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IL REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DEL CODICE DEL COMMERCIO Pistoia, 22 giugno 2009.

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Presentazione sul tema: "IL REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DEL CODICE DEL COMMERCIO Pistoia, 22 giugno 2009."— Transcript della presentazione:

1 IL REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DEL CODICE DEL COMMERCIO Pistoia, 22 giugno 2009

2 Lineamenti generali del Regolamento 1 aprile 2009, n. 15/R La disciplina delle grandi strutture di vendita

3 L.R. 7 febbraio 2005, n. 28 Pubblicata sul B.U.R.T. 10 febbraio 2005, n. 11, (parte prima) Entrata in vigore il 25 febbraio 2005 Applicabilità: Somministrazione: 25 febbraio 2005; Stampa e aree pubbliche: 1 luglio 2007 (a seguito della L.R. 34/2007) Commercio fisso: 21 aprile 2009 Distribuzione carburanti (dopo modifica Capo VII)

4 Regolamento 1 aprile 2009, n. 15/R Contenuti essenziali: Disposizioni sulle medie strutture di vendita Disposizioni sulle grandi strutture di vendita Autorizzazione ai CAT Composizione Commissione Osservatorio sul Commercio Concertazione locale Esercizio in proprio attività commerciali Figura del dipendente qualificato Vendita merci ingombranti e a consegna differita Ingrosso e dettaglio nello stesso locale Contenuti delle domande di autorizzazione, dia e comunicazioni

5 Obblighi del comune: art. 110, comma 3 l.r. 28/2005 a) entro 180 gg. dal 21 aprile 2009, adeguare i propri regolamenti alla l.r. 28/2005; b) entro 180 gg. dal 21 aprile 2009, adeguare gli atti di programmazione alla disciplina regionale;

6 ed anche… art. 17 l.r. 28/2005  definire la programmazione delle medie strutture di vendita;  definire le condizioni ed i criteri per il rilascio delle autorizzazioni alle medie strutture di vendita;  definire il procedimento di autorizzazione alle medie strutture (conclusione non oltre 90 gg.);  stabilire le regole per la correlazione dei procedimenti di rilascio dell’autorizzazione e del permesso di costruire.

7 ed inoltre… definire la disciplina degli orari dei negozi, ai sensi dell’art. 80 del Codice

8 Nel frattempo… esamina le domande già in corso di istruttoria il 21 aprile 2009 e le decide con provvedimento espresso entro 90 gg dalla stessa data; fino all’adeguamento di atti di programmazione e regolamenti comunali, rilascia autorizzazioni a medie e grandi solo se compatibili con gli strumenti urbanistici vigenti.

9 Tutte le scelte comunali sono precedute dalla concertazione con:  le organizzazioni imprenditoriali del commercio;  le organizzazioni sindacali dei lavoratori;  le associazioni dei consumatori;  le altre Parti sociali interessate individuate dal Comune maggiormente rappresentative

10 Chi partecipa alle attività di concertazione ? Art. 6, comma 5 r.r. 15/R/2009: per le organizzazioni del commercio, della cooperazione e dei lavoratori:  rappresentanti delle organizzazioni presenti nel CNEL e firmatarie del CCNL di settore  e/o rappresentanti delle organizzazioni aderenti alle organizzazioni firmatarie

11 Quali sono le organizzazioni presenti nel CNEL? Il CNEL è organo di rilievo costituzionale (art. 99 Cost.) la composizione è disciplinata dall’art. 2 della L. 30 dicembre 1986, n. 936 è costituito, oltre al presidente, da 121 membri, di cui: 12 esperti 99 rappresentanti delle categorie produttive 10 rappresentanti Assoc. prom. soc. e volontariato

12 Sono presenti nel CNEL: Per le Organizzazioni imprenditoriali del commercio:  Confcommercio  Confesercenti Per le Organizzazioni imprenditoriali della Cooperazione:  UNCI  Legacoop  Confcooperative  AGCI Per le Organizzazioni sindacali dei lavoratori dipendenti:  CGIL  CISL  UIL

13 La concertazione si svolge sulla base di protocolli sottoscritti da Comune e Parti sociali La G.R. definisce uno schema di protocollo-tipo I Protocolli contengono: 1) obiettivi e regole della concertazione; 2) tempi e modalità di convocazione; 3) indicazioni circa la stesura del documento riassuntivo dell’attività svolta, che riporti le posizioni espresse dalle parti e le indicazioni proposte.

