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- 1 - Valutazione dei rischi d’incendio Ing. Massimo Giuffrida Corso di Formazione per Medio Rischio d’Incendio Valutazione dei rischi d’incendio.

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1 - 1 - Valutazione dei rischi d’incendio Ing. Massimo Giuffrida Corso di Formazione per Medio Rischio d’Incendio Valutazione dei rischi d’incendio

2 - 2 - Valutazione dei rischi d’incendio Ing. Massimo Giuffrida Principi sulla combustione e l’incendio Incendio: rapida ossidazione, in luogo non predisposto, di materiali combustibili con sviluppo di calore, fiamme, gas caldi e fumo Combustione: rapida reazione chimica di una sostanza combustibile con ossigeno accompagnata da sviluppo di calore, fiamme, gas di combustione, fumo e luce

3 - 3 - Valutazione dei rischi d’incendio Ing. Massimo Giuffrida Definizioni PERICOLO DI INCENDIO: proprietà o qualità intrinseca di determinati materiali o attrezzature, oppure di metodologie e pratiche di lavoro o di utilizzo di un ambiente di lavoro, che presentano il potenziale di causare un incendio RISCHIO DI INCENDIO: probabilità che sia raggiunto il livello potenziale di accadimento di un incendio e che si verifichino conseguenze dell’incendio sulle persone presenti VALUTAZIONE DEI RISCHI DI INCENDIO: procedimento di valutazione dei rischi di incendio in un luogo di lavoro, derivante dalle circostanze del verificarsi di un pericolo di incendio.

4 - 4 - Valutazione dei rischi d’incendio Ing. Massimo Giuffrida Principi sulla combustione e l’incendio Temperatura di autoaccensione: temperatura alla quale un combustibile si infiamma spontaneamente in presenza di aria (es. Benzina - 260 °C) Temperatura di infiammabilità: temperatura alla quale un combustibile si infiamma in presenza di innesco Classi di infiammabilità dei liquidi Liquidi di categoria “A”: quelli che hanno punto d’infiammabilità inferiore ai 21 °C Liquidi di categoria “B”: quelli che hanno punto d’infiammabilità compreso fra 21 e 65 °C Liquidi di categoria“C”: quelli che hanno punto d’infiammabilità compreso fra 65 e 125 °C per i solidi Temperatura di infiammabilità o punto di ignizione quando si passa dalla formazione di braci alla fiamma Durante un incendio oltre a fiamme e calore si sviluppa anche FUMO. La maggior parte delle vittime degli incendi è imputabile prevalentemente alle sostanze tossiche contenute nei fumi, dipendenti direttamente dalle caratteristiche del materiale combusto.

5 - 5 - Valutazione dei rischi d’incendio Ing. Massimo Giuffrida Principi sulla combustione e l’incendio Nell’evoluzione dell’incendio si possono individuare le seguenti fasi caratteristiche Inizio Espansione Generalizzazione Estinzione

6 - 6 - Valutazione dei rischi d’incendio Ing. Massimo Giuffrida Fasi della valutazione [1] IDENTIFICAZIONE DEI PERICOLI DI INCENDIO [2] INDIVIDUAZIONE DEI LAVORATORI E DELLE PERSONE ESPOSTE AL RISCHIO [3] ELIMINAZIONE O RIDUZIONE DEI PERICOLI DI INCENDIO 1.Materiali combustibili 2.Fonti di innesco: fiamme o scintille dovute ai processi saldatura sorgenti di calore per scarsa coibentazione o attriti fiamme libere attrezzature e impianti elettrici inadeguati Valido in generale per tutti le persone (lavoratori) In particolare da considerare: la presenza di aree di riposo affollamento di pubblico occasionale persone con handicap etc. Per ogni pericolo individuato bisogna valutare se può essere: eliminato ridotto sostituito con alternative più sicure separato o protetto dalle altre attività

7 - 7 - Valutazione dei rischi d’incendio Ing. Massimo Giuffrida Fasi della valutazione [4] VALUTAZIONE DEL RISCHIO RESIDUO DI INCENDIO [5] VERIFICA DELL’ADEGUATEZZA DELLE MISURE ESISTENTI Classificazione del livello di rischio di incendio dei luoghi di lavoro o di parte di essi: A) RISCHIO DI INCENDIO BASSO B) RISCHIO DI INCENDIO MEDIO C) RISCHIO DI INCENDIO ELEVATO: Le attività soggette a C.P.I. sono considerate adeguate. Per le altre attività si devono applicare le misure per ridurre o eliminare i rischi. Se non è possibile si applicano una o più misure compensative riguardanti le vie di esodo, i mezzi ed impianti di spegnimento, la rivelazione e gli allarmi antincendio, l’informazione e la formazione

