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Eugenio Montale
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Indice 1 Biografia 2 Ossi di seppia 3 Le Occasioni 4 La Bufera 5
Satura
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Eugenio Montale - L’opera letteraria
Saggi, articoli, prose Meriggiare pallido … Spesso il male … Non chiederci la parola Cigola la carrucola… Ossi di seppia (1925) A Liuba che parte Ti libero la fronte Nuove stanze Occasioni (1939) La Bufera (1956) Piccolo Testamento Primavera hitleriana Piove Le rime Xenia Satura (1971) Diario Quaderno di 4 anni Diario postumo
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1896: a Genova da agiata famiglia borghese
I primi anni 1896: a Genova da agiata famiglia borghese Ultimo di sei fratelli Salute malferma Bocciato alle scuole tecniche Studi di ragioneria Lezioni di canto Letture in Biblioteca Vacanze a Monterosso
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La casa di Montale Ieri Oggi
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In I Tecnica
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Nel 1912
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La Guerra Chiese di partire per il fronte Esperienza breve e non significativa in Val Pusteria Approfondisce il suo interesse per la poesia e le sue letture poetiche Inizia a scrivere: la prima poesia è del 1916 “Meriggiare pallido e assorto”
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Meriggiare pallido e assorto (1917)
presso un rovente muro d’orto, ascoltare tra i pruni e gli sterpi sciocchi di merli, frusci di serpi. Nelle crepe del suolo o su la veccia spiar le file di rosse formiche ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano a sommo di minuscole biche. Osservare tra frondi il palpitare lontano di scaglie di mare mentre si levano tremuli scricchi di cicale dai calvi picchi. E andando nel sole che abbaglia sentire con triste meraviglia com’è tutta la vita e il suo travaglio in questo seguitare una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.
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Il Fascismo Firma manifesto degli intellettuali antifascisti (1925)
Io non sono stato fascista e non ho cantato il fascismo, ma neppure ho scritto poesie in cui quella pseudorivoluzione apparisse osteggiata La non iscrizione al PNF gli costerà anni dopo il posto di lavoro
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Un anno fondamentale 1925 Il caso Svevo Ossi di seppia
È il primo letterato che apprezza I romanzi di Svevo e lo “scopre” Ossi di seppia Esce la sua prima raccolta poetica nell’indifferenza generale
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Livia, la moglie di Svevo, Svevo, Drusilla Tanzi e un amico
L’amicizia con Svevo Livia, la moglie di Svevo, Svevo, Drusilla Tanzi e un amico
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Linea del tempo La Bufera Satura Ossi di seppia Le Occasioni 1925 1939
1956 1971 Satura Ossi di seppia Le Occasioni La Bufera Seguiranno: Diario del 71 e del 72 (73) Quaderno di 4 anni (77) Diario postumo (96)
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Ossi di seppia Aspetti Il paesaggio ligure Il male di vivere La maglia
nella rete Il correlativo oggettivo Aspetti La filosofia in negativo L’Antidannunzianesimo
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Ossi di seppia (1925) Il male di vivere L’anello che non tiene
Il paesaggio ligure Il male di vivere L’anello che non tiene Il varco La maglia nella rete Il correlativo oggettivo Lingua dalle sonorità petrose Vicino a D’Annunzio: Rapporto con la natura La solarità Il mare Lontano da D’Annunzio: Simboli semplici e quotidiani Mescolanza registri linguistici Impossibilità di offrire alti messaggi
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Le raccolte, Ossi di seppia
Ricerca di un linguaggio essenziale, ma non ermetico La presenza degli elementi tradizionali (endecasillabo e rima) Una nomenclatura tecnica puntuale Linguaggio colloquiale ed ironico Meditazione esistenziale e definizione del paesaggio delle Cinque Terre Il mare e la costa rocciosa della riviera ligure L’estate nelle ore pomeridiane, quando tutto sembra senza tempo Il vuoto del vivere personale e naturale-l’osso di seppia Il “male di vivere” Frana l’illusione su cui si reggono gli equilibri del quotidiano Dominano la solitudine dell’io e l’angoscia
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Spesso il male di vivere ho incontrato
Spesso il male di vivere ho incontrato: era il rivo strozzato che gorgoglia, era l'incartocciarsi della foglia riarsa, era il cavallo stramazzato. Bene non seppi, fuori del prodigio che schiude la divina Indifferenza: era la statua nella sonnolenza del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.
