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PubblicatoGianmarco Monti Modificato 8 anni fa
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Quando si scoprono le Diversità Parrocchia dei Santi Giuseppe e Vito Bivio Pratole 10 novembre 2005
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1Cor 12,4-30 Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune: a uno viene concesso dallo Spirito il linguaggio della sapienza; a un altro invece, per mezzo dello stesso Spirito, il linguaggio di scienza; a uno la fede per mezzo dello stesso Spirito; a un altro il dono di far guarigioni per mezzo dell'unico Spirito; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di distinguere gli spiriti; a un altro le varietà delle lingue; a un altro infine l'interpretazione delle lingue. Ma tutte queste cose è l'unico e il medesimo Spirito che le opera, distribuendole a ciascuno come vuole.
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1Cor 12,4-30 Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo. E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito. Ora il corpo non risulta di un membro solo, ma di molte membra. Se il piede dicesse: «Poiché io non sono mano, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe più parte del corpo. E se l'orecchio dicesse: «Poiché io non sono occhio, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe più parte del corpo. Se il corpo fosse tutto occhio, dove sarebbe l'udito? Se fosse tutto udito, dove l'odorato? Ora, invece, Dio ha disposto le membra in modo distinto nel corpo, come egli ha voluto. Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo. Non può l'occhio dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; né la testa ai piedi: «Non ho bisogno di voi». Anzi quelle membra del corpo che sembrano più deboli sono più necessarie; e quelle parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggior rispetto, e quelle indecorose sono trattate con maggior decenza, mentre quelle decenti non ne hanno bisogno.
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1Cor 12,4-30 Ma Dio ha composto il corpo, conferendo maggior onore a ciò che ne mancava, perché non vi fosse disunione nel corpo, ma anzi le varie membra avessero cura le une delle altre. Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui. Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte. Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi vengono i miracoli, poi i doni di far guarigioni, i doni di assistenza, di governare, delle lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti operatori di miracoli? Tutti possiedono doni di far guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano?
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Griglia Mondo Chiesa Coppia
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Se prevale l’Unità Unità Uniformità Riduzionismo Appiattimento Massificazione Isolazionismo
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Nel mondo Modello di sviluppo consumistico Modello culturale “occidentale” La globalizzazione Il villaggio televisivo Il “diverso” percepito sempre come nemico Integrazione = essere come noi
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Nella Chiesa Una chiesa immobile: gli Ortodossi Centralismo romano Una ritualità piatta Una chiesa troppo clericale Tendenza conservatrice Pochi carismi Nessuna profezia
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Nella coppia oRoRoRoRischio di oscurarsi a vicenda: nessuno deve imporre la sua personalità all’altro e nessuno deve rinunciare alla propria; fare coppia non significa rinunciare ad essere se stessi, pur senza pretendere di essere sempre e solo se stessi, negando di fatto l’altro.
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oRoRoRoRischio di appiattirsi a vicenda, rendersi uguali in tutto: vestiti, atteggiamenti, attività, interessi... oRoRoRoRischio di isolarsi: “noi due siamo sufficienti alla nostra vita”. oToToToTendenza a sfuggire ogni tensione: la pace ad ogni costo.
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Pace ad ogni costo Il litigio ci fa male, ci lascia il segno nel profondo, è meglio quindi evitarlo? L’assenza di scontri è una garanzia della riuscita della coppia? In una relazione tranquilla non ci sono ferite vive. In una coppia che non conosce il litigio i due hanno imparato a tacere e a dominarsi: a non smuovere le acque. Tutto questo è cosa buona? Che prezzo pagano per questa tranquillità? In questo modo sono meno coinvolti l'uno verso l’altro. Reprimono i loro pensieri e i loro sentimenti, e non sono affatto aperti né onesti l’uno con l’altro.Il litigio ci fa male, ci lascia il segno nel profondo, è meglio quindi evitarlo? L’assenza di scontri è una garanzia della riuscita della coppia? In una relazione tranquilla non ci sono ferite vive. In una coppia che non conosce il litigio i due hanno imparato a tacere e a dominarsi: a non smuovere le acque. Tutto questo è cosa buona? Che prezzo pagano per questa tranquillità? In questo modo sono meno coinvolti l'uno verso l’altro. Reprimono i loro pensieri e i loro sentimenti, e non sono affatto aperti né onesti l’uno con l’altro.
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Pace ad ogni costo La pace ad ogni costo è una tentazione, ma non è una buona idea. Le coppie imparano a non dirsi le cose, imparano in qualche modo a “barcamenarsi” ed evitano gli argomenti esplosivi. La loro relazione dunque non è completa, perché certi discorsi si affrontano solo superficialmente o si evitano del tutto.La pace ad ogni costo è una tentazione, ma non è una buona idea. Le coppie imparano a non dirsi le cose, imparano in qualche modo a “barcamenarsi” ed evitano gli argomenti esplosivi. La loro relazione dunque non è completa, perché certi discorsi si affrontano solo superficialmente o si evitano del tutto.