8 - 8 - Valutazione dei rischi d’incendio Ing. Massimo Giuffrida Triangolo della combustione Gli elementi fondamentali capaci di originare un incendio sono: 1. il COMBUSTIBILE (legno, carta, benzina, gas, ecc.), 2. il COMBURENTE (l'ossigeno contenuto nell'aria che respiriamo) 3. il CALORE o ENERGIA (fiammifero, accendino, corto circuito, fulmine, che costituiscono l'innesco del fuoco). Più genericamente il processo che coinvolge i tre elementi viene chiamato COMBUSTIONE e quando si manifesta in modo non controllabile dall'uomo siamo in presenza di un INCENDIO. Condizione di sviluppo di un incendio - coesistenza di: Combustibile Ossigeno Temperatura di accensione

9 - 9 - Valutazione dei rischi d’incendio Ing. Massimo Giuffrida Identificazione dei pericoli Materiali combustibili e/o infiammabili - vernici e solventi infiammabili; - adesivi infiammabili; - gas infiammabili; - grandi quantitativi di carta e materiali di imballaggio: materiali plastici, in particolare sotto forma di schiuma; - grandi quantità di manufatti infiammabili; - prodotti chimici che possono essere da soli infiammabili o che possono reagire con altre sostanze provocando un incendio; - prodotti derivati dalla lavorazione del petrolio; - vaste superfici di pareti o solai rivestite con materiali facilmente combustibili. Fonti di innesco - presenza di fiamme o scintille dovute a processi di lavoro, quali taglio, affilatura, lampade scoperte, accendisigari e fiammiferi, fiamme libere; - saldatura; - presenza di sorgenti di calore causate da attriti; - presenza di macchine ed apparecchiature in cui si produce calore non installate e utilizzate secondo le norme di buona tecnica; -presenza di attrezzature elettriche non installate e utilizzate secondo le nonne di buona tecnica -elettricità statica, corti circuiti ed archi elettrici, fulmini, impianti d’illuminazione difettosi.

10 - 10 - Valutazione dei rischi d’incendio Ing. Massimo Giuffrida Identificazione dei pericoli La maggior parte di queste sorgenti di ignizione può essere controllata stabilendo opportune norme interne di sicurezza ed instaurando una rigorosa disciplina del personale, installando apparecchiature elettriche a tenuta di gas e vapori, distanziando opportunamente i luoghi ed i locali dove possono esistere, sia pure momentaneamente, sorgenti di ignizione. Una delle sorgenti di innesco meno conosciute e quindi più subdole, è l’elettricità statica, che può causare gravi disgrazie ed è una delle sorgenti di ignizione di più difficile controllo; sono pochissime le operazioni nelle quali non è presente. L’elettricità statica si genera per attrito e scivolamento di materiali isolanti, pulegge, cinghie, o per passaggio di solidi, liquidi o gas ad alta velocità, attraverso strette aperture o condotte. Il singolare fenomeno è avvertito dalle persone che calzano scarpe con suole di gomma: in tal caso si caricano di elettricità statica nei loro movimenti e possono dar luogo a scintille avvicinandosi ad oggetti metallici messi a terra. L’indossare tessuti di fibra sintetica può aggravare in maniera allarmante la formazione di elettricità statica sulle persone. La possibilità che si generino scintille causate dall’elettricità statica aumenta se l’aria ambiente presenta un’umidità inferiore al 50%.

11 - 11 - Valutazione dei rischi d’incendio Ing. Massimo Giuffrida Identificazione dei pericoli Etichettatura delle sostanze pericolose

12 - 12 - Valutazione dei rischi d’incendio Ing. Massimo Giuffrida Identificazione dei pericoli L’impianto elettrico rappresenta la causa d’incendio più frequente, soprattutto se non realizzato a regola d’arte, ma anche: Sigarette Autocombustione Faville hanno un’incidenza non trascurabile

13 - 13 - Valutazione dei rischi d’incendio Ing. Massimo Giuffrida Le classi di incendio In base al tipo di combustibile sono state definite le seguenti classi: CLASSE A fuochi di materiali solidi, generalmente di natura organica, la cui combustione avviene con produzione di braci LEGNO CARBONE CARTA TESSILI GOMMA PLASTICHE

