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Diviene indipendente dalla Francia nel 1944 La Siria è governata dal partito Ba’th- in un primo momento vicino agli ideali del nasserismo: socialista.

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Presentazione sul tema: "Diviene indipendente dalla Francia nel 1944 La Siria è governata dal partito Ba’th- in un primo momento vicino agli ideali del nasserismo: socialista."— Transcript della presentazione:

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2 Diviene indipendente dalla Francia nel 1944 La Siria è governata dal partito Ba’th- in un primo momento vicino agli ideali del nasserismo: socialista e fortemente anti- israeliano Nel 1970 il ministro della Difesa Hafiz al- Asad, con un colpo di stato militare rovescia la dirigenza del partito e assume il ruolo di primo ministro e, nel 1971, quello di presidente Alla morte di Hafiz, nel 2000, assume la carica di presidente il figlio Bashar

3 Politica interna. Governo fortemente autoritario, monopartitico,militarizzato, poteri presidenziali molto ampi e garantiti dalla costituzione; repressione delle opposizioni, condizionamento dell'economia e della società in ogni suo settore, vasto impiego di polizia, nessuna libertà di informazione Governo “secolarista”, dominato dalla minoranza alawita (10% della popolazione siriana). Gli alawiti fanno riferimento all’islam sciita Politica estera: vicinanza alla Russia, opposizione allo Stato di Israele, vicino a posizioni radicali in chiave anti-israeliana (asse: Damasco, Teheran, Hezbollah)

4 1. Fase - proteste pacifiche marzo 2011 – proteste di piazza con dimostrazioni pubbliche per chiedere aperture liberali al presidente Bashar al-Assad 2.Fase - Confronto armato: risposta violenta della polizia e del governo siriano. Le forze di opposizione si organizzano in un Consiglio nazionale siriano e in un Esercito siriano libero (FSA) 3. Fase – Guerra civile : il governo risponde con maggiori repressioni. Vengono “sigillate” le aree di diffusione delle rivolte. Escalation di morti e violenze. Nel conflitto entrano gruppi jihadisti e qaedisti Fase 4 – la guerra si allarga. Dopo quattro anni di guerra, lo scenario si è allargato ad altri attori. Oggi, semplificando, nella miriade di milizie e gruppi armati in Siria, sono 4 gli schieramenti principali: l’esercito del regime di Bashar al Assad controlla Damasco, l’ovest del paese e l’accesso al Mediterraneo; i ribelli dell’ Esercito Libero Siriano, in guerra con il regime di Assad sin dai tempi della primavera siriana, sono insediati in località nel nord ovest e nel sud del paese; l’Isis, entrato in Siria dal confine iracheno nel 2013, è avanzato nell’intero est del paese, ha stabilito la propria capitale a Raqqa e si è impossessato dei principali campi di estrazione di petrolio e gas; infine i curdi nel nord est, al confine con la Turchia nella regione del Rojava

5 All’inizio del maggio 2015 le due forze principali in Siria sono il regime di Assad e l’Isis. Il regime controlla la gran parte delle aree costiere del paese, a maggioranza alauita o cristiana, oltre alla capitale Damasco e gran parte del sud del paese (un’area che comprenda circa il 60 per cento degli abitanti della Siria). L’ISIS controlla circa un terzo del paese nella parte nord-orientale e ha stabilito la sua capitale a Raqqa. In questa zona si trovano le principali installazioni petrolifere siriane che hanno garantito al gruppo un costante afflusso di denaro. La FSA (Free Syrian Army) controlla oramai soltanto una piccola area nel nord-ovest della Siria, intorno alla città di Aleppo, e un’altra a sud, intorno alla città di Dar’a

6 Nel 2003, il network terroristico del giordano Abu Mussab al Zarqawi, già attivo dagli anno ‘90, la guerra in Iraq, pone le sue basi operative nel paese stringendo rapporti organici con Al Qaeda e Osama Bin Laden dando vita al gruppo di “Al Qaeda in Iraq” Dopo la morte di al Zarqawi, ucciso in un raid aereo americano nel giugno 2006, il movimento intensifica le proprie attività incrementando il numero dei miliziani e, pur restando sempre associato ad Al Qaeda, assume un nuovo nome: “Stato islamico dell’Iraq” (ISI) Nel 2009 Abu Bakr Al Baghdadi, viene liberato dalle carceri irachene di Camp Bucca, dopo il «passaggio di consegne» degli Usa della base militare al controllo del governo iracheno. Poco dopo, Al-Baghdadi diventa leader del gruppo terrorista ISI (Stato Islamico dell'Iraq, allora braccio ufficiale di Al Qaeda), poi diventato "Stato Islamico" dopo la proclamazione del "califfato"

7 Con al- Baghdadi l’organizzazione si radicalizza ulteriormente iniziando a rivendicare un numero crescente di attentati e diventando presto il più vasto e aggressivo gruppo terroristico operante nel paese. Il vero sviluppo nasce con le primavere arabe e con l’inizio della guerra civile in Siria, L’ l’ISI riesce a penetrare nel caos siriano dapprima stabilendo strette relazioni con il Fronte al-Nusrah, anch’esso affiliato ad Al Qaeda e poi, nell’aprile del 2013, adottando il nome di Isil (“Stato islamico dell’Iraq e del Levante”) Il 29 giugno 2014, il gruppo di jihadisti dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (Isil) annuncia la creazione di un Califfato islamico nei territori controllati tra Siria e Iraq – lo Stato Islamico dell’Iraq e della Siria (Isis) - nominando come proprio leader Abu Bakr al-Baghdadi, “il califfo dei musulmani”. Il gruppo jihadista matura, così, una strategia più ampia non più circoscritta allo specifico contesto iracheno.