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Pace ad ogni costo L’anestetizzazione dei conflitti è la logica più seguita data la difficoltà di gestirli, ma eludere il corso delle cose non aiuta. I conflitti non risolti interferiscono nella vita e nell’azione educativa riproponendosi sotto altre forme non necessariamente migliori. Il problema è che si da una scarsa attribuzione di senso ai conflitti, troppo facilmente demonizzati e rifiutati. Questo atteggiamento impedisce il riconoscimento del conflitto e dei messaggi sottostanti.L’anestetizzazione dei conflitti è la logica più seguita data la difficoltà di gestirli, ma eludere il corso delle cose non aiuta. I conflitti non risolti interferiscono nella vita e nell’azione educativa riproponendosi sotto altre forme non necessariamente migliori. Il problema è che si da una scarsa attribuzione di senso ai conflitti, troppo facilmente demonizzati e rifiutati. Questo atteggiamento impedisce il riconoscimento del conflitto e dei messaggi sottostanti.
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Se prevale la Diversità Diversità Diversificazione Divergenza Rifiuto Scontro
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Nel mondo Il “Sud” del mondo Il razzismo e l’intolleranza Le guerre di “religione” Individualismo Integrazione = statti a casa tua
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Nella Chiesa Mille chiese diverse: la Riforma Movimenti o sette? Una fede individualizzata Cristo sì, Chiesa no L’ideologia religiosa al servizio della guerra
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Nella coppia oRoRoRoRischio di idealizzare l’altro, vedendo in lui ciò che si vorrebbe, anziché ciò che realmente egli è. Occorre guardarsi con realismo, anche negli aspetti meno gradevoli. oRoRoRoRischio di essere in competizione perennemente all’interno della coppia. oToToToTendenza a cercare sempre il conflitto e la tensione: il litigio ad ogni costo.
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Litigio ad ogni costo Facciamo delle cose che dispiacciono all’altro anche se lo sappiamo bene. Affrontiamo una questione delicata o entriamo in un argomento importante nel momento sbagliato. Stanchiamo l'altro con domande incessanti o diecimila piccole lamentele. Facciamo capire all’altro che ce l'abbiamo con lui e poi ci rintaniamo nel silenzio.
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Un altro modo per far nascere una discussione è fare il martire, facendo sapere all'altro in maniera più o meno sottile i sacrifici a cui ci sottoponiamo e quanto siamo meritevoli e bravi Oppure dimentichiamo spesso delle piccole cose che sono importanti per l’altro. Un'altra provocazione: «Te l'avevo detto tanto bene!». Queste parole non hanno neanche bisogno di essere espresse o formulate in questo modo: un sorriso ironico sul vostro viso ad esempio, quando l’altro si accorge di aver preso una decisione sbagliata, è sufficiente per farlo andare fuori di sé.
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A questo può ancora aggiungersi il fatto che posso trattare il mio partner come un bambino. Veglio costantemente su di lui, gli evito di fare degli sbagli o lo proteggo dalle cattive intenzioni degli altri. Inoltre un atteggiamento di superiorità è sicuramente un modo eccellente per far andare l’altro su tutte le furie.
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Unità nella Diversità Comunione Condivisione Reciproco arricchimento Crescita comune Piena integrazione
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Nel mondo Cooperazione internazionale Ridistribuzione delle risorse Dialogo interculturale e interreligioso Scienza, tecnologia ed economia al servizio dell’uomo e di “ogni uomo” Integrazione = patrimonio essenziale condiviso e rispetto delle reciproche diversità
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Nella Chiesa Uno solo è il vostro Maestro e Signore Ecumenismo Ministeri e carismi per il “servizio” Una sola “barca” con tanti remi diversi Lo Spirito “soffia dove vuole”
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Nella coppia Accettare l’altro come persona, con le sue caratteristiche e le sue diversità, non come qualcosa da “usare” a proprio piacimento. Accettare il confronto con l’altro, valorizzare le sue diversità e quindi ridimensionare se stessi: “non c’è solo il mio modo di vedere le cose”. Manifestarsi per quello che si è, senza maschere, con semplicità.
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Privilegiare la conoscenza reciproca, dedicando del tempo a scambiarsi informazioni, aspettative, esperienze, impressioni, momenti di vita... Essere in collaborazione: “due persone in una sola carne”, come dice la Parola di Dio (Gen 2,24; Mc 10,8; Ef 5,31). Imparare a gestire i conflitti.
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Gestire i conflitti Fermiamoci. Definiamo bene su cosa stiamo discutendo. Ascoltiamoci e restiamo fedeli all'argomento Non perdiamo tempo a dimostrare all’altro che ha torto, ma diciamo apertamente quello che ci interessa. Attenti a “non colpire sotto la cintura”. Evitiamo critiche e sarcasmo.
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Non coinvolgiamo terze persone. E’ una discussione a due. Rimaniamo fisicamente vicini. Con il “non verbale” pur nella difficoltà, mostriamo il desiderio di incontrarci. Non “fuggiamo” ma terminiamo la discussione. In caso di lacrime, siamo delicati, ma andiamo sino in fondo.
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