14 - 14 - Valutazione dei rischi d’incendio Ing. Massimo Giuffrida Le classi di incendio CLASSE B fuochi di liquidi o di solidi che si possono liquefare BENZINA GASOLIO KEROSENE SOLVENTI INFIAMMABILI GOMMA PLASTICHE CLASSE C fuochi di gas infiammabili METANO ACETILENE GPL CLORURO DI VINILE AMMONIACA

15 - 15 - Valutazione dei rischi d’incendio Ing. Massimo Giuffrida CLASSE D fuochi di metalli e di sostanze chimiche contenenti ossigeno comburente SODIO POTASSIO MAGNESIO ALLUMINIO PEROSSIDI/NITRATI/CLORATI CLASSE ex E incendi di apparecchiature elettriche TRASFORMATORI ARMADI ELETTRICI QUADRI INTERRUTTORI CAVI Le classi di incendio

16 - 16 - Valutazione dei rischi d’incendio Ing. Massimo Giuffrida Per ottenere lo spegnimento del fuoco deve essere eliminato uno degli elementi del “triangolo del fuoco”: – SEPARAZIONE: allontanamento tra combustibile e comburente ottenibile con ripari o barriere non infiammabili, mezzi meccanici, forti getti d’acqua, polvere o sabbia. – SOFFOCAMENTO: riduzione della percentuale del comburente al di sotto della soglia minima. – RAFFREDDAMENTO: abbassamento della temperatura. – AZIONE CHIMICA: arresto delle reazioni a catena che avvengono durante la combustione. Tali azioni si possono ottenere singolarmente o contemporaneamente mediante l’uso delle sostanze estinguenti, che vanno scelte in funzione della natura del combustibile e delle dimensioni del fuoco. Principi spegnimento del fuoco

17 - 17 - Valutazione dei rischi d’incendio Ing. Massimo Giuffrida 1. ACQUA (GETTO / NEBULIZZATA) Estinguente di più pratico uso facilmente reperibile in grandi quantità capacità di raffreddamento attraverso l’assorbimento del calore una azione di soffocamento dovuta alla sua trasformazione in vapore Agenti estinguenti - incendi che coinvolgono apparecchiature elettriche, infatti, essendo un’ottima conduttrice di energia elettrica, si hanno innanzitutto seri rischi di elettrocuzione per l’operatore; - incendi di metalli (come sodio, potassio, alluminio puro, ecc.) che reagiscono violentemente con l’acqua. - incendi di liquidi infiammabili non miscibili e più leggeri dell’acqua (benzina, gasolio, olio lubrificante, ecc.)

18 - 18 - Valutazione dei rischi d’incendio Ing. Massimo Giuffrida Agenti estinguenti 2. SCHIUMA L’aggiunta di alcune sostanze nell’acqua, ad esempio le sostanze tensioattive, può aumentare l’efficienza estinguente dell’acqua riducono la quantità ed il tempo necessari per l’estinzione permette l’uso anche su incendi di combustibili liquidi non solubili in acqua.

19 - 19 - Valutazione dei rischi d’incendio Ing. Massimo Giuffrida 3. POLVERE Le polveri sono costituite da particelle solide finissime a base di bicarbonato di sodio, di potassio, fosfati e sali inorganici. L’azione estinguente prodotta dalla decomposizione per le alte temperature. I prodotti della combustione delle polveri separano il combustibile dal comburente raffreddano il combustibile inibiscono il processo di combustione. effetti chimici sulla fiamma Agenti estinguenti Le polveri sono adatte per fuochi di classe A,B,C mentre per incendi di classe D devono essere utilizzate polveri speciali. Essendo, dal punto di vista elettrico, non conduttrici, le polveri possono essere utilmente usate per incendi di impianti ed apparecchiature elettriche sotto tensione. Le polveri non devono essere usate su apparecchiature elettroniche dove sono installati delicati componenti perché potrebbero rendere l’installazione non operativa.

20 - 20 - Valutazione dei rischi d’incendio Ing. Massimo Giuffrida Agenti estinguenti 4. ANIDRIDE CARBONICA, AZOTO – GAS INERTI Riducono la concentrazione del comburente fino ad impedire la combustione. produce anche un’azione estinguente per raffreddamento dovuta all’assorbimento del calore generato dal passaggio della fase liquida alla fase gassosa. L’uso dell’anidride carbonica è indicato per incendi di locali chiusi, ove di trovino apparecchiature molto delicate, oppure archivi o ancora laboratori chimici, perché non provoca danni e, una volta evaporata, non lascia traccia sulle apparecchiature dove è stata usata. All’aperto ovviamente si diluisce e si disperde velocemente. All’interno dei locali chiusi può dare luogo all’interno a soffocamento. L’anidride carbonica non è un estinguente adatto per fuochi di tipo A (legna, carta, stoffe, ecc.)