14 Grandi strutture di vendita Dimensioni delle strutture (superficie di vendita superiore alle medie e fino a…): Tipologia A —› tra 10.000 e 15.000 mq Tipologia B —› tra 5.000 e 10.000 mq Tipologia C —› fino a 5.000 mq

15 Classi di comuni  Classe A —› capoluoghi di provincia o con popolazione superiore a 50.000 abitanti  Classe B —› popolazione tra 10.000 e 50.000 abitanti  Classe C —› popolazione tra 3.000 e 10.000 abitanti  Classe D —› popolazione inferiore a 3.000 abitanti

16 La griglia  Nei comuni di classe A: tutte le tipologie di grandi strutture  Nei comuni di classe B: tipologia B e C di grandi strutture  Nei comuni di classe C: solo tipologia C e in forma di centro commerciale  Nei comuni di classe D: non si insediano grandi strutture

17 La deroga alla griglia Accordo di programma (l.r. 76/1996) tra Comune e Provincia  Prima della sottoscrizione, la Provincia acquisisce il parere favorevole della maggioranza dei comuni che fanno parte dello stesso bacino o quadrante o sub-area;  In caso di parità, prevale il parere dei comuni che rappresentano la maggioranza della popolazione residente

18 Entro il 21 aprile 2010, possono arrivare a 20.000 mq: 1) grandi strutture per le quali almeno il 50% della sup. di vendita deriva da trasferimento di altre grandi strutture: Si richiede: -rispetto della griglia ( possibilità di deroga); -rispetto delle condizioni per il rilascio (art. 19); -rispetto parametri urbanistici e di viabilità;

19 Entro il 21 aprile 2010, possono arrivare a 20.000 mq: 1) grandi strutture con caratteristica di polo di attrazione di interesse interregionale già autorizzate: Si richiede: -rispetto delle condizioni per il rilascio (art. 19); -rispetto parametri urbanistici e di viabilità;

20 La SVAG Articolazione della programmazione regionale secondo tre aree di programma:  Toscana centrale (FI-PO-PT)  Toscana della Costa (LI-LU-MS-PI)  Toscana interna e meridionale (AR-GR-SI)

21 Ricordiamo che: La SVAG ha validità triennale è deliberata dalla G.R. prima della scadenza può essere rimodulata nella prima attuazione del r.r. 15/R/2009 è valida fino al 31 dicembre 2010 e comunque fino alla prossima programmazione Il 30% è riservato agli ampliamenti entro il 30% di g.s. attive da almeno 3 anni e per 1 volta

22 Norme transitorie Sono esaminate secondo la disciplina e la programmazione precedente:  le domande in corso di istruttoria il 21 aprile 2009;  le domande presentate prima della pubblicazione sul BURT della delibera SVAG.

23 Deliberazione G.R. n. 424 del 25 maggio 2009 (pubblicata sul BURT n. 22 del 4 giugno 2009) SVAG totale Toscana: mq 123.400 Nuove aperture: mq 86.380 Riserva ampliamenti: mq 37.020

24 RIPARTIZIONE SVAG SVAG alimentare: Totale: mq 31.300 Nuove aperture : mq 21.910 Riserva ampliamenti: mq 9.390 SVAG non alimentare: Totale: mq 31.300 Nuove aperture : mq 64.470 Riserva ampliamenti: mq 27.630

25 TOSCANA CENTRALE ALIMENTARE TOTALE: mq 12.800 APERTURE: mq 8.960 AMPLIAMENTI: mq 3.840 NON ALIMENTARE TOTALE: mq 30.600 APERTURE: mq 21.420 AMPLIAMENTI: mq 9.180

26 TOSCANA DELLA COSTA ALIMENTARE TOTALE: mq 11.900 APERTURE: mq 8.330 AMPLIAMENTI: mq 3.570 NON ALIMENTARE TOTALE: mq 29.800 APERTURE: mq 20.860 AMPLIAMENTI: mq 8.940

27 TOSCANA INTERNA E MERIDIONALE ALIMENTARE TOTALE: mq 6.600 APERTURE: mq 4.620 AMPLIAMENTI: mq 1.980 NON ALIMENTARE TOTALE: mq 31.700 APERTURE: mq 22.190 AMPLIAMENTI: mq 9.510

28 SCHEDE ISTRUTTORIE Approvate con decreto dirigenziale n. 2495 del 29 maggio 2009

29 Elementi di qualità delle grandi strutture di vendita Obbligatori per tutte le tipologie di g.s.v.: 1) rispetto dei valori limite di prestazione energetica per la climatizzazione invernale (d.lgs. 192/2005); 2) progetti di raccolta e ridistribuzione a soggetti deboli dei prodotti alimentari invenduti, fatti in collaborazione con associazioni di volontariato sociale;

30 …continua… 3) programmi di limitazione della produzione dei rifiuti:  riduzione imballaggi monouso  riduzione shopper in plastica  vendita a mezzo erogatori alla spina  uso di sistemi a rendere per imballaggi in plastica o legno; 4) aree di servizio per raccolta differenziata e stoccaggio rifiuti prodotti; 5) rispetto dei piani del colore e delle insegne.