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Non chiederci la parola
Non chiederci la parola che squadri da ogni lato l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco lo dichiari e risplenda come un croco Perduto in mezzo a un polveroso prato. Ah l'uomo che se ne va sicuro, agli altri ed a se stesso amico, e l'ombra sua non cura che la canicola stampa sopra uno scalcinato muro! Non domandarci la formula che mondi possa aprirti sì qualche storta sillaba e secca come un ramo. Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo
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Il superamento dell’universo poetico ligure
1927: a Firenze (Bemporad) Direttore Gabinetto Viesseux ( ) 1938: licenziato per motivi politici Le Giubbe Rosse Solaria, Pegaso, Letteratura Amicizia con Quasimodo Traduttore (Eliot, Pound, Yeats) con Luzi
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1929 la vita fiorentina Al caffè delle Giubbe Rosse, a Firenze, ritrovo di letterati e artisti Montale con Vittorini
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1939 Le Occasioni Dedicate a I.B. che, alcuni anni dopo si scoprirà essere Irma Brandeis (studiosa americana di Dante), Clizia Altra musa sarà la futura moglie, Drusilla Tanzi, detta Mosca, che non compare quasi in qs. raccolta La preparazione alla guerra è sullo sfondo
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Novità delle Occasioni
la fenomenologia del negativo dalla natura (lo spazio) alla storia (tempo) Siamo negli anni 30 Compare la Storia La memoria Più oscuro La donna salvifica
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Le Occasioni La memoria e gli stati di grazia Mutamento di prospettiva
Spaziale (Toscana) Temporale (presentimento guerra) Il tempo in frantumi e il varco La donna-angelo Vicino all’ermetismo Metafore e analogie Lontano dall’ermetismo Rifiuto del frammentismo Lessico raffinato Il modello di Leopardi
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Le occasioni L’oggetto nella sua assolutezza
Rifugio della memoria, il ricordo come consolazione Occasioni come emozioni visive e uditive cariche di valenza simbolica Una nuova protagonista: Clizia, la donna Donna reale e simbolo, figura salvatrice e angelo visitatore nell’avvilente mondo della società di massa: è una promessa di salvezza L’amore come via d’uscita dall’incomunicabilità dell’io: la Beatrice dantesca
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Addii, fischi nel buio, cenni, tosse
Addii, fischi nel buio, cenni, tosse e sportelli abbassati. E' l'ora. Forse gli automi hanno ragione. Come appaiono dai corridoi, murati! Presti anche tu alla fioca litania del tuo rapido quest'orrida e fedele cadenza di carioca? -
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Non recidere forbice Non recidere, forbice, quel volto, solo nella memoria che si sfolla, non far del grande suo viso in ascolto la mia nebbia di sempre. Un freddo cala… Duro il colpo svetta. E l’acacia ferita da sé scrolla il guscio di cicala nella prima belletta di Novembre.
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Il periodo bellico Rimane senza lavoro dopo il licenziamento dal Vieusseux Aiuta gli amici intellettuali ebrei, Saba e Carlo Levi Durante la Resistenza entra nel Partito d’Azione Dal 1946 va a Milano al Corriere della Sera Lo scrittore Carlo Levi
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A Milano Per il Corriere della Sera si occupa di articoli musicali e di critica letteraria Conosce la terza musa, Maria Luisa Spaziani (Volpe) Nel 1962 sposa Mosca che morirà l’anno dopo
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1956 La Bufera – I 3 protagonisti
La Storia La Bufera e altro Clizia Volpe
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Temi de “La Bufera” tre temi: 1. la Storia esterna 2. I morti e il male di vivere 3. La continuità 1 60 poesie scritte prima e dopo la Seconda Guerra Mondiale. Novità della Storia vista come realtà esterna ma incomprensibile per il poeta perchè è assurda Piccolo Testamento e Primavera hitleriana 2 Forse proprio perchè la vita è incomprensibile il poeta affronta il tema dei morti A mia madre, Voce giunta con le folaghe Quindi attenzione più incentrata sul solito privatismo e il male di vivere che sugli eventi storici esterni 3 Per questo immutabile orizzonte è stato molto criticato dalla critica marxista Passa il Fascismo, la guerra la speranza della ricostruzione ma la poesia di M. non cambia (Salinari)
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Piccolo testamento Questo che a notte balugina nella calotta del mio pensiero, traccia madreperlacea di lumaca o smeriglio di vetro calpestato, non è il lume di chiesa o d'officina che alimenti chierico rosso o nero. Solo quest'iride posso lasciarti a testimonianza d'una fede che fu combattuta, d'una speranza che bruciò più lenta di un duro ceppo nel focolare. Conservane la cipria nello specchietto quando spenta ogni lampada la sardana si farà infernale e un ombroso Lucifero scenderà su una prora del Tamigi, del Hudson, della Senna scuotendo l'ali di bitume semi- mozze dalla fatica, a dirti: è l'ora. Non è un'eredità, un portafortuna che può reggere all'urto dei monsoni sul filo di ragno della memoria, ma una storia non dura che nella cenere e persistenza è solo l'estinzione. Giusto era il segno: chi l'ha ravvisato non può fallire nel ritrovarti. Ognuno riconosce i suoi: l'orgoglio non era fuga, l'umiltà non era vile, il tenue bagliore strofinato laggiù non era quello di un fiammifero.