8 Più di 30mila combattenti hanno aderito alla causa o sono stati costretti a diventare parte dello Stato Islamico. Tre anni fa, il gruppo terroristico era formato da soli 1.000 militanti armati. 3mila europei in Siria e Iraq circa combattono per lo Stato Islamico. 2 miliardi di dollari di patrimonio. Lo Stato Islamico è il gruppo terroristico più ricco al mondo. Oltre al petrolio (circa 1.100 miliardi di dollari), il suo patrimonio è costituito da dollari rubati nelle banche depredate lungo il cammino di conquiste dollari dal business dei tesori archeologici e finanziatori esterni con donazioni private. Il denaro ed i rifornimenti, secondo alcune fonti transitano da Gaziantep al confine con la Turchia 40mila è il numero di tweet che sono stati inviati in un solo giorno dai sostenitori dello Stato Islamico 20 dollari il costo della bandiera nera con una scritta bianca, simbolo di Isis fino a poco tempo fa anche su e- Bay

9 30.000 in Siria e Iraq 4.500 dall’Europa Provengono da 100 nazioni

10 Secondo Olivier Roy «quella dei jihadisti è una rivolta generazionale e nichilista. l’Isis attinge a un grande bacino di giovani francesi radicalizzati, che a prescindere dalla situazione in Medio Oriente sono già in cerca di una causa, di un’etichetta, di una grande narrazione su cui apporre la firma sanguinaria della loro rivolta personale …… la violenza a cui aderiscono è una violenza moderna» Da questo punto di vista la rivolta ha poco a che fare con «l’infelicità araba post coloniale» e neppure con il concetto di «scontro di civiltà» «I terroristi non sono l’espressione di una radicalizzazione della popolazione musulmana, ma il prodotto di una rivolta generazionale che coinvolge una categoria precisa di giovani. Ma perché scelgono l’islam? Per i ragazzi della seconda generazione il motivo è evidente: rielaborano un’identità che ai loro occhi è stata compromessa dai genitori e si convincono di essere “più musulmani dei musulmani”, in particolare dei padri. Quanto ai convertiti, scelgono l’islam perché sul mercato della rivolta radicale non c’è altro. Entrare nell’Is significa avere la certezza di poter seminare il terrore. In questo caso, allora la soluzione non andrebbe ricercata nella proposizione a questi giovani di un islam moderato, poiché cercano la versione radicale che li porta al compimento di una rottura politica e generazionale

11 Il Califfato si estende da Aleppo, nel nord della Siria, alle zone di Rmadi di nell’est dell’Iraq. Attualmente occupa un territorio di circa 35mila chilometri quadrati e oltre 6 milioni di persone vivono sotto il suo controllo

12  Come tutti i gruppi che si ispirano al principio secondo il quale “la nostra Costituzione è il Corano” ISIS concepisce l’Islam come “un sistema completo e totale” per il governo della umma, la comunità dei fedeli musulmani.  Predica il jihad, la guerra santa contro gli infedeli, al fine di instaurare uno “Stato islamico” che adotti e applichi la shari’a, la legge dei sacri testi dell’Islam.  auspica la piena restaurazione del “califfato”, indebolito tra Otto e Novecento dalla colonizzazione europea, di fatto distrutto dalla prima guerra mondiale e poi definitivamente abolito nel 1924 da Atatürk, il fondatore della Turchia moderna.  Da questa prospettiva l’Isis non presenta alcun elemento di particolare originalità. La sua dottrina e il suo progetto sono essenzialmente gli stessi che ritroviamo, sia pure in contesti e con intonazioni differenti, nelle dottrine integraliste originarie dell’egi­ziano Sayyid Qutb (1906-1966), del pakistano Abu al-A’la Mawdudi (1903-1979) e dell’irania­no Ruhollah Khomeini (1900- 1989) sino ai proclami “neocaliffali” di Osama Bin Laden e di Al Qaeda, di cui l’Isis ha fatto per lungo tempo parte in Iraq.  C’è una differenza sostanziale: l’Isis è riuscita nell’intento di creare un «esperimento statale» reale