31 Elementi di qualità aggiuntivi obbligatori per tipologie A e B 1) installazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (potenza superiore al 25 % della potenza elettrica impegnata dalla struttura); 2) installazione di impianti per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili (potenza superiore al 10% del fabbisogno annuo); 3) valutazione degli effetti acustici cumulativi all’interno ed all’esterno;

32 …continua… 4) protezione dei bersagli esposti all’inquinamento da polveri con fasce piantumate; 5) raccolta acque piovane in vasche di recupero per riuso; 6) spazi accoglienza e riposo clienti; 7) spazi destinati ai bambini. In caso di ampliamento, i requisiti sono dovuti se questo supera il 50%.

33 1. Condizioni per il rilascio dell’autorizzazione: 1) insediamento in aree a destinazione specifica g.d.; 2) parere comunale di conformità urbanistica; 3) esistenza condizioni per contestuale rilascio titolo edilizio; 4) rispetto parametri urbanistici e viabilità; 5) conformità progetto ad elementi di qualità e prestazione;

34 2. Condizioni per il rilascio dell’autorizzazione: 6) disponibilità SVAG; 7) in caso di deroga alla griglia, sottoscrizione accordo di programma; 8) strutture superiori a 5.000 mq (tipologia A e B), esistenza servizi trasporto pubblico (o privato); 9) esistenza infrastrutture (o sottoscrizione convenzione); 10) conformità progetto ad elementi di qualità e prestazione;

35 3. Condizioni per il rilascio dell’autorizzazione: 11) atto d’obbligo irrevocabile del richiedente, col quale si impegna a: a) rispettare CCNL e contratti integrativi; b) realizzare accordi sindacali di secondo livello per evitare concorrenze anomale; c) rispettare d.lgs. 81/2008 e pari opportunità; d) far rispettare a), b) e c) alle aziende operanti nell’ambito della struttura.

36 1. Procedimento autorizzatorio grandi strutture  Istruttoria comunale: 60 gg  Istruttoria regionale: 60 gg  Conferenza di servizi pubblica: convocata dal comune con raccomandata AR 10 gg prima dello svolgimento  Svolgimento: entro 30 gg dalla conclusione dell’istruttoria regionale

37 2. Procedimento autorizzatorio grandi strutture  Conferenza di servizi in seduta pubblica  Deliberazione entro 90 gg dalla prima riunione  Silenzio-assenso se, decorsi 120 gg dalla prima riunione, non è stato comunicato il provvedimento di diniego

38 3. Procedimento autorizzatorio grandi strutture  Entro 30 gg dal parere positivo della conferenza di servizi: rilascio autorizzazione comunale  Decorsi 30 gg dal parere negativo: comunicazione comunale al richiedente  Decorsi 30 gg dal parere positivo: silenzio assenso

39 4. Procedimento autorizzatorio grandi strutture  Se il bacino di utenza della grande struttura riguarda anche un’altra Regione confinante, la conferenza di servizi le chiede un parere non vincolante  Decorsi 20 gg dalla richiesta, il parere si intende acquisito

40 Procedimento di autorizzazione grandi strutture di vendita 1) il soggetto presenta domanda di autorizzazione al Comune, completa della documentazione di cui all’Allegato A, punto 3; 2) contestualmente richiede il titolo abilitativo edilizio, se già non lo possiede; 3) Copia della domanda (senza allegati) è trasmessa dal Comune a Regione e Provincia; 4) Entro 15 giorni, il responsabile del procedimento comunale verifica la correttezza formale della domanda e la completezza degli allegati;

41 Continua… 5) se manca qualcosa, il responsabile del procedimento comunale lo chiede al richiedente e sospende il procedimento per una sola volta; 6) il richiedente deve presentare le integrazioni entro un termine non superiore a 30 giorni; 7) se non lo fa, la domanda è rigettata; 8) entro 60 giorni dalla presentazione della domanda il Comune completa l’istruttoria;

42 Continua… 9) Completata l’istruttoria, il Comune trasmette alla Regione ed alla Provincia: a) la documentazione istruttoria completa; b) le schede istruttorie predisposte dalla Regione, debitamente compilate; c) una planimetria generale, a scala 1/10.000 o 1/5.000, che chiarisca l’ubicazione dell’esercizio da autorizzare; d) i dati aggiornati relativi alla consistenza della rete distributiva comunale in sede fissa;

43 Continua… 10) ricevuta la documentazione, il responsabile del procedimento regionale inserisce la richiesta in un elenco cronologico; 11) il responsabile del procedimento regionale convoca una conferenza di servizi interna regionale; 12) entro 60 giorni si conclude l’istruttoria regionale; 13) il termine può essere sospeso una sola volta e per non più di 30 giorni;