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1967: senatore a vita 1971: Satura Ripresa dopo silenzio poetico Xenia (dal 1963) Linguaggio semplice Impegno morale Varietà di temi Il quotidiano e la cronaca
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La cronaca entra nell’universo
1971 Satura Esce dopo un lungo silenzio poetico, in cui scrisse solo in prosa “Le farfalle di Dinard” Xenia Lanx Satura Satura Linguaggio semplice Satira Varietà di temi Text La cronaca entra nell’universo poetico montaliano
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Apparentemente c’è una frattura con La Bufera. Ma…
I temi di Satura Apparentemente c’è una frattura con La Bufera. Ma… La cronaca Il linguaggio Conclusione Entra nella poesia la storia quotidiana, ma non i fatti, il senso della storia. Il poeta, che non la ama, ci ride sopra. Satira Il linguaggio oscuro, simbolico ed ermetico si fa ora piano e quotidiano. Ma lo stile è sempre eccelso Si può dire che non c’è frattura, ma continui approfondimentiIl rapporto con la Storia si fa ancora + duro, lo stile resta elevato
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Xenia Titolo Tema Forma Stile
I ricordi dolci della moglie morta alla quale non aveva mai dedicato poesie Poesie brevissime, a volte di 2 soli versi, liberi, spesso in forma di diario Stile molto semplice, colloquiale, come semplice era la Mosca Gli Xenia sono i doni che si fanno agli ospiti quando partono
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Satura Tono colloquiale Natura diaristica La sofferenza si fa ironia
Vicino al crepuscolarismo Vena ironica e autoironica Lessico colloquiale Lontano dal crepuscolarismo Rifiuto del vittimismo e del sentimentalismo
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L’alluvione ha sommerso il pack dei mobili
L'alluvione ha sommerso il pack dei mobili, delle carte, dei quadri che stipavano un sotterraneo chiuso a doppio lucchetto. Forse hanno ciecamente lottato i marocchini rossi, le sterminate dediche di Du Bos, il timbro a ceralacca con la barba di Ezra, il Valéry di Alain, l’originale dei Canti Orfici – e poi qualche pennello da barba, mille cianfrusaglie e tutte le musiche di tuo fratello Silvio. Dieci, dodici giorni sotto un’atroce morsura di nafta e sterco. Certo hanno so‑fferto tanto prima di perdere la loro identità. Anch’io sono incrostato fino al collo se il mio stato civile fu dubbio fin dall’inizio. Non torba m’ha assediato, ma gli eventi di una realtà incredibile e mai creduta. Di fronte ad essi il mio coraggio fu il primo dei tuoi prestiti e forse non l’hai mai saputo.
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Ho sceso, dandoti il braccio
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino. Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio. Il mio dura tuttora, né più mi occorrono 5 le coincidenze, le prenotazioni, le trappole, gli scorni di chi crede che la realtà sia quella che si vede. Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio non già perché con quattr'occhi forse si vede di più. 10 Con te le ho scese perché sapevo che di noi due le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate, erano le tue.
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Piove Piove. È uno stillicidio senza tonfi di motorette o strilli di bambini. Piove da un ciclo che non ha nuvole. Piove sul nulla che si fa in queste ore di sciopero generale. Piove sulla tua tomba a San Felice a Ema e la terra non trema perché non c'è terremoto né guerra. Piove non sulla favola bella di lontane stagioni, ma sulla cartella esattoriale, piove sugli ossi di seppia, e sulla greppia nazionale. Piove sulla Gazzetta Ufficiale qui dal balcone aperto, piove sul Parlamento, piove su via Solferino, piove senza che il vento smuova le carte. Piove in assenza di Ermione se Dio vuole, piove perché l'assenza è universale e se la terra non trema è perché Arcetri a lei non l'ha ordinato. Piove sui nuovi epistèmi del primate a due piedi, sull'uomo indiato, sul cielo, ottimizzato, sul ceffo dei teologi in tuta o paludati, piove sul progresso della contestazione, piove sui works in regress, piove sui cipressi malati del cimitero, sgocciola sulla pubblica opinione. Piove, ma dove appari non è acqua né atmosfera, piove perché se non sei è solo la mancanza e può affogare.
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Eventi Gli ultimi anni Vince il Premio Nobel per la Letteratura
Diventa senatore a vita Esce la raccolta “Diario del 71 e del 72 Esce la raccolta “Quaderno di 4 anni” Muore a Milano 1973 1975 1967 Gli ultimi anni 1977 1981
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1974 Un’intervista a Enzo Biagi
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Il premio Nobel « Per la sua poetica distinta che, con grande sensibilità artistica, ha interpretato i valori umani sotto il simbolo di una visione della vita priva di illusioni. » (Motivazione apportata alla consegna del Premio Nobel per la Letteratura ad Eugenio Montale nel 1975)
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Quaderno di quattro anni
1973: Diario del ’71 e del ‘72 1975: premio Nobel E’ ancora possibile la poesia? Esibizionismo isterico Generale millenarismo Il benessere con i connotati della disperazione Crisi delle certezze Che significa essere uomo? Quaderno di quattro anni Andamento prosastico Stile lapidario Parlato dei mass-media 1981: morte a Milano
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Un’intervista di Enzo Biagi
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Quaderno di quattro anni
1973: Diario del ’71 e del ‘72 1975: premio Nobel E’ ancora possibile la poesia? Esibizionismo isterico Generale millenarismo Il benessere con i connotati della disperazione Crisi delle certezze Che significa essere uomo? Quaderno di quattro anni Andamento prosastico Stile lapidario Parlato dei mass-media 1981: morte a Milano
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Fine!
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