13 250 mila i morti e 150 mila catturati o scomparsi; Circa 6 milioni di siriani – quasi il 40% della popolazione –ha abbandonato le proprie case: 4 milioni sono rifugiati all’estero, perlopiù in campi profughi in Libano, Turchia e Giordania. Si prevede che circa 1 milione di siriani chiederà asilo in stati europei entro fine 2015 (dati BBC) Molti tra quelli che sono rimasti, circa 12 milioni, vivono giorno per giorno gravi problemi di reperibilità di cibo ed acqua. Di questi, presumibilmente molti decideranno di abbandonare il paese

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15 I Curdi in Siria Sono tra i due e i quattro milioni e oggi si trovano in maggioranza in una striscia di territorio che occupa gran parte della Siria settentrionale, dove abitano anche moltissimi arabi e centinaia di migliaia di profughi arrivati dal resto della Siria e dall’Iraq. I curdi chiamano questa regione “Rojava”, la versione più breve di “Rojava Kurdistan”, cioè “Kurdistan occidentale”. Il governo del Rojava è controllato dal partito curdo PYD I Curdi siriani sono stati finora i principali oppositori di Isis in alcune zone del Paese. Si ricorda il celebre assedio di «Kobane» in cui i curdi hanno resistito per sei mesi all’avanzata di Isis In questo contesto il governo turco, teme un Rojava forte e indipendente possa creare problemi con la grande minoranza di curdi che vive invece in Turchia. Per questo la Turchia non sostiene le truppe curde - tra cui il YPG – che di fatto è l’unico attori che combatte sul campo ma anzi sono frequenti le testimonianze di scontri e attentati tra le milizie curde e le forze turche nelle zone di confine Truppe del YPGRojava

16 Iran ASSE SUNNITA ASSE SCIITA Oman Arabia Saudita Turchia Stati Uniti Lealisti Isis Hozbollah Russia Atre formazioni Curdi

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18 USA.. Washington si oppone al regime siriano ma finora ha preso solo limitate iniziative per favorirne la caduta. E’ a capo della coalizione di cui, tra l’altro, fanno parte anche Bahrein, Giordania, Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e, da fine agosto, anche Turchia. Si oppone con forza ad Assad e appoggia sia i ribelli moderati sia gli jihadisti, compreso il Fronte al Nusra che Washington considera un gruppo terrorista. Nel frattempo il presidente Recep Tayyip Erdoğan porta avanti la sua guerra contro le basi dei guerriglieri del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) anche nel nord della Siria. Di recente il governo turco ha abbattuto un sokhoi russo. La Nato si è schierata con la Turchia Turchia Arabia Saudita Baluardo sunnita in Medio Oriente. Si oppone ad Assad. Sostiene numerosi gruppi dell’opposizione armata, sia jihadisti sia moderati. Partecipa alla coalizione internazionale contro il gruppo Stato islamico. Permangono delle ambiguità su possibili sostegni ad IS

19 Iran Baluardo sciita in Medio Oriente Appoggia Assad. Dall’inizio della guerra invia soldi, armi e consiglieri militari al governo siriano. Addestra le milizie sciite di Hezbollah.. Russia I curdi Mosca appoggia il regime di Bashar al Assad e ha iniziato i bombardamenti in Siria nel settembre scorso. Gli attacchi hanno avuto come obiettivo non solo Isis ma anche le postazioni dei ribelli anti-Assad. Finora il presidente Vladimir Putin ha sempre sostenuto la necessità di coinvolgere Assad nel futuro politico del paese. La Russia ha alcune basi militari in Siria I Curdi in Siria Sono tra i due e i quattro milioni e oggi si trovano in maggioranza in una striscia di territorio che occupa gran parte della Siria settentrionale, il Rojava. I Curdi siriani sono stati finora i principali oppositori di Isis in alcune zone del Paese. La Turchia

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21  Ottenere una tregua nel paese ferma restando la possibilità di continuare a lottare contro i gruppi terroristici. Questi, oltre allo Stato Islamico e a Jabhat al Nusra, saranno individuati con una lista unificata dei gruppi armati operanti in Siria.  Dare vita, entro il primo gennaio, a negoziati diretti tra il governo siriano e le forze di opposizione.  Formare un esecutivo di transizione entro sei mesi.  Convocare entro diciotto mesi, elezioni libere, sia parlamentari che presidenziali, a cui parteciperebbe anche la diaspora, ossia circa la metà della popolazione siriana  Vertice di Vienna sulla Siria - 14 Novembre.  Partecipanti: delegati dell’Ue, delle Nazioni Unite e di tutti i paesi coinvolti nella crisi in Siria (Tra cui Russia, Turchia, Iran, Arabia Saudita)  Assenti i rappresentanti dell’opposizione siriana.  Siglata una road map per la Siria con i seguenti principi:

22 Cosa ne sarà della Siria? Perché nessuno è riuscito fino ad ora a fermare l’avanzata di ISIS? Quali potrebbero essere le criticità per l’applicazione concreta della road map? Perché la coalizione internazionale si è schierata al fianco della Turchia? Altro?

23 Bansky, Street arter- Bambina palestinese perquisisce un soldato israeliano


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