44 Continua… 14) conclusa l’istruttoria, il responsabile del procedimento ne dà comunicazione al Comune; 15) il Comune convoca la conferenza di servizi pubblica, che si deve svolgere entro 30 giorni dalla comunicazione di cui sopra; 16) alla conferenza di servizi partecipa un rappresentante della Regione, uno della Provincia ed uno del Comune; 17) la convocazione è effettuata con raccomandata A/R almeno 10 gg. prima della conferenza;

45 Continua… 18) la conferenza si svolge in seduta pubblica, di regola presso la sede della Regione; 19) con raccomandata A/R sono invitati anche i Comuni contermini, le Organizzazioni imprenditoriali del commercio, le Organizzazioni sindacali dei lavoratori, le Associazioni dei consumatori, le altre Parti sociali eventualmente individuate dal Comune; 20) se il bacino di utenza è ampio, è richiesto parere non vincolante a Regione confinante, che si intende acquisito decorsi 20 gg;

46 Continua… 21) la conferenza di servizi decide a maggioranza, ma il parere negativo della Regione è vincolante; 22) si intende acquisito il parere positivo dell’Amministrazione che non ha partecipato alla conferenza, salvo invio di un motivato dissenso entro la data della conferenza; 23) la conferenza di servizi decide entro 90 giorni dalla data della prima riunione;

47 Continua… 24) entro 120 giorni dalla data della prima riunione, se manca la decisione, la domanda si intende accolta; 25) se il parere è positivo, il Comune rilascia l’autorizzazione entro 30 giorni; 26) se il parere è negativo, il Comune entro 30 giorni comunica al richiedente il motivato diniego dell’autorizzazione;

48 Continua… 27) se il parere è positivo ed il Comune, entro 30 giorni, non rilascia l’autorizzazione, opera il silenzio-assenso; 28) della conferenza di servizi si redige un verbale, allegato all’autorizzazione; 29) contestualmente all’autorizzazione commerciale, il Comune rilascia il titolo abilitativo edilizio.

49 Autorizzazioni dovute alle grandi strutture di vendita (1) 1) ampliamento di g.s. per accorpamento di esercizi attivi da almeno 3 anni.  Si richiede: il rispetto della griglia, dei parametri urbanistici e delle condizioni generali per il rilascio, esclusa la SVAG;  Gli esercizi accorpati sono quantificati secondo le dimensioni originarie totali e dei settori merceologici, salva l’impossibilità di ripartizione.

50 Autorizzazioni dovute alle grandi strutture di vendita (2) 2) Trasferimento entro lo stesso quadrante del bacino omogeneo di utenza o sub-area di area commerciale metropolitana.  Si richiede: il rispetto della griglia, dei parametri urbanistici e delle condizioni generali per il rilascio, esclusa la SVAG;  La domanda è presentata al comune di originario insediamento ed a quello di nuovo insediamento.

51 Merci ingombranti ed a consegna differita 1) autoveicoli, motoveicoli, natanti e loro accessori e ricambi; 2) legnami; 3) attrezzature e macchine per l’agricoltura ed il giardinaggio; 4) materiali per l’edilizia; 5) materiali termoidraulici

52 Per l’applicazione del regime abilitativo e degli standard urbanistici: La superficie di vendita è computata nella misura di: 1) 1/10, fino alle dimensioni di una media; 2) 1/10 fino alle dimensioni di una media e 1/4 per la parte eccedente tale limite. Questa disciplina non si applica in caso di coincidenza dei prodotti in vendita congiunta all’ingrosso e al dettaglio

53 Esercizio congiunto ingrosso e dettaglio si applica a: 1) macchine, attrezzature e articoli tecnici per l’agricoltura, l’industria, il commercio e l’artigianato; 2) materiale elettrico; 3) colori e vernici, carte da parati; 4) ferramenta ed utensileria; 5) articoli per impianti idraulici, a gas ed igienici; 6) articoli per riscaldamento;

54 …continua 7) strumenti scientifici e di misura; 8) macchine per ufficio; 9) auto-moto-cicli e relativi accessori e parti di ricambio; 10) combustibili; 11) materiali per l’edilizia; 12) legnami.

55 Per l’applicazione del regime abilitativo e degli standard urbanistici: La superficie di vendita è ripartita al 50% tra le due attività, purché non superi: 1) 3.000 mq nei comuni con popolazione inferiore a 10.000 abitanti; 2) 5.000 mq nei comuni con popolazione superiore a 10.000 abitanti. La parte eccedente si considera al dettaglio. La superficie al dettaglio deve essere delimitata.


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