21 - 21 - Valutazione dei rischi d’incendio Ing. Massimo Giuffrida 5. GAS ALOGENATI Gli idrocarburi alogenati sono proibiti dalle disposizioni legislative emanate per la protezione della fascia d’ozono stratosferico. Sono idrocarburi saturi in cui gli atomi di idrogeno sono parzialmente sostituiti con atomi di cloro, bromo e fluoro L’azione estinguente per l’interruzione chimica della catena di combustione. efficaci su incendi in ambienti chiusi scarsamente ventilati non danneggiava i materiali con cui venivano a contatto Gli agenti sostitutivi degli Halon hanno una minore capacità estinguente. Esistono inoltre sul mercato prodotti inertizzanti e prodotti che agiscono per azione anti-catalitica. 6. SABBIA Agenti estinguenti

22 - 22 - Valutazione dei rischi d’incendio Ing. Massimo Giuffrida negli incendi originati da materiali solidi è necessario intervenire con acqua, per ridurre il calore di combustione, oppure con polveri che inibiscono la formazione di gruppi di atomi chimicamente attivi che tendono a mantenere in atto la combustione (autocatalisi) L'acqua, la schiuma e la polvere sono le sostanze estinguenti più comunemente utilizzate Le attrezzature utilizzanti gli estinguenti citati sono estintori, naspi, idranti, od altri impianti di estinzione ad acqua. Incendi di Classe A

23 - 23 - Valutazione dei rischi d’incendio Ing. Massimo Giuffrida in incendi di materiali liquidi è necessario intervenire ricercando la separazione tra il combustibile ed il comburente, sfruttando, ad esempio, l’efficacia delle schiume nel separare i due mezzi Per questo tipo di incendi gli estinguenti più comunemente utilizzati sono costituiti da schiuma, polvere e anidride carbonica. Incendi di Classe B

24 - 24 - Valutazione dei rischi d’incendio Ing. Massimo Giuffrida in incendi originati da gas è necessario operare con agenti estinguenti che possano esercitare una azione di inibizione chimica; altri sistemi di estinzione sono inadeguati e possono rivelarsi pericolosi L'intervento principale è bloccare il flusso di gas chiudendo la valvola di intercettazione o otturando la falla. Esiste il rischio di esplosione viene estinto prima di intercettare il flusso del gas. Estinguenti: polvere CO2- alogenati Incendi di Classe C

25 - 25 - Valutazione dei rischi d’incendio Ing. Massimo Giuffrida per gli incendi di metalli particolari è possibile intervenire con polveri speciali che possano esercitare un’azione di inibizione chimica; ogni altro intervento è da evitare Nessuno degli estinguenti normalmente utilizzati per gli incendi di classe A e B è idoneo per incendi di sostanze metalliche che bruciano (alluminio, magnesio, potassio, sodio). Occorre utilizzare delle polveri speciali ed operare con personale particolarmente addestrato. Incendi di Classe D

26 - 26 - Valutazione dei rischi d’incendio Ing. Massimo Giuffrida in fuochi di origine elettrica è possibile intervenire con azione di inibizione chimica o con spostamento del comburente; evitare assolutamente qualsiasi altro tipo di intervento Gli estinguenti specifici per incendi di impianti elettrici sono costituiti da polveri dielettriche e da anidride carbonica Non ammessi: acqua a getto - schiuma Incendi di Classe ex E

27 - 27 - Valutazione dei rischi d’incendio Ing. Massimo Giuffrida Conseguenze dell’incendio I prodotti della combustione possono essere suddivisi in quattro categorie: Fiamma Calore (disidratazione, difficoltà respiratorie, scottature) Gas di combustione: anidride carbonica, ossido di carbonio, acido cianidrico, anidride solforosa (lana, gomma, …), ammoniaca (lana, seta, …), acido cloridrico (plastica, …)… Fumo: particelle solide (aerosol) o liquide (nebbie) o vapori

28 - 28 - Valutazione dei rischi d’incendio Ing. Massimo Giuffrida Rischi alle persone in caso d’incendio La fiamma provoca ustioni Il calore irradiato dalla fiamma provoca ustioni già dopo un minuto che la temperatura superficiale della cute supera i 65 C Quando i gas caldi della combustione portano l’ambiente a temperatura maggiore di 70 C l’ambiente diventa invivibile Quando la temperatura dell’aria si avvicina a 150 C il tempo di sopravvivenza è molto breve se l’aria è sufficientemente secca, e decresce all’aumentare dell’umidità relativa (sono presenti in genere notevoli quantità di vapore acqueo) Il comportamento umano in ambiente con differenti concentrazioni d’ossigeno è riassumibile nella seguente tabella.

