo tipo si fanno + mansioni ↓

16 Fig. 1 – Intrecci e sovrapposizioni tra lavori in radio

17 Significato della figura  sovrapposizione di più lavori arriva nelle piccole radio a persone che dichiarano di fare un po’ di tutto (dalla lettura delle notizie all’animazione e alla parte tecnico- amministrativa -incluso marketing) → “cerchio artigianato” nella fig 1 che intercetta i 4 principali tipi di lavoro:  redazione,  animazione,  amministrazione  tecnico  lavoro di conduttore è una via di mezzo tra quello redazionale e quello di programmista, autore e animatore.

18 Differenze di GENERE in conclusione  Sono emerse lievi nell’accesso e nel percorso precario, difficile per tutti/e  attenuazione delle discriminazioni nel lavoro non va di pari passo con trasformazione dei comporta- menti e opinioni degli uomini in ambito familiare a 40 anni dal femminismo, caduti gli ostacoli legislativi e culturali all’accesso al mercato del lavoro, la parità non è stata raggiunta  il lavoro va ripensato per tutti/e  la crisi, che colpisce le e i più deboli come i precari, può far rimettere in discussione un modo di lavorare (negli anni ’90 si pensava che un possibile uscita dalle difficoltà fosse “lavorare meno per lavorare tutti”)

19 Il genere è ancora una variabile discriminante? Nelle politiche Ue l’attenzione al genere è richiesta in maniera trasversale Sicuramente è una tematica ancora vivace considerando la vitalità degli studi sulle differenze di genere e soprattutto il nuovo protagonismo femminista dal punto di vista sociale (movimenti giovani femministe e LGBT sul web, ma anche in piazza) e politico → Se non ora quando? Manifestazione 13 febbraio 2011 che aggrega molti gruppi (anche on line) in tutta Italia

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21 Gruppi ricerca sui centri per l’impiego A.4 persone- referente Ferrante B.3 persone- referente Turco C.5 persone- referente Benedetti D.6 persone- referente De Blasio E.4persone- referente Petrocelli F.4 persone- referente Calabrese G.4 persone – referente Iadarola Totale 30 studenti

22 Scheda analisi rapporto di monitoraggio  Ente (autore) titolo, Anno pubblicazione e rilevazione  Metodo: quale? - quantitativo/qualitativo -rilevazione campionaria o censuaria Risultati ottenuti Come funzionano i CPI (eventuali differenze con le APL) -Per target (italiani/stranieri, disabili, per titolo di studio, per mansioni - operai, impiegati dirigenti -Per funzioni (accoglienza – incontro domanda offerta di lavoro – inserimento al lavoro con stage/corsi – servizi alle imprese -Per struttura (logistica, dotazione informatica, qualifiche e numero operatori) -Grado di collaborazione operatori tra loro e coi dirigenti -Soddisfazione lavoratori/ utenti -Valutazione situazione complessiva/altro

23 Proposta di una piccola ricerca sulle agenzie per l’impiego  Definizione gruppi di lavoro e responsabile  Analisi di un rapporto di monitoraggio soprattutto Isfol sui Servizi per l’impiego, di cui vi do il file  con uno schema comune  2 interviste a gruppo in un centro per l’impiego da fare, sbobinare e confrontare  La traccia sarà definita insieme  Obiettivo una didattica più partecipata.. E una migliore valutazione

24 Elenco rapporti 1)Monitoraggio Spi 2002 Analisi di profondità dei centri per l’impiego: per target, per funzioni per strutture (sintesi Indice 180 p. gruppo C 2)Le procedure di accertamento dello stato di disoccupazione e di attivazione dei disoccupati nei Centri per l’impiego collana Studi Isfol numero 2008/5 - diRoberto Landi gruppo A 3)Bonanni Massimiliano, Il ruolo degli operatori dell'intermediazione al lavoro nei servizi pubblici e privati per l'impiego, Roma, Isfol, 2009 PARTE I - Dimensioni e caratteristiche delle figure professionali PARTE II - Analisi qualitativa delle macrodimensioni delle figure professionali gruppo D 4)Bergamante F., Marocco M., Lo stato dei Servizi pubblici per l’impiego in Europa: tendenze, conferme e sorprese, Isfol, 2014 gruppo B

25 Segue rapporti  5)La filiera dei servizi per il lavoro rivolti alle persone dai centri per l’impiego di Fabrizio Giovannini – ISFOL 2011 (, file 29 p) Rilevazione Cawi 2010 gruppo E  6) clic lavoro Ministero del lavoro e delle politiche sociali INDAGINE SUI SERVIZI PER L’IMPIEGO 2013 sintesi, indice, file gruppo F

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27 Un sistema multilivello di politiche Attive del Lavoro ANPAL (Agenzie Nazionale politiche attive del lavoro), Regioni (Cpi) e soggetti privati accreditati (Apl) debbono garantire a tutti gli utenti i servizi minimi essenziali stabiliti per legge.  Il Governo, (Ministero del lavoro e delle politiche sociali) previa intesa con le Regioni, definisce i livelli essenziali delle prestazioni (LEP) in materia di politiche attive del lavoro validi su tutto il territorio nazionale.  l’ANPAL coordina su scala nazionale la rete degli enti attuatori delle politiche attive (Cpi e Apl), il monitoraggio delle stesse, la sostituzione in caso di malfunzionamento e lo sviluppo del sistema informativo unitario delle politiche attive.  Le Regioni assumono la gestione operativa delle politiche attive (incluse quelle che spettavano alle Province) e la responsabilità dei CpI.  Perché il personale dei Cpi possa continuare a lavorare senza soluzione di continuità con le Regioni, Governo e Regioni s’impegnano a reperirne le risorse nella proporzione 2/3 a carico del Governo e 1/3 a carico delle Regioni

28 La situazione attuale secondo l’Isfol Attualmente le regioni hanno 2 modelli:  lombardo con equiparazione e concorrenza pubblico e privato  prevalenza del pubblico, ma accreditamento agenzie private e alcune operazioni insieme fino ad un unico data base in comune con gli enti accreditati  Il Lazio ha un modello intermedio che utilizza l'assegno di ricollocazione regionale per l'avvio al lavoro.  Il monitoraggio del sistema è stato tolto per 1 anno all'Isfol e dato ad Agenzia lavoro.  Il monitoraggio in corso ha prodotto una lista degli enti accreditati, con alcune informazioni.  E' prevista una rilevazione sui centri privati del Lavoro (Apl) con un questionario ancora non definito

29 Chi fa che cosa?  Studio letteratura disponibile (già in parte svolto)  Progettazione di una piccola ricerca qualitativa sul campo  A chi ci rivolgiamo? a chi lavora in un’agenzia e/o agli utenti Definizione traccia Interviste qualitative ed eventuale test somministrazione


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