29 - 29 - Valutazione dei rischi d’incendio Ing. Massimo Giuffrida Rischi alle persone in caso d’incendio Anidride carbonica (CO2): gas asfissiante oltre la concentrazione del 5% Ossido di carbonio (CO): gas presente nell’atmosfera in concentrazione di 10 ppm, innocuo sino a 100 ppm, produce nausea a 200 ppm e mal di testa a 300 ppm. Alla concentrazione di 12000 ppm (1,2%) si registra il limite di sopravvivenza: 2 o 3 inspirazioni sono sufficienti a far perdere conoscenza, e dopo un paio di minuti sopravviene il decesso. È il principale responsabile dei decessi in caso d’incendio Acido cianidrico (HCN): gas velenosissimo, nocivo già in concentrazioni di 100 ppm Idrogeno solforato (H2S). Gas dal caratteristico odore di uova marce, produce vertigini e vomito in mezz’ora di esposizione ad atmosfere con concentrazione oltre 400 ppm (0,04%) Anidride solforosa (SO2): gas irritante già a bassissime concentrazioni è pericolosissimo in presenza di disturbi polmonari o cardiaci Ammoniaca (NH5): gas che può provocare disfunzioni gravi o la morte in mezz’ora di esposizione ad atmosfere con concentrazioni fra 2500 e 6500 ppm (0,25÷0,65%) Acido cloridrico (HCl): gas fatale in pochi minuti in concentrazioni di 1500 ppm

30 - 30 - Valutazione dei rischi d’incendio Ing. Massimo Giuffrida Rischi alle persone in caso d’incendio I fumi sono ammassi di particelle solide e liquide derivanti da combustioni incomplete (catrame, carbonio, vapore d’acqua), opache e visibili, irritanti per le mucose degli occhi e le vie respiratorie. L’opacità dei fumi riduce la visibilità, con conseguente grave ostacolo all’evacuazione dalle zone a rischio e all’intervento dei soccorritori Limite teorico di visibilità: non visibilità di una lampada di sicurezza da 40 W distante 4 m

31 - 31 - Valutazione dei rischi d’incendio Ing. Massimo Giuffrida Nelle caso in cui nessuna persona sia particolarmente esposta a rischio, in particolare per i piccoli luoghi di lavoro, occorre solamente seguire i criteri generali finalizzati a garantire per chiunque una adeguata sicurezza antincendio. Occorre tuttavia considerare attentamente i casi in cui una o più persone siano esposte a rischi particolari in caso di incendio, a causa della loro specifica funzione o per il tipo di attività nel luogo di lavoro. A titolo di esempio si possono citare i casi in cui: - siano previste aree di riposo; - sia presente pubblico occasionale in numero tale da determinare situazione di affollamento; - siano presenti persone la cui mobilità, udito o vista sia limitata - siano presenti persone che non hanno familiarità con i luoghi e con le relative vie di esodo; - siano presenti lavoratori in aree a rischio specifico di incendio; - siano presenti persone che possono essere incapaci di reagire prontamente in caso di incendio o possono essere particolarmente ignare dei pericolo causato da un incendio, poiché lavorano in aree isolate e le relative vie di esodo sono lunghe e di non facile praticabilità. Persone esposte al rischio

32 - 32 - Valutazione dei rischi d’incendio Ing. Massimo Giuffrida Per ciascun pericolo di incendio identificato, è necessario valutare se esso possa essere: 1. eliminato; 2. ridotto; 3. sostituito con alternative più sicure; 4. separato o protetto dalle altre parti dei luogo di lavoro, tenendo presente il livello globale dì rischio per la vita delle persone e le esigenze per la corretta conduzione dell'attività. Riduzione del rischio

33 - 33 - Valutazione dei rischi d’incendio Ing. Massimo Giuffrida Potenziale termico della totalità dei materiali combustibili contenuti in uno spazio, ivi compresi i rivestimenti dei muri, delle pareti provvisorie, dei pavimenti e dei soffitti, convenzionalmente espresso in kg di legno equivalente E’ UNA MISURA DEL POTENZIALE TERMICO PER UNITA’ DI SUPERFICIE Carico d’incendio

34 - 34 - Valutazione dei rischi d’incendio Ing. Massimo Giuffrida - rimozione o significativa riduzione dei materiali facilmente combustibili ed altamente infiammabili ad un quantitativo richiesto per la normale conduzione dell'attività; - sostituzione dei materiali pericolosi con altri meno pericolosi; - immagazzinamento dei materiali infiammabili in locali realizzati con strutture resistenti al fuoco, e, dove praticabile, conservazione della scorta per l'uso giornaliero in contenitori appositi; - rimozione o sostituzione dei materiali di rivestimento che favoriscono la propagazione dell'incendio; - riparazione dei rivestimenti degli arredi imbottiti in modo da evitare l'innesco diretto dell'imbottitura; - miglioramento del controllo del luogo di lavoro e provvedimenti per l'eliminazione dei rifiuti e degli scarti. Ridurre i pericoli da combustibili

35 - 35 - Valutazione dei rischi d’incendio Ing. Massimo Giuffrida - rimozione delle sorgenti di calore non necessarie; sostituzione delle sorgenti di calore con altre più sicure; controllo dell'utilizzo dei generatori di calore secondo le istruzioni dei costruttori; - schermaggio delle sorgenti di calore valutate pericolose tramite elementi resistenti al fuoco; - installazione e mantenimento in efficienza dei dispositivi di protezione; - controllo della conformità degli impianti elettrici alle normative tecniche vigenti; - controllo relativo alla corretta manutenzione di apparecchiature elettriche e meccaniche, - riparazione o sostituzione delle apparecchiature danneggiate; - pulizia e riparazione dei condotti di ventilazione e canne fumarie; - adozione, dove appropriato, di un sistema di permessi di lavoro da effettuarsi a fiamma libera nei confronti di addetti alla manutenzione ed appaltatori; - identificazione delle aree dove è proibito fumare e regolamentazione sul fumo nelle altre aree; - divieto dell'uso di fiamme libere nelle aree ad alto rischio. Ridurre i pericoli da sorgenti di calore

36 - 36 - Valutazione dei rischi d’incendio Ing. Massimo Giuffrida "Attitudine di un elemento da costruzione (componente o struttura) a conservare - secondo un programma termico prestabilito e per un tempo determinato - in tutto o in parte: la stabilità "R", la tenuta "E", l'isolamento termico "I", così definiti: - stabilità: attitudine di un elemento da costruzione a conservare la resistenza meccanica sotto l'azione del fuoco; - tenuta: attitudine di un elemento da costruzione a non lasciar passare nè produrre se sottoposto all'azione del fuoco su un lato fiamme, vapori o gas caldi sul lato non esposto; - isolamento termico: attitudine di un elemento da costruzione a ridurre, entro un dato limite, la trasmissione del calore". Resistenza al fuoco

37 - 37 - Valutazione dei rischi d’incendio Ing. Massimo Giuffrida Pertanto: -con il simbolo "R" si identifica un elemento costruttivo che deve conservare, per un tempo determinato, la stabilità. -con il simbolo "RE" si identifica un elemento costruttivo che deve conservare, per un tempo determinato, la stabilità e la tenuta; - con il simbolo "REI" si identifica un elemento costruttivo che deve conservare, per un tempo determinato, la stabilità, la tenuta e l'isolamento termico; In relazione ai requisiti dimostrati, gli elementi strutturali vengono classificati da un numero che esprime i minuti primi. Una struttura REI 120 è in grado di mantenere le capacità di: stabilità - tenuta - isolamento termico per 120 minuti

38 - 38 - Valutazione dei rischi d’incendio Ing. Massimo Giuffrida Un compartimento è una porzione di edificio delimitata da elementi costruttivi di predeterminata resistenza al fuoco ed organizzata in modo da rispondere alle esigenze di prevenzione incendi La compartimentazione serve a contenere l’emergenza in spazi dove poter intervenire e avere la ragionevole certezza che l’emergenza non si estenda al resto della attività o all’esterno della stessa una volta individuata la classe di un compartimento il progettista deve prevedere strutture che assicurino la corrispondente resistenza al fuoco LA CLASSE DI UN COMPARTIMENTO È FUNZIONE DEL CARICO DI INCENDIO E DELLLE CARATTERISTICHE DEL LUOGO DI LAVORO Compartimentazione


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